Meditazione,1993
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Forse allo stesso modo la pensano i filosofi.....! Comunque stiamo cercando di dire, con il linguaggio delle parole, al quale non siamo molto avvezzi, almeno da dove nascono alcune nostre opere e qual'è la nostra visione del mondo. Qui ci giunge come il cacio sui maccheroni l'articolo di Umberto Galimberti su La Repubblica dell' 1 agosto: "Il giorno in cui gli uomini persero il cielo". Nei sottotitoli: "I miti e gli dei sono stati erosi. Le gerarchie e la stabilita' che consentivano al mondo antico e medievale di orientarsi tra vero e falso sembrano definitivamente saltate. Siamo entrati nell'era del nichilismo.Nasce una nuova etica, quella del viandante"... in cui "il nomadismo è la delusione dei forti che rifiutano il gioco fittizio delle illusioni evocate come sfondo protettivo" e dove "è l'accadimento stesso , l'accadimento non iscritto nelle prospettive del senso finale, della meta o del progetto, a porgere il suo senso provvisorio e perituro."


Dall'alto,1993
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Mentre siamo immersi nelle nostre letture un giorno sbuca di sorpresa una coppia di guardie forestali, maschio e femmina, lei graziosa ma più irremovibile, e ci spiegano gentilmente perché ce ne dobbiamo andare. "Ma come", dice Franco, "Io sono ospite del Sanna da piu' di vent'anni". Io vorrei aggiungere che noi non faremmo mai del male all'isola, che la trattiamo con un rispetto religioso, che io me la porto sempre dentro, ne faccio delle opere che sono sul catalogo che ho in tenda.....non sono bugie. Ma sarebbe inutile e patetico. Del resto sappiamo per esperienza che spesso quando non c'è piu' un leader cambiano le regole del gioco. Meglio andarsene.
In fin dei conti anche qui in campeggio a Porto Pozzo non si sta male. Basta abituarsi ai camper con le verandine che si aprono da tutti i lati, al rumore dei verricelli per calare dal tetto i fuoribordo ed i compressori per gonfiare i gommoni, alle antenne paraboliche che portano suoni ed immagini, ai natanti trasportati a volte via terra, alla piccola discoteca interna, al mini-market con pesce surgelato o in scatola. Qui c'è tutto.
Meglio buttarsi in acqua: tra una bracciata e l'altra, tra rabbia e quesiti insoluti, filosofia e societa', religione, scienze, inspirazione, ispirazione, bracciata..., meditazione, espirazione, bracciata, ... riflessione, input, autput, Anteprima di Windows '95...fino ad incontrare l'immagine in controluce di una bella bagnante che interrompe di colpo il circolo vizioso! Ora c'e' da leggere il libro segnalato nel suddetto articolo da Galimberti: Volpi, Il nichilismo, Biblioteca Universale Laterza, Lire 23.000.

Nichilismo. Mi fa paura il solo termine, perche' so che fa soffrire e per istinto l'ho sempre combattuto. Quindi, con diffidenza, inizio la lettura dall'ultimo capitolo: "Oltre il nichilismo". E avrei voluto che questo fosse il titolo. Per cercare di leggere in positivo, come fa talovolta il pittore che dice la verita' giocando con i colori, in uno sforzo continuo per sfuggire alla morsa del nulla. Volpi, che e' uno del mestire..., dice:"Nutriamo nei confronti del nichilismo la stessa convinzione che vale per tutti i problemi filosofici: essi non hanno soluzione ma storia". Noi, che facciamo un altro mestiere, sentiamo da sempre il fascino e la tentazione di questo tarlo, ed accetteremo la sua compagnia come una sfida. A volte ce lo terremo buono pregandolo di lasciarci almeno il piacere del cielo stellato, a volte cercheremo di inchiodarlo al muro, racchiuso in un'opera, dicendogli per burla: "Se ti nascondi ti scovo e ti rappresento, e se non ci sei ti invento io". Chissa' quante volte ci fara' distruggere le opere che stiamo facendo. Perche' di fronte a lui tutto e' poco significativo, o banale, o comico, o ridondante.. Ma ne finiremo molte, ed a modo nostro ce lo butteremo dietro le spalle.

E pensare che quest'anno, a Coluccia, dopo una terribile siccita' che aveva dimezzato il numero delle mucche, erano seguite pioggie abbondanti allontanando lo spettro della fame. Anche gli animali erano piu' belli, le tracce dei cinghiali ovunque. I vitelli piu' robusti. I tori neri , timidissimi con gli uomini ed arzilli con le loro partner, sempre con le froge arricciate in su e gli occhi rovesciati all'indietro, sprizzanti di vita.
Beato il Sanna, la sua vita un senso lo ha avuto. Non ha costruito nulla, ma da solo ha difeso strenuamente quello che aveva ereditato: un capolavoro al quale non si puo' aggiungere o togliere una sola pennellata senza rovinarlo. Lui, da solo. Adesso vedremo cosa faranno gli altri. Noi cantiamo, nel villaggio globale di internet, nel mondo della tecnologia piu' avanzata, un piccolo mondo di poesia in cui la tecnologia non è mai entrata. E con le mani continueremo ad inventare isole. Magari usando materiali e colori meno antichi della sabbia.

Italo Zopolo


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