MOZIONE SUL GUATEMALA


(1-00383)
(20 aprile 1999)
Approvata con le
modifiche evidenziate]
SALVATO, SCOPELLITI, DE LUCA Athos, SALVI, MILIO, PINTO, CIRAMI, RUSSO SPENA, MARCHETTI, PERUZZOTTI, CALLEGARO, CARUSO Antonino, MANIERI. - Il Senato,


premesso:
che il Guatemala ha vissuto 36 anni di terrore e di violenze politiche che hanno causato 150.000 morti e più di 50.000 scomparsi; soltanto tra il 1980 ed il 1984 440 comuni e villaggi sono stati distrutti ed 1.500.000 di persone sono state sradicate dalle loro comunità originarie e costrette alla fuga dalla loro terra; l'accordo di pace tra la URNG (Unitad revolucionaria nacional guatemalteca) ed il Governo è stato definitivamente firmato a Città del Guatemala il 29 dicembre 1996 dopo più di due anni di negoziati;
che sin dal 19 settembre 1994 si era insediata in Guatemala la United Nation osservation mission (MINUGUA) con compiti di verifica del rispetto dei diritti umani nel paese; ora il suo mandato è stato esteso alla verifica del rispetto degli accordi di pace;
che il Governo e l'URNG si accordarono, sin dal 23 giugno 1994 ad Oslo, per creare la Commissione di chiarimento storico (CEH), ossia un soggetto indipendente che, senza alcuna finalità giudiziaria, facesse emergere la verità storica sul conflitto armato iniziato nel 1962; la Commissione, composta da 272 persone di 33 nazioni diverse, oltre che da 129 guatemaltechi, e guidata da due guatemaltechi e dal giurista tedesco Christian Tomuschat, ha concluso e pubblicato i suoi lavori il 25 febbraio 1999; i lavori della Commissione sono potuti andare avanti grazie al contributo, oltre che del governo guatemalteco, anche di quasi tutti i paesi dell'Unione europea (Italia compresa), degli Stati Uniti, del Canada e del Giappone, oltre che delle Nazioni Unite (il supporto logistico è stato messo a disposizione da Minugua);
che il documento finale della CEH intitolato «Memoria del silenzio» ha fatto luce sulle violazioni dei diritti umani nei 36 anni di conflitto armato; il rapporto è composto di 3.400 pagine, 7.338 testimonianze, 7.500 casi di violazioni di diritti umani; la Commissione ha stabilito che il 93 per cento delle violazioni, incluso il 92 per cento delle esecuzioni arbitrarie ed il 91 per cento delle sparizioni forzate ha avuto quali responsabili l'esercito (85 per cento), i corpi di sicurezza e le forze paramilitari e soltanto il 3 per cento l'URNG, ossia la guerriglia; la metà dei casi registrati è avvenuta tra il 1981 ed il 1983; le vittime sono uomini, donne e bambini di tutti gli strati sociali; in termini di appartenenza etnica la grande maggioranza delle vittime è di origine maya;
che il 24 aprile 1998 l'Ufficio dei diritti umani dell'arcivescovado di Città del Guatemala ha pubblicato un analogo rapporto intitolato «Guatemala mai più» su 55.000 casi di violazioni dei diritti umani: 5 casi su 6 sono stati ritenuti di responsabilità dei militari; due giorni dopo è stato ucciso il vescovo di Città del Guatemala Juan Girardi;
che la Commissione di chiarimento storico ha utilizzato testimonianze dirette ed ha investigato utilizzando fonti di natura diversa; le conclusioni finali del lavoro, pubblicate nel rapporto, sono strutturate in tre sezioni complementari: conclusioni generali, conclusioni riguardanti atti che costituiscono violazioni dei diritti umani ed atti di violenza, conclusioni riguardanti il processo di pace e di riconciliazione; nel rispetto del suo mandato la CEH ha emanato una serie di raccomandazioni finali dirette a promuovere la pace e la tutela dei diritti umani in Guatemala;
che la CEH ha evidenziato la natura anti-democratica del governo guatemalteco durante gli anni del conflitto; la sua politica illiberale affondava le sue radici in una struttura economica caratterizzata da una concentrazione delle ricchezze produttive nelle mani di una minoranza; lo Stato ha difeso nel tempo questa struttura, trasformandosi in garante delle esclusioni sociali, delle violenze e di un diffuso razzismo nei confronti della popolazione indigena;
