L'aliena virtuale

L'inverosimile "affare Santilli" sempre al centro di polemiche e contraddizioni

di Paolo Toselli



Un anno è trascorso da quando si è iniziato a parlare di clamorosi filmati in possesso dell'editore inglese Ray Santilli riferiti al controverso caso di UFO crash di Roswell, New Mexico, dell'estate 1947, e di cui abbiamo ampiamente trattato sullo scorso numero della nostra rivista.

In ufologia siamo abituati ad estenuanti diatribe tra convinti fautori e assoluti negatori della realtà di un certo episodio. Così è stato anche per le immagini della presunta autopsia dell'alieno e corollario. Di solito però, a chiunque voglia approfondire i fatti, è concesso di accedere alla fonte delle informazioni onde basare le sue analisi su dati precisi, verificabili anche da altri, e non su "si dice" o testimonianze di terza o quarta mano. Invece, purtroppo, sulla vicenda in questione, Santilli, o chi per esso, ha fatto di tutto per non rendere possibile un'analisi corretta e accurata del "prodotto" da lui commercializzato. E così, dopo un anno, ci troviamo a far fronte con pochi dati essenziali e molte chiacchiere.

Abbiamo riflettuto se era il caso di ritornare, vista la situazione, sull'argomento. Abbiamo deciso di farlo, evidenziando però unicamente i fatti, le testimonianze di prima mano, i dati concreti di cui siamo venuti a conoscenza sino ad oggi, in riferimento ad alcuni elementi essenziali dell'intera vicenda. Non sono molti, ma almeno danno un quadro preciso degli eventi. Non ci soffermeremo pertanto sulle immagini dei filmati che ci sono stati ormai proposti in tutte le forme, e il loro contenuto. Non faremmo che aumentare le chiacchiere. E poi secondo noi, sono discussioni inutili sinché non sarà chiaro di cosa stiamo parlando: un filmato girato nel 1947 o in tempi più recenti? Affronteremo invece la questione dell'identità del fantomatico cineoperatore, della consistenza delle pellicole originali e la loro datazione, anche in rapporto alle diverse videocassette poste in commercio.

Ciò che possiamo tuttavia dire sin d'ora, è che l'"affare Santilli" non ha nulla a che vedere col "caso Roswell". Se diamo retta alle dichiarazioni del cineoperatore e a quanto contenuto nei filmati che a noi tutti è stato concesso di vedere, non trovano alcun riscontro con la ricostruzione classica di Roswell la data, il luogo, la storia, l'alieno, i rottami. Ci troviamo pertanto di fronte a due questioni distinte, e questo vorremmo sottolinearlo, in quanto ci pare, ma forse ci sbagliamo, che la fama del caso Roswell - un fatto concreto, al di là delle possibili interpretazioni - sia stata poco correttamente sfruttata per promuovere l'iniziativa Santilli.

Il cameraman

Il suo nome si è detto essere "Jack Barnett". In effetti, Santilli non ha mai rivelato di sua iniziativa le generalità del cameraman. Il nome di "Jack Barnett" (che corrisponde un po' al nostro Mario Rossi) sembra essere emerso per la prima volta nel maggio 1995, o poco prima, per bocca dell'ufologo inglese Philip Mantle che a sua volta l'avrebbe però saputo da Ray. Un accenno a tale nome è stato fatto anche dallo statunitense Stanton Friedman, poco dopo aver avuto un colloquio con Santilli. Di fatto, due mesi più tardi, Chris Cary, socio di Ray Santilli, ha affermato trattarsi di uno pseudonimo. Ma chi è allora questo "fantomatico" cineoperatore che avrebbe serbato per 46 anni il segreto di aver trattenuto, grazie a "una dimenticanza di Washington", gli originali di un certo numero di pellicole da lui riprese e sviluppate nel corso del 1947 per conto del governo americano in occasione di un UFO-crash nel New Mexico? Nessuno lo ha mai incontrato a parte probabilmente Ray Santilli, e le sue generalità rimangono volutamente celate. Tuttavia qualcuno avrebbe avuto modo di colloquiare con lui.

