Top Secret?

COVER-UP FOREVER

di Marco Orlandi



["UFO TOP SECRET", di Roberto Pinotti, Bompiani, Milano 1995, 436 pagine]

Parlare di UFO Top Secret significa in gran parte parlare anche e soprattutto di Roberto Pinotti, sicuramente il divulgatore ufologico più conosciuto dal pubblico italiano, dopo oltre vent'anni passati a scrivere libri ed articoli; e in particolare significa parlare della sua personale visione dell'ufologia, che permea tutto il corpus delle sue opere precedenti e la sua attività di anima del Centro Ufologico Nazionale (CUN).

UFO Top Secret si presenta come un "grande tascabile" di 436 pagine, di cui 240 costituiscono il volume vero e proprio (diviso in nove capitoli) mentre il resto è costituito da nove appendici (documenti o articoli di altri autori), un glossario ufologico, una bibliografia, una galleria di giudizi di personaggi autorevoli ed una prefazione firmata dal fisico Stanton Friedman, oggi scrittore e conferenziere ufologico a tempo pieno.

Un libro interessante e piacevole da leggere, straripante com'è - nell'ormai consolidata tradizione di Pinotti - di informazioni e casistica. Su questo, nulla di ridire. Dove invece, a mio avviso, nascono delle perplessità è nella filosofia dell'opera, che - essendo a tesi - si basa sulle informazioni citate per sostenere, e ritenere alla fine dimostrato, un determinato assunto.

Questo non meraviglia, perché l'ufologia è un campo in cui spesso le posizioni dei vari ricercatori sono ben delineate tra "scettici" e "credenti", tutti egualmente decisi nel sostenere le proprie teorie, mentre sono purtroppo pochi quelli che fanno ricerca senza preconcetti e aspettative, limitandosi ad analizzare oggettivamente i dati raccolti.

Ma torniamo al libro. Molta carne al fuoco, dicevo, molta enfasi e l'impressione di tanti veli squarciati e di verità inconfessate, finalmente messe a nudo. Ma è davvero così?

Come detto poc'anzi e come del resto vale per le precedenti opere dello stesso autore, UFO Top Secret propugna un teorema fondato su un'ipotesi ritenuta già dimostrata in partenza. Il che è pienamente legittimo dal punto di vista del suo autore e di chi ne accetta le tesi senza porsi troppe domande, ma crea grosse difficoltà a chi nel testo cerca le prove di tale ipotesi e, come me, arriva in fondo senza essere troppo convinto di averle trovate.

Cerco di spiegarmi. Per Pinotti l'ipotesi extraterrestre è un dato di fatto e il teorema da provare consiste nella rappresentazione di uno stato di cose globale in cui i governi di tutto il mondo applicano una costante soppressione della verità e della diffusione di notizie sugli UFO e i loro occupanti (il cosiddetto cover-up) con varie finalità, non ultima quella di evitare il diffondersi del panico e della sfiducia dei vari popoli nelle istituzioni che li governano. I titoli dei capitoli parlano da sé: segreto di stato, congiura del silenzio, shock culturale, condizionamento occulto, timori inquietanti, Watergate cosmico, problema planetario.

Il quadro è fosco ma, tutto sommato, abbastanza plausibile. Il problema però, secondo me, non sta nel valutare la credibilità in sé dell'ipotesi, ma nel giudicare se le prove portate dall'autore a sostegno di questo scenario siano sufficienti oppure no.

Problema enorme, perché la sua tesi difficilmente può considerarsi dimostrata dalle informazioni e dai fatti riportati nel libro, che costituirebbero comunque un buon punto di partenza per un serio lavoro di approfondimento.

Va detto che gran parte della casistica riportata è effettivamente importante e significativa. Di contro però, molte testimonianze su cui l'autore basa la sua teoria sono spesso anonime o ambigue: certamente non per questo debbono essere accantonate ma, altrettanto certamente, non possono essere considerate come prove provate di alcunché. E il fatto che queste voci siano tante numericamente non può essere chiamato a pretesto per elevarle al rango di evidenza oggettiva.

Se crediamo ciecamente nel teorema di Pinotti, questa mancanza di prove concrete non può preoccuparci più di tanto: se è vero infatti che a livello mondiale opera uno spietato complotto teso a soffocare ogni possibile fuga di notizie, allora è inevitabile che certe fonti siano nascoste, certe prove molto più evanescenti del lecito e certi personaggi spesso sfuggenti ed ai limiti della credibilità.

Come ho già avuto modo di dire, questa è una mia opinione personale, e molti credenti in queste tesi saranno pronti a contestarmi. Ritengo comunque che parecchie delle informazioni portate nel libro non possano essere accettate tout court senza almeno un doveroso supplemento di indagine ed una sospensione cautelativa del giudizio, anche perché la storia dell'ufologia è piena di furbi e di frodi, e non conviene buttarsi a credere acriticamente alle cose più strampalate senza cercare di vederci un po' più chiaro.

In particolare, l'argomento stesso del cover-up si presta facilmente a mettere insieme fatti e informazioni reali e verificabili, voci e informazioni del tutto false o fasulle, ed informazioni di provenienza o attendibilità dubbia o incerta. Gli episodi citati da Pinotti a sostegno della sua tesi sono molto eterogenei in quanto a qualità della documentazione, ma non sempre a mio giudizio viene messa nella giusta evidenza l'eventuale carenza di dati certi o comunque controllabili.

