1.   Le sette evangeliche fondamentaliste

 

L’avvio delle operazioni di “occupazione” dell’America Latina da parte delle sette evangeliche fondamentaliste (da non confondere con le chiese protestanti e riformate istituzionali) parte dopo la Conferenza generale delle chiese cattoliche latinoamericane di Medellín nel 1968. In quell’occasione la chiesa cattolica, preoccupata per la situazione di estrema povertà del popolo, si sgancia dai regimi politici al potere nell’area e fa l’opzione preferenziale per i poveri.

In tale contesto nell’agosto 1969 la missione Rockefeller presenta un rapporto al presidente degli Stati Uniti Nixon, dove la chiesa cattolica latino-americana viene accusata di essersi trasformata in una forza per il cambiamento delle strutture sociali ed economiche esistenti, e di non rappresentare più un alleato di fiducia per garantire la stabilità  sociale, anzi di costituire un pericolo.

Da allora, sponsorizzate dalla ricca destra religiosa conservatrice ed anticomunista viscerale degli Stati Uniti, cominciano ad arrivare in grandi forze in America Latina le sette evangeliche fondamentaliste, soprattutto quelle di impronta carismatica e pentecostale, con il compito di tranquillizzare le “terre bollenti”. Esse predicano che non si deve tenere conto dei dolori e delle ingiustizie di questa terra, ma avere la pazienza di attendere il Giudizio Universale. Sarebbe una grave colpa cercare di anticipare questo momento: bisogna quindi isolare il dolore e non trasformarlo in inquietudine sociale.

Il Guatemala è considerato dagli analisti nord-americani una zona strategica dell’America Centrale, perché confina con i vasti campi petroliferi messicani ed ha la maggioranza della popolazione indigena, che potrebbe essere più facilmente preda di agitatori “sovversivi”. Nel quadro di un’operazione definita “guerra di bassa intensità”, i gruppi fondamentalisti arrivano quindi nel paese con progetti ben preparati. Milioni di dollari scorrono fortemente attraverso vari programmi assistenziali, ed a volte  viene pagata ogni conversione acquisita.

 Il generale golpista e genocida Ríos Montt, che si impadronisce del potere nel 1982, è ministro della pentecostale Chiesa del Verbo, ed esercita la predicazione televisiva mentre conduce la campagna di sterminio contro gli indigeni.

 Pur considerando che queste valutazioni sono solo indicative, si ritiene che ora le chiese evangeliche fondamentaliste raccolgono in Guatemala dal 25 al 30 % della popolazione. Si contrappongono alla chiesa cattolica, impegnata per i cambiamenti sociali e politici, con grandi spazi usati dai predicatori nelle televisioni.