UN PASSO INDIETRO


HPS: macchevvordì?

di Edoardo Russo


Di tutti gli articoli pubblicati su UFO Forum n. 12, la mia attenzione si è fermata su quello di Michel Picard, "L'ipotesi psicosociologica di fronte alla scienza". Per certi versi è stato per me un ritorno al passato, un salto indietro di vent'anni.

Non solo infatti ricordo benissimo il vivace dibattito che si accompagnò alla nascita della corrente "socio-psicologica" nell'ufologia francese, tra il 1977 e il 1981, ma ricordo bene di aver letto regolarmente gli interventi polemici di Michel Picard sul trimestrale Le phénomène OVNI, bollettino del gruppo savoiardo CSERU. Picard si era fatto un punto d'onore dell'attaccare con virulenza il fedifrago parigino Michel Monnerie, che fu la pietra dello scandalo col suo libro-bomba "Et si les Ovnis n'existaient pas?". Fino a quel momento, e da molti anni, Monnerie era stato una delle colonne portanti della redazione di Lumières dans la nuit, la principale rivista di ufologia francese. Fra le altre cose, coordinava la RESUFO la rete di osservazione e fotografia del cielo che LDLN aveva creato fra i suoi lettori e inquirenti. Spesso si trovava quindi ad analizzare le fotografie di presunti UFO che arrivavano in redazione: un lavoro che svolgeva con precisione e meticolosità, e che lo portava quasi sempre a identificare (lui, vero credente tradizionale) le luci fotografate con un aereo, una stella, una meteora, un lampione. Fu così, poco per volta, che il tarlo del dubbio cominciò a roderlo. Correva la metà degli anni '70, e l'ufologia francese era percorsa da correnti di innovazione che in sostanza (ispirandosi alla lontana agli scritti del Vallée parafisico) puntavano verso una parapsicologizzazione del fenomeno UFO. Da Pierre Delval (della rivista Ouranos) al collettivo di psico-ufologia di Jean-Jacques Jaillat (il primo a parlare di "mimetismo UFO", anche se qualche autore nostrano pensa di averlo scoperto… dodici anni dopo), dall'équipe GABRIEL (alias Jean Giraud) a Pierre Viéroudy (che mise in correlazione le ondate di avvistamenti UFO con l'inquietudine della popolazione, invece che con le macchie solari), dalla resa di Aimé Michel (che era giunto per via teorica a congetturare una trascendenza del fenomeno UFO) a Bertrand Méheust (che ritrovò lo scenario dei "rapimenti" nella fantascienza minore degli anni '20 e '30): era tutto un brulichio ed un fermento che caratterizzava inoltre un gruppismo vivacemente attivo nell'indagine sul campo.

Quello che fece Monnerie fu solo un 2+2=4. Si stava ben delineando che il problema ufologico aveva una sovrastruttura di carattere socio-psicologico, talché pareva addirittura che ogni testimone percepisse il fenomeno in funzione delle proprie aspettative o preoccupazione (gli esempi abbondavano sulle varie riviste e bollettini). Monnerie si limitò a mostrare come, se anche i (veri) UFO non fossero più (o mai) esistiti, la sovrastruttura avrebbe proseguito di vita propria. Questa è la vera forza dell'ipotesi socio-psicologica (HPS): partire dalla constatazione che il 90% e più degli avvistamenti UFO sono davvero spiegabili, porsi il problema del come e del perché questo avvenga, per poi fare un passo indietro e chiedersi se forse non sarebbero spiegabili il 100% dei casi. E' una forzatura concettuale, ma può costituire un valido banco di prova, quale ipotesi nulla.

Il suo vero errore fu di estremizzare la sua posizione: il suo libro voleva essere una provocazione, per fare riflettere, ma causò invece una levata di scudi ed un forte rigetto; Monnerie si radicalizzò quindi ancor di più, fino a divenire un negatore totale della realtà ufologica, e infine a ricadere nello stesso errore che aveva criticato nei "vecchi ufologi", ovvero il voler a tutti i costi dimostrare la propria tesi. (E dovrebbe forse far riflettere che sia successo in Francia, mentre contemporaneamente negli Stati Uniti un altro inquirente sul campo, Allan Hendry, arrivava a nutrire gli stessi dubbi, riuscendo peraltro a fermarsi prima del baratro, forse in virtù di una cultura pragmatistica, opposta a quella tipica del vecchio continente.)

