PUBBLICAMENTE DI DARIO SALANI

 

ANNO CHE VA, ANNO CHE VIENE

Bilanci e auspici per la cultura torinese.

 

Il 1997 si è appena concluso. Proviamo un po’ a riflettere su quello che abbiamo visto in città e dintorni durante l’anno. Per fortuna le promesse fatte sono state in parte mantenute: abbiamo visto una fitta attività espositiva offertaci dalle pubbliche istituzioni. Il Castello di Rivoli ci ha dato la possibilità di vedere ciò che si muove - nel bene e nel male - nell’ambito delle recenti tendenze, da un incontro Warhol-Basquiat-Clemente a un’insolita e interessante lettura della pittura italiana, dalle provocazioni di Cattelan fino agli ultimi vent’anni di Arte Americana (mostra di grande interesse socioculturale). La Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, tra titubanze e frammentarietà gestionali, in perenne attesa di un vero e proprio direttore, a parte una ricca mostra storica sull’informale autre di Michel Tapiè, ci ha offerto mostre pretestuose, didascaliche e frammentarie (vedi Chagall e il suo ambiente). Palazzo Bricherasio, partito due anni fa con ottime prerogative, dopo numerose mostre (poche delle quali davvero riuscite), ha perso buona parte della sua credibilità propositiva.

Lo scorso aprile c’è stata la grande kermesse della Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo: una bellissima festa durata quasi un mese ma priva di riscontri nazionali successivi (la stampa specializzata l’ha praticamente ignorata); è stata definita come una manifestazione di costume più che un vero e proprio evento culturale.

Due promesse non sono state mantenute: la prima riguarda l’oramai mitico (un po’ come la metropolitana) progetto della Casa degli Artisti, la seconda è relativa alla grande mostra dedicata a Christo alle O.G.R. di cui tanto si parlava a inizio anno e che mai più si sono sentite nominare.

Sembra quasi che le iniziative più innovative e interessanti riguardino situazioni parallele, non ancora istituzionalizzate ma finanziate dagli enti pubblici. Progetti trasversali ideati da associazioni e singoli cittadini che sono tesi a promuovere potenzialità e idee del sottobosco della cultura cittadina. Alcuni esempi: l’attività espositiva delle Arcate ai Murazzi, le mostre all’Ex Lanificio Bona a Carignano, le interessanti iniziative a tema dell’Unione Culturale Franco Antonicelli, le Proposte e i Nuovi Arrivi alla Galleria San Filippo, le personali all’associazione culturale Il Salto del Salmone e molte altre situazioni dinamiche e ricche di spunti culturali.

Ovviamente sulla gestione dei musei e degli spazi espositivi pubblici ci sarebbe molto da opinare. Proprio oggi, 29 dicembre 1997, nel pieno delle festività natalizie, mentre scrivo quest’articolo mi informano che, essendo lunedì, i musei rimangono chiusi: i cittadini torinesi hanno il diritto di sfruttare i giorni di riposo per dedicarli alla cultura!

Tuttavia è necessario apprezzare le qualità e rendersi conto degli sforzi fatti dagli operatori culturali (non solo nell’ambito delle arti plastiche) per dare alla nostra città un’importante immagine di luogo propositivo; bisogna spezzare una lancia a favore dell’enorme calderone pullulante di idee, energie e risorse che concorrono all’affermazione della nostra città a livello internazionale. Sperando che il nuovo anno sia ancora più ricco ed interessante rispetto a quello appena terminato, per le arti visive e per l’intera cultura torinese.

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