UN PASSO INDIETRO


Il cuore del problema?

di Edoardo Russo


Lo scorso numero di Ufo Forum ha affrontato (e ha mostrato come affrontare), fra gli altri, due argomenti "di frangia" rispetto all’ufologia classica, che sono però divenuti invece sempre più centrali nel dibattito ufologico a partire dagli anni ’80, fino al punto che la maggior parte dei giovani appassionati di oggi crede in buona fede che costituiscano il cuore del nostro problema: i rapimenti alieni e i dischi volanti precipitati.

SE CADONO E SE RAPISCONO

Come forse qualcuno ricorderà, l'ufologia classica aborriva il tema dei "dischi volanti precipitati" che, dall'infausta bufala di Aztec del '52, erano divenuti ed erano rimasti un non-argomento perlomeno fino al 1978, quando Len Stringfield li sdoganò al congresso annuale della MUFON. Poi venne Roswell e - rotte le dighe - il diluvio di UFO precipitati si fece inarrestabile, tanto che oggi è perfino difficile tenere il conto di quanti sarebbero stati questi presunti Ufo-crash: peggio di una compagnia aerea del terzo mondo…

La cosa più curiosa di tutta la tematica dei dischi precipitati è però che queste storie si basano al 90% su voci, su illazioni e sul ruolo di chi tali fonti raccoglie e riporta. Sul tema esiste abbondante letteratura, per cui non dovrebbe essere il caso di soffermarcisi troppo, ma nel nostro paese è invece prevalsa (anche e soprattutto da parte di ufologi) la pubblicistica sensazionalistica promotrice della veridicità e autenticità di tutto il corredo di storie e storielle che negli USA degli anni '70 erano patrimonio solo del sottobosco folkloristico para-ufologico e delle rivistacce pulp.

Da qui la comprensibile ritrosia della maggior parte degli studiosi seri a discutere di Ufo-crash. Ciononostante, noi stessi ce ne siamo più volte occupati, pubblicando articoli sia su Roswell, sia su un caso italiano di pochi anni fa, e istituendo perfino un archivio/catalogo dei casi italiani di oggetti visti cadere a terra. Proprio l'analisi comparata di parecchi casi, e - quel che più conta - l'indagine diretta e tempestiva su alcuni eventi vicini a noi nel tempo e nello spazio, ci hanno fornito alcune interessanti indicazioni sul tipo di cause che provocano questo tipo di segnalazioni. Pur non italiano, l'articolo dello spagnolo Manuel Borraz che riprende in esame i presunti casi spagnoli di questo tipo, va nella stessa direzione e ci conferma quanto già avevamo potuto constatare per il nostro paese, sia quanto a probabili spiegazioni, sia soprattutto quanto al ruolo giocato da certi "operatori dell'informazione ufologica".

Un percorso storiografico ancor più accidentato degli Ufo-crash è stato quello delle abduction, i "rapimenti alieni". Anni fa lo descrissi in un lungo articolo per il numero monografico della nostra rivista UFO: i primi casi di abduction (coniugi Hill e Antonio Villas Boas) furono addirittura "messi in un cassetto" per un tempo più o meno lungo, tanto furono giudicati incredibili; poi ci fu l'ondata del 1975 e anche i rapimenti cominciarono ad avere un loro diritto di cittadinanza nella casistica ufologica. Ma con l'arrivo di Budd Hopkins le cose cominciarono a precipitare: si cominciò a parlare di epidemia invisibile, anziché pochi e rari questi casi cominciarono a diventare numerosi e gli ufologi ne furono infine travolti quando Communion portò il problema all'attenzione del grande pubblico, innescando (anche qui) un effetto-valanga con migliaia di casi, tanti da far calcolare ad un ufologo che il traffico di UFO dediti a prelevare umani fosse più fitto del calendario di decolli/atterraggi di un grande aeroporto americano. Poco a poco, ai tradizionali (e superficiali) dubbi di Lawson ed altri circa le componenti psicologiche del fenomeno, si aggiunse una tal massa di informazioni, riflessioni e considerazioni (dai paralleli folklorici alle sindromi da falso ricordo, dalle fantasy-prone personalities alle parallele ondate di abusi infantili e satanici, dalle pubblicazioni scientifiche alle paranoie dell'invasione degli ibridi, dall'approccio new age ai consigli su come resistere ai rapitori alieni), da rendere ostico anche solo seguire accuratamente gli sviluppi del settore, come pure avevamo iniziato a fare. Di più: alcuni studiosi sono arrivati a porsi il problema se i casi di abduction fanno ancora parte o no del fenomeno UFO classicamente inteso; perlomeno quei rapimenti in cui non c'è neppure l'avvistamento di un UFO in senso stretto, ma solo strani "sogni", "cicatrici", "tempo mancante", ecc.

Il problema non è ovviamente solo italiano, anzi il nostro paese ne è stato investito pienamente solo dopo che la pubblicistica commerciale finto-ufologica e a sensazione ha avuto cura di inquinare per bene un terreno altrimenti quasi vergine dal contagio. E' stato quindi interessante esaminare la serie di proposte su come si potrebbe organizzare uno studio scientifico dei casi di abduction, raccolte dalla UFOIN britannica in una specie di concorso. La diversità dei punti di vista è stata ben riflessa nelle diverse proposte, ma soprattutto va posto l'accento sul fatto che - come per ogni altro aspetto di questo affascinante poliedro ufologico - c'è un modo serio, razionale e scientifico di affrontare anche temi estremamente delicati e controversi.

