UN PASSO INDIETRO


Sua Maestà, il Testimone Ufo

di Edoardo Russo


Il "pezzo forte" del numero 14 di UFO Forum è stato per me quello di Nico Conti sulla psicologia della percezione nell’indagine ufologica. A dire la verità, leggendolo, la mia prima sensazione è stata del tipo: "nulla di nuovo, le solite cose già ridette e risapute". Poi, però, ho riorientato tale percezione e mi sono reso conto che no, non erano proprio cose "risapute". O meglio: erano ridette e risapute per me e per qualche altro vecchio babbione del nucleo storico del CISU, ma non lo erano invece per la maggior parte dei nostri lettori, che anzi avrà magari letto ora per la prima volta un articolo sul tema.

Da questa semplice riflessione, ne sono seguite alcune altre, che ora espongo per la parte che può avere interesse evidenziare.

RITORNO AL PASSATO

In primo luogo, la sensazione iniziale di déja vu mi ha provocato una sorta di rimando a tutta una serie di ricordi che, seppur vividi e recenti nella mia memoria, ho con orrore realizzato che risalgono invece a circa venti anni fa (ed ecco perché mi sono dato da solo del vecchio babbione: il mio primo articolo, pubblicato sul mensile Gli Arcani, risale ormai a un quarto di secolo).

In secondo luogo, dalla mia presa di coscienza del fatto che le letture che ho fatto e le discussioni cui ho partecipato sul tema della psicologia della percezione e della testimonianza risalgono in gran parte al periodo che va dal 1978 al 1984, deriva la consapevolezza che non avrebbe senso (o forse ne avrebbe uno?) pretendere che chi oggi si occupa, anche attivamente, di ufologia possa avere nel proprio bagaglio culturale testi e articoli che fanno ormai parte della storia, purtroppo in parte dimenticata, dell’ufologia italiana (e non solo italiana).

Quanti possono infatti alzare la mano alla domanda: "Avete mai letto gli articoli pubblicati sulla rivista Ufologia?"

Soffermandomi a pensarci su, mi sembra quasi che chi all’epoca ha approfondito certi discorsi e li ha fatti propri, interiorizzandoli (e parlo in primo luogo per me stesso), li abbia poi dati per scontati e acquisiti, per poi procedere oltre; mentre, di fatto, manca un collegamento con chi -arrivando dopo sulla scena ufologica- quel certo percorso non l’ha proprio fatto. E questa è indubbiamente un’autocritica, perché è la mia generazione quella che avrebbe dovuto occuparsi di trasmettere e tramandare queste nozioni a chi è venuto dopo.

NOSTALGIA CANAGLIA

Terza considerazione: la nostalgia.

Si dà il caso che, pochi mesi fa, mi sia toccato di andare a riesumare proprio quella storica bibliografia, su esplicita richiesta di un collega spagnolo, Ignacio Cabria, che sta preparando una monografia sul tema delle scienze umane applicate all’ufologia, articolandone i vari capitoli su "UFO e psicologia", "UFO e sociologia", "UFO e antropologia" e su "L’ipotesi socio-psicologica".

Non che i contributi italiani al filone socio-psicologico siano stati poi decine, ma è stato -appunto- con una certa nostalgia che ho ripreso in mano, fotocopiato e repertoriato quei testi di Paolo Fiorino, Paolo Toselli, ecc. (per non dire delle più numerose traduzioni italiane di articoli in francese o in inglese), i quali da un lato mantengono una loro sorprendente attualità, dall’altro odorano di un ingenuo, pionieristico entusiasmo che oggi si è perso.

Entusiasmo pionieristico ed ingenuo, perché era comune questo sentimento di lavorare tutti a un fine comune, che era poi una maggiore comprensione e accettazione del problema ufologico, senza steccati e barriere ideologiche che, dopo, sono state costruite ad arte da chi, avendo perso la leadership, non aveva altra scelta che compattare le residue truppe additando gli ex-compagni di strada come il nemico da combattere.

E nostalgia -dicevo- anche e soprattutto del clima che si respirava in quegli anni, nell’ambiente ufologico italiano, e che è perfino difficile descrivere a chi si trova oggi immerso nell’attuale ciarpame Ufo-pubblicistico: ci si sentiva tutti in un certo senso affratellati dal comune interesse ufologico. Non che non ci fossero rivalità, dissidi e polemiche: ce n’erano, ma questo non insidiava il sentimento di far tutti parte di una stessa comunità.

