Interattività! Contaminazione! Perché?

Non c’è male come inizio: tre parole, due punti esclamativi ed uno interrogativo. Come segnali stradali, per attirare l’attenzione. Il titolo usato come lazo per acchiappare il lettore, il primo passo per comunicare con lui. Per attirare il pubblico, meravigliarlo, invitarlo a fruire di un servizio, uno spettacolo, un’opera d’arte, per renderlo un tantino interattivo. Poi, per farci conoscere, per fare conoscere i nostri prodotti, usiamo la pubblicità, quel tipo di comunicazione che serve per convincere all’acquisto. Ma i confini sono labili e ci inducono a pensare che in un modo o nell’altro l’interattività serva anche a sbarcare il lunario, ad inserirci nella vita sociale, anche nel mercato. Cosi’ fa capolino il concetto di contaminazione, intesa per ora solo in senso commerciale. Avrete capito che stiamo cercando di entrare nell’argomento per "approssimazioni successive" e con esemplificazioni, per dare qualche risposta. Anche se oggi non si danno piu’ risposte risolutive; non lo fanno gli scienziati, i filosofi , i curatori di dibattiti...Perche’ la realta’ e’ cosi’ complessa che talvolta si risponde ad una ipotesi con un’altra ipotesi, ad una domanda con un’altra domanda. Forse per essere più’ interattivi..? Certo e’ che cosi’ si rischia il dogmatismo dell’impossibilita’ della tesi, e forse si crea quel clima di mancanza di certezze e di valori del quale tutti ci lamentiamo.

Per documentarci abbiamo approfittato delle manifestazioni tenute a Torino in occasione della Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo. L’11 e 12 aprile 1997, alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea si e’ tenuto un simposio internazionale intitolato "L’ombra delle reti". Promosso da Arslab, illustrava "un nuovo modo di creare e di connettersi ibridando i vari linguaggi che le attuali tecnologie rendono possibili e praticabili"; approfondiva il significato dei "codici" e le interfacce ("gli indispensabili elementi di collegamento e di orientamento dell’universo interattivo" ). Per fare un primo esempio di come può essere praticata l’interattività parliamo di "Smell link", di Ennio Bertrand, il progetto per una installazione performativa con la quale inviare a distanza, per mezzo di una rete di comunicazione precostituita (Internet), immagini profumate. Con l’ausilio di postazioni ricetrasmittenti dotate di apposite telecamere e stampanti che utilizzano cartucce di colori opportunamente profumate. Come fanno ad interagire gli sperimentatori? Accettano le immagini delle fotografie ed i profumi delle stampanti facendo una operazione concettuale, accettano in sostanza il codice interpretativo delle macchine che consentono loro una rilettura, una interpretazione della realtà’ con suoi colori e profumi.

In un altro progetto, Netville, in costruzione dal 1994, Giorgio Vaccarino inventa una Città’ Telematica dei Monumenti, con un gruppo di centri, scuole, associazioni d’arte, teatri e architettura. Ciascuno dei soggetti coinvolti e’ chiamato a promuovere la formazione di una rete di Chioschi Multimediali, coordinati sulla base di un progetto unitario, per attivare Luoghi Comunicanti aperti al pubblico in modo che si possa interagire da accessi ubicati in varie parti del mondo.

L’artista-ingegnere Oliver Auber presenta il suo Generator Poietique, "un sistema interattivo che consente a un numero illimitato di persone di partecipare a una sorta di gioco visuale in cui ciascuno crea e controlla una piccola parte dell’immagine globale....forme globali autonome, oscillanti tra l’ordine e il caos, tra il figurativo e l’astratto".

