2.   Il brutto giorno si è visto dal mattino: subito un incredibile inizio dell’era Portillo (e del ritorno del generale Ríos Montt)

 

a)   Governo e staff presidenziale: un incredibile miscuglio di affaristi, di “destri” e di “sinistri”

 

Nel gennaio 2000 Portillo si insedia alla presidenza del Guatemala con un discorso pieno di promesse e di impegni, tra i quali quello di applicare gli Accordi di pace. Quindi compone il suo governo  e staff di consiglieri presidenziali, dove, accanto ad alcuni tecnici, si trovano affaristi, esponenti della destra ed un certo numero di elementi della sinistra, già militanti dell’UNRG e di organizzazioni di difesa dei diritti umani.

Tra questi ultimi:

·      Direttore del Servizio per gli affari strategici della presidenza (in pratica primo consigliere di Portillo): Edgar Gutiérrez, già coordinatore del Progetto per il ricupero della memoria storica (REMHI) e del rapporto “Guatemala, nunca más”.

·      Direttore della Segreteria della pace (SEPAZ): Ruben Calderón; suo vice Miguel Angel Reyes: entrambi ex appartenenti all’URNG.

·      Ministro della cultura e dello sport: Otilia Luz de Cotí, componente della Commissione per il chiarimento storico (CEH).

·      Direttore di Contierra, l’ente governativo preposto al delicato compito di risolvere i problemi di proprietà della terra: Pedro Palma Lau, uno dei capi militari storici della guerriglia con il nome di comandante Pancho.

·      Ambasciatore del Guatemala presso l’organizzazione degli stati americani (OEA): Ronalth Ochaeta, ex direttore dell’ufficio per i diritti umani dell’arcivescovado, che si è venuto così a trovare nel ruolo di difensore dello stato guatemalteco inquisito per le violazioni dei diritti umani passate e presenti.

     Costoro si sono trovati a convivere con figure come il ministro dell’interno, l’ex maggiore Byron Barrientos, fedelissimo di Ríos Montt e uno degli artefici di quel centro promotore di massacri di stato che è il Servizio d’intelligenza militare (G 2).

 

b)   Scismi e controscismi nell’esercito

 

Terremoto nell’esercito. Con una decisione di non chiara interpretazione, Portillo nomina due colonnelli alle massime cariche di ministro della difesa e capo di stato maggiore. Questo comporta il ritiro automatico da ogni incarico operativo di tutti i generali guatemaltechi, fra i quali il leader dei militari “costituzionalisti” generale Otto Pérez Molina, che per protesta si dimette dal servizio attivo.

Appena tre mesi dopo, Portillo destituisce da capo di stato maggiore il colonnello Ruiz Morales appena insediato, considerato “occhi e orecchie” di Ríos Montt, sostituendolo con un altro colonnello. Cambia anche alcuni ufficiali titolari di importanti incarichi operativi e nomina generali i colonnelli che ha portato ai maggiori vertici dell’esercito.

Secondo i commentatori le decisioni sono state prese dopo una riunione tenuta da Portillo con i più importanti comandanti militari. Ma più che un ridimensionamento dei duri dell’efferegismo                    si è trattato di scontri di corrente per il potere interno dell’istituzione militare, che continueranno per tutta la presidenza Portillo.