Le
pagelle di Tino |
Ci sono dei momenti, degli istanti che durano lo spazio di pochi
secondi, durante i quali il tempo perde ogni significato, si ferma,
quasi congelato. Attimi dove la ragione ti abbandona. Dove avresti
voglia di urlare, ma non puoi, avresti voglia di correre e piangere, ma
non puoi. No, perché la sirena non è ancora suonata, ma tu SAI di
avercela fatta. Mancano 10 o 11 secondi, abbiamo noi il possesso, siamo
sopra di 11 punti. Ma ancora non possiamo gridare. Ed è durante quei
momenti che, in curva, ti passano davanti agli occhi tutte le partite
giocate, tutti gli sforzi dei ragazzi, tutto il cammino fatto per essere
lì adesso. È durante quei momenti che, più di ogni altra occasione, ti
senti uno di loro, uno dei dieci lì sul parquet. È durante quei momenti
che maledici il destino per non averti fatto essere lì, con loro, a
giocartela. Ma proprio mentre stai per dire qualcosa a te stesso,
eccola. La sirena. Al suono della sirena cambia tutto: tutto quello che
hai pensato fino al decimo di secondo prima viene all’istante
cancellato, diventa nulla, svanisce. Vorresti fare e dire tante di
quelle cose che non sai da dove cominciare, per cui ti ritrovi immobile
e muto, mentre intorno a te stanno già urlando tutti. Ci vanno almeno
dieci secondi perché il cervello possa dire al corpo “esplodi”. Ed è lì
che inizi a godertela.
Io
questi momenti li conosco fin troppo bene, ma mai ero arrivato a questo
punto. Qualche senatore della squadra potrà anche ricordarsi di avermi
visto correre in lacrime per il campo dopo una vittoria – a suo modo
storica – contro il Moncalieri di tre stagioni fa. Ma pure questo è
niente in confronto a sabato. Sabato sera è uno di quei ricordi che
restano. C’erano le mie, di lacrime, in mezzo ai ragazzi dopo la sirena,
c’erano quelle del nostro lungo mentre abbracciava il coach. C’era un
uomo di lunga esperienza seduto, immobile, in panchina con la testa tra
le mani, quasi non credesse ai suoi occhi. C’erano una cinquantina di
persone unite dallo stesso spirito che correvano come forsennati per il
campo. E poi c’erano loro, i ragazzi, i protagonisti. Perché ogni grande
tifoso appartiene ad una grande squadra.
Colpevolmente, non ho potuto assistere alla regular season, non facendo
in tempo a farmi un’idea precisa delle potenzialità della squadra quest’anno,
nonostante i miei trascorsi da capo ultras degli anni scorsi, che mi
avevano lasciato comunque ottime impressioni. Ho ripreso la mia
“professione” di tifoso solo per i playoff, trovandomi di fronte ad un
gruppo impressionante, unito e compatto nell’inseguire l’obiettivo,
determinato ad arrivare fino in fondo, con la grinta e la fame che solo
i migliori hanno. Recita un detto che tengo affisso in ufficio: “Il
perdente trova sempre una scusa, il vincente trova sempre una strada”. I
ragazzi questa strada l’hanno trovata. Gli ostacoli da superare sono
stati numerosi, infiniti, difficili. Ma non c’è vittoria più
soddisfacente di quella ottenuta dopo mille battaglie. I cuori dei
nostri leoni hanno battuto all’unisono per una stagione intera, fino a
fondersi completamente nell’ultima partita. Gara 3 contro il San Paolo
è, nel nostro piccolo, come quell’Italia-Germania 4 a 3 che ha fatto la
storia del calcio e che tutti ricordano come la partita perfetta. Per un
momento ho pensato che se in quel preciso istante fossero arrivati gli
alieni e mi avessero chiesto “che cos’è la pallacanestro?”, gli avrei
fatto guardare la partita di sabato e gli avrei semplicemente detto
“questo”.
Ma in fondo, nonostante le belle parole, resto sempre quello delle
pagelle, per cui, pur confortato dalla vittoria finale, ecco cosa vi
siete meritati nel corso di questi playoff.
PISE voto 9,5: guardi l’età media dei compagni e corrughi la
fronte, poi lo vedi giocare e gli over 30 sembrano gli altri. Energia da
vendere unita a grande esperienza. Ci sono eroi che non invecchiano mai
e soprattutto c’è SOLO UN CAPITANO. Monumento
RABINOVIC voto 8: portare palla tra i grandi non è mai facile, ma
sorprende per la disinvoltura con cui affronta il compito. Puntuale e
preciso nel servire i compagni, riesce qualche volta anche a pungere.
