Selezione di notizie dal Guatemala

Anno 2001  n. 2
Marzo - Aprile

 

 

1) Nel secondo anno della presidenza Portillo

 

 


a)    L'odierno Guatemala visto da diverse angolazioni.

 

      Da una intervista a Portillo apparsa sul quotidiano Siglo Veintiuno.

·     D. Dopo un anno e tre mesi di presidenza qual è il suo giudizio sull'attuale situazione del Guatemala?

R. Si ritenne che la firma degli Accordi di pace avrebbe permesso di realizzare la democrazia nel campo dei diritti civili e politici e che avrebbe avviato la soluzione dei grandi problemi di povertà, disuguaglianza, inadempienze sociali, stabilità istituzionali e pratica della violenza.

Di fatto il divario esistente tra le aspettative e le reali possibilità di trasformazione della società e dello stato ha compromesso la fiducia nell'impianto di un sistema equo e democratico, sia davanti agli occhi dei guatemaltechi che a quelli della comunità internazionale.

·     D. Ritiene che la fiducia nella democrazia si sia erosa negli ultimi due anni?

R. Il problema esiste non solo dagli ultimi due anni. Il punto focale è che i guatemaltechi speravano in una rapida soluzione dei loro problemi che non abbiamo potuto realizzare (e che non credo potremo realizzare mai).

·     D. È cambiata la sua percezione di cosa significa governare da quando ha assunto la carica di presidente della repubblica?

R. Molto. Pensavo che il presidente avesse tutti gli strumenti per agire, ma poi mi sono scontrato con potenti gruppi che dispongono di notevoli possibilità di influenza e controllo sulle decisioni del governo e sono in grado di boiccottarle.

Inoltre i programmi presentati nel momento elettorale, una volta giunti al potere, devono essere modificati a causa dei vincoli determinati dalla globalizzazione dell'economia internazionale, in un modo che costituisce una sorpresa inaspettata per gli stessi governanti.

Non si può pensare che il governo sia onnipotente: è arrivato il momento che la società faccia la sua parte per riformare la politica e l'economia.

      Un'analisi della situazione guatemalteca è stata pubblicata sull'autorevole quotidiano spagnolo El País. Si afferma che dopo un anno dalla trionfale vittoria elettorale del Fronte Repubblicano Guatemalteco (FRG), il partito del generale golpista e genocida Ríos Montt è riuscito a deludere totalmente le aspettative. Non si ricorda un altro governo che in un tempo così breve sia riuscito a far precipitare il paese nel caos.

Depressione economica e clientelismo, violenza sfrenata hanno fatto tracollare l'indice di gradimento del presidente Alfonso Portillo, un camaleontico avvocato che ha attraversato tutto lo spettro delle posizioni politiche prima di associarsi a Ríos Montt. Al Congresso i parlamentari del FRG, che gode della maggioranza assoluta, si sono specializzati nel varare leggi che favoriscano i loro interessi.

Attentati politici, omicidi selettivi (sette avvocati assassinati negli ultimi mesi), minacce contro giudici e giornalisti ricordano gli anni del conflitto armato che si pensavano conclusi con la firma degli Accordi di pace.

      In ricorrenza della Pasqua la Conferenza Episcopale Guatemalteca ha emesso un comunicato in cui si afferma:

·     Mai nella storia del paese il popolo ha sentito il peso di povertà e miseria come adesso. Escluso dall'accesso all'istruzione, dalla tutela della salute, dalla possibilità di un lavoro degno e vittima di una globalizzazione economica che porta vantaggi solo ai potenti.

·     I problemi sono aggravati dalla violenza istituzionalizzata, dal disprezzo della vita e della dignità umana, dalla manipolazione della giustizia e dall'impunità, dalla mancanza di volontà politica per realizzare gli Accordi di pace.

·     Di fronte a tanti morti, intimidazioni, repressioni, corruzioni, come cittadini e come cristiani è necessario impegnarsi perché la situazione nel nostro paese venga radicalmente cambiata.

 

 

b)   Il più grande scandalo politico dell'era Portillo

 

      Il 27 giugno 2000 il Congresso approva la legge 43.2000 per la regolamentazione dell'imposizione fiscale sulla vendita delle bevande alcoliche.

