Come individuare i casi "solidi"?

Una proposta metodologica per selezionare i casi maggiormente "affidabili"

di Michel Figuet

Almeno alcune delle critiche rivolte all’ufologia da alcuni anni a questa parte (1) sono sicuramente fondate, e da esse abbiamo imparato che era necessario rivedere il nostro atteggiamento verso i casi esistenti e le indagini. Dobbiamo "purificare" i nostri archivi, e personalmente ho iniziato a farlo, dato che non possiamo più correre il rischio di lavorare su casi privi di valore. E’ una cosa di nessuna utilità ed equivale a offrire un bel regalo ai detrattori, che li distruggeranno con entusiasmo e con facilità. Il miglior approccio consiste pertanto nell’applicare immediatamente, sia ai casi nuovi che a quelli già investigati e pubblicati, un insieme di criteri in grado di selezionare i casi più solidi, che in francese definiamo "cas béton" (cioè casi solidi come il cemento). Suggerisco pertanto che il mio FRANCAT, l’archivio degl’incontri ravvicinati francesi (2) sia rivisto alla luce dei criteri definiti in avvenire.

Base logica dei criteri

Perché sviluppare un nuovo insieme di criteri? Risulta evidente che i metodi convenzionali per la selezione dei casi solidi - quali il diagramma credibilità-stranezza di Claude Poher - non erano abbastanza rigidi, in quanto i casi che da allora sono stati spiegati, o che adesso appaiono assai dubbi, superarono quel tipo di test.

Questa è la ragione per cui un gruppo informale di ufologi francesi e belgi, con il quale ho collaborato, trovarono necessario fissare un nuovo insieme di criteri estremamente rigorosi. I casi più solidi non saranno necessariamente i maggiori "classici", che spesso sono stati investigati male - se non per nulla - e la cui valenza potrebbe essere stata esagerata. E’ pertanto possibile che parecchi casi considerati "classici" non superino i criteri. Parlando in generale, questo metodo di selezione porterà in maniera assolutamente certa a eliminare numerosissimi casi in quanto "ciarpame" o "rumore di fondo". In particolare, esso risulta più rigoroso di quello utilizzato dal dottor Willy Smith per l’UNICAT; e, in effetti, molti casi facenti parte dell’UNICAT non otterranno una valutazione elevata. E’ perfettamente possibile che alcuni casi verranno indebitamente scartati, ma gli autori di questi nuovi criteri credono sia meglio escludere erroneamente dei casi potenzialmente solidi che includere erroneamente dei casi spiegabili. Quel che veramente importa è che ciò che rimarrà sia effettivamente solido.

In effetti, lo scopo di questi criteri sta nell’isolare dei casi, anche se in quantità assai ridotta, che provino con un elevato grado di certezza quanto meno l’esistenza di un fenomeno originale (di qualsiasi cosa possa trattarsi) in possesso di una componente fisica. I criteri sono quindi delineati in maniera tale da eliminare le principali cause di confusione e da fornire una certa garanzia dell’affidabilità dei testimoni e della completezza dell’indagine: essi riguardano le caratteristiche del fenomeno (da B a D), le condizioni dell’avvistamento (da E a J), i testimoni (da K a L) e l’indagine (da M a Q).

Anche se nessun caso dovesse soddisfare tutti i criteri, non sarebbe ammessa alcuna conclusione radicalmente scettica, dato che è assolutamente possibile concepire l’esistenza di un fenomeno perfettamente reale, ma le cui caratteristiche siano tali da impedire che il fenomeno stesso soddisfi tali criteri. In ogni modo, l’esatta natura del particolare criterio (o criteri) cui non dovessero soddisfare nessun caso o, comunque, pochissimi casi, sarebbe un interessante indizio della natura del fenomeno.

