Selezione di notizie dal Guatemala

Anno 2002 - n° 2

Marzo - Aprile

 

 

1) Nel terzo anno della presidenza Portillo

 


A)       Nell’esercito proseguono aspri scontri sotterranei.

 

    Sono stati sostituiti i comandanti di 6 importanti zone militari del paese. Spiccano in particolare le rimozioni del generale Morris de León e del colonnello Mario Grajeda da Zacapa, confinati negli incarichi di addetti militari, rispettivamente nelle ambasciate di Honduras e Venezuela.

È da rilevare come proprio nel Petén e in Zacapa, insieme, ma in misura minore, a Huehuetenango, Quetzaltenango e Totonicapán, siano recentemente corse voci di possibili sollevazioni militari, circolate probabilmente più a scopi intimidatori che come reali possibilità.

    L’analista dell’Istituto Centroamericano di studi politici (INCEP) Fernando Sotis ha dichiarato che nell’esercito sono attualmente in corso duri scontri tra le varie élites del potere politico e militare, dei quali i recenti cambiamenti nei comandi operativi sono indicatori. Vi sono almeno 5 gruppi che si contendono il controllo delle forze armate e di tutti gli apparati di sicurezza, tra i quali spiccano quello capeggiato dal generale Ríos Montt, chiamato Hermanidad, e quello degli ex militari capeggiato dal generale Ortega Menaldo e dal colonnello Salán Sánchez, denominato Cofradía.

Questi ultimi sarebbero riusciti ad ottenere l’allontanamento degli alti ufficiali dai posti di comando perché si opponevano alle loro interferenze.

    Intanto procede con sistematicità la rimilitarizzazione del paese, che ha avuto un passaggio nevralgico con l'assunzione del ministero dell’interno da parte del generale Eduardo Arévalo Lacs. Questi ha di fatto posto sotto controllo militare la polizia nazionale civile, attribuendo la supervisione di tutte le sue attività ed investigazioni alla Direzione dei servizi di intelligenza dell’esercito (G2).

Fra le voci che si sono levate in protesta quella del generale a riposo Otto Pérez Molina, ex capo di stato maggiore della difesa e firmatario degli Accordi di pace, che ha definito tale provvedimento una totale violazione di quanto stabilito dagli Accordi stessi.

 

B) Dilaga la corruzione in Guatemala e diventa un caso internazionale.

 

    Il consigliere dell’ambasciata degli Stati Uniti in Guatemala, Steve Mc Farland, si è incontrato con il presidente del Congresso, generale Ríos Montt, e con il capo del gruppo parlamentare del FRG che detiene la maggioranza assoluta, Aristide Crespo, trasmettendo la preoccupazione del suo governo per gli episodi di corruzione generalizzata che coinvolgono alti dirigenti politici ed amministrativi guatemaltechi.

Ha sottolineato che la corruzione in Guatemala è diventata “un problema serio, che investe da molto tempo il governo ed importanti settori dello stato”, specificando che il presidente Bush ha in programma di aumentare gli aiuti destinati ai paesi in via di sviluppo, ma non appoggerà quelli le cui classi dirigenti presentano un alto grado di corruzione.

    Successivamente il Dipartimento di stato USA ha denunciato la corruzione che regna nel Dipartimento operazioni antidroga (DOAN) della Polizia nazionale civile guatemalteca. Questo ha ridotto notevolmente la lotta contro i narcotrafficanti che si servono del Guatemala come una delle principali vie d’accesso per introdurre la droga negli Stati Uniti.

Sempre il Dipartimento di stato ha poi negato il visto d’entrata in USA al generale a riposo Francisco Ortega Menaldo, noto manovratore occulto nelle lotte di potere guatemalteche, ritenendolo implicato nei traffici di droga.

    Dopo che sono circolati ripetuti clamori, il Congresso ha costituito una Commissione d’inchiesta per indagare su investimenti finanziari effettuati all’estero, ed in particolare in Panama, da politici e funzionari guatemaltechi di alto livello. Tra gli implicati si troverebbero il presidente della repubblica Portillo ed il vice presidente Reyes López.

