L'ATTIVITA'
PARTIGIANA DEI VIGILI DEL FUOCO
Alle azioni slegate e disomogenee che caratterizzarono il periodo settembre
1943/maggio-giugno 1944, i vigili riuscirono a darsi un'organizzazione funzionale
ed efficiente, tanto da essere in grado nell'agosto del 1944 di costituire
una Brigata Celere la 23°, denominata "Pensiero Stringa" dal nome di uno
dei vigili caduti in combattimento. La Brigata "Pensiero Stringa" fu quindi
tra le prime brigate sappiste a formarsi sul territorio cittadino. Forte
della determinazione dei suoi organizzatori e dei componenti che seppero
sfruttare al meglio le enormi risorse del Comando dei vigili del fuoco,
in breve si affermò come uno dei più agguerriti gruppi di partigiani non
solo sul territorio cittadino,
grazie anche all'opera infaticabile di Renato Odone nome di battaglia "Giulio",
intelligente e preparato organizzatore della lotta clandestina fra le fila
dei pompieri. Nella relazione introduttiva abbiamo visto che nelle diverse
caserme cittadine si erano costituiti dei distaccamenti della brigata. E
questa capillarità di forze, permetteva loro di compiere numerose azioni
anche nel territorio provinciale. La direzione della "Pensiero Stringa"
venne affidata all'Ing. Sergio Bellone nome di battaglia "Claudio"; il comando
al vigile Bricco Giovanni nome di battaglia "Roberto", ma solo per breve
tempo, perché poco dopo venne arrestato e trasferito nel campo di concentramento
di Mauthausen. L'11 agosto 1944 nel corso di un rastrellamento a Pianezza,
a pochi chilometri da Torino all'imbocco della Valle di Susa, furono arrestati
dai tedeschi i vigili Giuseppe Racca e Domenico Busetto Doro, in servizio
al Distaccamento del "Bonafous", mentre prendevano accordi con il Commissario
della III Divisione Valli di Susa. Dopo alcuni giorni di reclusione alle
Nuove, vennero scambiati con alcuni prigionieri tedeschi nelle mani dei
partigiani. Ottenuta la liberazione Racca e Busetto Doro si unirono immediatamente
ai partigiani. Racca, nome di battaglia "Turbine", entrò nella 105° Brigata
Amendola. Busetto Doro, nome di battaglia "Pola", si unì invece alla IV
Brigata S.A.P. Garibaldi, operante nella zona di Venaria Reale, diventandone
in seguito comandante. La sua intelligenza fu essenziale nei giorni della
liberazione di Venaria, evitando alla città le stesse atroci ritorsioni
fatte dai tedeschi in ritirata a Grugliasco e in altre città della provincia
nell'aprile del 1945. L'azione cospirativa delle brigate sappiste esponeva
gli uomini che ne facevano parte ai continui pericoli di rappresaglia da
parte dei nazifascisti. Le rigide misure precauzionali che venivano prese
dai componenti e da chi era a conoscenza dell'attività, a volte venivano
meno, e tra le maglie intessute a protezione dei resistenti filtravano delazioni
e indiscrezioni, accompagnati spesso da errori fatali, tali da mettere a
rischio non solo l'incolumità dei singoli, ma l'intera struttura organizzativa,
per giungere infine in taluni casi all'annientamento della brigata. Ne è
la riprova la decimazione dell'intero gruppo dirigente della 23° Brigata
"Pensiero Stringa", avvenuta nella notte tra il 24 e il 25 ottobre 1944,
ricomposto non senza rischi e fatica pochissimo tempo dopo.
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