Per di più, se nessuno o pochissimi casi dovessero soddisfare tutti i criteri, rimarrebbe sempre possibile ridurre i nostri requisiti e selezionare per uno studio approfondito tutti i casi che ottengano una valutazione superiore a una certa soglia.

Mi piacerebbe porre l’accento sul fatto che, sebbene i criteri siano ovviamente finalizzati a far luce su fenomeni almeno parzialmente fisici, ciò non vuol dire che verranno scartate altre spiegazioni, come quella psico-sociologica o paranormale. Il fatto è semplicemente che risulta assai più facile delineare i criteri quando si ha a che fare con fenomeni fisici. Da che cosa dovrebbe essere costituito un caso psicologico "buono" o "affidabile"? Ogni idea per la selezione di tali casi sarà la benvenuta.

Impiego dei criteri

1) Se un criterio viene soddisfatto, il punteggio sarà 1. Se un criterio non risulta applicabile al caso (ad esempio il criterio E per un avvistamento diurno e i criteri L e O quando K1 non risulta soddisfatto), esso viene considerato soddisfatto.

2) Se un criterio non è soddisfatto, eliminare il caso.

3) Per alcuni criteri, tuttavia, sono ammesse delle "circostanze attenuanti" (tali criteri sono riportati in caratteri minuscoli subito dopo il criterio principale); i casi che le soddisfano vengono accettati, ma avranno un punteggio inferiore a 1 per quel criterio.

4) La valutazione complessiva di un caso viene ottenuta moltiplicando per cento il risultato dei singoli punteggi; la valutazione massima è pertanto di 100.

5) L’esatto significato dei termini evidenziati in neretto viene fornito nella Nota II.

A. PER IL FENOMENO NON E’ POSSIBILE PROPORRE ALCUNA SPIEGAZIONE BASATA SU SERI DATI OGGETTIVI.

B1. ELIMINARE I FENOMENI PUNTIFORMI, CIOE’ QUELLI LE CUI DIMENSIONI APPARENTI RIMANGONO INFERIORI A QUELLA DI GIOVE O VENERE NEL CORSO DELL’INTERO AVVISTAMENTO;

B2. a meno che il fenomeno rimanga simile a un punto, ma segua una traiettoria complessa.

C. ELIMINARE I FENOMENI LE CUI COORDINATE ANGOLARI NON CAMBINO NEL CORSO DELL’INTERO AVVISTAMENTO, NONCHE’ QUELLI IL CUI UNICO MOVIMENTO CONSISTA IN UN APPARENTE AVVICINAMENTO DELL’ALLONTANAMENTO.

D1. SE IL FENOMENO HA UN MOVIMENTO COSTANTE (LINEA RETTA O SEMPLICE CURVA, ANCHE INTERROTTA DA FERMATE) O SE ESSO NON ABBANDONA IL LIVELLO DEL TERRENO O LE SUE VICINANZE PROSSIME, ELIMINARE I CASI IN CUI IL FENOMENO NON HA UN PROFILO CHIARO, NONCHE’ QUELLI IN CUI ESSO CONSISTE SOLO IN MACCHIE LUMINOSE;

D2: a meno che il fenomeno consista in macchie luminose dal contorno netto o sia organizzato in maniera ordinata.

E1: ELIMINARE I FENOMENI NOTTURNI SE NON SONO ALMENO PARZIALMENTE ILLUMINATI DURANTE QUALCHE FASE DELL’AVVISTAMENTO;

E2: a meno che il fenomeno sia dotato di luminosità propria.

F1: ELIMINARE I FENOMENI LA CUI DURATA DI AVVISTAMENTO SIA INFERIORE A 30 SECONDI;

F2: a meno che ci siano effetti fisici (la durata minima viene abbassata in tal caso a 10 secondi).

G: ELIMINARE I CASI IN CUI LA DURATA DELL’AVVISTAMENTO E’ SUPERIORE AI 15 MINUTI SE IL COMPORTAMENTO DEL FENOMENO RIMANE COSTANTE O RIPETITIVO NEL CORSO DELL’INTERO AVVISTAMENTO.