che la CEH ha concluso che durante il conflitto armato il governo ha contribuito alla creazione di un complesso apparato repressivo diretto dai militari che ha sostituito l'azione giudiziaria dei tribunali;
che la CEH ha anche sostenuto che il violentissimo conflitto armato interno che ha colpito il Guatemala non è soltanto riconducibile alla guerra fra due parti (Governo e guerriglia); una tale riduttiva interpretazione non terrebbe conto della avvenuta partecipazione dei partiti politici e delle forze economiche al conflitto; fra l'altro la CEH ha denunciato la connivenza con l'apparato repressivo militare di organismi di intelligence stranieri (in particolare statunitensi), tanto che lo stesso presidente Clinton ha dovuto, dopo la pubblicazione del rapporto, chiedere pubblicamente scusa al popolo guatemalteco; la CEH ha concluso che lo Stato guatemalteco ha deliberatamente incluso nel concetto di «nemico interno» tutti gli oppositori, democratici o guerriglieri, pacifisti o non, comunisti o non-comunisti; la grande maggioranza delle vittime degli atti illegali commessi dallo Stato erano civili, e non combattenti guerriglieri;
che la CEH ha confermato che un gran numero di bambini è stata vittima di esecuzioni arbitrarie, sparizione forzata, tortura, stupro; il conflitto ha fatto sì che moltissimi bambini fossero abbandonati in quanto orfani, specialmente gli appartenenti alla popolazione maya; che la CEH ha verificato che il 25 per cento delle violazioni dei diritti umani ha colpito le donne, uccise, torturate o stuprate;
che dal 1978 al 1983 lo Stato, sopravvalutando il ruolo di supporto delle comunità maya alla guerriglia, ha intrapreso una indiscriminata azione di aggressione provocando massacri indiscriminati e brutali, avvalendosi delle violenze commesse dalle PAC, strutture paramilitari create dall'esercito; centinaia sono i casi riscontrati dalla CEH di civili costretti, sotto minaccia armata di componenti delle PAC, a stuprare donne, torturare o mutilare corpi ed uccidere; nel paese negli anni del conflitto ha regnato l'impunità;
che fra il 1981 ed il 1983 1.500.000 di persone furono costrette a lasciare le loro case; gran parte di esse facevano parte del gruppo etnico dei maya o erano ladini; 150.000 persone sono fuggite in Messico; questa gran massa di profughi ha visto la loro terra depredata e confiscata e le loro proprietà distrutte; veniva offerta l'amnistia a coloro i quali accettavano di reinsediarsi nei territori controllati dall'esercito o dalle PAC;
che la CEH ha affermato che il governo del Guatemala è stato direttamente responsabile anche delle azioni delle forze paramilitari e delle PAC, poiché ha contribuito alla loro formazione o quanto meno era a conoscenza del loro operato;
che la CEH ha registrato 626 massacri di comunità maya attribuibili all'esercito o alle PAC; le azioni repressive sono descritte nel rapporto e sono caratterizzate da una particolare crudeltà (uccisioni di bambini, amputazioni di arti, persone bruciate vive, estrazione delle viscere delle vittime, persone torturate per giorni sino all'agonia, apertura violenta delle gambe di donne in stato di gravidanza ed altre atrocità); i diritti culturali della gente di etnia maya sono stati calpestati, i loro luoghi di culto ed i loro simboli culturali distrutti;
che la CEH ha concluso che in Guatemala le sparizioni forzate, le esecuzioni arbitrarie e lo stupro fossero pratiche sistematiche; dopo aver analizzato cosa accadde in alcune regioni (Huehuetenango, Quichè, Baja Verapaz) la CEH ha concluso che gli atti compiuti sistematicamente dal governo del Guatemala contro il popolo maya avevano l'intento di distruggere in tutto od in parte questo gruppo etnico, la sua vita e la sua storia; tali atti, secondo la CEH, sono qualificabili come atti di genocidio in base alla Convenzione sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio, adottata dalle Nazioni Unite il 9 dicembre del 1948 e ratificata dal Guatemala il 30 novembre del 1949; la CEH ha sostenuto che la responsabilità per le ripetute e sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate a danno di civili inermi gravava sul capo delle forze armate, sul Presidente della Repubblica, sul comandante in capo dell'esercito, sul Ministro della difesa e su tutte le più alte cariche governative di quegli anni;