- Philip Mantle (ufologo, BUFORA, Gran Bretagna): in effetti questi ha ricevuto il 22 giugno 1995, preannunciata da Ray Santilli, una telefonata da un uomo che ha dichiarato essere Jack Barnett, il cameraman. Ma Mantle stesso non ha prove della reale identità di colui che stava dall'altra parte del telefono. L'intera conversazione è durata circa 15 minuti, ma nulla di particolare è emerso dalla stessa;

- David G. Roehring (produttore TV, Kiviat/Green productions, USA): "E' vero - ha dichiarato -, abbiamo comunicato telefonicamente col cameraman. Tuttavia, a causa della brevità della conversazione, non siamo in grado di stabilire se era veramente il cameraman o soltanto un attore ingaggiato da Ray. E quando dico che la telefonata è stata breve, intendo molto breve. Ha agganciato prima che uno dei produttori, compreso me stesso, abbia potuto parlare con lui.";

- John Purdie (produttore TV, Channel 4, Gran Bretagna): ha parlato telefonicamente per tre minuti col presunto cameraman, il quale continuava a insultare Ray Santilli in quanto lo aveva tradito fornendo informazioni riservate. "Pertanto non sò - ha precisato Purdie - se era veramente il cameraman o si trattava di uno scherzo.";

- Gary Shoefield (dipendente del Gruppo PolyGram, Gran Bretagna): in effetti costui, a detta di varie persone, avrebbe rintracciato il cameraman, su indicazioni di Santilli, senza tuttavia poterlo né incontrare di persona, né parlargli in quanto stava malato. Santilli ha affermato che Gary ha però parlato con la moglie di "JB". Tuttavia, non essendo andato a buon fine l'appuntamento, ogni interesse per l'acquisto del filmato che la PolyGram avrebbe manifestato è cessato. Poco dopo Gary, lasciata la PolyGram, è diventato socio di Santilli, il quale lo ha nominato amministratore delegato della Mastervision Ltd, la compagnia creata appositamente per commercializzare il video prodotto dalla Roswell Footage Ltd, altra società di Ray;

- Michael Hesemann (direttore del mensile Magazin 2000, Germania): ha scambiato messaggi non in prima persona, ma attraverso l'intermediarietà di Santilli;

- Bob Shell (esperto fotografico, USA): "Ho comunicato col cameraman unicamente attraverso messaggi scritti inoltrati a Ray Santilli".

Santilli pertanto è e resta l'unico portavoce del misterioso cineoperatore. Intanto, nel corso dell'estate, si scopre che, in effetti, è esistito un Jack Barrett (e non Barnett) che è stato tecnico delle riprese per conto dell'Army Air Force negli anni quaranta, ma ci rimase solo fino al 1945. E' nato nel 1910 a Los Angeles dove ha vissuto pressoché tutta la vita e ha una figlia. Unico problema, nel 1947 avrebbe dovuto essere un civile; in effetti ha lavorato a Hollywood come macchinista. Jack D. Barrett è morto il 3 agosto 1995 secondo quanto risulta alla Motion Picture Photographer's Union e verificato da Bob Shell. La pista seguita non pare quindi essere quella corretta.

Il 23 ottobre 1995, nel corso della trasmissione del canale francese TF1, L'Odyssée de L'Etrange condotta da Jacques Pradel, Bill Randle, DJ molto noto in America negli anni '50, conferma che Ray Santilli si è recato a Cleveland nel 1992 per acquistare filmati musicali e aveva preso contatti con lui. Bill Randle ha coprodotto, con la Universal Pictures, il film dal titolo The Pied Piper of Cleveland girato nel '55 durante alcuni concerti tenuti presso le locali scuole superiori da Bill Haley, Pat Boone e, l'allora sconosciuto, Elvis Presley. Il film è stato girato dal regista Arthur Cohen (oggi deceduto) e un famoso cameraman di cinegiornali di Chicago: Jack Barnett (come riportato nel libro Elvis, his life from A to Z, Wings Book). Quindi, nell'estate '92 (ma perché prima della trasmissione si è sempre parlato di 1993?) Santilli era a Cleveland alla ricerca di questo film, con Gary Shoefield della PolyGram. E' stato Bill Randle che ha parlato di Jack Barnett a Santilli.