(una o più irregolarità osservate durante le sequenze ripetitive interrompono la ripetitività del comportamento).

H: ELIMINARE I CASI IN CUI LA MANCANZA DI PUNTI DI RIFERIMENTO NELL’AMBIENTE RENDE IMPOSSIBILE CONOSCERE LE COORDINATE ANGOLARI DEL FENOMENO O LA SUA ESATTA POSIZIONE AL SUOLO.

I1: ELIMINARE I CASI IN CUI TUTTI I TESTIMONI SI TROVANO IN UN VEICOLO IN MOVIMENTO CONTINUO;

I2: a meno che il fenomeno sia osservato da una nave;

I3: a meno che il fenomeno sia ravvicinato e diurno.

J1: ELIMINARE I CASI IN CUI, DURANTE L’INTERO AVVISTAMENTO, CI SIA UN OSTACOLO SUSCETTIBILE DI DISTORCERE L’IMMAGINE DEL FENOMENO O DI LIMITARNE LA PERCEZIONE;

J2: a meno che il fenomeno abbia luogo di giorno e l’unico ostacolo sia una finestra.

K1: ELIMINARE I CASI CON MENO DI DUE TESTIMONI (DI CUI ALMENO UNO MAGGIORENNE) NON AFFETTI DA INCAPACITA’ FISICHE O MENTALI SUSCETTIBILI DI MENOMARE LE LORO FACOLTA’ PERCETTIVE O LA LORO CAPACITA’ DI TESTIMONIARE;

K2: a meno che ci siano effetti fisici.

L1: ELIMINARE I CASI IN CUI I TESTIMONI NON COSTITUISCANO ALMENO DUE GRUPPI INDIPENDENTI (ciascun gruppo può anche essere formato da una sola persona) CHE FORNISCANO DESCRIZIONI RAGIONEVOLMENTE SIMILI;

K2: a meno che i testimoni non siano indipendenti (per esempio formino un singolo gruppo), ma forniscano descrizioni simili.

M1: ELIMINARE I CASI IN CUI LA PRIMA INDAGINE SUL CAMPO NON SIA STATA ESEGUITA A MENO DI UN ANNO DALL’AVVISTAMENTO;

M2: a meno che la prima indagine sia stata eseguita tra uno e tre anni dopo l’avvistamento.

N: ELIMINARE I CASI IN CUI IL RAPPORTO D’INDAGINE NON COMPRENDA ALMENO:

- LA DATA E L’ORA ESATTE (QUEST’ULTIMA CON UN’APPROSSIMAZIONE DI 30 MINUTI);

- IL LUOGO ESATTO DELL’AVVISTAMENTO;

- LE CONDIZIONI METEOROLOGICHE;

- L’ETA’, IL SESSO E L’OCCUPAZIONE DEI TESTIMONI;

- LE MODALITA’ DI INIZIO E DI FINE DELL’AVVISTAMENTO;

- ALCUNI DATI CHE CONSENTANO DI VALUTARE LA CREDIBILITA’ DEL TESTIMONE (si veda l’elenco non esaustivo alla Nota I);

O1: ELIMINARE I CASI IN CUI I TESTIMONI NON SONO STATI ASCOLTATI SEPARATAMENTE (quanto ai testimoni che non si conoscono l’un l’altro, se non è noto il modo in cui essi sono stati ascoltati, si presume che siano stati ascoltati separatamente);

O2: eccetto i casi in cui i testimoni non siano stati ascoltati separatamente.

P1: ELIMINARE I CASI IN CUI L’INDAGINE NON SIA STATA ESEGUITA SUL LUOGO DELL’AVVISTAMENTO, IN PRESENZA DEI TESTIMONI E NELLE MEDESIME CONDIZIONI AMBIENTALI (DI LUCE E, PER QUANTO POSSIBILE, METEO);

P2: a meno che l’indagine sia stata eseguita sul posto e in presenza dei testimoni, ma in condizioni di luce differenti.