Si cadde insomma in una sorta di guerra di religione, dove l'ex seminarista spretato non solo divenne un mangiapreti arrabbiato, ma si trasformò nell'anticristo agli occhi degli altri credenti. LDLN espulse l'eretico e costruì una barriera (il comité de lecture) contro il rischio di ulteriori contaminazioni. Il dibattito si spostò altrove , meritoriamente sulle pagine del bimestrale Inforespace, della SOBEPS, che dedicò molti articoli ed un intero numero speciale a quelli che (in parallelo coi nouveaux philosophes che in quegli anni stavano scuotendo il dibattito politico della gauche francese) vennero chiamati nouveaux ufologues: Monnerie, ma anche Dominique Caudron, Gerard Barthel e Jacques Brucker (tutti e tre a lungo inquirenti, ovvero ufologi sul campo); ma anche - appunto - sui numerosi bollettini e notiziari dei vari gruppi regionali.

Picard scriveva spesso (mi raccontarono che si alzava ogni mattina mezz'ora prima del necessario, per dedicare mezz'ora alle letture e alla scrittura ufologica), ed era un buon polemista. Il monnerismo fu per lui come il drappo rosso sventolato davanti al toro, ed animò vivaci scambi su varie pubblicazioni.

Poi, come fu come non fu, venne la crisi. Da un lato, l'ufologia francese (come del resto quella italiana) nei primi anni '80 perse sempre più appassionati e studiosi, che abbandonavano il campo (si disse che il monnerismo ne era una causa, ma forse entrambe le cose erano conseguenze di uno stesso malessere, quello che periodicamente avvolge l'ufologia). Dall'altro lato, l'intellighentsija dell'ufologia francese venne a patti col monnerismo: dopo averlo accolto tiepidamente o contrastato, un crescente numero di studiosi ne rivalutò alcuni aspetti. Proprio mentre Monnerie e gli altri nouveaux ufologues abbandonavano per sempre il campo (disgustati, ma soprattutto ormai disillusi), nasceva un'ufologia post-monnerista, fra i cui esponenti si ritrovarono alcuni dei principali critici di Monnerie: Jacques Scornaux, Claude Maugé, Thierry Pinvidic, Bertrand Méheust. Dopo gli incontri di Montluçon (1980) e Le Bugue (1981), il monnerismo era morto e metabolizzato, l'ufologia progressista ha proseguito lungo altre direttrici, alcune delle quali si sono poi arenate, mentre altre si sono trasformate. Ma non è di questo che dobbiamo parlare qui.

Parallelamente al filone post-monnerista (e alla defezione di quasi tutta una generazione ufologica), in Francia è quietamente proseguito anche un filone rétro, centrato proprio attorno a LDLN, che nel frattempo era stata venduta ad un nuovo direttore/editore. Nella seconda metà degli anni '80, alcuni esponenti di questo filone tradizionalista sono tornati all'attacco, appoggiandosi su una nuova leva di giovani che è venuta nascendo e ripercorrendo ignara da zero (come da sempre avviene in ufologia) le orme di chi li aveva preceduti di un decennio: nuovi gruppi locali, nuovi entusiasmi, nuove mode. E alcuni dei vetero-ufologi sopravvissuti al ciclone del monnerismo hanno creduto di poter finalmente regolare i conti con gli apostati che furono causa della grande crisi dell'ufologia francese. Vale per Jean Sider, vale per Gildas Bourdais, vale - nel suo piccolo - per Michel Picard.

La sua critica all'ipotesi sociopsicologica è (nel 1992, quando è uscito il suo libro) la stessa che muoveva nel 1979, ed è una critica deduttiva e astratta, basata su artifici retorici: l'ipotesi sociopsicologica vuole presentarsi come più scientifica? Bene, dimostriamo che si fonda su presupposti scientificamente inesistenti o inaccettabili e l'avremo esorcizzata!

