RITRATTO D’ARTISTA DI ROBERTO SACCO

 

Paola Pitzianti

Al solstizio d’inverno mancano poche ore, il sole è basso anche in pieno giorno e dalla finestra entra in tutta la stanza. È sole di città, filtrato e diffuso, ma più che sufficiente a creare enigmatici controluce. Morbidi ed esplorabili in tutti i gradienti di ombre e contrasti quando Pitzianti è seduta contro la finestra. Vaghi e solo immaginabili quando si muove avanti e indietro mossa da linee urgenti di pensieri, ora per un opuscolo, ora per un catalogo, ora per il manifesto del padre musicista, ora per le foto del fratello premiato a Venezia. Siamo nella casa di famiglia, dove si sente traccia del vissuto di ogni singolo componente nelle frasi sospese e negli stessi spessori immobili dell’aria. Ma i segni più marcanti, un’antologia di vita, sono i molti quadri alle pareti, opere della Pitzianti stessa e di colleghi ed ammiratori che hanno omaggiato la donna e l’artista.

La luce del sole insegue altri angoli della sala passando indifferente e ignara sul candelabro spento e sul volto che corre al ricordo di altre foto, ora riammirate. Stupendi bianco e neri che la tecnologia del colore ha superato a livello di mercato ma non nella capacità di catturare sogni e visioni.

Gli scatti di oggi diventano una sfida al controluce in bianco e nero che si impone come modello, ai particolari che incantano per la troppa ricchezza, alle casuali variabilità appena intuibili, alla nevrotiche incertezze dell’occhio che visiona e decide dal mirino fotografico, alle operazioni tecniche che seguiranno e completeranno i passaggi. Un ardire che viene rafforzato dalle parole dell’artista, le quali, pur volando imprevedibili come farfalle e leggere come un respiro d’amore, corrono veloci seguendo precise scie di sensazioni e conquiste.

Pitzianti talvolta lavora in casa, però lo studio è solo sull’altro lato della centralissima e trafficatissima via XX Settembre. Due portoni, due ascensori, molte chiavi che girano nelle toppe, infine si entra negli stracolmi e liberi, stravissuti e vagamente abbandonati locali dove la magia del disegno lampeggia ed abbaglia, imprime le sue orme e si dissolve. Il gattopardo dai quadri guarda alla savana che non trova. I manichini, un gruppo tutto femminile, nudi rosa carne uniforme, anziché stimolare proiezioni di desideri carnali inducono riflessione e rifiuto: appaiono come artifici perversi, sarebbero più eccitanti lucidi ingranaggi d’acciaio e schede di computer fitte di chip. Ma sono paradiso per l’occhio, e salgono al dominio estatico della purezza semplice che non ha fine, le opere dove le foglie di tiglio, di acero e di piante sconosciute, gli steli stupiti od affranti nelle sezioni laterali di prati, con sfumature positive e negative, moltiplicate e divise, in gradazioni di grigi o di tinte delicate, fissano l’eterno poetico della natura, di cui l’uomo genetico e culturale ha un bisogno irrinunciabile. Ed è felice dimostrazione di un rapporto trascendente il quotidiano che queste opere di natura nascano in centro città, dove il lastricato fitto delle strade, strette tra muri, non concede terra e luce ai semi e alle piante.

Biografia

Paola Pitzianti nasce a Cagliari, trasferitasi la famiglia a Torino compie i suoi primi studi artistici al Liceo Statale d’Arte diretto da Italo Cremona. Nel 1958 si iscrive ai corsi dell’Accademia Albertina di Belle Arti, dove ha per maestri Calandri, Garelli, Quaglino, Balzardi, Bertini e Guido Ballo. Nel 1962 diviene titolare di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico dell’Accademia Albertina. Vive e lavora a Torino.

Ha esposto in collettive a Torino, Trieste, Bologna, Verona, Milano Firenze, Palermo, Tunisi, Biella Venezia, Roma, Prato, Pistoia, Stoccolma, Trento, Cracovia, Bari, Lucca, Como, Alessandria, Stoke (Inghilterra), Colonia, Il Cairo, Forlì, Fossano, Prato, Conegliano, Cittadella, Pordenone, Oderzo, Rivara, Vienna, Rovigo, Susa, Bagnocavallo.

Mostre personali a Torino, Cuneo, Cremona, Novara, Genova, Asti, Imperia, Nuoro, Venezia, Chieri, Cagliari, Cogne, Cosenza, Crotone, Firenze, Saluzzo, Diano Marina, Reggio Emilia, Biella (antologica, a cura della Regione Piemonte).

Ha conseguito numerosi premi, tra cui: - 1962 Primo premio nella III Mostra del Centro Naz. Italia-estero, Roma. -1963 Primo premio per il bianconere alla Mostra "Città di Torino". - 1966 Premio acquisto lla Biennale Naz. Dell’incisione di Pistoia e alla I Biennale Naz. Di Padova. - 1968 Premio acquisto alla O mostra di grafica Internazionale di Treviso. - 1970 Primo premio per il bianconero "Città di Imperia". - 1971 Premio acquisto Biennale Naz. dell’incisione, Sassari; segnalata da Renzo Guasco sul Catalogo Bolaffi Grafica 1972.- 1975 V Premio Naz. Repubblica di San Marino.

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