Ma l'emanazione
di tali norme avvenne solamente a partire dal '300. Ma non bastò certamente
questo; infatti bisognerà attendere ancora molti decenni prima che nelle
città maturi un diverso concetto di prevenzione e di sicurezza, non solo
in chi dettava le norme, ma soprattutto in chi doveva rispettarle. L'opera
di bonifica del territorio cittadino, intrapresa dal comune di Torino, e
volta verso la ricerca di una migliore situazione sia igienica che di prevenzione
agli incendi, pur tra mille difficoltà e interruzioni, venne infatti iniziata
a partire dal secolo XIV, facendo così denotare un atteggiamento meno passivo
ma più responsabile per tutto ciò che concerneva la sicurezza cittadina
nei confronti della terribile piaga degli incendi. Con l'emanazione di alcune
disposizioni contenute negli Statuti comunali del 1360, il comune vietò
la costruzione di portici in legno e paglia lungo la "strada pubblica",
oggi via Garibaldi. Ed è proprio questo provvedimento che potrebbe essere
visto come una prima forma di prevenzione agli incendi. La situazione quindi,
perlomeno negli intenti cominciava ad evolvere; la nuova volontà degli amministratori
comunali traspare anche da altre ordinanze emesse, che obbligavano chiunque
a sostituire la paglia dei tetti con le tegole, laddove le strutture esistevano
da prima del 1360. Nel 1431 il comune preoccupato dalla inosservanza delle
norme emesse, ne affidò la ad un banditore, figura difficilmente ignorabile,
quasi a voler ricordare ai cittadini riottosi che non potevano più fingere
di non conoscere l'esistenza di queste "nuove" disposizioni. I banditori
circolando per le strade della città accompagnati dal rullare dei tamburi,
rendevano noto che entro tre anni gli inadempienti avrebbero dovuto regolarizzare
la loro posizione in merito. Altri provvedimenti presi, sempre nell'ambito
della lotta agli incendi, furono quelli di porre delle vedette sulle torri
e sui campanili delle chiese e di istituire nel contempo, dei servizi di
pattugliamento notturno eseguiti da soldati con specifici compiti di sorveglianza
e di perlustrazione. Nel 1333 il comune di Torino ne pose alcune sul campanile
della chiesa di Sant'Andrea (il campanile esiste tuttora di fianco il Santuario
della Consolata), altre ancora sul campanile di Santa Maria di Stura, nei
pressi dell'omonimo ospedale, poco distante dalla città. Risiedendo stabilmente
sulle torri, i custodi avevano il compito di sorvegliare continuamente,
sia di giorno che di notte, il territorio cittadino e quello contiguo ad
esso. Il servizio costava al comune nel 1433, una spesa di 32 fiorini l'anno
per ogni custode. In caso di incendio, non mancavano le azioni repressive
volte a punire coloro i quali li provocavano con dolo, delitto considerato
gravissimo al pari degli omicidi e dei tradimenti. La gravità del gesto
compiuto determinava naturalmente la pena comminata ai trasgressori delle
disposizioni, secondo quanto riportato sempre dagli Statuti Torinesi del
1360. L'incendiario poteva essere addirittura mandato al rogo se colto in
flagranza di reato. Un ulteriore aggravamento della pericolosità delle città
medievali, era dato dall'acqua, responsabile anch'essa, seppur non direttamente,
di tante gravi sciagure. Naturalmente ad essere sotto accusa è solo l'insieme
dei modelli distributivi, carenti e disomogenei, esistenti nelle città a
tutto il secolo XIV. A farne le spese erano soprattutto le popolazioni dei
centri abitati, che maggiormente accusavano l'inadeguatezza dei sistemi
vigenti. Quasi ovunque le genti erano costrette a rifornirsi dai pozzi pubblici
e dalle cisterne che raccoglievano quando era possibile, l'acqua piovana.
Una sua maggiore o minore disponibilità era dunque legata all'andamento
climatico delle stagioni. Va da sé dedurre quali potessero essere le conseguenze,
qualora si fosse verificato un incendio. L'unico rimedio al suo insorgere
era dato dal trasporto manuale dell'acqua con i secchi, tramite il passaggio
degli stessi con le lunghe catene umane articolate dai pozzi sin sul luogo
del sinistro. La situazione in generale migliorò sensibilmente a partire dal secolo XIV, quando un po' ovunque si incominciò a costruire canali ed acquedotti. |