Tra i vari commentatori che hanno stigmatizzato il fatto, l’ex presidente dell’associazione imprenditoriale CACIF Luis Fernando Montenegro ha qualificato il comportamento di Portillo e Reyes López “una vergogna per il paese, perché è inammissibile che i capi politici inviino grandi somme di denaro all’estero quando in patria si soffrono  povertà e fame” (ma da che pulpito arriva la predica!).

 

C) E cosa fanno Portillo ed il suo governo? Costituiscono nuove commissioni.

 

    Il direttore del Servizio per le analisi strategiche della presidenza Edgar Gutiérrez ha comunicato che sarà costituito un Istituto di probità amministrativa, che verifichi la situazione patrimoniale dei funzionari pubblici e sorvegli tutte le strutture statali che maneggiano risorse pubbliche.

    Contemporaneamente il governo ha annunciato di aver creato la Segreteria della presidenza per le questioni agrarie, che si affiancherà al Dipartimento per l’assistenza legale e risoluzione dei problemi della terra (Contierra) e sarà presieduto dal direttore di quest’ultima Pedro Palma Lau (il famoso comandante guerrigliero Pancho).

La nuova istituzione dovrà coordinare le iniziative per realizzare gli impegni derivanti dagli Accordi di pace relativi al tema agrario e sviluppo rurale.

    Sempre per la risoluzione dei problemi della terra si creerà un’ulteriore Commissione tripartita con rappresentanti del governo, delle organizzazioni contadine e della Camera dell’agricoltura.

    Infine un’altra Commissione sarà formata con i sindacalisti riuniti nell’Unidad de Acción Sindacal y Popular (UASP) per definire le riforme da apportare allo scopo di realizzare nuove politiche del lavoro.

 

D) Alcune considerazioni molto ipotetiche.

 

    In questo momento il sistema politico guatemalteco è potenzialmente instabile, conflittuale e destrutturato, con gruppi di potere che si combattono duramente nel quadro di una moltitudine di partiti senza storia e radicamento, che trovano il coagulo solo attorno al leader forte, e forse occulte ma potenti che operano nell’ombra.

    I gruppi progressisti, che dovrebbero costituire la naturale continuità politica della lotta armata contro lo stato repressivo e genocida, non riescono ad uscire dalla patologia delle divisioni e presentare al popolo guatemalteco un’autentica e credibile alternativa. Molti dei loro esponenti si sono lasciati assorbire alle aree di governo o contigue, accettando cariche ed incarichi certamente lucrosi, ma che li hanno isolati dalla loro base popolare (anche andando a far parte di una delle innumerevoli commissioni create dal potere politico).

    La grande maggioranza dei guatemaltechi vive in condizioni di povertà o di totale miseria, ed ha perso ogni fiducia e speranza negli uomini politici e pubblici, visti tutti come elementi che perseguono il loro interesse personale con qualsiasi mezzo. Apparentemente amorfa, salvo limitati gruppi, è totalmente assorbita nella battaglia per la sopravvivenza quotidiana. Tuttavia non è da escludere, e segni ce ne sono, che specie nella maggioritaria componente indigena operino fermenti sotterranei, che nei tempi lunghi potrebbero produrre risultati al momento non definibili.

Forse anche per questo motivo negli ultimi due anni i gruppi di potere hanno avviato la rimilitarizzazione dello stato e della società guatemalteca, e si sono moltiplicate le azioni repressive dei gruppi paramilitari clandestini contro persone ed organizzazioni non allineate ed oppositive.

    L’esercito guatemalteco, sempre beneficiato finanziariamente dai governi civili, e specialmente da quello di Portillo, ha continuato ad essere un fondamentale centro strategico e per vari motivi è stato fino a questo momento un fattore di stabilità. Ora però è investito – con esiti imprevedibili – dalle manovre di gruppi di potere politico, che hanno come uno dei punti focali dello scontro il tentativo di assegnare il ministero della difesa al figlio del generale Ríos Montt.

    Il ruolo fondamentale e decisivo è comunque quello degli Stati Uniti, ai quali fa comodo la continuità e la stabilità di un Guatemala in tutto vassallo e fedelissimo (vedasi, ma non solo, le posizioni assunte da questo negli istituti internazionali relativamente ai casi di Cuba e Palestina).

