La mostra. Il catalogo. L'interpretazione storico-critica. L'artista.

La mostra.

Con il titolo di "Estremo e sidereo.Montagnini", la prima mostra antologica retrospettiva di Francesco Montagnini, a cura di Lucio Cabutti, è aperta dal 24 maggio al 22 giugno 1997 a Vercelli in due sedi espositive: al Salone Dugentesco (via Galileo Ferraris, orario 10-12 e 17-19, chiuso il lunedì') e allo Studio Dieci (via Galileo Ferraris89, orario 16-19, chiuso il lunedi')La mostra è realizzata dall'Assessorato alle politiche culturali e sportive del Comune di Vercelli e dal Centro culturale Studio Dieci. Riunisce 150 opere dell'artista che ne esemplificano le diverse tecniche e i vari periodi di attività: dai dipinti a olio ai disegni policromi e alle sculture, ceramiche comprese; e dall'esordio come ceramista fino alle crocifissioni, ai volti e alle figure, alle rivisitazioni storiche e museali, alle riflessioni che analizzano la natura dell'arte e le risonanze cosmiche della forma e l'invenzione mediata dalla geometria, alle sculture di pietra e in cemento.

Il catalogo.

La mostra è affiancata da un catalogo di 36 pagine con 24 illustrazioni a colori e due in bianco e nero,"Estremo e sidereo. Montagnini", a cura di Lucio Cabutti, pubblicato nella collana editoriale "Punto in bianco" e stampato da Gallo arti grafiche di Vercelli. Oltre il saggio storico-critico del curatore, contiene la prefazione istituzionale firmata dal Sindaco di Vercelli Gabriele Bagnasco e dall'Assessore alle politiche culturali e sportive Gianni Mentigazzi, e "per Francesco a Francesco", la poesia di un amico ed estimatore dell'artista che ha voluto rimanere anonimo.

L'interpretazione storico-critica

"Pittura per vocazione. Grafica per ricerca. Vita per croce. Francesco Montagnini riflette traumi dell'esistenza e alte tensioni dell'animo. In un universo esacerbato e astrale. Estremo e sidereo", scrive Lucio Cabutti; e sottolinea come "nella pervicace creatività di Montagnini la vita e l'arte si intersecano e si aggrovigliano, a tratti, inscindibilmente". Anche nel senso della interazione fra silenzio e comunicativa, azzeramento e sublimazione, espressività e concretezza pura dell'immagine e del gesto: "L'arroccarsi nella crisi della comunicazione estetica in nome di una verità più interiorizzata e lacerante, e l'aprirsi invece alla bellezza del cosmo in nome di una visibilità più oggettivata, geometrica e virtuale, sono per Montagnini i poli ultimi di una globalità espressiva intuita per frammenti". La mostra evidenzia nell'ultimo periodo stilistico di Montagnini la conquista di "uno spazio dell'opera creativamente inventato di punto in bianco, giorno per giorno, alla conquista di una verità virtuale nella virtualità reale". E ne evidenzia quindi anche la consonanza storica con "la nuova coscienza ipertestuale" che spazia oggi dalle tecniche classiche alle tecnologie elettroniche , informazionali e telematiche. La molteplicità di tecniche ed esperienze , e lo spirito di ricerca ma anche il senso drammaticamente esistenziale della poetica di Montagnini, trovano cosi' una prima collocazione storica in un contesto e in un ipertesto multimediali divenuti oggi sempre più tendenzialmente internazionali e planetari.

L'artista

Francesco Montagnini è nato a Trino (Vercelli) il 30 agosto 1927 ed è morto a Vercelli il 24 febbraio 1996. Un regesto espositivo selettivamente scritto dall'artista, e pubblicato quindi anche come documento autobiografico nel catalogo, oltre a numerosi altri dati biografici citati nel testo di Lucio Cabutti, consentono di ricostruirne infine il percorso individuale e diversi punti di confluenza tra le vicende personali e l'orizzonte più vasto ed alto della sua creatività.

(Scheda a cura di Cybertinter Team)

Elenco delle opere