Umanità nella tragedia. I Vigili del Fuoco nella seconda guerra mondiale

Mentre i lavori di scavo e di edificazione come è stato detto, vennero eseguiti da un ristretto gruppo di vigili del fuoco specializzati negli scavi di pozzi e di gallerie.
Oggi ciò che rimane del rifugio della Caserma Centrale, ridotto nella sua lunghezza a causa dei lavori per la costruzione di un edificio, presenta ancora un ottimo stato di conservazione, segno evidente della buona qualità dei materiali ma soprattutto dell'esecuzione dei lavori.
I lavori di costruzione durarono circa quattro mesi, da febbraio a maggio del 1943.


I MEZZI

Il veicolo che più di altri ha caratterizzato il servizio antincendio - e continua tuttora a farlo - è sicuramente l'autopompa, simbolo dei pompieri, entrata prepotentemente nell'immaginario collettivo.
Essa con la sua potenza, la versatilità d'impiego, l'autonomia e se vogliamo anche la gradevolezza delle linee estetiche, ha sempre rappresentato il metro di comparazione di una moderna ed efficiente organizzazione.
Nelle manifestazioni e nei vari concorsi pompieristici che si sono svolti dalla fine del secolo scorso sino ai nostri giorni, anche se in maniera diversa, l'autopompa è sempre stata l'oggetto del quale essere orgogliosi dell'appartenere a questo o quel Corpo Comunale di Pompieri.
Non di rado possiamo osservare nelle vecchie ed ingiallite foto d'archivio, il pompiere o la squadra dei pompieri ritratti mentre erano seduti "a cassetta" sull'amato mezzo, orgogliosi di farlo in atteggiamento marziale, come a suggello - e qui non s'inganni l'osservatore - di un'intesa che andava ben oltre il semplice vezzo o frivolezza.
Dall'intesa con l'autopompa, condizione imprescindibile, come dalla sua efficienza, è sempre dipeso il destino dei soccorsi come degli stessi soccorritori.
Una simbiosi perfetta, un tutt'uno tra "uomini e macchine, gli uni e gli altri perfettamente armonizzati"; l'uomo immobile ed impassibile con il suo elmo lucido e perfettamente calzato, e il mezzo sempre lustro e col motore che "gira come un orologio", trattato con amore, presupposto indispensabile per rispondere al meglio allora come oggi, al "nemico" sempre in agguato: il fuoco.

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