Foreste d’alberi dipinti

La personale di Mario Rossello alla Galleria Narciso

"Come ti hanno, albero, spezzato, / come stai dritto nella tua stranianza! / Mille volte hai sopportato / Finché furono in te tenacia e volontà! / Io ti somiglio con le mie ferite, / Non ho tradito la vita offesa / E ogni giorno dalle asprezze subite / Alzo ancora la fronte nella luce".

Nella cultura occidentale si sono sviluppate due differenti concezioni del rapporto uomo-natura: una visione classica che concepisce la natura come rifugio dalla caotica attività cittadina (cfr. ad esempio le "Bucoliche" di Virgilio o il "De Agricultura" di Catone); e la natura tempestosa, in tumulto e ribelle dei Romantici (basti pensare alle liriche di Goethe).

Non è un caso che la visione classica di una natura benigna si sia sviluppata in ambito mediterraneo, dove le condizioni climatiche sono più favorevoli; mentre l’ottica romantica appartiene invece all’ambiente nordico, in cui l’uomo si trova a dover continuamente lottare contro le avversità metereologiche.

Accanto a queste concezioni occidentali, nell’arte, nella filosofia, nella letteratura contemporanee si sente oggi l’influenza anche della scuola di pensiero orientale (soprattutto il taoismo), che vede la natura come il luogo in cui l’energia dell’universo prende forma dando vita a un insieme armonico.

Eppure -per quanto profondamente differenti, o persino opposte- ognuna di queste visioni individua negli alberi una metafora della vita umana: così l’ulivo diviene il simbolo della sapienza di Atena; la quercia dal tronco enorme, e i rami contorti spezzati dal vento rispecchia l’ideale romantico (si pensi agli alberi di Mondrian); mentre l’immagine dei fiori di pesco, che lievi cadono dalle fronde, riflette fedelmente la mentalità orientale (Hokusai).

Mario Rossello inventa alberi: li scolpisce in bronzo, ferro, marmo, vetro; li dipinge con olio e smalti su tela; li ritrae in primo piano, mentre si stagliano nettamente dallo sfondo: a volte sono immersi nella tranquillità della natura, altre volte il vento li scuote, e piega le loro chiome.

Gli alberi di Rossello non sono semplicemente piante, ma uomini: ad ogni tecnica utilizzata corrisponde un tipo di albero differente, ma soprattutto un differente stato d’animo dell’osservatore. Si tratta dunque di metafore che accolgono la complessità delle sensazioni e dei sentimenti umani: la solitudine, l’ira e la rabbia, la tranquillità dello spirito. A questa totale identificazione fra l’albero ritratto e l’osservatore contribuisce anche la semplificazione astratta, che lungi dall’insistere sul dato naturalistico, sposta invece l’attenzione sull’atmosfera spirituale che l’opera comunica: si tratta quasi di una fichtiana armonia fra Uno e Tutto, fra Individuo e Natura.

"Quanto c’era in me di dolce e delicato / Il mondo l’ha ferito a morte, / Ma la mia natura è indistruttibile, / Sono appagato, soddisfatto, / Paziente metto nuove foglie / Sul ramo spezzato mille volte / E a dispetto del dolore resto / Innamorato in questo pazzo mondo". (Hermann Hesse: "Quercia spezzata", da "Il canto degli alberi", Parma 1992, edizioni Guanda).

Wolfgang Cecchin

L’inaugurazione della mostra avrà luogo mercoledì 4 febbraio alle ore 18, presente l’artista. Galleria Narciso, piazza Carlo Felice 18, Torino. Tel: 011-543125. L’esposizione proseguirà poi con il seguente orario: martedì-sabato: 10-12.30 e 16-19.30. fino al 7 marzo.

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