Q: ELIMINARE I CASI IN CUI NON SIANO NOTI IL NOME E L’INDIRIZZO DELL’INQUIRENTE, NONCHE’ LA SUA EVENTUALE APPARTENENZA A UN GRUPPO PRIVATO (in nessun caso il nome del gruppo sarà sufficiente).

NOTA I

1. Nel rapporto d’indagine saranno gradire le seguenti informazioni (elenco non esaustivo):

- attività e stato mentale dei testimoni all’inizio dell’avvistamento;

- reazione dei testimoni nel corso dell’avvistamento;

- eventuale uso di protesi ottiche o acustiche (occhiali, lenti a contatto, etc.), in generale o durante l’avvistamento;

- grado d’istruzione, hobby e letture del testimone;

- idee politiche e religiose dei testimoni;

- eventuale credenza nei fenomeni parapsicologici o insoliti di altro genere e idee riguardo al fenomeno UFO;

- registrazione dettagliata dei colloqui con i testimoni;

- indagine presso i vicini.

2. La distanza del fenomeno, quando menzionata, dev’essere stata valutata:

- per occultazione di un punto di riferimento, oppure

- per triangolazione, oppure

- per mezzo di tracce fisiche sul terreno.

NOTA II

DEFINIZIONI DI ALCUNI DEI TERMINI IMPIEGATI

Coordinate angolari (criteri C e H)

a = azimut

b = elevazione

Ravvicinato (criterio I3)

Distanza inferiore a 200 metri circa (si vedano i metodi di valutazione nella nota I.2).

Vicinanze prossime al terreno (criterio D1)

Distanza nell’ordine di poche decine di centimetri.

Traiettoria complessa (criterio B2)

Le traiettorie complesse non vengono prese in considerazione:

- se vengono registrate in prossimità dell’orizzonte, oppure

- se, di notte, la loro estensione rimane bassa, oppure

- se vengono osservate solo tramite strumenti ottici senza tripode (binocoli, etc.).

Costante o ripetitivo (criterio G)

Costante: nessuna caratteristica del fenomeno varia (traiettoria, colore, forma, etc.)

Ripetitivo: gli unici cambiamenti nelle caratteristiche del fenomeno si verificano in maniera ripetitiva.

Indipendente (criterio L1)

I testimoni sono troppo lontani l’uno dall’altro per potere comunicare verbalmente durante l’avvistamento. Questo comprende anche altri mezzi di comunicazione (radio, CB, telefono, etc.). La distanza potrebbe tuttavia essere inferiore se, per una qualsiasi ragione, la comunicazione non fosse possibile (ad esempio, un gruppo di testimoni a bordo di un veicolo e un altro gruppo all’aperto, vicino al veicolo, senza possibilità di comunicazione tra i due gruppi). Inoltre, i testimoni appartenenti a gruppi diversi non possono incontrarsi prima dell’indagine.

Macchia di luce (criterio D1)

Area la cui intensità luminosa non cambi in maniera netta da un posto all’altro.

Illuminato (criterio E1)

La fonte luminosa è esterna al fenomeno.

Effetti fisici (criteri F2 e K2)

Le due condizioni seguenti devono essere contemporaneamente soddisfatte:

- l’effetto è stato notato durante l’avvistamento o immediatamente dopo;

- in caso di tracce al suolo, lo stesso inquirente è in grado di osservarle; nel caso di un altro tipo di effetto, uno specialista competente (che non sia in stretta relazione con i testimoni) certifica che l’effetto è inspiegabile.

