Selezione di notizie dal Guatemala

Anno 2002 - n° 3

Maggio - Giugno

 

 

1) Nel terzo anno della presidenza Portillo

 


A)    Terrore e violazione dei diritti umani in Guatemala alla ribalta nazionale

 

a)   Alcune tra le continue denunce.                                                                                   

   Il quotidiano statunitense “New York Times” ha pubblicato un servizio dal titolo “Le violazioni dei diritti umani in Guatemala”, dove si elenca una serie di fatti violenti compiuti ai danni di attivisti dei diritti umani ed esponenti di organizzazioni umanitarie e popolari del paese.

Si denuncia “L’aumento delle minacce di morte e persecuzioni che hanno determinato un alto livello di violenza politica in un paese appena uscito da decine di anni di guerra interna che determinò un elevatissimo numero di vittime tra la popolazione civile”.

       Un rapporto di Amnesty International relativo al Guatemala denuncia il grave ritardo nell’applicazione degli Accordi di pace ed accusa apertamente il presidente del Congresso, generale Ríos Montt, di essere ispiratore dei gruppi armati illegali che costituiscono di fatto un potere segreto parallelo (ipotesi subito respinta con forza dall’interessato).

       La Commissione di verifica dell’ONU in Guatemala, Minugua, ha presentato un rapporto sulla situazione dell’esercito, che analizza il grado di realizzazione degli impegni derivanti dagli Accordi di pace, specie con riferimento all’Accordo globale sui diritti umani.

L’analisi evidenzia che poco è stato fatto per adeguare l’esercito ai compiti che gli spettano in tempo di pace e sottolinea che il bilancio delle forze armate, che non dovrebbe superare lo 0.66% del PIL, è risultato dello 0.83% nell’anno 2000 e dello 0.56% nel 2001.

Rileva che non è stata creata la prevista commissione civile per il controllo dell’attività di tutti gli organi di intelligenza dello stato, compresi quelli militari, mentre non è stato soppresso l’Estado Mayor Presidencial (EMP), autore di molteplici illegalità nel corso del conflitto armato interno.

Denuncia che a partire dall’anno 2000 lo spiegamento dei reparti militari nel paese ha ripresentato le caratteristiche contro insurrezionali, specie nelle zone emblematiche, come l’area Ixil, che non trovano giustificazione tattica o strategica rispetto al ruolo di difesa del paese.

Contro le disposizioni degli Accordi di pace si mantengono operanti reparti specializzati in azioni repressive, come quello dei Kaibiles, ed il castigo fisico come sanzione disciplinare.

 

b)      La visita in Guatemala della rappresentante personale del segretario generale delle Nazioni Unite evidenzia la ricostituzione degli squadroni della morte.

Il segretario generale delle Nazioni Unite ha inviato in Guatemala  quale sua rappresentante personale l’esperta del settore dei diritti umani Hina  Jlani, per una valutazione diretta della situazione vigente nel paese. Secondo il presidente Portillo la visita è dovuta ad una sua richiesta ed ha assicurato che farà incontrare la funzionaria dell’ONU con le più alte autorità dello stato.

Il vice presidente della repubblica Reyes López ha invece subito affermato che in Guatemala non esistono problemi di sistematiche violazioni dei diritti umani, nettamente contraddetto dal direttore della Segretaria per gli affari strategici della presidenza Edgar Gutiérrez, che in due comunicati ha ammesso la presenza di apparati clandestini e corpi armati illegali che operano nel paese.

       La funzionaria delle Nazioni Unite Hina Jlani ha compiuto un’ampia inchiesta sulla situazione dei diritti umani in Guatemala, incontrando personaggi ben oltre la cerchia delle autorità indicate da Portillo.

Si è infatti riunita con un gran numero di esponenti di organizzazioni per la difesa dei diritti umani, sindacalisti, organizzatori di contadini, rappresentanti di comunità indigene, giornalisti, avvocati, magistrati ecc., constatando che in tutte queste categorie vi sono individui fatti oggetto a minacce di morte, sparizioni forzate, uccisioni.

