Melotti, una poetica della sottrazione

"In una vita media di venticinquemila giorni, un sogno per notte, ognuno capitalizza venticinquemila sogni. Di questi tanti infiniti racconti che cosa lascia?" Fausto Melotti ha scandagliato quei sogni perduti per lasciarci sculture che sembrano architetture d’aria, acquerelli aggraziati come calligrammi, disegni simili a eleganti ikebana. Le opere di questo artista che si diceva allievo non di pittori, ma di Mozart e Bach, mostrano un’impalpabile fragilità; i paesaggi ad acquerello si assottigliano e affinano sino a diventare negli anni ’80 filiformi come tracce di un’idea. Melotti non aggiunge particolari descrittivi, ma sottrae la materia, perché, secondo lui, "l’infinito è uno zero alla rovescia"; le linee, nei disegni come nelle sculture, spesso si incurvano nel creare aeree figure che sembrano risuonare come note posate distrattamente su di un pentagramma. La malinconia lieve che emana dagli elementi compositivi scarni, quasi scheletrici, lascia però trasparire la profonda ironia dell’artista che si annida nelle sue opere, ma anche fra un verso e l’altro delle sue poesie e negli aforismi. Così "un uovo a sghimbescio può essere: / un nudo di donna / l’evoluzione dell’io /un dramma spaziale, / E anche semplicemente un uovo".

Giorgia Meneguz

Fausto Melotti: "Opere su carta" - Galleria Bottega d’arte Repetto & Massucco: corso Roma, 18 - Acqui Terme. Tel: 0144-323379. Orario: mar-sab 9.30-12.30 e 15.30-19.30. Fino al 17 gennaio.

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