IL VERO SCETTICISMO

di Joel Mesnard

L'editoriale che segue è tratto dalla rivista storica dell'ufologia francese, Lumières dans la nuit, ed è firmato dal suo attuale direttore. Ci sembra che questo articolo illustri efficacemente l'atteggiamenbto migliore che si può e si deve tenere in ufologia. Nelle considerazioni di Mesnard, che è stato uno dei più attivi autori di inchieste ufologiche francesi negli anni '60 e '70, così come nella filosofia che egli sottintende, pensiamo anzi di poterci pienamente riconoscere ed identificare.

Recentemente parecchi nuovi lettori ci hanno scritto per chiederci di definire il nostro atteggiamento nei confronti del fenomeno UFO. Uno di loro ha scritto di voler semplicemente sapere "quel che pensate degli UFO". Non si potrebbe porre più chiaramente la domanda.

Prima di tutto, bisogna complimentarsi con questi nuovi lettori per la franchezza con cui affrontano l’argomento. Bisogna dire che la loro domanda corrisponde ad una scelta di orientamento perfettamente reale. Esistono numerosi modi di trattare e maltrattare il problema UFO. La nostra linea di condotta? A rischio di stupire cert lettori, diremo che è lo scetticismo. Questa parola è in effetti ben lontana dal significato che si crede che abbia.

Il senso della parola "scetticismo" si è modificato, fino a divenire quasi il contrario di quello che era all’origine. D’altra parte esistono non pochi esempi simili di slittamento di significato nella lingua comune, come per le parole "certamente" e "generalmente". La prima ha finito per acquistare un significato vicino a quello di "probabilmente" e "verosimilmente", vale a dire lo si applica a proposizioni che non sono sicure ("pioverà certamente"). Quanto a "generalmente", il suo senso si è indebolito fino a divenire sinonimo di "il più frequentemente", ed è quindi applicato a frasi che non hanno nessun carattere di generalità.

Il senso corrente di queste parole è in contraddizione con il loro significato etimologico. Lo stesso è successo alla parola "scetticismo". Ed è un peccato, perché questo atteggiamento, oggi a torto attribuito a quelli che non vogliono saperne niente, era all’origine la caratteristica di spiriti rigorosi e penetranti.

Oggi quando si dice "sono scettico" è per esprimere un vago dubbio circa un’informazione o un’idea. Ma anche, spesso, il segno di una mancanza di interesse per quest’informazione o idea. Dicendosi scettici, si esprime il proprio rifiuto di aderire ad un’affermazione, senza peraltro esaminarla, metterla alla prova dei fatti. Si pretende di dubitare, ma senza rimettere in questione nulla. Si campa sulle proprie posizioni. In effetti si aderisce, ma all’idea opposta, che è spesso un’idea ricevuta, un pregiudizio. Dirsi scettici, ai nostri giorni, è prima di tutto prendere le distanze, rifiutare di immischiarsi. Si dice scettico, spesso, quello che teme di farsi ingannare, e che cerca di respingere così ogni sospetto di credulità.

Ma se devo credere al mio vecchio dizionario (Larousse universale del 1923) lo scetticismo è tutt’altra cosa: "dottrina che si fonda sulla sospensione del giudizio affermativo o negativo, soprattutto in questioni metafisiche", e per estensione "stato d’animo di ogni persona che rifiuta la sua adesione a credenze generalmente ammesse".

Quello che sembra soprattutto chiarire il vero senso di questa parola è la sua origine: un verbo greco che significa "esaminare". Lo scettico è quindi colui che rifiuta di credere a questo o a quello, e che esamina lui stesso il problema. Quest’atteggiamento è esattamente il nostro di fronte al problema UFO.

Ora esiste un gran rischio di confusione, perché si definiscono "ufologi scettici" persone che non hanno mai (o quasi mai) incontrato un testimone, altri che scrivono che l’ufologia è stata costruita "sul marcio" o che proclamano ad alta voce l’inutilità delle inchieste, e passano il loro tempo a praticare il discredito (debunking). Non solo quest’atteggiamento non ha niente a che vedere con lo scetticismo (nè con l’ufologia, d’altra parte...), ma ne è l’esatto contrario. Almeno se si deve credere al dizionario.

Le nostre posizioni di principio possono enunciarsi in due frasi: numnerosi testimoni di fenomeni UFO sono apparentemente credibili. Bisogna dunque prestare una vera attenzione ai loro racconti, registrarli, confrontarli, tentare di comprendere cosa ne viene fuori.

Questo lavoro non potrà essere fatto correttamente se non nella misura in cui i testimoni potranno esprimersi liberamente, senza dover temere che ci si prenda gioco di loro, che li si presenti come dei fanatici o come persone incapaci di distinguere una stella, una nube, un aereo. Il fenomeno UFO non si presta al riso che nella misura in cui si fa totalmente astrazione dai dati raccolti. Quel che vogliamo è che questo fenomeno sia studiato seriamente, al di là di ogni partito preso. Diciamo che occorre esaminare serenamente la questione, senza alcun pregiudizio su quella che può essere la vera natura del fenomeno. E Aimè Michel che ha espresso chiaramente tutto questo con la formula: "considerare tutto e non credere a niente".

E quando parliamo di esaminare la questione vuol dire evidentemente esaminarla da vicino. Non c’è che l’astronomia, che si può esaminare da lontano, perché è impossibile fare altrimenti. Ma in ufologia è diverso. Il fenomeno UFO si studia sul terreno, a contatto con i testimoni, mai restando a casa, col sedere in poltrona.