       In una conferenza stampa tenuta prima di lasciare il paese la Jlani ha dichiarato che in Guatemala si è instaurato un clima di intimidazione e di terrore che non trova una reale opposizione né da parte della polizia né da parte della magistratura. Possono quindi operare senza rilevanti difficoltà gruppi clandestini armati che agiscono come squadroni della morte e colpiscono nei settori più disparati. Desta particolare preoccupazione la rimilitariz-zazione in atto nel paese, che lascia intatto il potere nelle mani dell’esercito.

Fra i maggiormente a rischio, e quindi più colpiti, coloro che indagano sugli episodi di repressione di massa che si sono verificati negli anni della guerra interna, fra i quali giudici, avvocati, ricercatori di organizzazioni per la difesa dei diritti umani, testimoni, medici antropologi che operano per il recupero dei resti delle vittime.

       Dopo aver sottolineato ancora una volta l’impunità che protegge tali crimini politici, la Jlani ha specificati che le parti finali del rapporto relativo alla sua visita in Guatemala saranno presentate alla 55° sessione dei diritti umani delle Nazioni Unite.

       Con riferimento alle affermazioni della funzionaria delle Nazioni Unite, il presidente Portillo ha affermato pubblicamente “essa non ha la verità in tasca”, ma che comunque il suo rapporto verrà esaminato con attenzione dal governo.

Una risposta indiretta è venuta da un editoriale di Prensa Libre firmato da Haroldo Shatemul, dove si afferma che i gruppi che hanno finora prodotto minacce e terrore continueranno a farlo, senza che Portillo ed il suo governo adottino provvedimenti. E’ evidente che militari, come quelli dell’EMP, non vanno ad investigare su se stessi, perché il loro compito è di controllare la società soprattutto  gli oppositori indesiderati.

 

B)    Il tempo delle ombre: riflessioni sul terrore in Guatemala.

 

“Da un’analisi della Facoltà latino- americana di scienze sociali – FLASCO”. Trascorsi anni dalla firma degli Accordi di pace, il terrore è ritornato ad apparire in Guatemala: nonostante la cessazione dello scontro armato, il passato rifiuta di morire. Chi sono gli autori di questi fatti o perché non vengono identificati o processati? Risolvere questi enigmi dovrebbe essere        l’obiettivo delle forze politiche che affermano di mirare ad una vera democrazia. Viceversa questa storia di vittime e di carnefici continua nonostante la fine della guerra, gli Accordi di pace, le consultazioni elettorali, la commissione di chiarimento storico e la commissione di verifica istituita dall’ONU (Minugua).

La fine del conflitto armato non ha fatto cessare la violazione dei diritti umani, che veniva presentata come strumento operativo per combattere la guerriglia, dimostrando che il terrore di stato può avere una radice che va oltre il momento della guerra. Risulta invece una costruzione sociale radicata nella storia del paese, che non finirà finché verrà considerata un mezzo per risolvere favorevolmente le controversie con gli “altri”.

Sarebbe tuttavia un errore comparare l’attuale terrore con quello che si era prodotto negli anni 1970 – 1980. In comune con quell’epoca c’è la necessità di avere assicurata l’impunità; è invece quello di creare un clima di timore per costruire un carattere d’onnipotenza all’aggressore. Gli avvenimenti accaduti negli ultimi mesi evidenziano tre motivazioni principali: a) La disputa sul passato. b) La regolazione dei conti con gruppi di opposizione politica. c) La volontà di condizionare importanti settori della stampa.

Esistono ambienti dove l’ipotesi di coinvolgere militari per  le grandi stragi del passato è considerata un atto vendetta che non può essere tollerato. Come ha affermato l’ex generale e presidente della repubblica golpista Mejia Víctores “l’esercito ha difeso il Guatemala con onore, ed ora vogliono crocifiggerlo come Cristo”.

Il carattere sistematico ed organizzato dagli atti di terrore fa supporre che questi siano opera di gruppi molto esperti, che difficilmente possono trovarsi fuori dall’apparato dello stato, qualsiasi siano i mandanti. Per pianificazione e logistica funzionano come società segrete, ma per le connivenze appare evidente che in Guatemala “non si muove una foglia senza che l’esercito voglia”.