 

UFOLOGI CONTROCORRENTE

Oltre alle questioni oggi maggiormente alla moda, la nostra rassegna tecnica n. 18 ha però anche trattato un paio di aspetti abitualmente rimossi dalla storiografia ufficiale dell’ufologia italiana, che proprio in questi mesi ci viene riproposta in edicola sulle pagine di Ufo Notiziario (con tutte le omissioni, le deformazioni e le distorsioni cui dovremmo ormai essere abituati).

Giuseppe Stilo ci ha infatti offerto un ritratto a tutto tondo di Renato Vesco, uno studioso scomodo e rimosso dalla comunità ufologica, epperò una delle personalità più controverse e interessanti che l'ufologia italiana degli anni '60 abbia prodotto. Ai suoi scritti porto un debito formativo non secondario, e con Vesco ho avuto la fortuna e il privilegio di avere una corrispondenza pluriennale, oltre che la soddisfazione di trovare in lui un estimatore (sia pur nelle differenti posizioni filosofiche) dell'attività che il Centro Italiano Studi Ufologici ha portato avanti dalla sua costituzione. Ne era derivata la decisione, a suo tempo, di riconoscerne i meriti storici con la nomina a socio onorario del CISU, che egli aveva accettato con piacere; così come tutta una serie di suoi contributi scritti, a commento di vari articoli che periodicamente gli sottoponevamo per un parere aerotecnico, che sarà un giorno interessante pubblicare in qualche forma. Ma il vero lascito di Vesco è stato quello del suo enorme archivio, che il Centro Italiano Studi Ufologici ha salvato dal macero proprio grazie ad una sua dichiarata intenzione di donarcelo, alla sua morte. A differenza dei pochi precedenti articoli su Renato Vesco e sulle sue teorie, Stilo non si è posto nella prospettiva di confutarne le note e discutibilissime tesi (la provenienza anglo-canadese dei dischi volanti), ma di ricostruirne la figura anche umana, la storia ufologica e quelle che sono probabilmente le sue prime fonti ispiratrici. Come già era stato per il suo necrologio di Pier Luigi Sani, ne è uscito (con le sue luci e le sue ombre) il ritratto di un ufologo di prima grandezza.

Ma controcorrente, rispetto al mainstream italiano, si erano posti anche gli ideatori e realizzatori dell’"iniziativa UPIAR", di cui - contrariamente a quanto qualcuno va cianciando - non si è affatto persa la traccia. Se infatti la rivista UFO Phenomena International Annual Review è cessata nei primi anni '80, non va dimenticato che essa fu l'ispirazione che mosse J. Allen Hynek a duplicarla nel Journal of UFO Studies, sulla cui seconda versione si riversò il comitato scientifico internazionale che per la prima volta era stato messo in piedi per una rivista sottoposta a "referaggio" (ovvero a lettura preliminare degli articoli da parte di scienziati specialisti della branca cui ciascuno si riferiva), come è prassi per tutte le riviste scientifiche. L'orgoglio che una tale novità fosse stata concepita e realizzata in Italia, grazie a quello che lo stesso Hynek definì "il nobile sforzo del dottor Roberto Farabone", di Francesco Izzo e di Renzo Cabassi, rimase in realtà perlopiù censurato da chi credeva (e crede) di essere il punto di riferimento dell'ufologia italiana, e contro la cui filosofia era nato nel 1973 il CNIFAA (Comitato Nazionale di Indagine sui Fenomeni Aerei Anomali) che di UPIAR fu il promotore. Quello che andiamo a festeggiare nel 2002 è in realtà il ventennale della metamorfosi che il CNIFAA attraversò, trasformandosi in Cooperativa studi e iniziative UPIAR anche grazie all'apporto di un gruppo di giovani del CUN, gli stessi che tre anni dopo daranno vita al Centro Italiano Studi Ufologici. E se il purismo elitario dell'"iniziativa UPIAR" si è annacquato nell'ordinaria gestione di un'associazione ufologica nazionale, lo spirito che lo animava è rimasto una delle radici filosofiche fondanti del CISU. Ed ogni tanto riaffiora apertamente, come nel recente scorporo del CIPH (Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen) dalla commissione istituita dal CISU sui Fenomeni Luminosi in Atmosfera, non a caso voluto e realizzato da quello stesso Renzo Cabassi (che dell'iniziativa UPIAR fu uno dei padri), per tentare ambiziosamente la via della de-soggettivazione del fenomeno UFO attraverso un'ufologia strumentale che è stata l'oggetto del nostro 16° convegno nazionale.

 

UN COMMIATO

Un'ultima questione: quello che avete in mano è l’ultimo numero di Ufo Forum: dal 2002, infatti, questo che era nato nel 1994 come organo di dibattito interno e poi poco a poco si è trasformato in una vera e propria rassegna tecnica di approfondimento, verrà incorporato (insieme con la circolare Ufo Notizie) nella nostra rivista UFO, trasformandola in un trimestrale e combinando nella stessa le caratteristiche migliori di ciascuna delle tre testate periodiche finora edite separatamente.

A Giuseppe Verdi, e più di recente a Giuseppe Stilo (che ne aveva rilevato il coordinamento di redazione), vanno la gratitudine e i complimenti di tutta l’associazione, che in Ufo Forum ha avuto per sette anni uno strumento prezioso, oltre che una pubblicazione di ottimo livello.



[© 2001 CISU - tratto da UFO Forum n. 19, ottobre 2001]


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