Per cui, anche se a volte brontolano perché desidererebbero una immagine di maggior legalità e docenza da parte delle élites di potere guatemalteche, gli USA non consentono che in Guatemala si verifichino salti nel buio ed assicurano che non si interrompano gli aiuti della comunità internazionale, specie da parte dei massimi istituti finanziari.

 


 

2) Diritti umani e criminalità comune

 


    Il Parlamento europeo ha votato una mozione dove si condannano “gli atti di intimidazione e di violenza che si verificano in Guatemala, compiuti da coloro che vogliono coprire i delitti e le atrocità commesse dagli organi dello stato durante la guerra interna”. Sollecita quindi il governo del Guatemala “ad assumere le proprie responsabilità, combattendo e sanzionando i gruppi repressivi clandestini, garantire la sicurezza dei cittadini ed investigare sui numerosi casi di violazioni dei diritti umani”.

    Dopo un’indagine svolta in Guatemala, investigatori dell’FBI, USA, hanno definito “crimine politico” l’assassinio della suora Barbara Ford, cittadina statunitense, avvenuto nel Quiché il 5 maggio 2001.

Il movente è legato al lavoro che la religiosa svolgeva nella pastorale sociale della chiesa cattolica in favore della popolazione indigena, ed alla collaborazione prestata per lo sviluppo del progetto per il ricupero della memoria storica (REMHI), concluso con la pubblicazione del rapporto “Guatemala, nunca más”, dove sono contenute denunce circostanziate dei crimini commessi dai militari nel corso della guerra interna.

    L’arcivescovado del Guatemala ha denunciato che il vescovo di San Marcos, monsignor Alvaro Ramazzini, sta ricevendo ripetutamente minacce di morte per le posizioni assunte in favore dai contadini relativamente ai problemi della terra, particolarmente acuti nella sua diocesi.

    È stato ucciso da sconosciuti Jorge Alberto Rosal Zea, coordinatore del Partito Patriota nel dipartimento di Suchitepéquez.

Il Segretario generale e fondatore del partito, generale a riposo Otto Pérez Molina, ha dichiarato che il delitto è un atto politico intimidatorio per la forte azione di opposizione condotta contro il governo Portillo, e di non scartare l’ipotesi che il governo stesso sia in qualche modo implicato.

    È stato brutalmente assassinato con numerosi colpi di pistola, mentre si trovava in un ristorante popolare della capitale, Guillermo Ovalle de León, attivista nella difesa dei diritti umani e dipendente della Fondazione Rigoberta Menchú. Poiché i tre sicari hanno simulato una rapina ai danni dei commensali, rimasta senza esito, la polizia ha subito sposato la tesi di un’impresa compiuta da criminali comuni.

Tale versione è stata respinta dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani e da Amnesty International. Esponenti della Fondazione Menchú hanno informato che pochi minuti dopo il crimine hanno ricevuto chiamate telefoniche attraverso le quali è giunta unicamente musica funebre.

Inoltre il delitto è stato preceduto da ripetute minacce di morte e risulta concomitante con riapertura del processo per il massacro di Xamán dove la Fondazione appoggia giuridicamente i parenti delle vittime, ed al riesame presso l’alto tribunale spagnolo dell’azione giudiziaria intrapresa da Rigoberta Menchú contro vari responsabili di crimini commessi in Guatemala nel corso della guerra interna.

    L’ufficio per i diritti umani dell’arcivescovado (ODHA) ha denunciato che il sacerdote Rigoberto Pérez Garrido, parroco di Nebaj nel Quiché, è oggetto di continue minacce di morte dopo che la casa parrocchiale della sua chiesa di Santa Maria è già stata completamente distrutta da un incendio doloso.

Padre Rigoberto opera in mezzo ad una popolazione prevalentemente indigena che è stata duramente colpita nelle campagne antiguerriglia, ed ha fattivamente collaborato allo sviluppo del progetto REMHI concluso con il rapporto “Guatemala, nunca más”. Attualmente appoggia le équipes di antropologi forensi che stanno riesumando i resti delle vittime, fornendo prove cruciali contro i responsabili dei massacri.

    Tre uomini armati si sono introdotti con la forza nella sede dell'Associazione per l’avanzamento delle scienze sociali (AVANCSO) dopo aver immobilizzato il custode. Si sono ritirati dopo 30 minuti senza appropriarsi di nulla.