Penetra e scarica che è una bellezza. Sicuramente una promessa, per ora
mantenuta. Easy
SIMO voto 8: in difesa torna agli anni ’70 e tira su un muro di
Berlino che non crolla praticamente mai. Lì sotto si fa sempre sentire.
Peccato per la lunetta, come sempre con il fiato sospeso, e per
l’infortunio che lo tiene lontano dalla festa finale. Colosso di Rodi
RANZA voto 8: inizia i playoff un po’ sottotono (causa una
lunghissima sosta per infortunio) e non mette a disposizione le sue
braccia allungabili come sa fare. Si trasforma quando il momento è
decisivo e sfodera alla finalissima una delle sue migliori prestazioni
di sempre. Rubber
DEBLA voto 7,5: quando il coach lo chiama in causa è pronto, non
sta mai fermo ed è sempre lì a disturbare le trame degli avversari. La
tripla nella finalissima, quando quasi nessuno ci credeva, è la
fotografia del cuore Tam Tam. Indiavolato
RIGO voto 7,5: con i primi avversari stenta un po’, poi è
costretto a dare forfait per Borgomanero. Rientra per le ultime fatiche,
ma la caviglia non lo lascia stare un attimo. Si spreme comunque, ma non
riesce, per colpe non sue, ad essere incisivo come è solito fare.
Beckenbauer
VOVA voto 8,5: gioca con un entusiasmo ed una trance agonistica
da serie A. Si mette al servizio dei compagni prima (leggasi integratori
per tutti), durante e dopo la gara (leggasi i cocktail da Dov). Lotta su
ogni pallone e non smette mai di pensare all’obiettivo finale. Zar
BEPPE voto 9,5: contende a Pise il titolo di migliore dei
playoff, la scelta è ardua. Praticamente gli riesce ogni cosa, segna da
dove vuole, prende per mano la squadra da vero leader e si fa sempre
notare. Peccato per qualche calo di concentrazione di troppo. Io sono
leggenda
COSTA voto 7,5: gioca relativamente poco, ma ogni volta risponde
alle chiamate in modo estremamente positivo. Bisognerà migliorare nella
gestione del possesso, ma le prospettive sono davvero più che
confortanti. È la prima vittima del sangria party. Primavera
MARTINA voto 8,5: con i rimbalzi che tira giù ci si potrebbero
riempire due enciclopedie. Dalla lunetta non sbaglia praticamente mai,
come si dice nel calcio può fare reparto da solo. Unica pecca, alle
volte sparisce dalla partita, ma sa sempre rientrare dalla porta
principale. Gigante
ZAMA voto 7: voto basso causa scarso impiego, ma segue comunque
sempre la squadra quando non è impegnato in campo, facendosi notare per
lo stuolo di fanciulle e tifosi caldissimi al seguito. Hooligan
COACH DAB, BOOM BOOM e POGGIO voto 9: “Signori, ho un sogno.
Portare i ragazzi in serie D”. “Nessun problema, lo dia per fatto”.
Nell’immaginario collettivo il colloquio tra il presidente Barla e la
triade deve essere andato così. E se siamo qui lo dobbiamo per una buona
percentuale al loro operato. Locomotive
Menzione speciale per la curva e soprattutto per GUIDO, fermato a
metà stagione dalla schiena, per il continuo sostegno e per l’aver
condiviso con me tutte le emozioni, nel bene e nel male. Per noi voto
10, semplicemente perfetti.
Appuntamento dunque al prossimo anno, con nuovi e più stimolanti
obiettivi. Saremo pure una piccola neopromossa, ma anche il Chievo lo
era… Ora e più che mai FORZA TAM TAM, la curva è sempre presente e
calda, perché, ripeto, ogni grande tifoso appartiene ad una grande
squadra.
by
Valentino Ferro |
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Interviste |
LA PAROLA AI CAMPIONI DEL TAM TAM: SERIE “D”!
Mancano pochi secondi alla fine della gara decisiva quando nel
palazzetto di Venaria risuona l’eco di quello che è stato definito il
“Poropopò” granata dei play-off, sulle note di un brano che grandi e
piccoli in questa avventura hanno cantato a squarciagola (Roberto
Vecchioni e gli Angeli ringraziano): “Forza Tam Tam Alé, Alé Granata…”,
finalmente è arrivata la festa!!!