In precedenza Arslab ha promosso importanti manifestazioni su queste esperienze. Basti citare la mostra "I sensi del virtuale", tenuta alla Promotrice delle Belle Arti a Torino nel 1995. Si potevano vedere opere in cui una mano accarezzava piante vere, ed in uno schermo le stesse piante crescevano. La nostra mano si muoveva all’interno di un globo di plexiglas e su uno schermo ci faceva esplorare vedute di un’antica scultura popolare. In un’altra opera toccavamo un tavolo di legno e l’immagine sopra di esso si animava. Muovendoci su un materasso ad acqua partecipavamo allo sviluppo e alle mutazioni di forme artificiali vive su uno schermo. In una installazione di Piero Gilardi, strutturata come una grotta, il pubblico spostava delle sculture-stalagmiti interagendo con il progetto evolutivo di una metropoli che cambiava di aspetto su di uno schermo. Sul catalogo della Fabbri , "I sensi del Virtuale", potete approfondire questi ed altri esempi di interattivita’ che hanno in comune lo stesso messaggio, come precisano gli organizzatori: "Coinvolgere autore e pubblico in un nuovo processo di comunicazione e sperimentare nuove forme di esperienza creativa e interattiva basata sulle nuove tecnologie" . Per avere informazioni sul progetto ArsLab potete raggiungere il sito Internet:

http://www.arpnet.it/~arslab. Il simposio reale "L’0mbra delle reti" continua inoltre nelle pagine di Arslab Boulevard, all’indirizzo http://www.arpnet.it/~boulevard/bulv.html.

Certo, per capire con quale spirito operino questi artisti, bisognerebbe immaginare il giovane Guglielmo Marconi alle prese con i primi esperimenti di comunicazione con in mano le sue prime apparecchiature e le sue prime urla dirette all’amico che dall’altra parte della collina doveva a sua volta rispondere con urla di conferma sul buon esito dell’esperimento tecnico in corso. Senza immaginarsi il futuro di queste sperimentazioni non ci si può’ chiedere: cos’è’ l’interattivita’, la multimedialita’, a cosa servono?

Una risposta ce la da’ Pino Zappalà, in un articolo intitolato "In gioco", sul catalogo della Fabbri " Arslab. I sensi del virtuale" gia’ citato. Partendo dalla premessa che i processi cognitivi, per essere efficaci, necessitano sia della componente intellettuale che di quella emotiva, evidenzia l’importanza del piacere del gioco che presuppone entrambe queste componenti, quindi un alto grado di coinvolgimento ed una intensa attività immaginativa. E’ con questo spirito di gioco esplorativo che gli autori di queste opere tolgono gli strumenti tecnologici dal contesto in cui sono stati progettati e li propongono in una nuova dimensione, "in un nuovo contesto di significati che consente la sperimentazione di un nuovo punto di vista". E promuovono appunto la interattività del fruitore. Interattività che "significa mettere in moto il corpo e attivare i sensi, fungere da interruttore in una esperienza significativa".

 

Sempre nella sala congressi della citata Galleria Civica, il 22 aprile si e’ tenuto un incontro sul tema "Transiti e contaminazioni nella creatività’ giovanile", promossa dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’arte.

All’inizio dell’incontro Michelangelo Pistoletto ha proposto di evitare il rapporto cattedratico tra erogatori e fruitori del convegno sollecitando al pubblico le domande. Gli abbiamo chiesto di evidenziare nei vari temi l’aspetto dell’interattività e la richiesta di questo argomento era ovvia: come non cogliere l’opportunita’ di farlo parlare di ciò che ha messo nelle sue opre prima ancora che se ne parlasse tanto. Lui l’intrerattivita’ l’ha praticata fin da quando, nelle sue opere su specchi, ha fatto entrare il fruitore da attore.