E' dal 1978 che si sono lette confutazioni del "sogno da svegli" proposto da Monnerie nel suo primo libro. Ma se Monnerie ha tentato di costruire un modello teorico inadeguato, forse che da ciò deriva che è errato il fondamento delle critiche da lui portate all'edificio ufologico tradizionale? E' inutile giocare con espressioni a-tecniche come "mito autorizzato" o "discovolantizzazione di uno stimolo", che hanno avuto più un ruolo evocativo che una funzione di teorizzazione sistematica. E a poco vale controbattere con qualche estemporanea citazione di testi di neurofisiologia (tutti rigorosamente francesi) per negare il fondamento scientifico di alcune affermazioni dell'ipotesi psico-sociologica, sulla base di un preteso argomento di autorità ("non è accettata dall'etologia", "è totalmente sconosciuta nel vasto campo della biologia umana", ecc.) che evita di entrare nel merito della questione per limitarsi al biasimato concetto del "non può essere, dunque non è", se non addirittura del "gli scienziati stessi dicono che non esiste": detto da chi di solito accusa la "scienza ufficiale" è un paradosso, ma vorrà ben dire qualcosa circa la scarsità di argomenti.

E laddove qualcun altro ha elaborato un modello più preciso per strutturare come funziona l'"esperienza IFO" (che, santo cielo, costituisce il 90% di quel fenomeno costituito dalle testimonianze di chi pensa di aver visto un UFO!), Picard pensa di togliersela definendo pseudo-scientifico il suo "complicato linguaggio", segno evidente solo del suo fastidio per non averci capito nulla (da un italiano, poi…), evidentemente ignaro del fatto che il lungo testo originale di Toselli (pubblicato - in inglese - negli atti del First UPIAR Colloquium on Human Sciences and UFO Phenomena, che Picard non ha mai visto perché si basa solo su una breve sintesi apparsa in francese) aveva una lunga appendice di specifici riferimenti bibliografici tratti dalla letteratura psicologica e - quel che più conta - prima della pubblicazione era stato sottoposto alla lettura e revisione di tre diversi referee (che erano docenti universitari o ricercatori scientifici in quello specifico settore). Se conoscesse l'inglese e non si limitasse a coltivare il suo orticello, Picard avrebbe utilmente potuto consultare dei testi di psicologia della percezione, di psicologia della testimonianza, di psicologia forense (per non dire quelli di psicologia anomalistica, visto che sproloquia sulle allucinazioni e sugli stati alterati di coscienza), trovando proprio nella letteratura scientifica quei fondamenti all'HPS che lui vorrebbe credere che manchino.

Non parliamo poi dei pochi riferimenti che fa a specifiche questioni ufologiche: sullo studio delle ondate, delle abduction e delle correlazioni con miti e folklore, Picard è rimasto fermo a trent'anni fa o a quel poco che è stato pubblicato in francese, ed ignora l'ampio dibattito anglo-americano, cosa che gli consente di affermare con sicumera che un articoletto pubblicato su LDLN nel 1978 avrebbe "dimostrato con grande efficacia che la tematica ufologia non scaturiva né dalla mitologia né dall'inconscio umano": chissà come ci resterebbe male a scoprire quanto sono numerosi i riferimenti alll'ufologia come mito contemporaneo nelle pubblicazioni accademiche che si occupano di folklore!

Al di là dei veri limiti dell'HPS - che Picard non mette in luce - il succo è che Picard è ben rappresentativo di un certo modo tradizionale di concepire l'ufologia: quello di cullarsi compiaciuti nell'idea che il fenomeno UFO non rientri e non possa assolutamente rientrare nell'ambito della scienza e della conoscenza umana perché le trascende come espressione di una realtà superiore (=aliena). Le citazioni e i richiami alle varie scienze servono allora solo per dimostrare l'impotenza delle nostre conoscenze attuali a render conto del problema.

Questo approccio è esattamente quello che l'approccio socio-psicologico (più di qualsiasi altra corrente del pensiero ufologico in cinquant'anni) ha messo in crisi: mentre c'era (e ancora c'è) chi si limitava a compiacersi della trascendenza degli UFO (sintomo evidente di quella "tecnologia sufficientemente avanzata da essere indistinguibile dalla magia"), altri studiosi si sono invece tirati su le maniche per cercare di studiare e comprendere il fenomeno con gli strumenti metodologici forniti da varie discipline ortodosse e far così rientrare almeno una parte dell'edificio ufologico nell'alveo della scienza normale. Su quale dei due sia l'approccio più serio, lascio giudicare i lettori.



[© 1999 CISU - tratto da UFO Forum n. 13, settembre 1999]


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