Applicazione ai casi

francesi e belgi

Nessuno è profeta in patria, dice il proverbio. E, in effetti, i nostri criteri di selezione non hanno suscitato grande entusiasmo tra gli ufologi francesi. Tutti i field investigators francesi sono stati invitati a trasmettere una copia dei casi da loro investigati e che soddisfacessero i criteri. Devo confessare che la percentuale delle risposte non è stata molto alta...Il che sembra piuttosto strano, considerando che esisteva la possibilità di presentare all’esterno della comunità ufologica dei casi davvero convincenti, con un successo forse maggiore di quello dei casi "classici", sfruttati all’osso e spesso sopravvalutati.

Uno di noi (Jacques Scornaux) ha applicato i criteri ad alcuni notevoli casi francesi e agli avvistamenti begli inchiestati dalla SOBEPS e pubblicati nella sua rivista Inforespace. E’ evidente che, per quanto rigidi siano i nostri criteri (si pensi all’esclusione di numerosi casi con un solo testimone o i cui unici testimoni erano bambini), almeno un caso ottiene il punteggio massimo di 100. Si tratta del classico IR2 di Vins sur Caramy (14 aprile 1957): un oggetto a forma di trottola, alto un metro e mezzo, con appendici laterali luminose, venne osservato alla luce diurna da tre testimoni. Due segnali stradali vibrarono quando il fenomeno vi passò sopra e successivamente si riscontrò che erano magnetizzati (3).

Alcuni altri casi hanno ottenuto un punteggio pari a 70. Tra questi, il famoso IR3 di Valensole, ma anche -il che forse è meno paradossale di quanto possa sembrare a prima vista- alcuni casi poco conosciuti, almeno fuori dalla Francia, quali l’IR2 notturno di Lezay (1 maggio 1975), caratterizzato da numerosi testimoni e da tracce al suolo (4), nonché il caso di Villiers en Morvan (21 agosto 1968), con un fascio luminoso che si allungava e si ritraeva (5).

Numerosi casi, però, hanno ottenuto un punteggio assai basso, a volte pari a zero, in particolare dei vecchi classici che non furono realmente investigati allorché si verificarono. La drastica caduta di punteggio è dovuta naturalmente alla sua natura moltiplicativa, indispensabile per ottenere un’elevata selettività. Risulta evidente che i criteri maggiormente selettivi - cioè quelli che il più delle volte l’avvistamento non soddisfa - sono il criterio E, il criterio L e parte del criterio P. Quest’ultimo, così come il criterio O, pone un altro problema: molto spesso, i documenti disponibili non ci consentono di sapere se tali criteri siano stati veramente soddisfatti.

Idealmente, il punteggio dei casi dovrebbe essere formulato da persone che hanno accesso al rapporto d’indagine originale o, meglio ancora, dallo stesso inquirente. Ma come sappiamo, ahimè, il mondo dell’ufologia è lontano dall’ideale...Spesso gli inquirenti non sono più attivi, o il gruppo in possesso del rapporto è andato disperso, o i rapporti non sono disponibili per i ricercatori rivali, o sono andati perduti, o forse non sono mai esistiti...Così, per molti casi un punteggio preciso risulta impossibile. Ci sembra dunque prudente non considerare questi casi come realmente solidi...

I casi notturni si trovano posti in condizioni doppiamente sfavorevoli dal criterio E e dalla parte del criterio P nella quale viene richiesto che le condizioni di illuminazione siano le stesse nel corso dell’indagine: di solito, infatti, l’indagine non ha luogo di notte! Ciò potrebbe sembrare eccessivamente rigoroso, ma l’oscurità si dimostra estremamente favorevole a confusioni e illusioni. Come dice un proverbio francese, di notte tutti i gatti sono grigi!

In ogni modo, abbiamo tentato un secondo punteggio, senza queste due condizioni per gli avvistamenti notturni. In tal modo, il summenzionato caso di Lezay sale al punteggio di 100 e aumentano i casi con punteggio pari a 70, quali l’avvistamento del Dottor X (6) e l’atterraggio di St. Martin de Londres (9 febbraio 1969) (7).

