"Come non sfuggire al proprio destino"

Una conferenza di Jean Baudrillard al Circolo degli Artisti

"Un tempo un uomo non era quello per cui nasceva di essere, ma Satana e la Chiesa (che rappresentavano Dio), combattevano fra di loro sopra la sua testa. (...) Un tempo eravamo sufficientemente importanti, affinché ci si battesse per le nostre anime. Oggi ciascuno di noi è responsabile della propria salvezza. (...) In assenza di potenze estranee che si occupino di noi siamo forzati a diventare fatali per noi stessi sotto forma di incessante prova della nostra esistenza. (...) Privato di destino, l’individuo moderno sostituisce il destino con una sperimentazione fatale su se stesso".

L’assenza di destino nell’epoca contemporanea e la ricerca da parte degli uomini di un destino fittizio che fornisca loro una qualche prova di esistenza: questo il nucleo della conferenza di Jean Baudrillard, tenutasi lo scorso mese (in data 23 maggio) al Circolo degli Artisti. L’incontro è stato promosso dalla comunità terapeutica Il Porto, che si occupa di trattare e studiare il complesso problema del disagio esistenziale giovanile.

Privato del destino, l’uomo si sottomette giornalmente ad ogni tipo di sperimentazione sociale, politica, cerebrale: i test, le elezioni, i laser, gli scanner. Alcuni si sottopongono a condizioni estreme di esistenza: speleologi, navigatori solitari, arrampicatori nella giungla. Altri testano e contestano il proprio corpo: mutilazioni, body alteration, chirurgia plastica. Ma tutte queste inquisizioni sperimentali fanno sì che l’individuo gradatamente scompaia dal mondo reale, disseminato in innumerevoli realtà ipertecnologiche.

Anche nella sua vita banalmente quotidiana l’uomo ricerca incessantemente i segni di una qualche predestinazione: tutto ciò che ci capita accidentalmente diventa convergenza magica, destinazione volontaria. Essere privilegiati dalla cattiva sorte crea quasi un delirio di onnipotenza, come se il mondo ritenesse il soggetto tanto importante da accanirsi contro di lui.

L’uomo contemporaneo quindi non si pone più il problema del libero arbitrio, di come evadere da una logica di eventi ineluttabilmente preordinati. Oggi al contrario l’individuo cerca ansiosamente e quasi disperatamente i segni di una volontà superiore che lo imprigioni: dunque non si tratta dunque di sfuggire al proprio destino, ma di non sfuggirvi.

 

Bibliografia essenziale

Jean Baudrillard dalla fine degli anni ‘60 ad oggi ha pubblicato più di una ventina di saggi e alcune raccolte di poesie e frammenti. Di questi alcuni:

Il sistema degli oggetti, 1968; La società dei consumi, 1970; Per una critica dell’economia politica del segno, 1972; Lo specchio della produzione, 1973; Lo scambio simbolico e la morte, 1976; Della seduzione, 1979; Le strategie fatali, 1983; Simulacri e simulazione, 1985; America, 1986; La Guerra del Golfo non ha avuto luogo91.

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