che Rios Montt, ex generale e capo del governo negli anni più bui del conflitto, guida attualmente l'opposizione politica nella sua qualità di capo del Fronte repubblicano guatemalteco ed intende presentare candidati alle prossime elezioni politiche generali;
che gli atti di violenza attribuibili alla guerriglia sono pari al 3 per cento del totale contro il 93 per cento di responsabilità governativa (il restante 4 per cento non è stato possibile attribuirlo ad alcun responsabile) e la CEH sostiene che non sono quantitativamente e qualitativamente comparabili con le atrocità compiute dall'esercito;
che la CEH ha formulato, dopo aver consultato 400 persone appartenenti a 139 organizzazioni di vari settori della società civile, una serie di raccomandazioni dirette a rafforzare il processo di pace e di tutela dei diritti umani fondamentali; in particolare ha previsto che siano al più presto adottate:
a) misure concrete per preservare la memoria storica delle vittime;
b) misure risarcitorie e di compensazione per i danni morali e materiali subiti dalle vittime;
c) misure atte a rafforzare una cultura di mutuo rispetto e di osservanza dei diritti umani;
d) misure per rafforzare il processo democratico;
e) altre raccomandazioni per favorire la pace e l'armonia nazionale;
f) misure dirette ad istituire un organismo responsabile per la promozione ed il monitoraggio del pieno rispetto delle precedenti raccomandazioni;
che il Guatemala è un paese multiculturale e multilinguistico, dove il gruppo etnico maya costituisce la maggioranza assoluta della popolazione, pur vivendo in una situazione di marginalità sociale ed economica; i componenti dei gruppi maya sono stati sempre volutamente esclusi da ogni strategia di sviluppo; in Guatemala il 65 per cento delle terre coltivabili appartiene al 4 per cento dei proprietari terrieri; secondo gli studi della Socio-demographical national inquiry l'80 per cento della popolazione vive sotto la linea della povertà e il 49 per cento della popolazione è analfabeta;
che il processo democratico e di sviluppo sano di un paese non può prescindere dal rispetto integrale ed incondizionato dei diritti fondamentali della persona,
impegna il Governo, nel rispetto di quanto drammaticamente accertato dalla Commissione di chiarimento storico, al cui lavoro lo stesso Governo italiano ha dato il suo contributo:


a condizionare ogni aiuto economico italiano o comunitario, ad eccezione di interventi a carattere strettamente umanitario in dipendenza di eventi straordinari, (*) al rispetto ed alla implementazione delle raccomandazioni della CEH da parte del governo guatemalteco in ordine alla garanzia della pace e dei diritti umani;
ad intraprendere una immediata iniziativa diplomatica, anche in stretta connessione con gli altri paesi dell'Unione europea, affinchè tutti i punti costituenti oggetto delle raccomandazioni della CEH siano rispettati ed attuati al più presto dal governo guatemalteco;
a fornire un contributo economico alla «Fondazione per la pace e l'armonia», organismo previsto dalla CEH con le funzioni di garantire la promozione ed il monitoraggio della implementazione delle raccomandazioni della Commissione, ed a chiedere alla Commissione europea di assicurare anch'essa un supporto finanziario;
ad intraprendere una iniziativa politica e diplomatica diretta a chiedere al segretario generale delle Nazioni Unite di prorogare il mandato di Minugua affidandogli i compiti previsti dalla CEH, di nominare un proprio rappresentante che operi nella «Fondazione per la pace e l'Armonia», di stabilire un meccanismo internazionale diretto ad assicurare supporto tecnico e canali di finanziamento della comunità internazionale alla Fondazione;
a garantire l'invio di una (**) delegazione parlamentare, attraverso un rapporto con il Parlamento, (***) in Guatemala il prossimo novembre con il compito di osservare e monitorare le elezioni politiche generali.

(*) Parole aggiunte.
(**) Parole che sostituiscono le seguenti: «ad inviare una propria».
(***) Parole aggiunte.