Intorno a noi, famigliari, fidanzate, gli amici più stretti dei campioni
si lasciano andare! Quanta strada e quanti chilometri percorsi per le
palestre della città e per le strade del Piemonte (e non solo!). La
partita è finita solo da qualche ora, ma basta ascoltare le parole del
capitano del Tam Tam quando i tempi erano ancora troppo lontani da quel
Sabato 24 Maggio per rendersi conto della grandezza dell’impresa, di
cosa questi ragazzi hanno conquistato. Andrea Rigo dice al mitico
Raffaele, accanito sostenitore dei tamburi e primo tifoso di suo figlio
Davide:
“È anche grazie all’entusiasmo delle persone come te che ci siamo
resi conto che il sogno era realizzabile! Mi ricordo ancora quando ti
riempivamo il Galaxi per andare a prendere le bastonate nelle Langhe. O
quando dopo una sconfitta c’era sempre un commento ed un pensiero
ricorrente: – Potete fare di meglio, ce l’avete dentro e dovete solo
trovare il modo di fare uscire la grinta e la convinzione di poter
battere chiunque – (quante volte me l’hai detto e non immagino quante
altre se le sarà sentite Beppe). Tutto questo per dirti che, alla fine,
lo sapevate già prima di noi. Grazie”
Ma cosa hanno pensato i “Campioni della Promozione… in serie D” alla
sirena della vittoria? Abbiamo provato a chiederlo a loro, e le risposte
lasciano trasparire l’eccezionalità dell’evento, la gioia per il
traguardo raggiunto, la fatica per il duro lavoro. Basta ascoltare le
parole del nostro capitano, per tutti il Pise (per pochi, ma veramente
pochi intimi Marco Rasello), sempre molto schivo ai discorsi solenni, ma
che questa volta non può sottrarsi ai microfoni della stampa:
“Non riesco ad esprimere l’emozione che ho provato ed ancora provo.
Rivedo il film della partita almeno una decina di volte al giorno. Mi
trovo ancora ad esultare, magari in macchina da solo come un cretino.
Ringrazio tutti per la gioia immensa, grazie di cuore! Non scherzo per
niente, grazie di cuore! Cosa ho pensato alla sirena? – Voglio
abbracciare tutti quanti, troppo sudato, devo cambiarmi la maglietta! –
E per magia è spuntato Guido con una maglietta nuova e bella asciutta,
geniale!!!”
C’è chi invece, da vero gladiatore, è rimasto in campo sino alla fine
seppur in condizioni precarie, e non è riuscito a nascondere la voglia
di una festa che da circa 6 anni lo turbava ogni notte, il lungo di
ruolo del Tam Tam, Simone Peralta:
“Per prima cosa voglio ringraziare tutti i compagni di squadra e
tutti gli ‘addetti ai lavori’ per il fantastico risultato ottenuto visto
che fino ad ora l’unica cosa che avevo vinto era la sfida a carte sul
bus per andare a Borgomanero contro Ranza e il mitico Ian! Quando invece
è suonata la sirena mi sono detto: – Sto c...o che vado ora
all’ospedale, speriamo che l’alcol basti ad anestetizzare il dolore!”
Ma c’è anche chi ha voluto prendersi una rivincita contro la sorte,
visti gli infortuni della stagione, e in particolare proprio quella
caviglia dolente distorta durante la regular season nel fantomatico
PalaBrione contro quelli che sarebbero stati i nostri avversari della
finale. Così Marco Rabino ha fatto vedere di che pasta è fatto nella
serie decisiva:
“Prima del pensiero post-sirena, questo è il momento ringraziamenti.
Primo grazie a tutta, ma veramente tutta la squadra, per avermi aiutato
e aver creduto in me anche quando, dopo due infortuni, non ci credevo
forse neanche più io. Secondo al coach, perché dopo tanti anni passati
insieme sognando di giocare in prima squadra e non aver potuto
realizzare quel desiderio, ora ci siamo finalmente ripresi quello che ci
spettava. Terzo un ringraziamento speciale a Marco boom boom Bonetto,
per avermi rotto le palle allenamento dopo allenamento, permettendomi di
migliorare molti aspetti del mio gioco, e per tutti i commenti ‘da play’
che abbiamo fatto alle varie partite. Grazie anche al team manager Pier
Poggio che è riuscito a motivarci sempre. Il pensiero alla sirena...
beh... la mente si svuota... lo spazio è tutto per un’enorme lettera
D!!!”