I gruppi paiono essere inquadrati in squadre che non hanno rapporti tra di loro, non conoscono i mandanti e nemmeno la motivazione precisa della loro azione criminosa, La continuità nel tempo del fenomeno fa pensare ad una politca occulta di stato, in grado di condizionare il potere politico legalmente eletto.

 

 

 


 

2) Diritti umani e criminalità comune

 


       In considerazione all’azione intimidatoria e repressiva scatenata da gruppi armati clandestini il premio Nobel per la pace Rigoberta Menchù ha dichiarato che chiederà alla Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite la designazione di un relatore speciale per il Guatemala. L'iniziativa di Rigoberta è stata appoggiata da 102 organizzazioni guatemalteche riunite nel Movimento nazionale per i diritti umani e dal quotidiano Prensa Libre. 

       Ad un mese dall’assasinio del suo collaboratore Guillermo Ovalle de Leòn, il direttore della fondazione Rigoberta Menchù, Gustavo Meoño ha denunciato che tutte le persone in grado di portare prove sul movente politico del delitto sono sottoposte a minacce di morte.

       Il giovane Domenico Gaxòn di San Pedro Yopocapa, Chimaltenango, collaboratore della Coordinadora Nacional de Viudas de Guatemala (CONAVIGUA) è stato sequestrato da tre uomini armati e tenuto prigioniero per vari giorni. Torturato con armi da taglio, è stato poi liberato dopo essere stato minacciato di gravi rappresaglie se avesse continuato a prestare attività con Conavigua.

       Senza fornire maggiori particolari il direttore dell’ufficio dei diritti umani dell’arcivescovado (ODHA) Nery Rodenas ha comunicato che altri sei sacerdoti cattolici sono stati minacciati di morte.

       Il tecnico forestale Herbert Mauricio Cuellar, impiegato nell’Istituto Nacional de Bosques (INAB) a Chiquimula, è stato assassinato per strada da due uomini armati subito fuggiti con una motocicletta.

Il crimine è presumibilmente da relazionare con la denuncia fatta dalla vittima e da altri tecnici forestali contro la direzione dell’istituto per irregolarità amministrative commesse. Gli altri firmatari della denuncia si sono rivolti a Minugua per sollecitare la protezione per se stessi e per le loro famiglie.

       Due uomini di 42 e 21 anni sono stati picchiati a morte nella comunità di Santa Maria de la Tinta, Alta Verapaz, in seguito ad un alterco di vaste proporzioni generato fra una lite di ragazzi.

       Un uomo è stato linciato da una folla numerosa nell’aldea di Vicacambaz, Nebaj, perché ritenuto autore di un furto nella bottega di merci varie di proprietà del presidente del comitato di villaggio.

       Il Tribunale penale della capitale ha condannato a morte Jorge Gabriel Atz, riconosciuto colpevole dell’omicidio per motivi abbietti dello studente Rocio Estrada Ortíz, di 14 anni.

       Due agenti della polizia nazionale civile sono stati condannati a 18 e 12 anni di reclusione per avere ucciso in modo sommario un individuo che stava cercando di rubare un’automobile.

 

 


 

3) Avvenimenti politici, sociali ed economici

 


       Dopo i primi accertamenti effettuati, la Commissione d’inchiesta istituita dal parlamento guatemalteco ha ritenuto che il presidente Portillo, il vice presidente Reyes Lòpez ed altre personalità hanno utilizzato beni, servizi e risorse dello stato per aprire conti valutari e finanziare imprese in Panama. Per questo il Comitato esecutivo del Partito di Avanzata Nazionale (PAN) ha affermato che denuncerà gli indiziati alla procura per cattivo maneggio delle risorse pubbliche ed arricchimento illecito.

Al  Congresso però il gruppo parlamentare maggioritario del FRG ha bloccato ogni iniziativa, trasmettendo il rapporto alla Commissione legislativa con il chiaro intento di insabbiarlo.

