HANDICAP ED INFORMATICA: un sodalizio vincente.

di Paolo Brizio

Sin dall'inizio degli anni '90 l'uso del Personal Computer si è sviluppato così prepotentemente nel mondo del lavoro, e nella nostra vita quotidiana, che parlare oggi di sistemi multimediali può apparire scontato.

Questa affermazione risponde a verità solamente se a monte esistono delle buone basi individuali di cultura informatica, altrimenti l'uso del calcolatore sarà perennemente destinato a rimanere un comparto scientifico per hobbisti o per i soli addetti ai lavori. Questa regola vale sė per tutti, ma mi sembra emblematica per tutti coloro che manifestano una disabilità fisica: essi infatti, possedendo una motricità più o meno sviluppata, potrebbero ricevere un valido aiuto dai mezzi informatici esistenti a patto di saper usare un sistema operativo che permetta loro di dialogare facilmente col calcolatore . Ciò aprirebbe loro opportunità di affermazione personali sconfinate, sia nel l'ambito dello studio sia in quello della comunicazione interpersonale, grazie al costante miglioramento dei prodotti dell'industria informatica mondiale.

A tal proposito mi sia permesso di esprimere una breve considerazione personale derivante da una esperienza vissuta anni fa nel mondo della scuola: se nel periodo degli anni '80 - in cui frequentavo l'Istituto Tecnico per Periti Aziendali e Corrispondenti in lingue estere - avessi avuto a disposizione un microcumputer portatile collegato ad una piccola stampante e non una rumorosa macchina per scrivere, sarei stato sicuramente in grado di annotarmi tutti gli appunti che mi servivano invece di fidarmi ciecamente della mia memoria, che, com'era naturale, mi supportò solamente per due anni, al termine dei quali dovetti abbandonare gli studi, perchè essa andò completamente in tilt.

E' vero: allora la diffusione del computer su scala commerciale era quasi un'utopia, ma sono certo che questo mio vetusto problema esiste ancor'oggi in parecchie realtà scolastiche, poichè l'informatica - e soprattutto quella specifica per disabili - è ancora vista come una disciplina secondaria se non addirittura inesistente.

Il mio approccio col calcolatore fu abbastanza casuale, in quanto acquistai un WORD PROCESSOR - che - significa processore di parole - perchè la macchina per scrivere elettronica non si dimostrava sufficientemente affidabile. In seguito, rivolgendomi ai servizi sociali del mio Quartiere, onde venir in possesso del testo legislativo integrale sulle Barriere Architettoniche negli Edifici Privati (Legge 9 gennaio 1989 n.13), seppi che l'Assessorato all'Assistenza Sociale del Comune di Torino aveva istituito il C.A.D. Spazio Aperto - via San Marino, 10 -, un centro d'incontro per disabili motori, in cui, fra le molteplici attività svolte, si teneva un corso d'informatica di base. Mi iscrissi e, terminata la sua frequenza, iniziai ad insegnare, (nell'ambito di questa struttura e senza alcun compenso), video-scrittura, continuando parallelamente ad approfondire una tematica specifica della programmazione informatica: la telematica intesa come strumento di divulgazione dell'informazione in tempo reale.

E' chiaro che non mi sarei mai sognato di poter programmare abbastanza disinvoltamente un computer se non avessi frequentato questo piccolo centro. Mi domando però: a parte le regioni come la Lombardia, l'Emilia Romagna e la Toscana, in cui se non vado errato esistono esperienze molto più sviluppate ed avanzate della nostra, tutte le altre entità regionali o comunali si occupano dell'informatica per il disabile? Se la risposta è si, con quali finalità operative?

Questo mio quesito non è casuale, ma deriva dalla certezza che ogni anno, in sede di programmazione finanziaria il Governo italiano ed in modo piò selettivo il Parlamento Europeo finanziando parecchi miliardi per migliorare l'istruzione informatica a favore delle persone portatrici di handicap. Questi fondi vengono effettivamente utilizzati, oppure si smaterializzano misteriosamente negli infiniti capitoli di spesa delle Regioni o dei Comuni? Se ciò rispondesse a realtà, oltre ad essere una beffa, l'episodio si dimostrerebbe un'occasione perduta per migliorare la qualità della vita di noi disabili, in quanto, come è stato pių volte dimostrato dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) informatica ed handicap sono e saranno sempre più un sodalizio vincente soprattutto alle soglie della rivoluzione multimediale del 2000, anche se purtroppo sono in pochi a crederci.