Ma come non dare parola a chi, con il cuore granata più di tutti, con la
sua grande grinta e inventando nel finale di gara 3 con un colpo di
genio quello che in molti hanno definito il canestro di un anno, il
canestro della vittoria, ha contribuito negli anni a rendere questa
squadra un vero gruppo, Marco per tutti Ranza:
“Alla sirena ero davvero felice perché era da quando sono arrivato
che speravo di vivere momenti come questo. Credo che ce lo siamo davvero
meritati perché ci siamo allenati più degli altri, perché nonostante gli
infortuni nessuno ha mai mollato, perché non ci siamo mai arresi
nonostante partissimo tutte le serie sotto di una gara e perché avevamo
più fame e voglia di vincere. […] Non vedo l’ora che inizi la prossima
stagione per dimostrare quanto meritiamo questa serie D”
Ma tutto non è generato dal caso, bensì frutto del lavoro svolto negli
anni, dell’impegno e della costanza, unito a qualche particolare rito
scaramantico, che Andrea Rigo conosce bene, come i couch, simpatico
vezzeggiativo attribuito dallo straniero del gruppo ai componenti della
triade Dab, Boom-Boom, Pier:
“Ho pensato che non capita a tutti di vivere un’esperienza sportiva e
di vita come questa, e mi sono venuti in mente: il DVD di Larry Bird di
Pier; la trasferta in pulmann; Raffaele e nonno con la borsa frigo e la
torta della nonna!; Serena con le carte ‘del bene’ di dragon ball di Ian
sempre in mano, perché portano fortuna; le mutandine di Vladi e la
maglia Ciòffiducia ormai logore (dopo tre serie giunte sempre alla
bella) ed i posti in panchina ed in tribuna assolutamente fissi durante
le finali; le nuove amicizie instaurate tra noi giocatori e con la
curva, sempre presente quando più ne avevamo bisogno (vedi la trasferta
ad Orbassano); il couch che ci annuncia la dolce attesa; le linee della
palestra Modigliani dell’allenamento del mercoledì (ma quante sono?); la
cena ‘pugliese’ che devo ancora digerire… galattica!; il povero
giocatore che ha provato con noi a metà campionato e che con Simo
Gladiatore abbiamo cacciato a suon di mazzate al primo allenamento (il
couch non ci credeva). Questo perché è difficile entrare e stare nel Tam
Tam, un gruppo compatto in cui è indispensabile avere cuore, palle e
voglia di faticare e soffrire insieme, così come ci hanno dimostrato
tutti i ‘nuovi’ di quest’anno, e mi riferisco non solo a Martina, Costa,
Rabba, Massimo, Marco, ma ai couch stessi, che sicuramente all’inizio si
saranno sentiti in difficoltà ma alla fine con il cuore si sono
conquistati il rispetto e l’amicizia di tutti. Che bello ragazzi!!!!!”
Ma quanto questo gruppo sia solido e premi chi lavora sodo, lo dicono le
parole del lungo di razza, Pugliese doc, come la mozzarella che da uomo
d’onore ha portato ai suoi compagni per una indimenticabile cena, per
tutti Martina, per la Brigata “il Fenomeno”, Luca Schiavone:
“Mi sono trovato benissimo con tutti, ho trovato in voi non solo dei
semplici compagni di squadra e allenatori ma soprattutto degli amici!
Adesso dopo un anno passato insieme, allenamento dopo allenamento,
cinese dopo cinese, sono strafelice di aver fatto questa scelta! Un
ringraziamento speciale naturalmente va alla Brigata Manicomio che ci ha
supportati durante tutto questo percorso, a coach Bonetto che ad ogni
allenamento, in ogni minuto di sospensione nelle partite, mi ha
consigliato, mi ha spronato a fare meglio, al grande e unico couch che
mi ha fatto crescere molto non solo come giocatore, ma anche come
persona, che mi ha insegnato a credere nelle mie potenzialità! A Pier
che ha motivato me (e noi tutti) con i suoi discorsi pre-allenamento e
partita, a Guido Caprioglio che nonostante il suo infortunio è rimasto
il nostro primo tifoso!”
Ma MVP di questi play-off, e non si offenda il Pise, è sicuramente il
ragazzo dal cuore d’oro, che quest’anno vincendo tutte le sue paure ha
trascinato da leader la squadra, e il cui talento è sotto gli occhi di
tutti, Davide “Beppe” Bedetti:
“Sai Guido, non è facile spiegare quello che ho pensato al suono
della sirena perché non lo ricordo chiaramente; diciamo che la mia mente
in quel momento era un concentrato di adrenalina e libidine, sentivo il
cuore che continuava a pompare a 1000 e il mio primo istinto è stato
quello di urlare con tutta la voce che avevo in gola e di lanciarmi sul
pubblico ad abbracciare i primi tifosi che mi erano venuti incontro. Poi
mi sono girato verso la squadra e ho visto che alcuni indossavano delle
magliette strafighe con su scritto un ‘... e anDiamo!!’ e lì ho
realizzato che ce l’avevamo fatta... Avevamo vinto... Eravamo in serie
D!!!”