Allora il fantomatico cameraman è stato ritrovato? Parrebbe proprio così se consideriamo le prime dichiarazioni di Santilli, nelle quali ha affermato, ripetendolo in più occasioni, di aver acquistato il filmato di cui sopra - quello del primo concerto di Elvis - dal cameraman: lo stesso che in tempi successivi - secondo quanto dichiarato da Ray Santilli a Philip Mantle il 27 giugno 1995 - "essendo entrati in ottimi rapporti proprio perché la natura dell'accordo era che lo avessimo pagato in contanti, senza alcun contratto scritto", gli ha accennato a ben altre riprese in suo possesso, e cioè l'autopsia di un alieno. Invece, nel corso della trasmissione di TF1 Santilli ha dichiarato, contraddicendo in parte le sue precedenti asserzioni, che il "suo" cameraman (per l'appunto, quello dell'autopsia) ha sì ripreso Elvis, il cui filmato ha poi acquistato, ma è stato questi, a seguito di alcuni annunci, ad averlo rintracciato presso il suo hotel di Cleveland. Pertanto il cameraman non avrebbe nulla a che fare col filmato di Bill Randle, di cui poi Santilli ha acquisito solo un'opzione e non i diritti. Per chiarire l'equivoco basterebbe chiedere delucidazioni a Jack Barnett. Peccato che però sia morto nel 1967 per una malattia al cuore.

Di fatto, secondo le dichiarazioni fatte da Santilli a TF1, il "suo" cameraman, che avrebbe oggi poco più di ottant'anni, è vivo e vegeto. Se invece Jack Barnett è morto nel 1967, può Santilli spiegare perché proprio il suo nome, e non qualunque altro, è stato fornito, da persone a lui molto vicine, come quello del cineoperatore dell'autopsia? Forse è un po' troppo per una semplice coincidenza.

Le pellicole

A detta di Ray Santilli - secondo quanto si può leggere a partire dal 19 luglio 1995 sul sito Web da lui gestito su Internet -, sarebbero 22 le bobine originali consegnate dal cameraman, di cui una in negativo. Ogni bobina dura poco meno di tre minuti, per una lunghezza totale di circa 60 minuti. Alcuni hanno asserito trattarsi di pellicole del genere Cine Kodak Super XX High Speed Panchromatic Safety Film e pertanto prodotte al massimo negli anni '50. Ma ciò deriva unicamente dalle dichiarazioni del cameraman, e dalle fotocopie fornite da Ray Santilli delle etichette che lui stesso asserisce aver ritrovato sui contenitori delle bobine.

Questo è quanto le pellicole dovrebbero contenere:

- Il "filmato della tenda". E' tra i primi ad essere stato mostrato da Santilli a pochi "intimi". Si tratta di un filmato, secondo le dichiarazioni di Philip Mantle, confermate da Bob Shell, lungo quattordici minuti, che mostrerebbe un corpo disteso su un tavolo in un locale scuro (potrebbe essere una tenda, oppure no). L'unica fonte di luce visibile è una lampada d'emergenza appesa sopra il corpo. Due persone in camici bianchi stanno dietro il tavolo, un uomo sulla sinistra e una donna sulla destra. L'uomo pare rimuovere qualcosa dal lato sinistro del torace del soggetto. Sembra garza imbevuta in un liquido scuro. La creatura è coperta da un lenzuolo che lascia vedere solo la testa, una mano (che pare avere sei dita) e i piedi. Quando un certo quantitativo di "garza" è stato accumulato dall'uomo, questi lo passa alla donna che arretra e pare riporlo sul pavimento. Quindi ritorna e l'operazione si ripete. Le immagini, molto indistinte, sono contenute in un video diffuso abusivamente, cioé non autorizzato da Ray Santilli. Tuttavia la copia in possesso di Philip Mantle gli è stata consegnata direttamente da Santilli, il quale ne ha distribuite atre copie a persone alle quali lo aveva fatto vedere in anteprima.

- La "prima" autopsia. Mostrebbe scene molto simili a quelle note, ma riferite a una creatura con ambedue le gambe intatte. E' stata visionata in video, oltre che da Ray Santilli, unicamente da Chris Cary, socio di Santilli, da Reg Presley, cantante pop amico di Santilli, e Maurizio Baiata, procuratore per l'Italia di Ray Santilli, il 26 aprile 1995, da Philip Mantle (colui che ha promosso il filmato sin dall'inizio) e sua moglie Susan il 28 aprile, e Colin Andrews, esperto inglese di "cerchi nel grano" di recente trasferitosi negli Stati Uniti. Di quest'ultimo tuttavia non esistono precise dichiarazioni a tal proposito. Anzi si può ritenere che abbia confuso il filmato della tenda con la prima autopsia, in quanto proprio in un suo resoconto su tale visione, avvenuta nell'ufficio di Santilli il 3 febbraio 1995 in compagnia di sua moglie e Reg Presley, si riferisce alla "prima autopsia", ma dalla descrizione è evidente trattarsi del filmato della tenda. E' pertanto evidente che le uniche persone a cui è stato concesso di vedere queste immagini sono tutte coinvolte con la promozione del filmato, e per i contenuti ci dobbiamo basare sulla loro parola. Infatti, al momento non è stata diffusa alcuna copia video, ma solo, dallo scorso dicembre, cinque immagini di scadente qualità e dubbia interpretazione. Secondo la dichiarazione di Baiata l'intero filmato durerebbe circa 12 minuti.

