Cosa sono le polimiositi e le dermatomiositi?
Si tratta di un gruppo di malattie
infiammatorie su base autoimmunitaria, cioè legate alla formazione di
anticorpi che l'organismo produce contro se stesso, che coinvolgono la
muscolatura scheletrica e, nel caso della dermatomiosite, anche la
cute.
Come si manifestano?
Il principale aspetto clinico della
polimiosite è la debolezza muscolare, spesso accompagnata a dolore
a carico delle masse muscolari. Tali sintomi sono diffusi, ma coinvolgono
di solito in modo più importante la muscolatura delle cosce e dei
polpacci; possono essere colpiti anche i muscoli degli arti superiori e
del collo e vi può essere difficoltà a deglutire. A questa sintomatologia
si può associare, e magari costituire l'aspetto principale, uno stato di
malessere generale e di affaticabilità.
Nella dermatomiosite sono
caratteristiche le manifestazioni cutanee che si associano a quelle
muscolari. Si tratta di lesioni di tipo eritematoso o
eritemato-desquamativo, che si localizzano in modo tipico alle palpebre
(che assumono un colorito violaceo), alle dita delle mani, in
corrispondenza delle articolazioni interfalangee (alle nocche delle dita),
ai gomiti e alle ginocchia. I sintomi legati al coinvolgimento muscolare
sono simili a quelli descritti per la polimiosite.
In quest'ultima forma, come e forse più
frequentemente che nella polimiosite, il quadro clinico non è completo né
caratteristico. Spesso si osserva infatti, soprattutto nei bambini, una
modificazione del carattere e del comportamento ingiustificata e
improvvisa, una tendenza alla lamentosità e alla letargia, che prima il
bambino non aveva, oltre ad un'affaticabilità che si accompagna ad un
deficit di forza muscolare spesso anche lieve e magari senza le
manifestazioni cutanee descritte sopra.
Come si evolvono?
In entrambe le forme, se il quadro
clinico è così lieve da passare inosservato o se per una qualsiasi ragione
non si fa la diagnosi all'esordio, si osserva un'evoluzione rapida verso
la formazione di retrazioni articolari, ovvero di contratture a carico
delle articolazioni e magari noduli calcifichi sottocutanei.
L'evoluzione del quadro clinico è molto
variabile: ci sono casi che tendono alla risoluzione spontanea, ma più
spesso la malattia tende a cronicizzare, con aggravamenti. In altri casi,
infine, l'evoluzione è rapida e drammatica verso un interessamento
generalizzato della muscolatura scheletrica, compresa quella respiratoria,
rendendo quindi necessarie misure terapeutiche di emergenza.
Quali esami sono utili per la diagnosi?
L'esame clinico e la raccolta di una
storia clinica accurata sono indispensabili. E' molto utile anche il
dosaggio degli enzimi muscolari (CK, LDH, aldolasi) che spesso, ma non
sempre, sono alterati.
Può essere utile anche l'ecografia
muscolare, la quale tuttavia, non essendo un esame diagnostico, presenta
dei reperti comuni a molte malattie e va dunque valutata nel quadro del
contesto clinico generale.
Anche l'elettromiografia e la biopsia
muscolare, sebbene utili, non sempre danno un quadro certo e vanno
considerate un supporto diagnostico più che uno strumento
infallibile.
Da quanto detto, si capisce facilmente
che la diagnosi di polimiosite e dermatomiosite non è sempre così
immediata e sicura e non necessariamente per "colpa" dell'inesperienza del
medico: effettivamente si possono trovare quadri sfumati, che non
presentano i sintomi caratteristici, di fronte ai quali può essere
difficile decidere. Per la dermatomiosite, in particolare, si può
considerare fondato il sospetto diagnostico anche solo di fronte ad
alterazioni improvvise e ingiustificate, vale a dire una grave
affaticabilità del paziente (astenia), come quella sopra indicata, e
debolezza muscolare obiettivabile, cioè rilevata all'esame di forza
muscolare segmentaria, anche in assenza di altri segni clinici, di rialzo
degli enzimi muscolari e di modificazioni degli indici
infiammatori.
E' comunque buona norma tenere in
osservazione un soggetto per il quale vi sia il sospetto di queste
malattie, almeno nelle prime ore/giorni, per verificare l'andamento dei
sintomi e decidere le condotte terapeutiche.
Qual è la causa di queste patologie?
Si è detto che si tratta di malattie
autoimmuni, ovvero legate alla formazione di anticorpi che l'organismo
produce contro alcuni suoi costituenti. Nel caso della dermatomiosite, in
particolare, il processo patologico di base sarebbe una "vasculite", cioè
un processo infiammatorio-autoimmunitario a carico dei vasi, e questo
spiegherebbe sia alcuni aspetti osservabili all'esame istopatologico
(biopsia), sia le alterazioni comportamentali che sono state descritte: il
processo vasculitico riguarderebbe infatti anche i vasi
cerebrali.
In ogni caso, non sono malattie
ereditarie, sebbene alla base di tutte le malattie autoimmuni vi sia una
generica predisposizione genetica, né tanto meno contagiose.
Possono essere associate ad altre
patologie autoimmuni sistemiche, come il Lupus, la Sclerodermia e altre,
delle quali possono anche costituire la prima manifestazione.
Nell'adulto, soprattutto la
dermatomiosite può essere la spia di una neoplasia sottostante, mentre
questo non accade quasi mai nel bambino.
Come si curano?
E' utile la terapia farmacologica con
immunosoppressori, come il cortisone ad alte dosi. Soprattutto nei
bambini, per limitare gli effetti collaterali di tale terapia, spesso si
associano altri farmaci immunosoppressori, in modo da ridurre la dose di
cortisone necessaria.
Nei casi più gravi, con difficoltà di
deglutizione o respirazione, vanno impiegate le opportune misure per
garantire la respirazione del paziente e un'adeguata
nutrizione.
Inoltre, soprattutto nella fase acuta
della malattia e nelle forme croniche, è importante la fisioterapia, per
ridurre le contratture che tendono a formarsi. Essa va iniziata quanto
prima per evitare le retrazioni.
Qual è il decorso nel tempo?
E' estremamente variabile, andando da
forme gravissime, che possono concludersi con la morte del soggetto a
forme nelle quali si ottiene la remissione.
In altri casi, invece, dopo la
remissione la malattia può ripresentarsi, ed esistono anche forme che
presentano andamento cronico senza mai spegnersi del tutto.
A cura di Angela
Berardinelli Fondazione Istituto Neurologico "Casimiro Mondino"
dell'Università di Pavia.
Con la supervisione di Corrado
Angelini
Dipartimento di Scienze Neurologiche dell'Università di
Padova. Presidente della Commissione Medico-Scientifica
Nazionale UILDM
.
|