Per concludere credo che vivendo da dentro e da fuori le emozioni e il
calore di questa squadra posso non solo descrivervi quanto sia bella
fuori, perché ci ha fatto divertire e sognare, con momenti di altissima
pallacanestro e grande coinvolgimento emotivo, ma anche quanto sia bella
dentro, per la pazienza di chi ha creduto in noi, per come è stata
costruita, perché composta di ragazzi che hanno sacrificato anni per
questo sport, di ragazzi uniti, pronti ad aiutare se il compagno è
battuto, pronti ad incoraggiarti se hai sbagliato un passaggio, pronti a
festeggiare come fa una squadra di Eurolega quando alla sirena
finalmente è SERIE D.
ALLORA, CHE CONTINUI LA FESTA!
Guido
PILLOLE DALLA BRIGATA
Un interrogatorio da spogliatoio
La stanza è vuota, quando la “Guardia” Sellitti Pier entra chiudendo la
porta, e dirigendosi verso l’imputato Zotta, Andrea, capitano dell’under
17, con voce chiara e squillante chiede:
Pier: “Dov’eri la serata del 24 Maggio 2008?”
Zotta: “Stavo trascorrendo una serata indimenticabile al palazzetto
di Venaria!”
Pier: “C’è qualcuno che può testimoniare a tuo favore?”
Zotta: “Sì, una curva di appassionati di basket che sosteneva una
squadra fortissimi”
Non contento della risposta, fronteggia il suo complice Debernardi
Stefano, playmaker 17enne, con tono di sfida:
Pier: “E tu, ore 23.00 circa del giorno 24 Maggio 2008, ti dice
qualcosa?”
Stefano: “Quarta lettera dell’alfabeto signore!” |
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Articoli,
commenti e contributi |
UFF…, QUESTI PLAYOFF!
C’è chi si prepara nei modi più svariati a una finale decisiva, a un
incontro sportivo che può “cambiare il futuro”. Io e i miei figli, in
attesa di gara 3 contro il San Paolo, giocata sabato 24 maggio alle
20.45 a Venaria, abbiamo deciso (tanto la tv non passa mai niente di
decente) di prepararci guardando il dvd dei finali da brivido dell’NBA.
Quelli, tanto per capirci, dove uno ficca una tripla all’ultimo secondo
tirando dalla sua area o dove un giocatore fa 8 punti in 32’’ riportando
in gara la sua squadra ecc. ecc.
Introduceva
il video una voce fuori campo, che diceva: “Le squadre diventano grandi
lottando contro le difficoltà. I giocatori diventano leggende
rifiutandosi di perdere”.
Il nostro pensiero è andato subito al Tam Tam: dopo aver seguito tutte
le partite di campionato più tutti i playoff (un privilegio che solo
pochi hanno avuto…) ci è subito sembrato che queste parole calzassero
alla perfezione per la nostra ormai ex-Promo. Le difficoltà quest’anno
sono state tante: non sono mancati gli infortuni, quello alla mano di
Marco Rango, alla caviglia e al naso di Marco Rabino, alle caviglie di
Andrea Rigo, ai polmoni di Luca Schiavone, fino alla schiena di Guido
Caprioglio, che non gli ha permesso, purtroppo, di riprendere gli
allenamenti, anche se non ha mai mollato ed è stato presentissimo fino
all’ultimo. Ma, guardando da fuori, ci è sembrato proprio di vedere un
cambiamento profondo della squadra che, grazie anche al grande lavoro
del coach Dabbene e dei suoi collaboratori Bonetto e Poggio, è diventata
sempre più squadra e ha imparato a lottare contro le difficoltà, che
sono state anche strutturali e tecniche: il non avere una palestra fissa
e adeguata dove allenarsi, il doversi confrontare con avversari esperti
e navigati (specie sotto canestro!). Ma se una volta, di poco, si
perdeva, e a volte mancava la reazione finale, ora la mentalità è
diventata vincente, anche se spesso, come nella serie playoff, si vince
solo di misura.
Ora si sa che ogni palla è importante, che se anche gli altri recuperano
non ci si deve spaventare, si sa che in campo bisogna “mordere” e lo si
fa soprattutto con la difesa, si sa che i nomi e i cognomi degli altri
allenatori e giocatori, anche se famosi, non contano. Ora si crede in se
stessi. Ci si concentra minuto dopo minuto sul compito, come le frecce
tricolori durante le loro acrobazie, conservando il sangue freddo e
continuando a lottare fino alla fine, perché in questo sport, più che
mai, la partita finisce un po’ dopo che è fischiata la sirena.
Ora abbiamo giocatori che si rifiutano di perdere, non perché sono
invincibili, ma perché sono una squadra e perché ci credono. Come ci
abbiamo creduto anche noi!