- La "seconda" autopsia. E' quella mandata in onda da tutte le reti televisive che ne hanno acquistato i diritti da Santilli, RAI compresa. La stessa è contenuta nei diversi video commercializzati da Ray Santilli (Roswell - The Footage), Channel 4 (Incident at Roswell), TF1 (L'Extraterrestre de Roswell) e "Notiziario UFO" (Caddero sulla Terra - Il caso Roswell). Dura complessivamente 18 minuti circa, anche se la versione ripulita delle interruzioni tra le varie bobine è di poco inferiore ai 17 minuti.

- I "rottami". Mostrati dalla RAI nel corso della trasmissione Misteri dello scorso ottobre e contenuti nei video Roswell - The Footage e Caddero sulla Terra. Le immagini mostrate durano circa 3 minuti.

Il 23 ottobre scorso, nel corso della trasmissione di TF1, in diretta Santilli ha dichiarato di non essere più in possesso delle pellicole originali e pertanto non essere responsabile della mancata consegna delle stesse per le analisi. La redazione del programma francese è riuscita a rintracciare il dichiarato possessore delle pellicole e a raggiungerlo telefonicamente. Trattasi di Volker Spielberg (cognome significativo), colui che ha finanziato per intero, su stessa ammissione di Santilli, l'acquisto delle pellicole, ma sarebbe anche, sempre secondo Santilli, il famoso collezionista a cui è stata venduta la prima autopsia. Non è quindi ben chiaro perché se è costui ad aver pagato l'intera transazione, sin dall'inizio, è stato fatto passare per un collezionista che, solo in un secondo tempo, avrebbe acquistato parte delle pellicole. Spielberg, all'interlocutore di TF1, ha dichiarato: "Voglio essere lasciato in pace! Sono un collezionista. Si tratta di una questione personale." Ed oltre a confermare che possiede le bobine originali, ha precisato che non vuole aver nulla a che fare coi giornalisti, e ha concluso laconicamente: "Il mondo è egoista. Anch'io lo sono". Subito dopo la messa in onda del presente colloquio Santilli, fortemente imbarazzato, è intervenuto asserendo che in base a un accordo che aveva con TF1 e Jacques Pradel certi aspetti della storia dovevano restare confidenziali. Pradel ha risposto che l'ha fatto per dovere di cronaca onde fornire una corretta informazione agli ascoltatori e, visto che Santilli aveva lanciato una chiara accusa, ha sottolineato: "Mi spiace, ma dall'inchiesta che abbiamo condotto Spielberg non è un collezionista di film, e non è nemmeno l'uomo che dice di essere".

Chi sarà quindi questo misterioso Volker Spielberg. Un personaggio chiave o una comparsa? A quanto ci è dato di sapere è un produttore musicale di Amburgo, proprietario della compagnia Lollipop Musik Volker Spielberg KG. Dallo scorso fine giugno si è trasferito, per motivi ignoti, in Austria.

Ma c'è un altro colpo di scena. Santilli, in un messaggio di posta elettronica inoltrato il 27 ottobre 1995 afferma che il possesso delle bobine è diviso tra un collezionista privato (Volker Spielberg), lui stesso e il cameraman. Quindi Santilli ha in mano materiale originale. Allora perché solo tre giorni prima ha dichiarato di non essere più in possesso di alcuna pellicola originale da sottoporre ad analisi?

Il video

Nella pubblicità della videocassetta Roswell - The Footage, quella commercializzata dalla società di Santilli a partire dalla fine dell'agosto 1995, si afferma che la stessa "contiene tutto il materiale visibile estratto dalle bobine consegnate dall'uomo ritenuto essere il cameraman di Roswell". Ciò è falso, e chi lo ha scritto era cosciente di dichiarare il falso. Infatti, visionando il video di Santilli, prima dell'inizio del filmato è stata inserita la seguente avvertenza: "Onde fugare ogni dubbio presentiamo solo le pellicole che sono state verificate a nostro soddisfacimento." Ma allora, dobbiamo sospettare che parte del filmato non è credibile?

