Umanità nella tragedia. I Vigili del Fuoco nella seconda guerra mondiale
La polizia segreta tedesca che da tempo nutriva forti sospetti su una certa attività clandestina dei vigili, arrivò alla cattura del "gruppo di punta", per un eccesso di imprudenza commesso da qualche elemento. Inoltre le continue requisizioni di automezzi - 15 dal marzo all'ottobre 1944 - da parte di gruppi partigiani sempre ai danni dei vigili del fuoco, sicuramente insospettì la Gestapo di una certa connessione tra la sottrazione dei mezzi e il comportamento eccessivamente arrendevole dei vigili di fronte agli atti di sabotaggi. La molla scattò il 25 ottobre appunto, dopo che: "Ieri sera tra le ore 19,30 e le 20 da parte di ignoti, approfittando dell'intervallo tra una ronda e l'altra, è stata rubata, mediante scasso di una porta delle autorimesse della nostra caserma centrale di corso Regina Margherita 126, un nostro autocarro targato V.F. 2958, attrezzato con materiale antincendi. Del fatto è stato avvertito immediatamente il Comando Militare di Torino il quale ha avvertito tutti i posti di blocco". Gli uomini catturati furono Giovanni Bricco, Walter Bottoni, Giulio Boero, Renato Berra, Giuseppe Barone e Angelo Cimalando. Giovanni Bricco venne inviato a Mauthausen mentre tutti gli altri vennero inviati nel campo di concentramento di Gries nei pressi di Bolzano. Gli ultimi quattro vigili riuscirono a fuggire prima dell'insurrezione del 25 aprile e a ricongiungersi con i loro compagni di lotta il 25 aprile 1945. Bricco invece sarebbe tornato a guerra finita. Pochi mesi dopo, il 12 giugno, venne arrestato presso la Casermetta "Martinetto" Giovanni Mantelli perché sospettato di attività partigiana. Portato all'Albergo Nazionale sede delle SS, dove tentarono inutilmente di farlo parlare, venne successivamente internato nel campo di concentramento di Gaggenau (Baden-Baden). Si salvò solo grazie all'aiuto di un medico russo che riuscì a farlo dichiarare ammalato di tubercolosi. La falsa certificazione gli permise di rientrare in Italia poco prima di essere mandato a morte col gas. Rientrò nel nostro paese il 1° maggio del 1945. Sullo stesso merci che lo portava in Germania si trovava Carlo Arduino, vigile del fuoco di Grugliasco, e Giovanni suo padre. Altri vigili ancora furono deportati in campi di concentramento e non più tornati: Francesco Aime, Gian Carlo Fissore. Dunque a partire dal settembre 1943 iniziò una massiccia fuga di vigili. Molti per aggregarsi alle bande partigiane, altri, in numero esiguo, per sfuggire ai bandi di arruolamento. Alcuni vennero denunciati al Tribunale Militare, seppur in numero minimo rispetto ai casi reali di abbandono, e questo grazie alla copertura del Comandante Moscato, che garantì sempre un ottimo scudo a difesa dei suoi uomini. Le perdite per la "Pensiero Stringa" non furono numerose, soprattutto se poste in rapporto alle azioni compiute. Grave e numeroso fu invece il contributo di vite umane pagato dai vigili del fuoco inquadrati nelle formazioni foranee. Il lungo e triste elenco si apre con Antonio Appino per proseguire con: Rinaldo Ballari, Cesare Giudici, Luciano Schierano, Carlo Bensi, Pietro Rolle, Rocco La Rotonda, Domenico Chiabotto, Pensiero Stringa, Giovan Battista Fontana, Franco Ferrero, Mario Grandi, Remo Bretto, Giovanni Rigassio, Elio Di Blasi, Giacinto Lorenzale, Giovanni Audino, Carlo Lachello, Ugo Borri, Ermete Voglino, Alberto Caudana, Giovanni Galletto, Giuseppe Bovero, Mario Neirotti, Antonio Dall'Osto, Giuseppe Gibellino e Angelo Ozzella. Internamente alla Caserma Centrale dei Vigili del Fuoco la situazione era ormai saldamente in mano alla VI Divisione e alla brigata sappista. Tutti i centri di comando erano stati occupati dai suoi dirigenti. Gli ufficiali vicini al regime vennero tutti arrestati ed esautorati delle loro funzioni di comando. Lo stesso Comandante Moscato, seppur nota la sua posizione a favore dei resistenti, fu ugualmente spogliato dei suoi poteri di Comandante, almeno fino al pronunciamento della "Commissione di epurazione" istituita immediatamente dopo la Liberazione. Il Comandante Guido Moscato dal 23 aprile venne temporaneamente sostituito dal vigile Renato Odone nome di battaglia "Giulio" Comandante della VI Divisione. Questo il suo messaggio ufficiale di insediamento.

"COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE ALTA ITALIA
CORPO VOLONTARI DELLA LIBERTÀ'
COMANDO DELLA DIVISIONE TORINO

23 BRIGATA CELERE "PENSIERO STRINGA"

In data odierna, 23 aprile 1945 ore 17, la VI Divisione Torino, occupa la caserma, dell'83° Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, e ne assume il controllo, a tutti gli effetti, coadiuvata validamente dalla 23 Brigata "Pensiero Stringa" prevalentemente composta da elementi partigiani, appartenenti da tempo all'83° corpo stesso.
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