40 ANNI DI RITARDI

Sta passando in questi giorni all’esame del Senato la recente proposta di legge (già approvata dalla Camera dei Deputati) circa la riforma delle Accademie e degli istituti superiori di istruzione artistica, dei conservatori e similaria. Il nuovo ordinamento riconoscerà ad essi la stessa dignità di istruzione universitaria, li sgancerà dai licei e dagli istituti professionali. Con una nuova dignità intellettuale si trasformeranno in un Politecnico delle Arti, della Musica e della Danza. In tal modo l’Italia si allineerà a tutti gli altri paesi d’Europa che già hanno una laurea in questo ambito. Riportiamo le resistenze corporative avverse a questo progetto da parte dell’ambiente universitario e le giuste aspettative, da parte delle accademie, affinché si trovi una soluzione a questo annoso problema, come testimoniato nel servizio del nostro collaboratore Wolfgang Cecchin. I nostri lettori possono farsi un’opinione in merito leggendo la mozione approvata dal consiglio di laurea di scienze della formazione dell’Università di Torino circa la capziosità delle loro argomentazioni. Abbiamo già aspettato più di quarant’anni per giungere ad una qualche riforma. Ora è il momento di concludere, possibilmente cercando di superare le cavillosità legate alla spartizione del piccolo potere legato all’assegnazione delle cattedre. Tra l’altro non possiamo pensare che gli attuali docenti delle Accademie possano essere in futuro declassati ad insegnanti di laboratorio. La ricerca scientifica, nell’ambito estetico, con i suoi elementi di creatività e di ingegno, di proposte innovative e di ipotesi di ricadute tecnologichedeve avere almeno uguale possibilità di espressione analoga alla ricerca umanistica, sociale, politica o a quella tecnico-scientifico-applicativa senza che vi sia un primato dell’una sulle altre. Visto e considerato che il nostro giornale si rivolge soprattutto agli artisti del settore della pittura, della scultura, del teatro, della musica e della danza, chiediamo loro di partecipare al dibattito per sapere quale ipotesi propongono per i nuovi scenari dell’ambiente ARTE del prossimo secolo. Colgo l’occasione per salutare e augurare buon lavoro ad un nuovo collaboratore : Teresio Polastro, artista di grande respiro intellettuale, giornalista, critico d’arte. Arricchisce con la sua firma prestigiosa la nostra redazione che si avvale fra l’altro della competenza e della visione internazionale dei fatti artistici di Lucio Cabutti, Claudia Cassio, Willy Beck, Roberto Sacco, Franco Calvetti, Antonio Miredi, Francesco De Caria, Donatella Taverna e tanti altri giovani studiosi pieni di entusiasmo e di disponibilità ad imparare. Sono i nuovi critici che portano una originale visione e un linguaggio più fresco e intrigante al sistema artistico, che vive sempre sull’aggiornamento sul cambiamento e sull’eterogeneità. Continua con questo numero sulle pagine di IRIDE il tema di approfondimento sul CORPO : elemento centrale dell’elaborazione estetica di questo fine secolo. Tramontati tutti i discorsi sul sociale, l’uomo si ripiega su sé stesso per ricercare altri valori con cui traghettare verso un millennio che è alle porte.

Giovanni Cordero

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