di Edoardo Russo
Se dovessi individuare un filo unitario che congiunga i vari articoli e le rubriche dello scorso numero 17 di UFO Forum (il primo della nuova gestione curata da Giuseppe Stilo), penso che questo sarebbe l'approfondimento concettuoso. Vado a chiarire meglio il concetto, separando l'esame dell'approfondimento da quello della concettuosità.
Cataloghi per far cosa?
L'idea dell'approfondimento la dava già il primo contributo: la presentazione dei vari progetti di studio e di catalogo che articolano l'attività del Centro Italiano Studi Ufologici lungo la dimensione funzionale. Per carità, li conoscevo già tutti e ad alcuni di essi collaboro attivamente. Ma vederli spiattellati uno dietro l'altro, tutti e ventotto (o quanti erano), ciascuno col suo nome, il coordinatore, l'oggetto e una breve descrizione, mi ha fatto un certo effetto e ha dato (non solo a me, spero) la percezione di quanto lavoro c'è, sotto l'ombrello dell'associazione. Ecco: i progetti (che siano di catalogo o invece di ricerca) indicano proprio l'intenzione di specializzare e di approfondire lo studio ufologico, al di là dell'aneddotica, della cronaca e di una certa superficialità che purtroppo caratterizza (e salda insieme) l'ufologia commerciale (che non ha bisogno di ulteriori precisazioni per essere identificata) e quella che mi piace definire ufologia adolescenziale, di cui si pascono numerosi appassionati delle ultime generazioni (convinti che andare a parlare con un testimone, tenere un programma alla radio, fare una conferenza sui "veri X-files" o trovare il proprio nome su una rivista patinata in edicola costituiscano - appunto - l'ufologia).
Viene da chiedersi; chi altri, fra le associazioni ufologiche, ha mai messo in piedi qualcosa di simile? Per la verità, qualche pallido (e raro) tentativo di imitazione c'è stato, negli anni, ma si è quasi sempre trattato di intenzioni dichiarate e mai concretizzate; e le poche (pochissime) volte, in cui se ne è potuto constatare qualche risultato, c'è stato da mettersi a ridere (o a piangere, a seconda dei gusti) per la ridotta portata, le imprecisioni, l'approssimazione, che costituiscono l'opposto della capacità di approfondimento di cui danno invece prova gli articoli e le monografie che da ciascuno dei nostri progetti sono stati tratti.
Proprio le nostre monografie (raccolte nella serie Documenti UFO) costituiscono un altro esempio di come l'ufologia può procedere, un passo dietro l'altro, e produrre risultati parziali del proprio avanzamento nella conoscenza e comprensione del problema.
Intendiamoci: non siamo certo i primi né gli unici ad avere attivato cataloghi e progetti di studio su argomenti specifici, ed a pubblicarne rapporti monografici. Molti dei nostri progetti collaborano infatti con analoghe iniziative in altri paesi, o rappresentano la filiale italiana di cataloghi internazionali. Ma anche all'estero nessuna organizzazione ufologica ha in piedi contemporaneamente un così gran numero di diversi progetti su quasi ogni aspetto del nostro multiforme fenomeno. E nessuna altra associazione ufologica, pure fra quelle che alla propria rivista affiancano pubblicazioni monografiche ha mai tirato fuori oltre 20 monografie in 15 anni.
Di questo, fra l'altro, i nostri colleghi esteri sono ben consapevoli e frequentemente raccogliamo commenti stupiti ed ammirati circa questo nostro attivismo specialistico, che non viene maggiormente apprezzato solo per via della barriera linguistica.
Per non fermarsi e per riflettere
Anche il tema degli umanoidi volanti mi ha ispirato una sensazione analoga. Lo stesso concetto di umanodi volanti, che abbiamo introdotto noi nel 1993-94 , raccogliendo le indagini condotte sulla piccola ondata italiana di segnalazioni di questo tipo, è stato poi ripreso e amplificato da altri, che non sono però stati capaci di andare al di là della ripetizione dei racconti (troppo spesso di seconda mano) e della banale affermazione che si trattava di esseri alieni. I nostri inquirenti invece sono andati avanti e, oltre a raccogliere nuovi casi cercando di approfondirne l'indagine diretta, hanno messo insieme un piccolo patrimonio di informazioni su fenomeni ed oggetti che potrebbero essere la causa di alcuni di questi eventi. Ne è anche seguita qualche considerazione riassuntiva, l'ultimo esempio delle quali (dopo altri tre articoli sulla nostra rivista UFO è proprio apparso su UFO Forum 17. Ma quel che vorrei sottolineare è la tensione che ne traspare, volta a cercare di capire, non già di trovare conferme alle proprie convinzioni (qualunque esse siano), tant'è che sulla quesitone si continua a scavare ed ogni tanto a scriverne per presentare nuovi dati e nuovi dubbi.
