USTICA: UNA TRAGEDIA CHE MERITA IL NOSTRO RISPETTO

di Gian Paolo Grassino

Ogni volta che si parla di Ustica bisognerebbe fermarsi e pensare attentamente a ciò che si sta per dire, tenendo ben presente che non stiamo parlando di qualche fantomatica rivelazione dalla dubbia attendibilità, ma di 81 persone che sono morte per davvero senza che ancora oggi si sia in grado di sapere il perché.

Purtroppo in quasi tutte le occasioni che il disastro di Ustica è stato avvicinato alle problematiche ufologiche questa premessa è stata disattesa.

Un primo aspetto della vicenda Ustica degno di interesse ufologico fu l’avvistamento di un corpo a forma di missile nei cieli della Calabria in concomitanza col momento dell’incidente. Questa segnalazione rientrò in pieno nelle indagini della magistratura per il suo possibile collegamento con il successivo ritrovamento sulle montagne calabresi del relitto di un Mig libico e sfuggì in questo modo alle possibilità di approfondimento da parte degli ufologi.

Quello che - malauguratamente - fu oggetto di analisi in prospettive pseudo-ufologiche fu invece l’incidente stesso che causò la distruzione dell’aereo dell’Itavia. È del 21 luglio 1982 una lettera spedita dal discusso contattista Eugenio Siragusa all’allora onorevole Falco Accame (in passato autore di un’interrogazione parlamentare su alcuni avvistamenti UFO in Italia) che per prima fornisce una diversa, grottesca, interpretazione dei fatti. Scriveva testualmente Siragusa: "Secondo quanto propongono le mie conoscenze sui tracciatori magnetici (UFO), il disastro poteva essere evitato se il Comandante del velivolo avesse avuto conoscenza dei rischi in cui si incorre se solo si sfiora la scia di magnetismo anomalo fortemente ionizzato, lasciata da un tracciatore magnetico (UFO, disco o sigaro volante). (...) La virata a destra è stata dunque fatale". Questo testo venne riportato per esteso in un articolo in due parti pubblicato su Nonsiamosoli, il "Bollettino di informazione sulla realtà extraterrestre" dei fratelli Filippo e Giorgio-non-ancora-stimmatizzato Bongiovanni nel 1986 a firma di Roberto Doz, all’epoca tenente colonnello pilota dell’Aeronautica Militare e oggi in pensione.

L’idea lanciata da Siragusa e ripresa da Doz era che un "tracciatore magnetico", ovviamente guidato dai nostri amichevoli fratelli spaziali, avrebbe affiancato il DC9 Itavia per poi superarlo in virata. L’ignaro comandante avrebbe a sua volta compiuto una deviazione che lo avrebbe portato ad intercettare la "scia magnetica" dell’incolpevole velivolo spaziale, causando così la distruzione dell’aereo. Come abbia potuto un militare in servizio permanente attivo, un pilota, avallare simili affermazioni senza patirne delle conseguenze, quanto meno per lo scadimento di immagine dell’organismo al quale apparteneva, rimane un mistero. Di certo questa fantasiosa teoria non doveva rappresentare un elemento di disturbo per i vertici dell’Aeronautica, ossia per quelli stessi generali che oggi sono inquisiti dal giudice Priore per le loro attività di depistaggio e occultamento delle prove relative al caso Ustica! A riprova di quanto era gradita qualunque ipotesi che allontanasse l’attenzione dai possibili veri responsabili di Ustica, la ridicola tesi di Doz venne addirittura pubblicata sulle pagine della Rivista Aeronautica, l’organo ufficiale dell’A.M.

Sugli aspetti tecnico-scientifici riguardanti la compatibilità dei tracciati radar con la rotta dell’ipotetico velivolo extraterrestre o sulla stessa credibilità di fantomatiche "tracce magnetiche" come quelle che ci vengono proposte, non vale la pena di spendere neppure un attimo del nostro tempo: come tutte le verità dei contattisti, si tratta di affermazioni gratuite e prive di alcun sostegno probatorio. Di fronte ad 81 vite spezzate e alle gravi responsabilità ancora oggi occulte, parlare di inesistenti "scie magnetiche", favoleggiare di alieni tanto fraterni quanto idioti nel loro girovagare sulle nostre teste ad abbattere aerei non è solo assurdo: è, per usare una parola inusuale nel fantasmagorico mondo dell’ufologia, immorale.

