Gli "UFO" della scienza

Lo studio dei fenomeni di Hessdalen riporta gli scienziati ad occuparsi di UFO

di Renzo Cabassi


 

 

 

 

Chi si occupa di UFO da più di vent'anni ricorderà l'ondata di interesse che travolse la piccola comunità ufologica per l'uscita dei volumi di Hynek, The UFO experience, e di Page e Sagan, UFO's - A Scientific Debate. [1] Finalmente, si pensava tra gli ufologi che si occupavano dell'argomento sostenendo metodi e prassi scientifiche, il mondo scientifico si appropria di un argomento di sua competenza. Ci furono recensioni, prese di posizione pro e contro, interventi in consessi scientifici.

Ricorderemo, sull'onda di questo entusiasmo, lavori assai stimolanti e strettamente legati a questo contesto, come, ad esempio, la ricerca di Peter Sturrock (ripresentata recentemente ampliata ed aggiornata) sull'interesse che gli astronomi professionisti ponevano sui fenomeni UFO. [2]

In Italia, però, la cose andavano un po' diversamente.

Il mondo scientifico era pietrificato sulla convinzione che il Comitato presieduto dal fisico Edward Condon avesse cancellato ogni dignità scientifica al fenomeno degli oggetti volanti con identificati. Convinzione che si basava sulla lettura di qualche intervento qua e là, non certo su quella del ponderoso rapporto stilato dal noto fisico americano. [3]

Sebbene fu qui da noi, in Italia, che nacque la prima rivista scientifica sugli UFO, UFO Phenomena [4], e che sul finire del 1978 si realizzò la possibilità di inviare un documento al Ministero della difesa richiedendo il libero accesso ai dati sulle segnalazioni UFO, per compiere un'indagine scientificamente corretta, firmato da 32 tra ricercatori e docenti universitari [5], nulla di più riuscì a concretizzarsi nel nostro Paese. Anzi.

Ancora oggi, alle soglie del 2000, il termine UFO, in ambienti accademici, provoca ilarità, insofferenza e scatti di collera. Il motivo però è troppo complesso, nella sua semplicità, per poterlo abbattere o semplicemente invertirne gli effetti, le conseguenze. Come per l'opinione pubblica, vittima di una sorta di immaginario/reale collettivo, anche il mondo accademico non riesce a non collegare, alla sigla UFO, alieni, dischi volanti, rapimenti e stupri spaziali.

Nonostante oggi sia ancora più affermato lo stereotipo UFO=extraterrestre, ecco però riapparire sulla scena della storia contemporanea di questa saga una nuova ed insistente richiesta di ospitalità, tra i fenomeni scientificamente analizzabili, di osservazioni anche strumentali che si presentano come fenomeni luminosi. Fenomeni aerei anomali. UFO insomma: oggetti volanti non identificati.

E' il fenomeno di Hessdalen. Fenomeni luminosi ed aerei. Luci notturne dal comportamento anomalo, ma non sempre bizzarro. Imperscrutabili, al momento, nelle loro origini e meccanismi. Ma affrontabili. Anzi affrontati.

Erling Strand e Bjorn Hauge, due ricercatori norvegesi, ne hanno illustrato le caratteristiche più salienti in un seminario tenuto a Bologna il 19 maggio 1995. Nulla di eccezionale se non per il fatto che ci trovavamo ospiti dell'Istituto di Radioastronomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Ma non si è parlato unicamente di ciò che il Progetto Hessdalen ha potuto registrare, si è parlato anche di strumentazione e delle metodiche utilizzate. Il discorso continua sul futuro di queste ricerche.

Massimo Teodorani, astronomo, l'unico italiano che ha lavorato nel Progetto, ha illustrato i dati rilevati nelle campagne di studio degli ultimi anni: "Questo è significativo e quest'altro no...". Gli UFO trattati come dati, non più come evanescenti sogni. Teodorani previene ogni contestazione. "Parlo di UFO ma non degli 'UFO' che compaiono sui giornali o alla televisione. Parlo di un fenomeno non ancora spiegato sulla cui natura non si può ancora affermare nulla: non identificato quindi".

Altri italiani: Stelio Montebugnoli, astronomo del progetto SETI al radiotelescopio di Medicina, è la persona che ha organizzato materialmente il seminario; Enrico Bernieri, fisico, ma anche da anni impegnato nella ricerca sugli UFO, assiste e partecipa alla discussione.

La scienza discute degli UFO, anche se non usa questa sigla. Nessuna domanda per mettere in discussione che gli eventi si siano verificati. solo domande per approfondire le motivazioni di certe scelte metodiche e tecniche. Teodorani mostra grafici su grafici traendoli da una cartella che sicuramente ne contiene più di un centinaio. Ogni grafico riporta la sigla "UFO" e poi la specifica della elaborazione. Nessuno obietta, nessuno trova da dire. La premessa iniziale è stata finalmente compresa ed accettata. UFO è un termine di riferimento. Nulla di più.

Alla fine si è tutti soddisfatti. I ricercatori di Hessdalen Strand, Hauge e Teodorani, l'organizzatore, Montebugnoli, e i ricercatori presenti, oltre una ventina.

Intanto, a centotrenta chilometri di distanza, nell'antica Repubblica diSan Marino, si parlava in pubblico di altri UFO: visitatori extraterrestri nel passato, facce e monumenti su Marte, rapitori dallo spazio, autopsie di cadaveri alieni...


NOTE

[1] J. Allen Hynek, The UFO Experience, Regnery, Chicago 1972; Carl Sagan & Thornton Page (a cura di), UFOs - A Scientific Debate, Cornell University 1972.

[2] Peter A. Sturrock, Report on a Survey of the Membership of the American Astronomical Society concerning the UFO Problem, Stanford University 1977; anche su Journal of Scientific Exploration, vol. 8 nn. 1, 2 e 3, 1994.

[3] Edward U. Condon (a cura di), Scientific Study of Unidentified Flying Objects, Colorado University 1969.

[4] UFO Phenomena - International Annual Review (UPIAR) è stata la prima rivista ufologica al mondo prodotta secondo i canoni delle pubblicazioni scientifiche. E' uscita dal 1976 al 1984.

[5] Renzo Cabassi, Roberto Farabone & Francesco Izzo, "Official Data Request in Italy", su UPIAR, vol.III, 1978-79, pagg. 315-319.

 

 

 


Tratto da UFO - Rivista di informazione ufologica, semestrale a cura del Centro Italiano Studi Ufologici n. 16, luglio 1995



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