L’effetto risulta drastico anche per i casi belgi: mentre prima nessuno di essi raggiungeva un punteggio superiore a 49, a causa dei criteri E e P (0.7 per 0.7), dato che gli avvistamenti più interessanti erano notturni, adesso uno di questi ottiene un punteggio pari a 100: si tratta dell’avvistamento di un oggetto molto allungato, con delle alette all’estremità posteriore, da parte di almeno sei gruppi indipendenti di testimoni delle province belghe di Brabant e Hainaut. Il fenomeno alternava fasi di immobilità e di moto lento, cadute a foglia morta e rapide ascese (8). Un altro caso raggiunge un punteggio pari a 90: il gruppo di avvistamenti intorno a Charleroi, 20 aprile 1974 (9).

Tutti i casi che ho menzionato sono stati inclusi nell’UNICAT del dottor Willy Smith.

Altri lavori recenti

sui cataloghi francesi

Nell’ambito del CNEGU (10), lavoro attualmente con Gilles Munsch ed Eric Maillot (che hanno continuato il lavoro iniziato da François Diolez, costretto ad abbandonare l’ufologia) nella redazione di un elenco completo dei casi francesi con effetti fisici. L’elenco sarà basato non solo sul FRANCAT (che raccoglie solo incontri ravvicinati), ma su tutti i casi a noi noti, e fungerà da base per gli studi in corso o per quelli futuri.

Sulla scheda d’archivio saranno menzionati singolarmente i seguenti effetti:

1. Effetti vibratori: rumori, vibrazioni, tremori.

2. Effetti elettrici: effetti su ogni genere di apparato elettrico e sulle linee di potenza, lampadine bruciate, pile e batterie scaricate.

3. Effetti magnetici: su magneti, bussole, UFO detector e altri apparati, rimanenza magnetica.

4. Interferenze (su radio, CB, TV).

5. Effetti su orologi.

6. Effetti su motori o sul loro sistema di accensione (di qualunque tipo di motore si tratti).

7. Effetti su veicoli: tutti gli effetti diversi da quelli sui motori o sull’accensione, quali effetti sulla vernice, sulla radio, sui fari e vari tipi di panne, per diversi tipi di veicoli, sia terrestri che aerei che marittimi.

8. Effetti su luci (non emesse dal fenomeno stesso): deviazione, piegamento, troncamento.

9. Effetti termici: bruciature nell’ambiente in senso lato; sensazioni di calore e di freddo; innalzamento o abbassamento della temperatura.

10. Odori.

11. Forze attrattive o repulsive (comprese levitazione e teletrasporto).

12. Effetti di spostamento d’aria: vento improvviso, spostamento di polvere, sabbia o acqua, turbolenza.

13. Emissioni: tutti i generi (solide, liquide e gassose) di eiezione di materia, fumo, caligine, fiamme, particelle fuse.

14. Effetti fisiologici su esseri umani: paralisi, stimmate, malattie, bruciature, ferite, morte, effetti psicosomatici.

15. Effetti psicologici su esseri umani: effetti mentali, alterazioni del comportamento.

16. Effetti paranormali su esseri umani: telepatia, trance.

17. Effetti su animali (di ogni genere).

18. Effetti sulle piante.

19. Effetti su strutture minerali del suolo.

20. Impronte di "atterraggio": ogni genere di segno sul terreno trovato dopo un presunto atterraggio e attribuito a un UFO.

21. "Orme": ogni genere di segno sul terreno trovato dopo un presunto atterraggio e attribuibile a un’entità.

22. Effetti vari (effetti chimici, corrosione, elettricità statica...).

23. Altri effetti.

Uno di questi sotto-cataloghi è già stato completato: quello relativo agli "effetti vibratori". Un altro è attualmente in corso di realizzazione da parte di Eric Maillot e riguarda gli effetti sugli occhi (si tratta dunque di un sottoinsieme del punto 14) ed è stato denominato "Soli occhi". Eric Maillot sta attivamente ricercando casi esteri analoghi per una comparazione.