Ma la storia non finisce qui. La teoria del contattista Siragusa venne nuovamente ripresa da Doz sul numero del dicembre 1988 di Nonsiamosoli. Per ricollocare il tutto nel suo giusto contesto, mi piace ricordare che lo stesso numero del bollettino dei Bongiovanni riportava in copertina il numero "-33" per ricordare i mesi mancanti alla fine del mondo tramite collisione con meteorite secondo una previsione - evidentemente sbagliata - dello stesso Siragusa!

È infine di questi ultimi mesi la nuova offensiva di Bongiovanni (ormai dotato di croste mistiche regolamentari...) che ha riproposto sulle pagine della sua nuova pubblicazione, il mensile commercale UFO - La verità extraterrestre, i vecchi articoli di Doz affiancati da un lungo lavoro di Umberto Telarico - già responsabile campano del Centro Ufologico Nazionale. In verità la tesi di Telarico è un po’ diversa: non si parla dei "tracciatori magnetici" di siragusiana invenzione, ma si cerca, con un’analisi tanto meticolosa quanto fortemente penalizzata dal basarsi quasi esclusivamente su fonti giornalistiche, di dimostrare la presenza di un qualche velivolo extraterrestre sul teatro di guerra di Ustica come causa indiretta dell’abbattimento del DC-9.

È curioso che Telarico, che pure ha pubblicato un lavoro intitolato Aliengate sulle presunte cospirazioni che nasconderebbero la verità sugli UFO, non si renda conto che - per la prima volta - siamo finalmente di fronte ad una vera congiura del silenzio, che però con gli UFOnon ha nulla a che spartire! I tracciati radar cancellati, le intimidazioni sui testimoni, le risposte non fornite, i dati tenuti nascosti sono l’evidente prova di un piano di depistaggio: non cadiamo nell’errore di voler vedere l’UFO dove non c’è; significherebbe fare un favore troppo grande a quegli irresponsabili che vent’anni fa hanno abbattuto l’aereo di Ustica e che ancora oggi tacciono le proprie responsabilità.

Ciò che però oggi lascia più sconcertati - e che ci fa di nuove porre un problema di moralità - è che Giorgio Bongiovanni, oramai pienamente lanciatosi nel mondo commerciale come editore in proprio, sia riuscito a farsi ricevere dal giudice per le indagini su Ustica, RosarioPriore, il quale lo ha ascoltato acquisendo agli atti la documentazione da lui prodotta. Se non si può che comprendere e apprezzare lo zelo di un magistrato che da anni lotta contro i mulini a vento per cercare la verità ovunque essa possa risiedere, ben altro giudizio occorre riservare a chi ha trasformato la tragedia di Ustica in un nuovo modo di far parlare di sé, di pubblicizzarsi, di riempire qualche pagina in più delle proprie riviste, di usare il ricordo di quei morti per un proprio ritorno di immagine.

Che certi personaggi vadano dai parenti delle vittime di Ustica a raccontare la favoletta dei fratelli spaziali che pilotano tracciatori magnetici, che vadano a parlare di stimmate a chi si è ritrovato in mano solo qualche brandello dei propri cari: allora forse capiranno di aver tristemente passato il segno del rispetto e del buon gusto.

Forse siamo troppo abituati allo strampalato mondo dell’ufologia per stupirci dei tanti personaggi discutibili che lo popolano, dei contattisti che si spacciano per ufologi, dei chimici che giocano a fare gli psicologi, dei venditori di auto che si improvvisano sociologi…

Vicende come quelle di Ustica devono servirci per ritornare con i piedi per terra, per ritrovare quel senso della misura che può fare dell’ufologia un ambito di interesse serio e produttivo, come tutti noi auspichiamo.


[© 1999 CISU - Tratto da UFO - Rivista di informazione ufologica a cura del Centro Italiano Studi Ufologici n. 22, dicembre 1999]


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