La situazione dell’Accademia

Intervista al prof. Carlo Giuliano, direttore dell’Accademia

-Quale è la situazione attuale delle Accademie?

"Attualmente il titolo di studi dell’Accademia è come un attestato di partecipazione. Fortunatamente serve ad insegnare. Ma in realtà L’Università, il Consiglio di Stato e il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione nell’interpretazione della legge negava al titolo dell’Accademia l’ammissione alle scuole di specializzazione per la formazione degli insegnanti della scuola secondaria. A seguito di una nostra protesta siamo riusciti ad ottenere l’inserimento. Sono molto stupito inoltre che alcune nostre discipline possano insegnarle anche i laureati del D.A.M.S.".

-Da che cosa nasce la polemica con l’Università?

"Credo che la polemica sia nata perché è previsto un Consiglio Nazionale delle Arti che non rientra nel MURST [Ministero Universitario di Ricerca Scientifica e Tecnologica, n.d.r.].

In tutt’Europa anche in paesi usciti recentemente dalla dittatura, come il Portogallo e la Spagna, oggi esistono le facoltà di Belle Arti. Noi rivendichiamo la nostra autonomia perché siamo noi che ci occupiamo delle Arti: l’Accademia è per definizione il luogo in cui si codifica l’arte e non è necessario che lo faccia l’Università.

Quello che ci dispiace è che queste polemiche partono sempre da Torino. Ben diverso è il trattamento che riceve l’Accademia di Brera da parte dei Milanesi".

-Quale potrebbe essere una specificità degli studenti dell’Accademia rispetto agli studenti del D.A.M.S. o agli studenti di Lettere-discipline artistiche?

"Non è detto che uno diventi un artista perché è stato all’Accademia, al Conservatorio. I nostri istituti servono per dare degli strumenti per decodificare i messaggi che vengono inventati, elaborati, ideati da chi è creativo. I nostri allievi escono competenti nel campo artistico: per tanto vanno impiegati in quel campo. Tutto quello che riguarda la grafica, la scultura, la pittura, la progettazione del design ci riguarda".

-Sono in programma dei progetti interdisciplinari fra gli allievi del D.A.M.S. e quelli dell’Accademia?

"Ho fatto una proposta verbale all’assessore Perone di affidare all’Accademia la gestione del teatro Gobetti, che attualmente è in fase di restauro. L’Accademia potrebbe organizzare sia l’attività del D.A.M.S., sia quelle dei nostri corsi di Scenografia e Scenotecnica, sia quelle del centro studi del Teatro Stabile, per arrivare finalmente ad un laboratorio urbano in un teatro che sta al centro della città a distanze minime dall’Accademia, dal Conservatorio, dalle Facoltà del D.A.M.S. e di Lettere, e poi dal Teatro Regio e dal Teatro Stabile. So che anche Brera sta lavorando in questa direzione e chiede gli stabilimenti dell’Ansaldo alla città di Milano per fare un Dipartimento dello Spettacolo e radunare in quell’edificio i dodici corsi di scenografia dell’Accademia, la scuola di recitazione e di amministrazione teatrale del Piccolo Teatro, il laboratorio di scenografia della Scala e una parte della facoltà di Architettura che si occupa di queste materie. Non vedo perché la città di Torino, che dicono sia un laboratorio (ma gli unici laboratori che vedo sono quelli stradali) non potrebbe pensare a un progetto in questo senso".

-Quali sono le possibilità lavorative che l’Accademia offre, una volta conseguito il diploma ?

"Attualmente il mondo del lavoro è in crisi. Ma i nostri disoccupati per lo meno non hanno bisogno di strutture, come un ingegnere che ha bisogno di una fabbrica: un pittore può disegnare tranquillamente a casa sua... Aver la laurea non ci assicura un lavoro. ma ci permette almeno di gareggiare per un lavoro. Nella libera professione chi pratica il disegno riesce ad adattarsi a molti tipi di attività, perché il disegno apre la mente e sviluppa la manualità".

Wolfgang Cecchin

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