Mi piacerebbe pertanto concludere con un appello alla cooperazione. Tutti noi (e l’ufologia nel suo insieme) può solo guadagnare dalla collaborazione in tutti questi compiti: revisione degli archivi per mezzo dell’applicazione di criteri di selezione comuni, compilazione di elenchi di avvistamenti che condividano una caratteristica comune in vista di studi specifici, e così via.

Il CNEGU e il sottoscritto sarebbero assai lieti di scambiare pareri e dati di interesse comune. Vi ringrazio anticipatamente per la vostra risposta.

Michel FIGUET

NOTE E RIFERIMENTI:

1. Alludo qui ai lavori dei cosiddetti "nuovi ufologi" francesi, che hanno gradualmente costruito quella nota come "ipotesi psico-sociologica". I riferimenti principali sono:

- Michel Monnerie, Et si les OVNI n’existaient pas?, Les Humanoïdes Associés, 1977; Le naufrage des extraterrestres, Nouvelles Editions Rationalistes, 1979;

- G. Barthel e J. Brucker, La grande peur martienne, Nouvelles Editions Rationalistes, 1979;

- AA.VV., De natura rerum ufologicarum, OVNI-Présence n. 27, 1983;

- Claude Maugé, Questioning the "real" phenomenon, Magonia n. 13, 1983;

- Michel Monnerie, The case for skepticism, in H. Evans e J. Spencer, UFOs: 1947-1987, Fortean Tomes 1987;

- Jacques Scornaux, The rising and limits of a doubt, Magonia n. 15, 1984;

- Paolo Toselli, Examining the IFO cases: the human factor, Atti dell’Incontro Internazionale UPIAR su scienze umane e fenomeni UFO, 1983.

2. Pubblicato su LDLN dal n. 255-256, 1985, al n. 265-266, 1986, il catalogo FRANCAT è una revisione e un aggiornamento del catalogo degli incontri ravvicinati francesi pubblicato nel mio libro: M. Figuet e J. L. Ruchon, OVNI: le premier dossier complete des rencontres rapprochées en France, Lefeuvre 1979. Esso fornisce una valutazione dei casi e menziona quelli spiegati.

3. Jimmy Guieu, Ouranos, prima serie, n. 21, 1957; René Hardy, Phénomènes Spatiaux n. 17, 1968; M. Figuet e J. L. Ruchon, op. cit., nota 2; J. Allen Hynek, The UFO experience, Regnery 1972.

4. Blay, Bosc, Dupuy e Chasseigne, LDLN n. 148, 1975; M. Figuet e J. L. Ruchon, op. cit., nota 2.

5. Joël Mesnard e René Fouéré, Phénomènes Spatiaux, n. 18, 1968; Fernand Lagarde e il gruppo LDLN, Mystérieuses Soucoupes Volantes, Albatros 1973; M. Figuet e J. L. Ruchon, op. cit., nota 2.

6. Aimé Michel, The strange case of Dr X, Flying Saucer Review Special Issue n. 3, 1969, e n. 17, 1971.

7. Fernand Lagarde et al., op. cit., nota 5; M. Figuet e J. L. Ruchon, op. cit., nota 2.

8. Michel Bougard, Une folle soirée en Brabant wallon, Inforespace n. 19, febbraio 1975.

9. Michel Abrassart, Alerte en Pays Noir, Inforespace n. 21, 1975.

10. Il CNEGU (Comité Nord-Est des Groupements Ufologiques) è una struttura di collaborazione per i gruppi ufologici che operano in quella regione della Francia.

 


[tratto da UFO Forum n. 8, ottobre 1997]

© 1997 CISU - Centro Italiano Studi Ufologici


  CISU ONLINE Counter