Ragazzi, state diventando leggenda!
Una tifosa |
... il primo pensiero sulla sirena… a tutte le birre bevute da Pise
da quel momento in avanti e alla mia famiglia…
Grazie per la bellissima stagione!
comunque Grande vittoria contro una squadra di tutto rispetto.
Abbiamo raggiunto un traguardo importante per la società, ma soprattutto
per noi stessi, capaci di ribaltare tre turni di playoff
(CREDO+CUORE+BUON BASKET), sono convinto che non ci saremmo mai riusciti
con la sola individualità... la cosa che rende ancora più bella questa
vittoria sta nell'averla raggiunta di SQUADRA con tutti i giocatori
dentro e fuori dal campo.
Un campionato lo si vince in campo, in allenamento, nelle sconfitte, nel
saper accettare un verdetto o una scelta.
Per questo ringrazio nuovamente tutti, perchè nei momenti più difficili
(prima di Natale e a fine girone di ritorno), siamo riusciti a sterzare,
ripartendo alla Grande.
Ora bisogna gustarsi questa vittoria fino in fondo... anche se... non
finisce qui:-)
Grazie a tutta la rosa e allo staff:
Baccarin Massimo (’89)
Bedetti Davide (’87)
Bellardi Marco (’89)
Caprioglio Guido (’83)
Costa Simone (’89)
De Blasio Andrea (’88)
Garau Luca (’89)
Lattanzio Nicola (’89)
Peralta Simone (’85)
Perju Vladimir (’86)
Rabino Marco (’89)
Rango Marco (’83)
Rasello Marco (’77) K
Rigo Andrea (’80)
Schiavone Luca (’88)
Zamagni Giacomo (’89)
Zamagni Stefano (’88)
Pier Poggio – Team Manager
Marco Barla - Presidente
Marco Bonetto – Coach
Davide Barla – Coordinatore Allenatori
Ringrazio la società che ci ha permesso di lavorare con il giusto clima
e i giusti spazi di allenamenti e partite (il fatto di aver giocato i
playoff in un signor campo Crocetta ha reso il tutto ancora più bello e
stimolante per i giocatori stessi).
Ringrazio tutte le persone che hanno seguito la squadra tutto l’anno e
nei playoff. Il tifo è stato fondamentale per il raggiungimento della
vittoria finale.
Ringrazio il minibasket e tutte le giovanili che hanno partecipato alle
nostre partite di playoff. Personalmente mi danno una carica esagerata
anche per il fatto che i risultati di oggi sono stimolo per la loro
attività e per il loro impegno futuro con la prima squadra.
L’importante è divertirsi con questo magnifico sport. Alla Grande!
Coach Marco
|
SERIE D!!!!!!
Da neofita del basket non posso fare commenti sulla tecnica cestistica,
però posso dire che questa squadra mi ha dato tanto anche come tifosa.
Siete stati veramente fantastici! È bello vedere lo spirito di squadra
che esce sempre, che tutti i giocatori sono importanti, che nella
squadra c’è equilibrio e ognuno emerge al momento giusto.
Quando ci sono state le sconfitte, hanno sempre cercato di imparare dai
loro errori, senza dare colpa a infortuni (che pure ci sono stati) o
alla presunta “incompetenza” degli arbitri. È questa la forza del TAM
TAM, mai eccedere in presunzione, abbassare la testa e lavorare per
migliorarsi e per trasmettere ai ragazzi il messaggio che bisogna
lavorare su se stessi per perfezionarsi.
È stato davvero bello soffrire con loro nei momenti più difficili e poi
festeggiare questa bellissima vittoria!
SERIE D! Ancora non me ne capacito! Durante tutto l’anno hanno dato
tanto, si sono allenati molto, hanno dato tutto: è stato questo, che ha
fatto sì che il pubblico li seguisse con passione e si facesse
“prendere” così tanto dalle partite. È stato veramente entusiasmante! E
dopo aver affrontato l’ultima partita con il batticuore, alla sirena una
grossa emozione e anche un po’ di commozione: il sogno di tutta una
stagione finalmente realizzato!
Ed è stato bellissimo anche poter condividere queste emozioni con i
compagni di tifo! Non posso infatti dimenticare che è anche grazie al
legame che si è stretto sui gradini delle palestre che è cresciuto
l’attaccamento alla squadra! Tra un palloncino e l’altro da gonfiare
sono nate nuove amicizie che accrescono ancor più l’impresa del gruppo.
Grazie a tutti: ai giocatori & ai coach, ai dirigenti, alla Brigata e
agli altri componenti della curva!!!!!
