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Fino a non molti anni fa nel nostro Paese vigeva un concetto, certamente parziale, secondo il quale la definizione di bene storico non poteva valere per tutto ciò che non fosse un edificio religioso, un’opera d’arte, un castello, un monumento. Pertanto a tutti quei beni considerati minori, veniva negata una giusta considerazione per un’operazione di recupero e di restauro conservativo.
Purtroppo molto è andato disperso.
Non sfuggiva a tutto questo ovviamente il grande patrimonio pompieristico, divenuto tale attraverso secoli di attività e di continua evoluzione tecnologica.
Per lunghi anni, un po’ ovunque lungo la nostra penisola, per mancanza di fondi e di cultura della conservazione, sono stati lasciati in uno stato di abbandono e di incuria, macchine e attrezzature appartenenti ad un passato ricco di emozionante storia del servizio antincendio delle nostre città.
Salvare il più possibile la nostra memoria storica per ricordare che l’Italia è un paese dalle antiche tradizioni pompieristiche e creare un museo in grado di dare una giusta valorizzazione ai materiali esposti, consegnando al futuro una preziosa testimonianza, è stata in questi anni una sfida decisiva contro il tempo e l’oblio.
Una sfida vinta con determinazione e volontà grazie alla straordinaria opera condotta in questi anni in primo luogo dall’Associazione Per la Storia dei Vigili del Fuoco e alla disponibilità di Enti pubblici e di tanti privati, che ha permesso di recuperare, raccogliere, conservare e spesso restaurare, un patrimonio di notevole importanza e ricchezza.
Chi mai potrà dimenticare le milizie romane, primo esempio nel mondo antico di difesa civile dagli incendi, o la gloriosa storia delle Guardie a Fuoco di Firenze già attive nel XIV secolo e quella degli artigiani torinesi chiamati a difesa della città dal 1442.
Esempi, questi, tra i più illustri senza dimenticare quelli meno conosciuti, che nel corso dei secoli hanno contribuito all’affermarsi di un indispensabile servizio reso alla collettività, consolidando così negli anni uno stretto rapporto con la popolazione di ogni città.
Questo patrimonio oggi ci consente di realizzare una straordinaria esposizione, che utilizzando moderni sistemi di comunicazione offrirà al visitatore una varietà di esperienze educative e avvincenti, ripetibili nel tempo.
Questo sarà il primo museo in Italia che affronterà il tema della storia pompieristica, con una molteplicità di beni esposti che varierà dall’automezzo di grande ingombro, all’attrezzo minuto; dall’immagine al documento, con una stretta relazione e interdisciplinarietà degli argomenti trattati, sia in tema temporale sia di avvenimenti.
La struttura museale, che verrà ospitata nei due piani storici dell’edificio, sarà in grado di raccogliere in un’unica sede, adeguata per dimensioni e valore
compositivo tutti quei mezzi di diverse tipologie, quelle attrezzature e quei documenti che hanno quotidianamente scritto la storia dei vigili del fuoco dal secolo XVIII ad oggi.
 
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Le aree espositive
 
 
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La collezione museale composta da circa 50 automezzi e diverse attrezzature e da un notevole corpus di immagini e documenti, sarà raccolta nei due livelli preesistenti. Macchine per gli interventi di soccorso, per il lavoro, per il vissuto quotidiano di chi portava e di chi riceveva il soccorso, la guerra e altro a testimonianza della fatica di uomini lungo il corso di diversi secoli.
Non un luogo statico e celebrativo di un’epoca ma, secondo gli indirizzi della moderna museologia, un laboratorio dove interagire con i beni esposti, apprendere le tecniche di intervento, consultare archivi, banche dati, la biblioteca specializzata. Un luogo tecnologico dove tutti: visitatori, studenti, professionisti, studiosi, semplici appassionati potranno trovare risposte tecniche o dettate da semplice curiosità. Le isole didattico-tecnologiche comprendenti pannelli didattici, vetrine espositive e postazioni multimediali, in grado di valorizzarne la ricchezza storico-tecnologica. dei beni, consentiranno al visitatore una vasta esperienza attraverso l’interazione e il contatto diretto, tanto da farlo sentire profondamente partecipe ai contenuti e agli eventi storici e non semplice e distaccato fruitore.
Questo sarà possibile anche attraverso la stimolazione sensoriale non solo visiva, ma anche sonora, tattile e se possibile olfattiva.
Altri automezzi e attrezzature di minore pregio, comunque significativi di un processo tecnologico evolutivo, avranno funzione ludica per i più giovani, con la possibilità di interagire direttamente attraverso la manipolazione e l’utilizzo delle attrezzature di bordo.
Grande attenzione verrà tenuta per i portatori di handicap, attraverso la totale accessibilità a tutti gli spazi dell’edificio e la realizzazione di sistemi che permetteranno la partecipazione attiva del soggetto.
Inoltre tutte le descrizioni introduttive e didascaliche saranno in più lingue, anche per sottolineare la vocazione europea della struttura.
 
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Percorsi espositivi foto-documentali
 
 
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La ricchezza dei materiali fotografici e documentali d’archivio, consentono di allestire degli interessanti percorsi didattici, esplicativi dell’evoluzione storica del servizio antincendio in città ed oltre.
Il prezioso patrimonio storico-fotografico è quantificabile in:
- circa 4.000 fotogrammi e 2.000 fotografie a stampa, relativi alla Seconda Guerra Mondiale;
- circa 10.000 fotogrammi riferiti agli anni precedenti e successivi;
- attrezzature fotografiche dall’inizio secolo;
- i documenti che sono già stati catalogati e che rappresentano fatti significativi per la storia locale e per le persone che li hanno interpretati;
- tutti quei documenti per i quali è in corso un difficile ma costante lavoro di ricerca, di catalogazione e di riordino, che andranno ad affiancarsi a quanto sopra, secondo la seguente suddivisione di massima:
 
  • Documenti manoscritti dalla XVIII secolo;
  • Verbali degli interventi dagli anni ‘20 del presente secolo, rilegati in volumi;
  • Verbali degli interventi di guerra, rilegati in volumi;
  • Documentazione diversa sugli automezzi, attrezzature, personale, tipologie e modalità di intervento, dalla seconda metà del Settecento;
  • Libri contabili dalla fine del secolo scorso;
  • Cartelle del personale dal XIX secolo.
A completamento dei percorsi composti di pannelli didattici e teche contenenti documenti in originale, dovranno affiancarsi anche in questo caso delle postazioni multimediali che diano al visitatore, partendo da un’immagine o da un documento, la possibilità di acquisire precise informazioni su alcune sue caratteristiche e sull’intero complesso dell’argomento, relativo alla sua produzione e alla sua storia: il documento, la fotografia, l’autore, la circostanza storica, le curiosità.
Un esempio esplicativo.
Partendo dalla ricca base del corpus delle immagini di Torino bombardata durante il Secondo Conflitto bellico, di cui l’Archivio Storico del Comando di Torino possiede una ricchissima raccolta, è possibile sviluppare un ricco argomento che abbracci alla drammatica realtà delle incursioni aeree, dei morti, dei crolli e dei senza tetto, la situazione cittadina suddivisa in diversi argomenti seguendo l’emergere di nuove coordinate dell’esistenza collettiva create dalla guerra come la fame, il freddo, gli stenti, lo spazio, le nuove paure, il diverso modo di morire, gli sfollati, gli svaghi, ecc., tutte diverse dimensioni cui la gente non era abituata, ma che ne doveva tenere in gran considerazione.