Ecco quali sono le nostre concezioni sulla maniera di studiare il fenomeno UFO. Mi sembra che se qualcuno può proclamarsi scettico, siamo proprio noi e soprattutto non quelli che hanno una visione totalmente restrittiva delle cose.

Perché in questo campo noi non crediamo nulla. Non difendiamo alcuna tesi, alcuna teoria che pretenda di spiegare le cose. Personalmente non so, non lo so per niente, che cosa possono essere gli UFO. Non ci capisco assolutamente niente e ho anche l’impressione che nessun altro ci capisca niente. Sono forse velivoli extraterrestri (ma allora dotati di capacità completamente sbalorditive, che "sfidano l’immaginazione"). Sono forse delle specie di visioni, il prodotto di non si sa quale manipolazione mentale, la cui origine (e naturalmente il senso) sfuggono alla nostra comprensione. Sono forse dei "ritorni dal futuro", degli intra-terrestri, o degli effetti secondari dello psichismo dei rododendri, o quel che volete. Non lo sappiamo. Ed è proprio perche; non lo sappiamo che bisogna ricercare, raccogliere le tesimonianze, essere attenti a certe voci (ma senza prenderle troppo sul serio), verificare, comparare, riflettere... e perseverare.

Lo scetticismo è questo. E non è mai stato altro.

Resta ancora da dire perché lo scetticismo è, allo stadio attuale, l’atteggiamento che conviene adottare in ufologia. Per comprenderlo, la strada migliore consiste certamente nel gettarsi in prima persona nello stagno ghiacciato dell’ufologia, essenzialmente impegnandosi a praticare la ricerca sul campo, e senza cullarsi troppo nelle letture. Sforzandosi di vivere in prima persona l’avventura, attraverso il minor numero possibile di intermediari, si scopre poco a poco tutto quello che il fenomeno ha di paradossale, di inverosimile, di irritante. Sono queste certamente caratteristiche fondamentali del problema e per comprenderle vale di più tentare di provarle direttamente (il che non è sempre divertente), piuttosto che cercare di coglierle attraverso l’esperienza vissuta da altri.

Per rispondere a quel lettore che mi chiede cosa penso io degli UFO, dirò che gli UFO mi irritano terribilmente. Perché sfuggono a praticamente tutti i tentativi di registrazione, di misura, di analisi. Perché giocano un pò troppo a nascondino con noi. Perché il loro comportamento sembra assurdo, derisorio, grottesco. Perché vi si sono associati miti, voci, stereotipi tanto stupidi quanto non sradicabili. E soprattutto perché creano fra noi (testimoni ed ufologi) e gli altri un fossato di incomprensione.

Sì, gli UFO mi irritano. L’ufologia è un’attività del tutto ingrata. Non solo si tenta di afferrare qualcosa che sistematicamente sfugge, ma in più la gente ti guarda con un sorrisetto divertito, discretamente condiscendente. Certi giorni bisogna avere i nervi saldi.

Eppure i testimoni sono qua, il mistero è qua. Bisogna perlomeno cercare di comprendere, di apprendere. O no?

"Considerare tutto e non credere a niente."

E con lo spirito di questa bella formula che bisogna leggere questa rivista. Le informazioni, i dati, i punti di vista esposti non hanno certo tutti un carattere di certezza totale. Verifichiamo tutto quel che si può verificare, consideriamo tutte le informazioni, tutte le ipotesi, e perfino le voci... ma non crediamo a nulla. Perché "non bisogna credere, bisogna sapere" e per sapere ci vogliono prove, prove che raramente ci arrivano su un vassoio, e che è difficile andare a scovare.

Eppure i testimoni sono qua, si contano a migliaia e molti fra loro presentano tutti i segni esteriori della miglior credibilità. E allora?

Bisogna credere a quello che dicono? Bisogna rifiutare quel che dicono? A nostro avviso l’atteggiamento migliore consiste nell’evitare, finché possibile, di credere come di rifiutare.

Non è sempre facile. Esistono un certo numero di testimonianze molto probanti, casi effettivamente così "solidi" che bisogna veramente essere cocciuti per non mettersi a "credere agli UFO" quando se ne prende atto.

All’opposto, esiste una gran quantità di testimonianze che non si potrebbe ragionevolmente considerare serie. A ignorare questi casi non ci sono più inconvenienti che a considerare i casi più "forti" come realtà ben stabilite. In effetti il problema dell’atteggiamento da adottare non si pone che per gli altri casi, queli che non sono nè ben attestati nè molto dubbi, e che costituiscono quantitativamente la parte maggiore del dossier. E nei loro confronti che importa essere, nel vero senso della praola, scettici e, come dice bene il dizionario, rinviare il proprio giudizio.

Poiché non sappiamo, alla fine dei conti, qual è il valore di queste migliaia di testimonianze, poiché non ne capiamo niente, poiché nessuna evidenza si impone chiaramente, abbiamo la franchezza di ammettere che il problema, almeno allo stato attuale della questione, ci sfugge, ed esaminiamo i dati il più obiettivamente possibile, al di fuori da ogni posizione di principio.

Questa è la nostra filosofia e, a mio parere, quella della vera ufologia. I nuovi venuti avranno interesse a non fidarsi delle contraffazioni, peraltro facilmente riconoscibili, tanto è grande il fanatismo dei loro partigiani, che siano "riduzionisti" o "credenti". L’ufologia come noi la concepiamo esclude ogni fanatismo. La nostra ufologia è la via di mezzo, quella del buon senso, della prudenza, della ragione.

 

[© 1994 CISU - tratto da UFO - Rivista di informazione ufologica del Centro Italiano Studi Ufologici n. 14, luglio 1994]


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