Il bilancio del primo anno di D.A.M.S.

Intervista al Prof. Roberto Alonge, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione e ordinario di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso il D.A.M.S.

-Quale può essere un bilancio dell’attività organizzativa e didattica di questo primo anno di D.A.M.S. ?

"La prima impressione di questo primo anno è che gli studenti sono motivati. Infatti questo, a essere onesti, è un corso di laurea che non presenta enormi sbocchi professionali, al di là di alcune possibilità di sbocco sul piano dei teatri stabili, dei teatri lirici, dei cineforum, degli enti culturali. Quindi la conclusione è che gli studenti che si iscrivono al D.A.M.S. lo fanno essenzialmente per una scelta culturale convinta; sono più motivati, cioè amano le materie che insegniamo. C’è poi un dato consolante che viene da un’inchiesta del D.A.M.S. di Bologna: rispetto alla media generale degli studenti laureati in Lettere (perché a Bologna il D.A.M.S. fa parte della facoltà di Lettere), i laureati in D.A.M.S. riescono comunque a trovare un lavoro prima; probabilmente perché questi insegnamenti, più creativi, sviluppano una capacità di adattamento e di plasticità. Gli studenti sono quindi in grado di "inventarsi" una qualche soluzione nel mondo del lavoro".

 

-Quali sono le eventuali lacune cui cercherete di rimediare?

"Quello in cui siamo carenti è il terreno dei laboratori e degli stages. Questo corso di laurea per vivere ha bisogno di un numero notevole di laboratori. Noi attualmente abbiamo i mezzi, cioè gli apparecchi, ci mancano invece gli spazi, soprattutto in questo secondo anno in cui non abbiamo più il numero chiuso, ma abbiamo 600\700 matricole, contro i 250 dell’anno precedente. In questo il problema D.A.M.S. si inquadra nel problema catastrofico dell’edilizia a Palazzo Nuovo: ci sono 6 facoltà in 40.000 mq, mentre gli standard europei prevedono che un simile spazio sia riservato ad una singola facoltà. Occorre esercitare una forte pressione affinché gli organi di governo dell’Università risolvano il problema degli spazi in tempi brevi. La tendenza è di pensare a complicate soluzioni definitive: come la Manifattura Tabacchi, oppure Collegno, cioè dei campus che saranno pronti fra 10-20 anni. Ma queste sono fughe in avanti: il Rettore deve assolutamente riuscire per il prossimo anno a trovare -solo per le nostre facoltà- 2.000 mq per fare laboratori. I laboratori non hanno bisogno di spazi enormi: basterebbe poter utilizzare le scuole dismesse che ci sono intorno a Palazzo Nuovo".

-A proposito di laboratori: uno dei corsi del D.A.M.S. riguarda l’informatica e la multimedialità.

"Attualmente sono stati attivati al D.A.M.S. un indirizzo di Storia dell’Arte, un indirizzo in Storia del Teatro, uno in Cinema e uno in Musica. Tuttavia è previsto un quinto indirizzo in Linguaggi Multimediali che secondo me è l’unico ad aprire davvero delle possibilità di lavoro (nelle televisioni pubbliche e private, nelle radio, nella produzione di compact disk, di CD ROM, ecc...). Paradossalmente i CD ROM che circolano sul patrimonio artistico italiano sono molto spesso confezionati all’estero. Questo è assurdo: è un patrimonio che abbiamo in Italia e siamo senz’altro più competenti nell’elaborarlo. Abbiamo un ritardo tecnologico. Quindi dobbiamo aprire questo fronte, ma in maniera responsabile. Infatti soprattutto questo indirizzo ha bisogno di macchinari, di locali, ma anche di competenze  per insegnare discipline come Teorie e Tecniche di elaborazione dell’immagine, Metodi e Tecniche di produzione video, Metodi e Tecniche di produzione grafica, Progettazione e produzione multimediali: e quindi abbiamo bisogno di ingegneri e informatici. Lo attiveremo quasi sicuramente nel prossimo anno".

-Nella polemica fra D.A.M.S. e Accademia, la facoltà di Scienze della Formazione avanza delle riserve per quel che riguarda l’equiparazione universitaria delle accademie. In che cosa consistono queste riserve?

"Le riserve non provengono solo da Scienze della Formazione: l’ADUIT ad esempio (cioè l’Associazione Docenti Universitari Italiani Teatro) ha fatto propria questa posizione: ci sembra scorretto che il Parlamento con dei colpi di mano, capitanati poi (se ho capito bene) dall’onorevole Sgarbi, tiri fuori delle equiparazioni fra Università, Accademie e Conservatori. Io non dico di lasciare le cose così come stanno, però l’idea di nominare tutti cavalieri, saltando i passaggi estremamente complicati che ci sono nell’Università, mi sembra assurdo: nel senso che in Università per diventare professore c’è un controllo, una selezione... Nelle Accademie per il momento tutto questo non c’è: non dico che non ci siano persone di valore, dico però che la produzione scientifica del personale delle accademie non è dello stesso tipo della produzione scientifica dei professori universitari. Quindi il fatto di nominare di colpo tutti i docenti dell’Accademia professori universitari mi sembra una pretesa un po’ curiosa".

-Queste riserve riguardano anche la duplicazione del CUN (Consiglio Universitario nazionale).

"A maggior ragione ci sembra presuntuoso pretendere un CUN diverso da quello dell’Università: vogliono l’unificazione con l’Università, ma gli organi di controllo e di orientamento devono essere doppi. Mi sembra assurdo!"

-Dal punto di vista dello studente quale può essere la specificità formativa del D.A.M.S., rispetto all’Accademia?

"Io credo che quello che vada riconosciuto all’Accademia di Belle Arti è che indubbiamente sviluppa una capacità manuale notevole. Quello che io sostengo è che si può studiare una forma di facoltà dello spettacolo di tipo americano dove in qualche modo vadano a riunificarsi le due tendenze: da una parte l’Università, che ha una formazione più teorica; dall’altro lato l’Accademia di Belle Arti, che ha certamente un orientamento più pratico. Nel modello americano ci sono effettivamente queste due compresenze: ad esempio si studia la storia del teatro, ma ci sono anche dei corsi in cui gli studenti sono coinvolti come scenografi, o come attori.. Studiamo allora di fare una facoltà in cui ci sia l’incrocio di queste due competenze, stabilendo che ci sono insegnamenti di un certo tipo e altri di un altro tipo".

-Quindi questa facoltà di spettacolo potrebbe essere un punto di incontro fra l’attività del D.A.M.S. e dell’Accademia...

"Sì: la legge prevede infatti una facoltà di Comunicazione e Spettacolo, che per ora non c’è in Italia: il D.A.M.S. è un semplice corso di laurea della facoltà di Scienze della Formazione a Torino, o della facoltà di Lettere a Bologna. Invece di chiedere l’equiparazione delle Accademie a Università potremmo chiedere di attivare qualche esempio di Comunicazione e Spettacolo e possiamo fare in modo che lì dentro ci entrino anche l’Accademia e il Conservatorio".

Wolfgang Cecchin

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