Di fatto, la videocassetta contiene le immagini di quella che viene definita la "seconda autopsia" (in totale nove bobine, come specificato nel video stesso) e i "rottami" del disco (tre bobine). Nessuna menzione viene fatta delle altre parti.

E' solo a ottobre dello scorso anno che si viene a sapere che i soci di Santilli non sarebbero più tanto sicuri che il cosidetto "filmato della tenda" appartenga allo stesso contesto dell'autopsia. Pare che i ricordi del cameraman non siano più molto chiari; in particolare non si rammenterebbe a cosa il filmato faccia riferimento, né quando né dove avrebbe effettuato le riprese. Chieste spiegazioni a Santilli, questi ha risposto: "Il filmato della tenda doveva essere inserito nel nostro documentario, ma non è estratto dal gruppo di pellicole contenenti il filmato dell'autopsia. Il motivo per cui non l'abbiamo incluso è perché risulta irrilevante". Come irrilevante? Perché allora proprio queste immagini, tra tutte, sono state tra le prime ad essere mostrate da Ray Santilli ai suoi "eletti"? O forse ci si è accorti che c'erano troppe incongruenze, come segnalatoci da uno degli autori del programma RAI Misteri che si è dichiarato perlomeno perplesso notando che il soggetto coperto dal lenzuolo sembrava lungo un paio di metri?

Rileviamo tra l'altro un altro fatto curioso, fra i tanti. Il video della presunta autopsia mostrato al Convegno di Sheffield, in Inghilterra, lo scorso agosto presenta un montaggio differente da quello messo in onda dalla FOX negli Stati Uniti e quello fornito per la verifica al Prof. Baima Bollone. Alcune immagini sono montate con sequenze diverse, e certi particolari, visibili in una versione, non sono presenti in un'altra o viceversa. Perché prodigarsi a produrre e divulgare video difformi? E' un costo inutile, a meno che non si voglia mantenere un costante clima di poca chiarezza.

E poi, che fine hanno fatto le rtiprese che mostrerebbero l'allora presidente degli Stati Uniti, Truman, la cui presenza avrebbe convinto Santilli della bontà del filmato? Passando da una dichiarazione diversa dall'altra, Santilli ne ha ancora confermato l'esistenza in una intervista del 27 ottobre scorso, precisando però questa volta che è "in pessime condizioni". Qualcuno forse vuole confondere ancor più le acque?

Le analisi

C'è poco da dire. Diversamente da quanto fatto credere da più parti, sinora non è stata effettuata, né dalla Kodak, né da chiunque altro, alcuna analisi chimico-fisica sulle pellicole originali che possa perlomeno fornire una datazione certa delle stesse. A tal proposito, vi rimandiamo al box con le precisazioni di Bob Shell.

Tirando le somme, gli interessi di Santilli e soci sono, come più volte rimarcato da loro stessi, prettamente economici e quindi agli antipodi di un qualsivoglia approfondimento tecnico-scientifico. E così oggi non abbiamo alcuna benché minima prova dell'esistenza del cameraman e della concretezza della sua testimonianza. Così come non sappiamo se esistono le 22 pellicole originali, o quante esse siano, che si dice riferirsi a fatti accaduti nel 1947.

Certamente Santilli, o chi ci sta dietro, è in gamba: pochissime dichiarazioni pubbliche, pochissimi messaggi scritti di suo pugno, tantopiù estremamente sintetici. Dice molto invece per bocca di altri, in modo che tutto può essere detto, e tutto può essere negato, come è capitato sinora molte volte.

In effetti non esiste alcuna prova che il filmato sia un falso. Ma al contempo, tutti gli elementi disponibili non ne comprovano minimamente la realtà, anzi.

Nei prossimi mesi, probabilmente, rivivremo lo stillicidio di nuove immagini e informazioni che ha preceduto la grande "rivelazione" del filmato dell'autopsia. Questa volta saranno altre immagini, riferite a chissà quali altri sensazionali particolari. Ci auguriamo, per la buona salute dell'ufologia, quella vera, che nessuno regga più il gioco di questi affaristi.

[© 1996 CISU - tratto da UFO - Rivista di informazione ufologica del Centro Italiano Studi Ufologici n. 17, febbraio 1996]


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