Florent Aziosmanoff, di formazione psicologo, al termine di un intervento molto interessante ed altrettanto difficile per noi, ci ha messo però nelle condizioni di approfondire adeguatamente gli argomenti trattati regalandoci la rivista in francese/ inglese, NOV’ ART (Chateau de l’Eglantine, 78360 Jouy en Josas, France, E-mail: art3000@calvanet.calva.com.fr ) che consigliamo vivamente ai lettori per avere una panoramica internazionale della situazione della ricerca più’ avanzata nel campo della multimedialita’, realtà’ virtuale e networks. Aziosmanoff dirige molte manifestazioni ed eventi, come Etats Généraux de l’Ecriture, organizzati da ART 3000 (Associazione culturale indipendente che riunisce professionisti dell’immagine, della musica, dello spettacolo, delle arti plastiche, che lavorano appunto nel campo della realtà virtuale.

La presenza al convegno di altri importanti esponenti delle varie discipline della cultura internazionale ha dato la testimonianza di come la situazione attuale non coinvolge più le arti visive come ambito specialistico, ma la produzione culturale nel suo complesso. E’ stata evidenziata " l’ attuale condizione della creatività giovanile, la cui caratteristica più evidente è la naturalezza con cui, oltre a mediare e contaminare tra loro orizzonti culturali differenti, vengono adottati modi e caratteri di discipline assai diverse: in una operazione artistica si possono utilizzare contemporaneamente gli strumenti della pittura, della fotografia, del video, della musica, del cd- rom. Stanno mutando, in sostanza, l’arte e gli artisti.

Che dire a proposito degli argomenti che ci siamo proposti nel titolo, guardando il sito di Internet della Biennale Giovani? Ovviamente, del sito http://www.bgart.net ci ha interessato maggiormente la voce MAP, Mutation Art Point, una mappa per la nuova connettività on line, della Sezione Telematica, che ci ha regalato ore di navigazione piacevolissime. E promette molto anche per il futuro. Ma avremmo voluto vedere in questo sito anche qualche immagine digitalizzata delle opere in mostra dei giovani artisti, almeno quelle più significative. Per il piacere di studiarle sul nostro monitor, magari copiarle, rielaborarle nella tranquillità del nostro studio. Per riviverle, per entrare in esse come attori, come ci aveva insegnato a fare Pistoletto nelle sue opere con gli specchi.

Per approfondire questi argomenti avremo certamente bisogno dell’aiuto di qualche specialista di dinamiche psicologiche per chiedergli: "Cosa succede quando anche il pubblico entra da protagonista nelle opere interattive, insieme all’artista, utilizzando le nuove tecnologie di comunicazione?" Sino ad ora l’opera di un artista rappresentava la proiezione della sua visione del mondo, del suo stile di vita, del suo inconscio, ed il fruitore della stessa opera proiettava invece il "suo" vissuto... Per provare a capire ci siamo messi "in gioco", un anno fa , in occasione di una mostra tenuta al Piemonte Artistico e Culturale, con un percorso artistico che ci sembrava si riallacciasse in qualche modo alla concezione di "opera aperta" espressa da Umberto Eco tanti anni fa. Abbiamo pensato di poter contare sul fatto che in tutti noi c’è un po’ di poesia, che ci possiamo scambiare, anche se, per motivi diversi, non siamo tutti artisti praticanti. Cosi’ abbiamo messo in Internet la soluzione virtuale di questa mostra , intitolata "Windows", dicendo al pubblico: " Puoi copiare queste opere , interpretarle ed elaborarle come vuoi, "entrare" in forme, colori, testi letterari, suoni, proponendo soluzioni alternative...puoi anche dirmi ciò che senti, ciò che pensi in proposito". Ed abbiamo lasciato questo invito e le relative opere nella Virtual Gallery al sito del Centro Culturale Ariele:

http://www.arpnet.it/~torre

che partecipa al Servizio Telematico Pubblico della Città’ di Torino. Allo stesso indirizzo, alla voce Ariele Magazine, è possibile leggere per intero questo articolo con le connessioni già predisposte per vedere gli altri siti sopra citati.

Vogliamo provare insieme cos’è l’interattività, la multimedialità,... a cosa servono?

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