Umanità nella tragedia. I Vigili del Fuoco nella seconda guerra mondiale

LE FALSE SUGGESTIONI DI UNA GUERRA VITTORIOSA

Siamo ormai nel 1941, anno in cui, come è già stato detto, i Corpi dei Civici Pompieri, con la Legge Reale 27 dicembre 1941, n. 1570, confluirono nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, diretto dal Ministero dell'Interno.
La guerra era scoppiata e con essa tutti i gravissimi problemi che ogni guerra si porta dietro: lutti, distruzioni e fame.
I comuni più industrializzati vennero continuamente martoriati dai bombardamenti degli alleati.
Torino è stata una delle città che più di altre ha patito duramente le pene di una assurda guerra. Nella notte del 12 giugno 1940, solo due giorni dopo la dichiarazione di guerra, caddero assieme alle prime bombe su Torino anche le facili illusioni di una rapida vittoria.
Ore 1,30 del 12 giugno 1940. Inizia per Torino e per l'Italia il Secondo Conflitto Mondiale.
Per i bombardieri inglesi il disimpegno di questa prima missione si rivelò piena di rischi ed incognite; 1600 miglia era la distanza totale da percorrere tra l'andata e il ritorno, le Alpi da sorvolare due volte con le loro pericolose correnti, il freddo intenso all'interno dei velivoli non ancora pressurizzati.
Molti aerei da subito abbandonarono l'impresa, 12 proseguirono per Torino, 3 per Genova ed uno andò disperso forse sulle Alpi.

Gli approssimativi mezzi di puntamento non permisero ai piloti di raggiungere gli obiettivi immediatamente. Ad aiutare i piloti della RAF nell'individuazione di Torino, fu comunque la contraerea posta a difesa della città, che entrata in azione prima del tempo, per giunta inefficace per la quota mantenuta dagli aerei incursori, divenne per loro un sicuro punto di riferimento.
Raggiunto l'obiettivo presunto, dai portelloni si sganciarono 44 bombe che subirono però una notevole variazione di traiettoria, a causa delle loro ridotte dimensioni, e per i seimila metri che dovevano percorrere fino al punto di impatto, tanto da portarle di alcuni chilometri fuori dalla direzione di lancio.
Alcune caddero in aperta campagna altre furono sospinte su alcune case di via Priocca, di via XI Febbraio (oggi corso), zone limitrofe alla nostra vecchia Caserma Centrale di Porta Palazzo.
Le bombe causarono, tra l'incredulità generale, una prima strage di gente destata di soprassalto dal lacerante suono delle sirene antiaeree, immediatamente seguite dallo sgancio delle bombe.
Per gli aerei incursori era stato relativamente semplice scaricare il loro micidiale carico su Torino, pressoché indifesa ed esposta a qualunque attacco dal cielo.
Questa di seguito fu la prima relazione di guerra compilata dai Vigili del Fuoco di Torino, all'indomani: "Alle ore 1,32 circa è stato richiesto un servizio in via Petrarca n. 30 allo stabilimento Carello, ma il personale che è accorso non ha potuto constatare che l'incendio stesso era stato causato da bombe poiché nelle vicinanze non si è trovato traccia di esplosioni.
L'incendio è stato lieve. Poco dopo l'allarme, cinque bombe sono cadute contemporaneamente a meno di cento metri dalla Caserma Centrale di questo Corpo, e precisamente presso il gazometro della Società Gas (allora in via XI Febbraio, dove oggi esiste la Sede Centrale dei Vigili Urbani n.d.a.).
Questo Comando ha subito mandato una squadra e poi un'altra, che con getti d'acqua hanno provveduto a raffreddare le lamiere del gazometro e le strutture portanti di esso per impedire che il contorcimento delle lamiere stesse, rendesse impossibile il regolare abbassamento della campana con conseguente pericolo di scoppio; infine insistendo nel raffreddamento, in unione col personale della Società del Gas, opportunamente intervenuto, si è provveduto a tamponare con argilla i fori e quindi al definitivo spegnimento del fuoco eliminando così il grave pericolo dello scoppio del gazometro. [...]
Alcuni feriti nelle vicinanze della caserma sono stati trasportati in un primo tempo o si sono recati da loro stessi, nella Caserma Centrale di questo Corpo che era il locale più prossimo allo scoppio più grave".

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