Quanto alla rubrica I primordi - ho già avuto modo di scriverlo - essa continua a rappresentare per me una fonte inesauribile di spunti di riflessione. Al lettore superficiale può sembrare alla lunga noiosa, tanto più in quanto relativa (per sua definizione) a fatti e notizie che risalgono di solito a più di mezzo secolo fa; e la sua persistenza ed ampiezza potrebbero perfino far ritenere eccessivo lo spazio dedicato a un tema (quello storiografico) tutto sommato secondario, rispetto a casi o studi di maggiore attualità. Per chi sa leggervi tra le righe, invece, ognuna di quelle notiziole ci viene porta con un granellino di commento che ne fa (lo ripeto) uno spunto per soffermarsi a riflettere; a volte anche solo per lo scrupolo filologico con cui l'autore va a rilevare un errore che continua ad infestare la letteratura specializzata (e stendiamo un pietoso velo su certi autori di libri ed articoli, che continuano imperterriti a ripetere le stesse imprecisioni, copiando se stessi od altri senza mai curarsi di risalire alle fonti per verificarle).
Ma il non plus ultra dello scorso numero in questo senso è stato l'articolo di Conti sul caso Vidal e sul fenomeno del telespostamento (meglio noto anche in Italia con l'espressione inglese teleportation). La completezza della ricostruzione di questo celeberrimo non-fatto, la quantità di dati e informazioni finora inedite (nel nostro paese), il livello di dettaglio espositivo, l'atteggiamento tutt'altro che preconcetto (l'autore riporta i pro e i contro di ogni interpretazione), la completezza della ricerca bibliografica che sta dietro all'articolo: tutto ciò ne fa un ottimo esempio di come si può (e si deve) lavorare per approfondire la comprensione di ogni singolo tassello di quell'enorme, complesso mosaico che chiamiamo fenomeno UFO. Come raramente accade, mi sono gustato l'articolo come puro fruitore, imparando e apprendendo notizie e particolari che non conoscevo, ritrovandone altri che invece conoscevo ma non ricordavo e, alla fine, ritrovandomi un pochino arricchito.
Ufologia intellettuale
Potrei fermarmi qui, o limitarmi ad aggiungere qualche annotazione compiaciuta sul fatto che questo tipo di approccio approfondito sembra ritrovarsi in Italia quasi solo sulle pubblicazioni del CISU, mentre intorno (e dovrei dire: purtroppo) non è dato trovare molto più che diligenti copiatori, intenti a riciclare l'ennesima versione di terza mano dei soliti classici o il riassunto di quel che pubblicano i giornali; oppure arditi speculatori che - camminando sospesi a mezzo metro sopra la realtà - ci offrono ardite elucubrazioni su cosa vogliono e come ragionano gli alieni; o ancora predicatori mancati, che mese dopo mese pontificano a vanvera sui poteri forti che ostacolano la ricerca della Verità e si citano addosso per convincersi (e convincerci) di essere qualcuno.
Ma all'inizio scrivevo "approfondimento concettuoso" e dovrò pur chiarire il senso di quell'aggettivo. Non è infatti solo la lettura della rubrica storiografica di Stilo, ad offrire quello spunto di riflessione sopra citato. Né sono gli unici sottintesi di portata generale, quelli che contiene il pezzo sul caso Vidal. Basti pensare all'articolo di Lagrange, il cui titolo (Un'epistemologia per l'etica ufologica) sembra scritto apposta per scoraggiarne la lettura: ed invece quante osservazioni originali contiene, che mi hanno fatto soffermare a pensare se ero o non ero d'accordo con questa o quella sua affermazione, sempre con la piacevole sorpresa di trovarvi concetti cui non avevo finora posto mente.
Se un limite può trovarsi, in tutto ciò, è forse proprio nell'intellettualizzazione dell'ufologia, che - per certi versi - può risultare di non facile digestione a palati ormai assuefatti a ben altre letture sull'argomento. In altre parole, non è detto che i giovani appassionati della generazione X-Files riescano addirittura a capire di che diavolo si va cianciando su queste pagine (e in questo stesso mio passo indietro), abituati come sono a dare per scontato proprio quella soluzione che ai veri studiosi invece sfugge tuttora; assuefatti a letture che (quando non si limitano a soffiare sul fuoco della paranoia pura e semplice) raramente vanno al di là del solleticarne il senso di mistero e di meraviglia che albergano nel fanciullo che dorme in ciascuno di noi; convinti e contenti che i veri ufologi siano certi supponenti personaggi il cui posto giusto è invece il teatrino di marionette del Maurizio Costanzo Show.
D'altra parte, non sarebbe certo questa una buona ragione per fermare tutto e riportarsi ad un livello più divulgativo, solo per accontentare (o venire incontro a) chi deve ancora fare il salto: dallo status di appassionato dei misteri a quello di studente di questa che Jean Giraud chiamava "scuola elementare invisibile", intesa come primo passo verso quel "collegio invisibile" di studiosi alla cui costruzione, con il nostro mattoncino, cerchiamo nel nostro piccolo di contribuire.
Se gli articoli pubblicati cominciano a diventare difficili, questo mi pare un buon segno che si sta avanzando nella direzione giusta per trasformare l'ufologia in un settore di studio, invece che in un movimento di opinione. Lasciamo volentieri ad altri, che forse ne hanno un bisogno personale, l'illusione di essere le mosche cocchiere di un cambiamento epocale della coscienza planetaria.
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