       Nel corso di un’intervista ad un’agenzia di stampa il presidente Portillo ha affermato che negli ultimi 18 mesi si sono verificati tre tentativi di colpi di stato promossi da ex militari ed imprenditori allo scopo di destituirlo, il più pericoloso dei quali è stato compiuto il marzo scorso. Tra i cospiratori il presidente ha fatto i nomi del direttore del giornale “El Periòdico”, dell’ex ministro della difesa Juan de Dios Estrada e del politico ed ex generale Otto Pérez Molina, appoggiati dall’associazione imprenditoriale CACIF.

Portillo ha pure attribuito a tali ambienti l’azione calunniosa contro la sua persona e contro i suoi collaboratori, negando di avere conti bancari all’estero specialmente in Panama.

Le affermazioni di Portillo sono state energicamente respinte sia dai personaggi citati che da molti altri esponenti politici della società e della stampa.

       Portillo ha anche affermato che il Fronte Repubblicano Gautemalteco (FRG) ricorrerà a tutti gli strumenti giuridici disponibili per candidare il generale Rios Montt alle elezioni presidenziali del 2003 (com’è noto un articolo costituzionale lo vieta, essendosi egli impadronito della presidenza della repubblica con un colpo di stato). Ha poi aggiunto che, poiché nel partito nessun altro esponente si avvicina al carisma del generale, se l’operazione politica non avrà successo sarà allora opportuno cercare un candidato fuori dalle fila ufficiali.

       Il ministro degli esteri guatemalteco Gabriele Orellana ha informato  che il dipartimento di stato USA avvicenderà l’ambasciatore in Guatemala, sostituendo l’attuale titolare Prudence Bushell con John R. Hamilton.

       Il governo del Guatemala ha concesso la suprema onorificenza dell’ordine del Quetzal all’Associazione degli studenti universitari (AEU) per i sacrifici patiti nella sua partecipazione alla battaglia per assicurare libertà e democrazia nel paese. La decisione è stata accolta con favore dal segretario generale del’ AEU  Jorge Mario García, ma contestata polemicamente da molti associali.

       Il congresso della repubblica ha nominato Fernando Morales Alvarado, attualmente direttore dell’Istituto dei diritti umani dell’università statale di San Carlos, Procuratore dei diritti umani del Guatemala ( PDH – durata dell’incarico 5 anni).La scelta è di particolare importanza, perché il nuovo Procuratore e la sua istituzione avranno il compito di assumere le funzioni di Minugua quando questa si ritirerà dal paese alla fine del 2003.

       Per decisione del nuovo procuratore generale della nazione, Carlos de Leòn, l’avvocato Karen Fischer è stata disegnata giudice istruttore della sezione anticorruzione del Pubblico ministero. La Fischer è stata co-fondatrice dell’Asso-ciazione Alleanza contro l’impunità e patrocinatrice di parte civile in molto processi a favore delle parti colpite dalla repressione.

       Il pubblico ministero ha emesso un mandato di cattura contro l’ex ministro delle finanze Manuel Maza Castellanos e l’ex vice ministro delle comunicazioni Edgar Juan Calderòn per atti illeciti compiuti nell’espletamento dei loro incarichi, fra i quali manipolazione di informazioni, peculato, frode ed abuso di autorità. I due risultano al momento latitanti. Arresto domiciliare su cauziane è stato invece comminato al vice segretario privato della presidenza della repubblica Víctor Moreira, accusato di favoritismi nell’assegnazione di fondi ad enti periferici dello stato.

 

 

       Rappresentanti di etnie indigene si sono incontrati con il ministro della difesa Alvaro Lionel Méndez Estrada ed altri ufficiali nella base militare n° 21 di Cobàn, Alta Verapaz, per celebrare il secondo incontro per la riconciliazione. Il generale Méndez Estrada ha sottolineato in un discorso che lo scopo di tali incontri è di normalizzare i rapporti tra la società civile e le forze armate “segnando una nuova era tra i cittadini e militari, adeguata al tempo di pace”. Ho aggiunto che l’esercito vuole applicare gli Accordi di pace, mantenere fede all’impegno di obbedienza al potere civile, allo stato di diritto, al rispetto della vita. Quasi contemporaneamente la Coordinadora Nazional de Oranizaciones Campesinas (CNOC) ha denunciato che il movimento è soggetto a repressioni in misura sempre maggiore, con pratiche di terrore. In particolare ha sottolineato come siamo stati disattesi gli Accordi di pace per quanto riguarda il ruolo dall’esercito in una società democratica, con la continuazione degli interventi dei corpi armati dello stato in difesa della proprietà nelle vertenze per la terra.