Siete grandi!!!!!
Sere |
Essere
genitore è sempre un compito arduo. Si cerca di accompagnare e
partecipare alla crescita dei bambini. Spesso i giorni sembrano tutti
uguali e non si riesce a dare un senso a ciò che si fa quotidianamente.
Si ha paura che gli sforzi fatti non siano sufficienti a far sì che i
nostri bambini crescano in modo semplice, sano. Lo sport è sempre
un’ottima risposta ai mille interrogativi.
Facendo parte di questa associazione ci si rende conto che le cose
possono essere diverse! Anche per noi genitori! Finalmente abbiamo la
dimostrazione che c’è una “BUONA” anzi “OTTIMA” gioventù, e non, come
tanta gente dice accomunando in negativo un’intera generazione, che
ormai i giovani sono privi di ideali, senza interessi, annebbiati da
alcool, droga e violenza.
Giovani puliti ce ne sono in quantità, e la dimostrazione sportiva è la
migliore. La squadra del TAM TAM la serie “D” l’ha guadagnata con fatica
e sudore, giocando il campionato di Promozione a buoni livelli ed
affrontando nei playoff ogni avversario per ben 3 volte e arrivando alle
gare contro il San Paolo avendo mantenuto la concentrazione anche
giocando tante partite in pochi giorni.
La squadra TAM TAM la serie “D” l’ha strameritata giocando sempre
pulito, non lasciandosi mai tentare da comportamenti disonesti o
scorretti. Noi abbiamo avuto il piacere di seguire tutte le gare dei
playoff (esclusa l’impossibile trasferta a Borgomanero) e, con piacere,
abbiamo potuto constatare un costante aumento della tifoseria, a partire
dai piccoli TAMTAMMINI fino a nonni e nonne agguerriti sostenitori, che
hanno sostenuto la squadra con crescente affetto.
La sofferenza di vivere gli ultimi minuti di ogni incontro si percepiva
nell’aria ed è stato bellissimo sentirsi uniti per raggiungere la meta
da noi tutti desiderata: “SERIE D”
Forza ragazzi, siete i migliori!!!!!!
Due mamme del 2000 |
Sono passati ben sette giorni e ancora non riesco a capacitarmi di come
questi ragazzi abbiano potuto vincere la finale contro il San Paolo.
Tutto è cominciato ad ottobre perdendo contro il Grugliasco di quattro
punti. Niente può iniziare peggio e niente può finire meglio. Sembra
un’avventura iniziata anni fa ma è passato solo qualche mese. Quando
però hai le carte in mano per vincere nulla ti si può ritorcere contro.
La nuova squadra e il nuovo allenatore hanno dimostrato di essere
all’altezza della situazione. La cosa più bella è stata poter vedere i
giocatori prima e dopo le partite: è stato troppo bello vedere la
convinzione nei loro occhi. Ci sono stati momenti belli (Simone che fa
quattro su quattro ai tiri liberi in casa San Paolo, Beppe che segna da
tre a due minuti dalla fine contro il San Paolo, Vova che recupera un
pallone quando erano tre contro uno in casa Borgomanero, Schiavone che
prende rimbalzi su rimbalzi e Ranza che segna in un modo mai visto prima
e tante altre cose strabilianti) e momenti brutti, ma tutto questo ha
aiutato ad unire ancora di più la sqadra e secondo me è stato questo
l’obbiettivo finale dei play-off, oltre alla vittoria.
Ian |
Noto un clima di grande esaltazione… forse troppa !? Speriamo favorisca
un impegno sempre maggiore, altri traguardi ci aspettano. Auguro a tutti
stesso successo anche nelle attività quotidiane.
E poi sarebbe bello, in questo momento di felicità e di gioia dare
qualche esempio di solidarietà e ricordare che esistono anche persone
meno fortunate di noi.
Un mese di tensione, di sofferenza, di emozioni con 9 partite di
play-off tutte giocate punto a punto, con un crescendo di forma fisica
sino al successo nell’ultima partita contro il San Paolo. Fin
dall’inizio ho avuto l’impressione che la vittoria era alla nostra
portata. La partecipazione del numeroso pubblico era splendida e
intensa, dominava il palazzetto di Venaria. L’inizio della partita era
irresistibile, 20-2 nei primi minuti… non credevo ai miei occhi. I
ragazzi giocavano con una sicurezza mai vista prima. Tutto alla grande
ma… il San Paolo reagiva con orgoglio e cercava di recuperare lo
svantaggio. Aumentava quindi la tensione e cresceva la paura di
compromettere tutto quanto dopo aver condotto sempre in testa la
partita. I ragazzi resistevano agli ultimi assalti con una difesa
eccezionale e accompagnati dai tifosi esaltati vincevano con 11 punti di
vantaggio. Trionfo Tam Tam. La serie “D” è conquistata. È iniziata la
meritata festa con la bandiera Tam Tam che ora sventola in alto.
