Incontri del 29 luglio 1997.
Dialoghi tra un artista e un critico. Zopolo incontra Cabutti.
Dal 10 al 16 giugno si sono tenute a Varallo Sesia, nella sede
espositiva comunale di Palazzo Scarognini D'Adda e nella Salita
pedonale al Sacro Monte, le prime due mostre di un ciclo di
rassegne su "Il cielo contaminato" che continuerà nel
prossimo settembre con altre mostre a Vercelli. Il curatore
dell'inziativa, Lucio Cabutti, risponde ad alcune domande
sull'iniziativa.
Varallo Sesia / Palazzo D'Adda
Marco Porta, Mario Giammarinaro, Antonio Carena, Cafra
Perché "Il cielo contaminato?" Il motivo
dominante di queste mostre riguarda il rapporto fra l'uomo come
creatura terrestre e l'alto dei cieli. Un rapporto infinito, che
costella le vicissitudini del genere umano sul pianeta Terra, e
che coinvolge nelle forme più diverse la creatività di
numerosissimi artisti.
Varallo Sesia / Palazzo D'Adda
Othmar Winkler, Rosa Maria Falciola, Enrico Colombotto Rosso, Ennio Onnis, Tullio Regge, Gian Piero Colombo
Perché proprio il rapporto fra la terra e il cielo? Il
sollevarsi dal suolo, il desiderio di volare (magari fino alla
Luna), ossia, in sintesi, il superamento della forza di gravità
sono stati per millenni motivi mitici e utopici. Ma infine, con
lo sviluppo dell'aerostatica, dell'aviazione e dell'astronautica,
sono diventati anche possibilità reali catalizzatrici di nuove
esperienze edi nuovi miti. Il rapporto fra terra e cielo diventa
cosi' un decisivo punto di riferimento per la vita psichica e
spirituale come per lo sviluppo scientifico e tecnologico.
Varallo Sesia / Palazzo D'Adda
Alberto Discanno, Intercity Team
Con quali effetti in campo artistico? Figure alate
dell'immaginario e raffigurazioni di animali e di macchine
volanti, Icaro e i demoni mediterranei e i demoni e gli angeli
cristiani, aeroplani e vedute dall'alto, astronauti e alieni
fantascientifici, seleniti e ufonauti. Ma anche figure che
vincono la forza di gravità e il peso materico, fino alle
immagini computerizzate dell'elettronica e alle percezioni
agravitazionali. Dove anche il celebre saggio di Italo Calvino
sulla leggerezza può valere come lucida chiave di lettura, nel
contesto espositivo delle due mostre di Varallo come in quelo
delle tre mostre di Vercelli.
Varallo Sesia / Palazzo D'Adda
Enrico Colombotto Rosso, Mario Giammarinaro
Perché proprio Varallo e Vercelli? Le due località
sono state scelte, insieme a uno schieramento di artisti, per i
loro significati geografici, storici e attuali, oltre che,
naturalmente, per i loro spazi espositivi istituzionali e non
istituzionali. Ogni mostra viene infatti abbinata alla produzione
di un video realizzato per iniziativa di un gruppo artistico,
Intercity, che sottolinea l' interazione fra le opere di tutti
gli espositori e l'ambiente. Così Varallo diviene il luogo di
possibili rapporti con l'arte dei secoli passati (e con i loro
cieli meno contaminati) visibile al Sacro Monte. La salita
pedonale al Sacro Monte è stata scelta appunto per evidenziare
con la seconda mostra, come in un itinerario virtuale, questo
rapporto fra gli artisti contemporanei presenti nella prima
mostra a Palazzo Scarognini D'Adda e i maestri del passato. La
peculiarità di Vercelli, invece, consisterà nel fatto che una
delle tre mostre si svolgerà nell'hangar di un aeroporto
"storico" in connessione quindi con manifestazioni di
volo, accanto alle altre due mostre nella sede espositiva
comunale del Palazzo Dugentesco e dello Studio Dieci, una
galleria di giovani.
Varallo Sesia / Salita al Sacro Monte
Mario Giammarinaro,Intercity Team, Silvio Vigliaturo
Sono quindi mostre riservate ai giovani? Non soltanto alle proposte di giovani emergenti o ancora sommersi, ma anche e soprattutto a un confronto "ipertestuale" fra esponenti delle più diverse generazioni, senza discriminazioni di età, omologazione, tendenza, scelti però con l'intento di individuare qualità e tensione creativa. A Palazzo D'Adda, per esempio, sono stati esposti in prima assoluta diversi grandi oli su carta di Enrico Colombotto Rosso apparteneti a un ciclo di lavori degli ultimi mesi ancora inedito. E molti altri erano rappresentati da opere non meno impegnative.
Taranto / Castello Aragonese
Renzo Margonari c/o Intercity
Nelle mostre ipertestuali, del resto, la presenza di ogni
artista o gruppo invitato risponde a una precisa logica
interattiva. Nelle due di Varallo, per esempio, sono stati
accostati lavori di Alessandri, Baratta, Bernardi, gruppo Bit
(Being Internet Team), Buratti d'Arcole, Cafra, Antonino Carena,
Francesco Casorati, Gian Piero Colombo, Maria Costantini, Crosio,
Elsa De Agostini, Massimo Delleani, el Neri, Discanno, Falciola,
Fiorini, Giammarinaro, Giraudi, Giulietti, Giacomo Guidi,
Intercity Team, Alexander W. Kosauth, La Gioia, Laterza Benini,
Leale, Lió Yiung-Jen, Luzi, Margonari, Marcello Mariani, Miglio,
Minero, Monaco, Onnis, Paderni, Palumbo, Pesce, Pierpaoli, Porta,
Tullio Regge, Ribaudo, Tedeschi, Tomaselli, Tuninetto,
Vigliaturo, Winkler, Zopolo. Una quarantina di artisti, gruppo
immanentista compreso, con un centinaio di opere.
Taranto / Castello Aragonese
Intercity Team
Oltre alle mostre di Vercelli, vi sono altri progetti in vista? Alcuni di questi artisti, e in particolare Rossana Fiorini, Intercity Team, Rina La Gioia e Remo Margonari partecipano a una mostra di installazioni su "La leggerezza", abbinato al convegno nazionale di studi sull'arte contemporanea "Frontiere", organizzato dall' Associazione artistica culturale " La Misenscène" con la Provincia ed il Comune di Taranto al Castello Aragonese dal 29 giugno al 13 luglio. Altre esposizioni sono già programmate , inoltre, a Trento, Arona e in altre città.
Italo Zopolo
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