Ufologologia


Ufologia al femminile

di Sveva Stallone


Quest'articolo di Sveva è il frutto di una serie di considerazioni personali maturate nel corso degli anni e, più di recente, proprio in seno al CISU, dove peraltro la presenza femminile "operativa" inizia e finisce con lei.
Le considerazioni che vi accingete a leggere nascono quindi dalla necessità di capire il motivo della scarsa partecipazione al lavoro delle organizzazioni ufologiche da parte delle donne.
Anche se il testo potrebbe far sorridere qualche collega ufologo, esso pone un interessante tema di riflessione.


E' probabile che in nessun altro settore come quello ufologico vi sia una minor concentrazione di donne interessate fattivamente all’argomento. Naturalmente intendiamo riferirci a quell’ambito ufologico -serio- e non visionario, di contattisti o altro. Parliamo, insomma, di ricerca ufologica al femminile.

Per dovere di cronaca bisogna dire che tale campo di studi ha certamente avuto più fortuna e riscontro negli USA, almeno da parte delle donne, anche se le "colleghe" che lavorano da sole e non in coppia con il loro più "illustre" marito (Jim e Coral Lorenzen, Joseph e Mimi Hynek e altre), si contano sulla punta delle dita rispetto a queste ultime (come ad esempio Jenny Randles).

Ma in Italia, dove il fenomeno del "gruppismo" è tutt’altro che defunto, soprattutto in seno a organizzazioni che del paranormale fanno il loro quotidiano, pare non esistano ufologhe interessate alla ricerca vera e propria. Dunque, l’ufologia sembra un campo destinato a rimanere esclusivo appannaggio maschile.

Cosa allontana le donne dall’ufologia? O, meglio ancora, cosa non le attrae? A questa domanda ho tentato più volte di dare una risposta, senza tuttavia riuscirci. Forse, l’approccio dovrebbe essere un altro. Occorre, cioè, ripensare al termine "ricerca".

Certamente la cosa che attrae di più in seno a un’organizzazione ufologica è la parte riguardante l’indagine sul campo, dove, magari, si palesa un presunto avvistamento con atterraggio. Senza tema di essere smentita dirò che, probabilmente, questo è uno dei lati più affascinanti di tale ricerca. Quello che permette a ognuno di noi di sentirsi un po’ Fox Moulder o un po’ Dana Scully, a seconda dei ruoli che vuole ricoprire.

Questa, tuttavia, è solo la superficie emergente di un iceberg (rappresentato dall’ufologia), che nasconde ben altre affascinanti attività. Giusto quel tipo di attività che, sembra, non interessino molto il gentil sesso.

A questo punto mi sia dato di aprire una parentesi sul contattismo. Non volevo farlo, ma credo che per un’analisi più approfondita ne valga la pena.

Più volte, infatti, mi è capitato di assistere alla partecipazione di presunte "contattiste" a trasmissioni televisive, o di leggere articoli (sempre curati da queste figure al margine del settore di nostro interesse) su qualche allegato settimanale dei grandi quotidiani (Sette, de Il Corriere della Sera e Il Venerdì, di Repubblica). Il massimo comun denominatore di queste "ufocontattiste" (passatemi il termine) era l’evidente ondata di emotività che le pervadeva.

Ecco, ho pensato, forse l’ufologia fatta come la stiamo facendo noi da diverso tempo non affascina perché non ha (o non produce) sbocchi emotivi. Ossia, il gentil sesso avrebbe paura di approcciarsi a una ricerca un po’..."freddina".

Ma anche qui gli interrogativi si sprecano: perché noi donne ci sentiamo più attratte dal rapporto "diretto" e quasi esclusivo con l’extraterrestre di passaggio, piuttosto che dallo studio più pratico della ricerca fatta di LN, IR, catalogazioni, ricerche in biblioteca, riunioni e consigli direttivi?

Da donna posso dire che, certamente, la prima pare più affascinante e "gratificante" dal punto di vista personale, mentre la seconda sembra più "sterile", anche se, personalmente, mi diverte molto di più. Forse tutto sta a trovare, anche qui, l’elemento ludico in ciò che si sta facendo, per un approccio del tutto diverso.

Ma ciò che colpisce oggi l’ufologia, intesa nel senso di scarsa partecipazione "attiva" delle donne, ha colpito, qualche tempo fa, anche la fantascienza. Mi rendo conto che, forse, il parallelo non è opportuno, però è un dato di fatto. Solo che, nel caso della fantascienza (quella dell’area milanese, ad esempio), è stato più facile venirne fuori. Si sono ben presto formati circoli femminili di fantascienza e fanzine di successo come Un’Ala proponevano negli anni Settanta racconti inediti di donne scrittrici di fantascienza. Cicli di conferenze, trasmissioni radiofoniche e televisive hanno poi fatto il resto.

In ufologia, invece, sembra che la partecipazione attiva non attragga. Nemmeno dopo la trasmissione dei telefilm X-Files. Una serie fortunatamente baciata dal successo, curata nei dettagli e ben fatta. Che, però, ha solo scatenato orde di ragazzini e "fanatici" di Mulder, mentre non ha minimamente avuto ripercussioni sul personaggio femminile, ricercatrice scettica per eccellenza, Dana Scully.

So che molte sono le iscritte al CISU che ricevono la rivista a casa, che inviano gli articoli o le segnalazioni. Ma la partecipazione di queste "interessate" termina lì. Nessuna Dana Scully si affaccia tra di loro. E’ come chiamarsi fuori: "Ci sono, ma non voglio che si sappia", o, "ci sono, ma più di questo non posso fare".

Non credo che la curiosità (tipicamente associata a noi donne) sia minore qui in Italia che all’estero. Penso, invece, che sia diverso il modo di percepire il fenomeno. Mentre, negli USA, chi fa ricerca in questo campo non è visto tanto diversamente da chi lavora all’università o da chi fa jogging, da noi interessarsi di ufologia significa ancora "essere dei creduloni".

E’ forse questo uno dei fattori che tiene lontane le potenziali ricercatrici in questo campo. E qui -mi spiace ammetterlo- gli uomini dimostrano una maggior dose di coraggio. Cosa fare dunque per "rimpolpare" le fila femminili? Non credo sia possibile una sola risposta: anche se la molla che spinge verso queste attività dovrebbe essere quella, naturale, della curiosità. Ossia il voler conoscere ciò di cui non si sa ancora nulla. Altrimenti, ben presto dovremmo rivedere il detto "curioso come una donna".


[© 1997 CISU - tratto da UFO Forum del Centro Italiano Studi Ufologici n. 8, ottobre 1997]


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