       17,4 milioni di bambini e bambine dai 5 ai 17 anni lavorano continuativamente in America Latina per assicurare la soppravivenza della famiglia. Il più alto numero si riscontra in Guatemala dove è coinvolto il 33% di tale fascia di popolazione, per più della metà impegnato in lavori agricoli.

 


4) Varie

 


A)       L’inarrestabile declino dell’America       Latina.

      (Da un’analisi  dell’economista  statunitense

      Rudy Dornbush)

 

Ancora cattive notizie dall’America Latina. Le condizioni economiche peggiorano ovunque, si allenta la coesione sociale e cresce l’instabilità politica. Negli ultimi venti anni il PIL pro capite è cresciuto in media dello 0.36%. Di questo passo ci vorrebbero 200 anni per raddoppiare le dimensioni dell’economia, mentre in Asia questa raddoppia ogni 70 anni. La colpa  del ristagno economico è da attribuire ai governi e alla cattiva sorte: se l’America Latina non cambia potrebbe finire con l’assomigliare all’Africa. Sono quattro i fattori che hanno messo l’America Latina in queste condizioni:

1)      La corsa delle privatizzazioni ha spostato i vantaggi dai servizi pubblici alle imprese private. Gli introiti realizzati dallo stato non sono stati impiegati in modo minimamente significativo per migliorare le infrastrutture e la competitività per le esportazioni.

2)      Poiché le riforme apportate hanno portato vantaggi solo ad una parte minima della popolazione, ora più nessuno vuole continuare a realizzarle, anche quelle che sarebbero necessarie.

3)      Presidenti e governi hanno operato con politiche inefficienti e con incompetenza, con risultati molto negativi.

4)      Il tasso di risparmio è drammaticamente basso e non in condizioni di alimentare gli investimenti. In effetti in gran parte della popolazione è ai limiti della sopravvivenza, mentre la ricchezza è in mano a ristretti gruppi, che la trasferiscono all’estero. L’America Latina ha sinora retto perché sono entrati per lungo tempo capitali stranieri, ma ora questo tempo è ormai finito.

 


B)  “Come il lupo con l’agnello”. L’area di    libero commercio vista dall’America Latina.

       Scrive l’economista brasiliano Marcos Arrueta che per George W. Bush la libertà di mercato consiste nel sovvenzionare a suon di miliardi l’agricoltura USA per inondare i mercati dei paesi poveri dell’America Latina con prodotti agricoli a basso costo, nello stesso momento in cui i paesi  latino–americani vengono obbligati ad abbattere le barriere protezionalistiche. Sono queste le basi su cui sta prendendo forma l’Alca, l’area di libero commercio delle Americhe che dovrebbe entrare in vigore nel 2005.In questo modo, mentre gli Stati Uniti proteggono, i presunti soci sono obbligati a liberalizzare. Gli fa eco il sociologo brasiliano Francisco Campos che sottolinea come gli Stati Uniti non abbiano alcuna intenzione di rinunciare a proteggere la propria economia nei settori in cui i paesi latino-americani sono più competitivi. È il darwinismo commerciale, la legge del più forte, coerente con il darwinismo sociale che si rafforza.

       Anche il vescovo brasiliano Demetrio Valentini denuncia gli obiettivi dell’Alca che il governo degli Stati Uniti vuole imporre, spinto solo dalla fame di guadagno che nulla ha a che fare con la fame dei popoli che abitano in questi paesi. Di fronte ad un continente che si dibatte tra crisi sociale e sfruttamente finanziario che caratterizza l'economia mondiale, il governo degli Stati Uniti non si preoccupa minimamente delle miserie dei popoli, ma sembra interessarsi solo all'opportunità di realizzare buoni affari.