Oltre la prestazione dei singoli, protagonista è stata sicuramente la
Squadra, il Gruppo, la Società Tam Tam nel complesso. Una bella
dimostrazione a tutti che “l’unione fa la forza” e uniti si è sempre
vincenti. Tutti hanno dato il massimo, stimolati da allenatori e
dirigenti. Un successo che ha origini lontane, costruito anche con il
contributo di tutte le squadre Tam Tam. Quanti allenamenti, quanti
sacrifici, quante energie… la società ha sempre continuato a crescere e
tutti gli anni si è migliorata. Oggi si raccolgono i frutti del lavoro
costante svolto da tutti nel tempo e la serie D è il premio meritato.
Complimenti.
SEMPER AD MAJORA! Tam Tam olè!
Raffaele Bedetti |
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Qualche e-mail ricevuta |
Salve a tutti sono Paolo Di Gioia e gioco negli under 17 del
Tam Tam !!!!!!!!!! posso solo dire che mi è dispiaciuto nn
essere venuto a Venaria a tifare anche se sono andato a
tutte le altre partite...mi rendo conto che sia stata la
partita più importante dell'anno e che il Tam Tam si sia meritato
l'accesso alla serie D!!!!!!!!!!!!!!!!!!! un'altra cosa
essenziale:nelle regole d'oro dovevate anche mettere che il
passaggio alla serie D è grazie anche alla BRIGATA
MANICOMIO,di cui io ne faccio parte!!!!!!!! quindi
bisognerebbe ringraziare il tifo che ha messo in campo la
brigata per far vincere la prima squadra. Dunque dovremmo
dare i ringraziamenti più sinceri a tutti i componenti della
brigata che sono: Andrea Zotta, Paolo Di Gioia, Nicolo Ghibaudi,
Alessandro
Infortuna, Alessandro Galateri, Lorenzo Billero, Zanin Daniele,
Nicolo
Fagone La Zita, Alberto Ceria, Mattia Bosco, Pierluigi Sellitti
che vi seguiranno con il tifo anke in.....SERIE D!!!!!! per
favore pubblicatela è IMPORTANTE!!!!!!!!! P.S. FORZA TAM TAM
E FORZA BRIGATA MANICOMIO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Ehi... Ehi... Ehi...
Non volete mica che mi perda il treno dei ringraziamenti !
Sarò rapido perchè scrivere non mi viene bene come fare i ganci di
sinistro.
Non riesco ad esprimere l'emozione che ho provato ed ancora provo.
Rivedo il film della partita almeno una decina di volte al giorno.
Mi trovo ancora ad esultare.. magari in macchina da solo come un
cretino.
Ringrazio TUTTI per la gioia immensa.. grazie di cuore !
Non scherzo per niente GRAZIE DI CUORE ! |
Ora a freddo posso scrivere più quietamente, le
parole a caldo le ho lasciate a basketcafè, (mi hanno rimproverato x
essermi esaltato troppo)....ma come non esaltarsi???????? Come non
farlo x le bombe di Bedetti??? Come non farlo x i rimbalzi
cattivissimi di schiavone?????????????? Come non farlo dopo aver
visto un gancio sinistro del Pise entrare perfettamente???? Come
dopo un tiro cadendo di Ranza?????????
E' IMPOSSIBILE
Sui giornali hanno scritto che questo risultato non era atteso ad
inizio stagione.... ma come??????? IO C HO CREDUTO FIN DALLA PRIMA
PARTITA,
C HO CREDUTO DAL GIRONE DI RITORNO DELL'ANNO SCORSO, C HO CREDUTO
QUANDO HO VISTO IL PISE FARE PREPARAZIONE ATLETICA A SETTEMBRE:-)
e forse è proprio questa la cosa fondamentale CREDERCI i nostri
ragazzi ci hanno creduto da inizio stagione, quando ogni goccia di
sudore cadeva dalla loro fronte mentre si allenavano, quando si
prendevano "mazzate" in partita, quando viaggiavano in pullman x
Borgomanero........
e allora possiamo dirlo: ora ci siamo anche noi....SERIE D STIAMO
ARRIVANDO.
Godetevi la festa ragazzi xchè tra un po' di tempo verrò a rubarvi
il posto!
Andrea Zotta (capitano dell'under 17 e ultrà numero 1) |
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Rassegna stampa |
Il Corriere Sportivo - 25 Maggio
2008
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