Faccio qualche esempio. A pagina 15 si riporta la storia di un Mig cubano che sarebbe stato abbattuto da un UFO mentre tentava di intercettarlo. La storia è suggestiva, ma la fonte è purtroppo anonima (ci viene detto che si tratterebbe di un ex-impiegato dell'ente spionistico statunitense NSA). Sono perfettamente convinto della buona fede di Friedman (da cui Pinotti riprende l'informazione), ma chi può garantirci che anche il suo contatto sia in buona fede, se non abbiamo nemmeno un'idea della sua identità?

A pagina 148, nell'ambito di un elenco di presunti incidenti di UFO precipitati (UFO crash) in varie parti del mondo e che avrebbero visto l'intervento di un segretissimo recovery team statunitense, viene citato un caso avvenuto nell'Africa australe nel 1989: l'UFO sarebbe stato abbattuto da un caccia Mirage dell'Aeronautica Sudafricana utilizzando un "cannone laser". Non che gli altri casi dell'elenco siano meno evanescenti, ma questo contiene gli elementi tipici di ambiguità cui mi riferivo più sopra: non solo abbiamo qui documenti pretesi ufficiali (emersi peraltro come sempre in maniera alquanto rocambolesca e non verificabile) che sembrano grossolanamente contraffatti; ma abbiamo anche dei Mirage F-1 sudafricani dotati (seppure in via "sperimentale") di armi fantascientifiche che russi e americani neanche si sognano. Onestamente è un po' difficile credere che questa storia possa avere qualche fondamento. Lo stesso Pinotti esprime dei dubbi in proposito, spezzando però una lancia in difesa della possibilità di un depistaggio voluto, riconducibile al famoso cover-up. Anche a questo proposito, però, occorre tenere ben presente che siamo nel campo della pura speculazione e nulla più.

Pinotti ha senz'altro ragione quando afferma che le autorità militari di tutto il mondo hanno nei loro archivi montagne di rapporti riservati su casi UFO, rapporti che su pressione degli ufologi vengono a volte declassificati e resi disponibili per la ricerca, come per esempio il dossier russo contenuto in un'appendice del libro. Ma molto spesso dietro alle censure ufficiali non ci sono motivazioni ricollegabili a tenebrosi complotti planetari bensì unicamente normali esigenze di riservatezza e di segreto militare. Detto in maniera che può sembrare banale: ben difficilmente l'Aeronautica Militare potrà rilasciare foto ritraenti un UFO se sullo sfondo appaiono le infrastrutture di un aeroporto militare. Lo stesso dicasi per altri casi in cui i testimoni coinvolti sono militari nell'atto di espletare una missione le cui connotazioni debbono rimanere riservate. E questo - lo ripeto - non per insabbiare l'avvistamento bensì per altri motivi di riservatezza.

Né, per fare un ulteriore esempio, è il caso di tirare in ballo il "Grande Gioco delle grandi potenze" se la NASA (o un suo astronauta) smentisce un presunto avvistamento effettuato nello spazio e riportato da qualche autore; in troppi casi del genere si è poi appurato che chi aveva riportato l'avvenimento lo aveva fatto in modo un po' troppo - diciamo così - fantasioso.

Su una cosa sono però d'accordo con Roberto Pinotti; l'esistenza oggettiva del fenomeno UFO. Non è infatti possibile smentire le affermazioni di tutti i testimoni (anche molto qualificati) che li hanno visti per decenni e continuano a vederli. Né è possibile liquidare allegramente i tanti casi in cui la presenza di tracce o il verificarsi di effetti fisici su uomini, animali e macchine hanno inequivocabilmente dimostrato che il fenomeno di cui ci occupiamo è ben reale e non certamente qualcosa di esclusivamente psicologico o mitologico.

Se è troppo estremistica la tesi - giustamente stigmatizzata da Pinotti - dei riduzionisti che pretenderebbero di banalizzare la questione UFO a livello di una bolla di sapone o, al massimo, a materia buona per le cliniche neuro-psichiatriche, dall'altro lato è ugualmente estremistica, allo stato attuale delle conoscenze, la tesi propugnata dai sostenitori del cover-up. In entrambi i casi l'errore metodologico è quello di basarsi in partenza su uno schema preconcetto, col rischio di adottare una forma mentis tale da inquadrare ogni voce, fatto o testimonianza nell'ottica di quell'esclusivo scenario, e d'altra parte col rischio opposto di non tener conto o di eliminare dati importanti che andrebbero però a confermare la tesi opposta alla propria.



[tratto da: UFO - Rivista di informazione ufologica n. 18, luglio-dicembre 1996
semestrale a cura del Centro Italiano Studi Ufologici
© CISU, casella postale 82, 10100 Torino, tel. 011 3290279, fax 011 545033]



TORNA AL SOMMARIO DELLE RECENSIONI

TORNA AL SOMMARIO DI QUESTO NUMERO

TORNA ALLA PAGINA SULLA RIVISTA UFO

TORNA ALLA PAGINA INIZIALE