I numerosi artigli del Drago

La domanda che spesso viene posta ad un praticante di Viet Vo Dao, soprattutto da parte degli istruttori durante le sessioni di esami per il passaggio di livello è questa: "A chi è rivolto il V.V.D.?"
La risposta che immancabilmente ne segue è ancora più classica della domanda : "Il V.V.D. è per tutti.
La tecnica è ricca e completa, per ogni fisico, vi sono tecniche morbide e tecniche più rigide, tecniche di caduta, in volo, di forza ... " Possiamo continuare a lungo dimostrando così che il V.V.D. è veramente "per tutti" , adulti e bambini, uomini e donne, giovani e meno giovani.
Come spesso accade però applicare la teoria alla pratica di tutti i giorni è molto meno facile di quello che sembra e gli istruttori che stanno insegnando da qualche anno, già conoscono la difficoltà di "portare a tutti il V.V.D."
Il "Movimento V.V.D." , Proprio perché è un movimento, è in continua evoluzione ed il suo programma di insegnamento, se è un valido programma, deve potersi adattare a tutte le situazioni. E’ sempre più attuale l’esigenza di un programma per gli allievi "più maturi" i SENIOR, mentre coloro che hanno iniziato corsi per bambini, viste le difficoltà incontrate, stanno lavorando per mettere in comune le proprie esperienze e, coordinati a livello nazionale dal Consiglio dei Maestri, stanno codificando e ristrutturando il programma per adattarlo alle nuove esigenze dei piccoli allievi.
In televisione ho assistito tempo fa, ai giochi olimpici per portatori di handicap. Mi sono meravigliato nel vedere nella gara di salto in alto, superare l’asticella posta ad un metro e mezzo d’altezza nella categoria "non vedenti"! Un ragazzo, sempre nella gara di salto in alto, arriva in pista con le stampelle (poiché in possesso di una sola gamba) posa le stampelle, compie quella che si può definire la sua rincorsa e vola con un balzo sopra l’asta posta a due metri dal suolo.
Quanti praticanti, anche C.N., in perfette condizioni fisiche, potrebbero dimostrare nelle loro esibizioni questo spirito di allenamento e questa forza di volontà ?
Ed è proprio nelle condizioni meno favorevoli che lo spirito riesce a formarsi meglio, dando lo stimolo a continuare, lo sanno bene gli istruttori che costantemente vedono i cosiddetti "migliori allievi" perdere l’entusiasmo e abbandonare l’allenamento. Così in alcuni casi l’attenzione di qualche istruttore si sposta proprio verso chi, da un certo punto di vista, è un po' meno fortunato di altri trovandosi appunto in queste condizioni meno favorevoli.

In Piemonte, presso il club "Truong Son" in Torino, l’istruttore Marilena già da alcuni anni porta avanti questo tipo di discorso, dando l’opportunità ad alcuni bambini affetti da "Sindrome di Down" di apprendere il V.V.D. I bambini, indirizzati alla pratica dal quartiere, sono stati inseriti assieme a tutti gli altri allievi, partecipando per quanto possibile alla vita di club e associativa.
L’esperienza è stata giudicata positivamente dalla neuropsichiatra che ha in cura i bambini e l’idea sarebbe quella di estenderla anche ad altri.

Parallelamente, sempre in Torino, l’istruttore Fiorenzo dal novembre 1993 ha iniziato un corso presso la comunità "LA RAGNATELA". Questa comunità è un centro che si interessa di ragazzi italiani e stranieri, minorenni, affidati alla comunità dal tribunale dei minori. Dopo un inizio a carattere sperimentale con 10 allievi, si è arrivati alla chiusura del secondo anno con un numero di 17 iscritti tra cui anche due educatori del centro stesso.
Reduci quasi sempre da tentativi falliti di iniziare altri tipi di attività ( magari imposti d’autorità per aiutare a riportare sulla "giusta strada"), questi allievi si rivolgono al V.V.D. con una buona dose di diffidenza e avversione alla disciplina creando ulteriori difficoltà all’insegnante.

Questi ultimi anni che ci separano dal mitico anno 2000 stanno trascorrendo all’insegna dell’era del computer che è entrato prepotentemente nelle nostre vite acquistandosi il diritto di gestire il nostro lavoro, il nostro studio, e molto spesso anche il nostro divertimento.
Una società sempre più lanciata alla ricerca della precisione ed efficienza sembra non poter permettersi il lusso di rallentare il ritmo del cammino per aspettare chi segna il passo. Proprio per questo l’impegno di un istruttore in questa direzione acquista valore.
Questa iniziale diffidenza verso la disciplina del V.V.D. viene poi subito recepita come una mano tesa e l’inchino che ci si scambia nel saluto, in questi club, raggiunge forse il suo vero significato, proprio perché il rapporto Maestro-Allievo iniziato in modo così fragile raggiunge una dimensione così serena e matura difficilmente riscontrabile in altri club.

Istruttore Franco Botosso