Venezia. Anselm Kiefer al Museo Correr

 

Giungendo a Venezia nell’ora serale, un freddo insolito di fine ottobre si infila lesto fra gli abiti e dal traghetto l’acqua del Canal Grande appare ancora più scura. In un primo tempo mi ero prefissato di visitare le chiese della città un po’ appartate e sconosciute ai turisti frettolosi. Mi ero anche proposto di scantonare pigramente per le fondamenta, le calli e i campi dei sestieri periferici, dove ancora si incontrano gli ultimi veneziani con i quali spesso si ha un simpatico scambio verbale. Dal traghetto semivuoto, la città lagunare punta dal gelo appariva monocroma, quasi volesse riservare il colore per stupire e sorprendere il turista alle prime trasparenze del mattino. E così fra il buio e le luci delle case, fra acqua e terraferma, pensai che avrei dovuto apportare una variazione al mio programma. Mi ripromisi cioè di visitare al Museo Correr, nell’ambito di "Venezia Contemporaneo", la mostra di Anselm Kiefer, del quale ebbi a parlare con l’amico pittore e suo connazionale Hannes Hofstetter. La pittura dell’artista tedesco che è tentacolare e complessa , relazionava molto bene con quegli scarti ottici sospesi e intriganti che erano affiorati nella sera ed offrivano spunti per congetture.

Il titolo della mostra di Kiefer, Himmel-Erde (Cielo-Terra), è significativo per comprendere quanto egli costringa nela sua pittura la corposità del mondo, la sfera della ‘conoscenza’ e l’esplorazione misterica del trascendente.

Nato nel 1945, Kiefer si fa carico e interprete del periodo più oscuro del suo paese e ovviamente da questo suo ‘sapere’ nasce una pittura sofferta. Nelle dimensioni tragiche delle sue tele il colore si fa notte ed i lividi binari predisposti per i convogli di morte si perdono tra gli abissi delle crepe materiche, sconfinano sino al ritaglio soffocato dl cielo cinereo.

Ma anche nello scenario di piombo più atroce , nel presagio più sinistro, entità sotterranee, fuochi ardenti di speranza, germinano e pulsano.

Si è quasi storditi dall’immensità di queste terre così angoscianti e devastate, dalle quali pare rigenerarsi la vita in ciclo perenne.

Un ciclo dettato dall’uomo, che è artefice della storia cruenta e che l’uomo artista traduce alimentando speranze.

Quando egli giace ignudo al suolo sotto l’alto cielo stellato in comunione cosmica è simbolo di salvezza, strumento di riscatto.

Dalla sua immagine trasudano nella terra, come limo fecondo, linfa e sapere, una energia vitale che trasmutandosi fa rinascere arcaiche costruzioni, tumuli di pietre, simboli del sacro e del potere e fiori e rami in un flusso creativo. Attraverso il sacrificio simbolico del suo corpo l’artista diviene elemento di contatto e nutrimento di ‘Terra e Cielo’.

Spettacolari immagini di grande spessore poetico suggerite da ispirazione autentica, un fondersi armonico di contenuti, materia e spirito.

Teresio Polastro

 

Venezia- Museo Correr- Anselm Kiefer. "Himmel-Erde". Dal 15 giugno al 9 novembre 1997

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