Umanità nella tragedia. I Vigili del Fuoco nella seconda guerra mondiale

Il patrimonio edilizio privato subì a Torino un vero disastro; su 217.562 abitazioni censite prima della guerra, ne furono distrutte o danneggiate ben 82.077 circa il 40 % del complesso delle abitazioni. Anche il complesso produttivo e terziario della città subì gravi danni. Le ndustrie distrutte e danneggiate furono 1018, i locali ospitanti attività commerciali distrutti e danneggiati furono 10.424 su un totale di 29.016. A completamento del quadro statistico riportiamo le cifre relative ai danni subiti dal patrimonio religioso, culturale e di svago della città. Le chiese distrutte o devastate furono in totale 29; i locali ospitanti il patrimonio culturale cittadino, comprendente musei, biblioteche ed altro, danneggiato o distrutto ammontarono a 129; i locali di pubblico spettacolo 64. Vanno aggiunte a queste cifre le diverse centinaia di locali distrutti, adibiti a laboratori, magazzini, autorimesse, ecc. Gli interventi di soccorso compiuti dai vigili del fuoco dall'inizio del conflitto, furono diverse migliaia, difficili da quantificare perché non tutti furono annotati, soprattutto nei momenti di grande confusione durante le incursioni dell'estate del 1943. Ogni singola squadra lavorava incessantemente per giorni, compiendo decine di interventi contemporaneamente senza potersi mai fermare per prendere appunti. Le statistiche ufficiali parlano di circa 10.000 interventi, tuttavia pensiamo che i soli interventi di guerra non siano stati meno di 50.000/60.000. E' indubbio che la città nel complesso subì una profonda trasformazione. Cinque anni di guerra significarono per Torino migliaia di morti e feriti, insanabili ferite al patrimonio edilizio e architettonico, enormi perdite per il tessuto produttivo, una situazione così avrebbe richiesto molti anni per un recupero. Tuttavia la voglia di ricostruzione e di cancellazione del passaggio della guerra, fu tale che permise alla città un celere e pieno recupero sin dal primissimo dopoguerra. Le attività tese al recupero del suo patrimonio furono frenetiche, non sempre consone alle reali esigenze, ma comunque in grado di restituire alla città in breve tempo, quel suo aspetto gradevolmente uniforme, e quella voglia di ricominciare a produrre, tanto da farne una delle capitali dell'economia e della produzione dell'intera nazione.

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