    Il direttore del Servizio per le analisi strategiche della presidenza Edgar Gutiérrez ha ammesso che attentati ed intimidazioni di radice politica sono opera di gruppi organizzati non vincolati con la delinquenza comune. Successivamente analoga ammissione è stata fatta dal presidente Portillo in una intervista radiofonica

 

 


 

3) Avvenimenti politici, sociali ed economici

 


    L’ex presidente della repubblica Ramiro de León Carpio si è dimesso da deputato al Congresso guatemalteco dove era stato eletto nelle file del Fronte Repubblicano Guatemalteco (FRG) dal generale Ríos Montt, dichiarando di aver commesso l’errore, insieme a molti altri guatemaltechi, “di credere che si sarebbe operato in modo innovativo per cambiare i destini del paese”. Deluso rispetto alle sue attese, ha scelto di essere onesto con i suoi elettori “e di non avallare più con la propria presenza un modo di governare che disapprova”.

    Dopo poco più di un mese dalla decisione è giunta a sorpresa la notizia che Ramiro de León Carpio è deceduto per un attacco cardiaco a 60 anni di età, mentre si trovava in una clinica di Miami, USA, per essere sottoposto ad una serie di controlli medici.

    L’ex segretario generale dell’URNG, Jorge Soto (comandante Pablo Monsanto), sconfitto nel recente congresso, ha comunicato che una parte del partito sta dando vita con le formazioni di Unidad de Izquierda Democrática (UNID) e Frente Democrático de Solidaridad (FDS) ad un nuovo partito politico che prenderà il nome di Alianza Nueva Nación (ANN), cioè lo stesso dato alla coalizione di sinistra che ha affrontato le ultime elezioni politiche generali.

    In conseguenza, il dirigente dell’URNG Paolo Ceto ha annunciato lo scioglimento del gruppo parlamentare di ANN e la costituzione di quello dell’URNG. I deputati eletti con ANN Nineth Montenegro ed Alfonso Bauer Paiz hanno deciso tuttavia di non aderire per il momento a nessun gruppo parlamentare e di operare come indipendenti.

    Il Movimento Civico per il Guatemala ha iniziato la raccolta di firme tra i cittadini per chiedere le dimissioni del presidente della repubblica Portillo e del vice presidente Reyes López. Uno degli animatori del gruppo è l’ex generale Otto Pérez Molina, recente fondatore del Partito Patriota.

    La lotta per la terra da parte delle organizzazioni contadine è stata appoggiata dai sindacalisti dell’Unidad de Acción Sindacal y Popular (UASP), che hanno dato vita ad un programma di occupazioni e blocchi di vie centrali e strade interurbane nella capitale ed in varie parti del paese, energicamente contrastato dai reparti speciali della polizia.

Attualmente ci sono più di 50 fincas occupate dai contadini che reclamano terra da coltivare, con il coinvolgimento di 3746 famiglie.


    Guatemala e Canadá sono stati gli unici stati membri della Commissine dei diritti umani delle Nazioni Unite che si sono affiancati agli Stati Uniti per esprimere voto contrario all’invio di una Commissione d’investigazione nei territori palestinesi occupati da Israele.

Alcuni mesi prima il Guatemala è stato il solo paese a votare insieme agli Stati Uniti contro la risoluzione che stabiliva “il diritto inalienabile del popolo palestinese di costituire un suo proprio stato”. Mentre in precedenza si era unito alla condanna contro Cuba per le violazioni dei diritti umani (?!).

    Con sospetto tempismo, quasi allo stesso momento il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha sottoscritto un accordo con il governo guatemalteco per la concessione di un finanziamento diretto di 105 milioni di dollari, autorizzando poi uno stanziamento ulteriore di 350 milioni di dollari da parte della Banca Mondiale e del Banco Interamericano de Desarrollo (BID).

Le assegnazioni sono dirette alla riduzione del deficit fiscale, al contenimento dell’inflazione ed all’incremento del credito per il settore privato. Il denaro eventualmente disponibile dopo i suddetti impieghi potrà essere impiegato per combattere la povertà.

    Secondo uno studio demografico realizzato da un istituto specializzato, la popolazione guatemalteca ha recentemente superato i 12 milioni. Il Guatemala risulta uno dei paesi con maggior crescita demografica di tutta l’America Latina.