Questo sentimento, oggi, non c’è più, e fra le varie correnti che caratterizzano chi in Italia di UFO si occupa e scrive (che si tratti di cisuiti o di cunioti, di baiatini o di bongiovannati, di uomininrosso o di gruppettari) ci si guarda l’un l’altro negandosi rispettivamente la stessa qualifica di "ufologi": basta leggere le varie pubblicazioni in edicola per convincersene. Chi non crede che ogni lucina sia un ET diventa ifologo; chi non ci crede ma non adotta un’ottica politica antagonista, diviene spectoufologo; se anche si crede agli ET ma non a Corso e ai suoi compari, l’accusa è di fare ufologia affaristica e amica delle istituzioni. Ognuno vuol far credere che la vera ufologia è la propria, e l’intento di ciascuno è quello di delegittimare gli altri, esorcizzandoli piuttosto che confrontandosi con loro.

Mala tempora currunt: tutti contro tutti con livori e rancori, per non dire con secondi fini.

LA CENTRALITA’ DEL TESTIMONE

"Ma che c’entra tutto questo con la psicologia del testimone?", vi sarete forse chiesti.

C’entra, eccome.

Ritornando all’articolo di Conti, ben venga quindi il suo tentativo di riepilogare i termini di una questione (quella del ruolo giocato dalla percezione visiva e dal ricordo testimoniale) che è in effetti centrale a tutto il problema ufologico. Una questione che peraltro, forse anche perché ha poi cominciato a derivare in una direzione sgradevole rispetto a certe credenze, è stata anch’essa rimossa e delegittimata ideologicamente dai fautori di una vetero-ufologia che, a sua volta, non ha poi più saputo (non solo riconoscere manco banali fenomeni naturali come pianeti e meteore, ma) neppure mantenere la bussola su quella che è realmente l’essenza del problema ufologico: l’esistenza di testimonianze di strane cose in cielo. E’ il fattore umano, il testimone insomma, è il perno attorno cui ruota il piccolo universo dell’ufologia.

Se rimuoviamo o rinneghiamo questo semplice assunto iniziale, muore l’ufologia come correttamente intesa.

Non parliamo neppure della rimozione operata dalla pseudo-ufologia rivelazionista e cospiratoria che ha inquinato quasi mortalmente anche la pubblicistica italiana negli ultimi anni: essa può tranquillamente fare a meno dei testimoni, delle testimonianze, degli stessi avvistamenti, poiché si abbevera direttamente alle gole profonde della verità rivelata circa il Grande Gioco, la Grande Invasione, il Grande Complotto, la Coscienza Cosmica o quel che si preferisce di volta in volta bramare o temere. Non a caso le riviste patinate che la propagandano sono sempre più vuote di casi, di avvistamenti, di indagini in senso stretto (e quando ne riportano, l’inquirente esperto ha di che mettersi le mani nei capelli leggendole).

Ma cosa ha in comune tutto lo straparlare di basi sotterranee, esperimenti genetici, angeli o demoni post-tecnologici, con la concreta e quotidiana banalità delle luci viste roteare sopra un supermercato dalla proverbiale casalinga di Voghera e che continueranno imperterrite a finire sui giornali sotto titoli a base di Ufo?

Dall’estremo opposto, c’è chi invece cerca di spingere verso un’ufologia strumentale che prescinda e riesca a fare a meno di questo maledetto fattore umano, allo scopo di far rientrare il nostro campo di studi in un alveo scientificamente più appropriato, che si concentri sugli aspetti fisici, misurabili, quantificabili. Ma se pure questo tentativo riuscirà, e finalmente l’esempio di Hessdalen non sarà un caso isolato da citare con ammirata meraviglia quale irraggiungibile esempio, questo non chiuderà la partita con quelle centinaia di occasionali testimonianze di fenomeni aerei insoliti che ogni anno ci pervengono dai quattro angoli della Penisola.

Lui, Sua Maestà il Testimone Ufo, continuerà a starsene ben piazzato al centro di tutta questa complessa, affascinante avventura che -a proposito o a sproposito- chiamiamo ufologia. E noi avremo sempre bisogno di capire come avere a che fare con Lui.



[© 2001 CISU - tratto da UFO Forum n. 15, febbraio 2000]


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