Il 1 agosto la legge viene pubblicata sulla Gazzetta ufficiale in una forma alterata, in modo da ridurre del 50% il livello fiscale stabilito dal Congresso. La perdita per l'erario è valutata a più di 100 milioni di Quetzales annui.

Il 2 agosto le opposizioni denunciano alla magistratura il presidente del Congresso, generale Ríos Montt, ed i componenti della giunta direttiva (tutti del FRG) per la falsificazione della legge.

Poco dopo i parlamentari del FRG riformano l'art. 16 della legge che regola l'attività del Congresso, la quale impone la dimissione dalla giunta direttiva a quei deputati che abbiano perso l'immunità per essere stati sottoposti ad inchiesta giudiziaria.

Per protesta l'opposizione abbandona simbolicamente l'aula del Congresso.

      Dopo mesi di dibattiti, ricorsi e controricorsi il 6 marzo 2001 la Corte Suprema di giustizia (CSJ) toglie l'immunità parlamentare ai deputati del FRG implicati nell'alterazione della legge (24, compreso il presidente Ríos Montt). Dispone quindi l'avvio di un'inchiesta penale per falso materiale ed ideologico, violazione della Costituzione, abuso di autorità, occultamento di prove ed incompimento di doveri.

Per il procedimento viene incaricato il giudice del Tribunale penale Sergio Castro.

Il 22.3.2001 la Corte Costituzionale dichiara illegittima la modifica dell'articolo 16 della legge che regola il funzionamento del Congresso, quella che viene ad assicurare la inamovibilità dalle cariche direttive per quei parlamentari sottoposti ad inchieste giudiziarie (fra cui il generale Ríos Montt).

Tuttavia nessuno dei coinvolti abbandona le proprie cariche.

      Il 24 aprile 2001 il giudice incaricato convoca per l'interrogatorio Ríos Montt e quattro componenti la giunta direttiva del Congresso. Comunica che sentirà successivamente gli altri 19 deputati del FRG implicati nella falsificazione.

Dopo l'audizione il magistrato proscioglie da ogni responsabilità il generale Ríos Montt ed il vice presidente del Congresso Luis Rosales Marroquín con la motivazione che "essi non erano presenti nel Congresso il giorno dell'alterazione della legge". Gli altri tre parlamentari facenti parte della giunta direttiva, dopo la contestazione dei reati, sono lasciati liberi dietro il pagamento di una cauzione di 7 mila quetzales.

L'immediata assoluzione del generale Ríos Montt è stata fortemente criticata da settori giuridici, politici e delle organizzazioni popolari come dimostrazione che in Guatemala la giustizia è un optional. In particolare si è sottolineato che il giudice Sergio Castro, incaricato dell'inchiesta, è un noto simpatizzante politico di Ríos Montt.

 

 

c)   Nomine e rimozioni: il passatempo preferito da Portillo

 

      Il ministro delle finanze Manuel Maza Castellanos si è dimesso dall'incarico, sostituito dal ministro dell'economia Eduardo Weymann.

Al posto di quest'ultimo è stato insediato l'ex presidente della Camera di Commercio guatemalteca Federico Pola, il quale dopo soli 46 gironi si è a sua volta ritirato senza motivare la decisione.

Per il dicastero dell'economia il presidente Portillo ha quindi nominato Marco Antonio Ventura.

      Anche il direttore della Polizia nazionale civile (PNC) Rudian Lecsán Merida Herrera ha dato le dimissioni adducendo motivi di salute, rimpiazzato dall'alto funzionario dell'istituzione Ennio Rivera Cardón.

Egli diventa il quinto direttore della polizia incaricato da quando Portillo ha assunto la presidenza della repubblica.

      Portillo ha poi destituito dalla direzione del Fondo nazionale per la pace (FONAPAZ) l'esponente del FRG e fedelissimo del generale Ríos Montt Aristide Crespo (che rientra nel Congresso).

Ha messo al suo posto l'attuale ministro dell'ambiente Harold Quej (un indigeno Maya).

 

 

2)   Non si ferma l'azione di Rigoberta Menchú contro i militari guatemaltechi genocidi

 

      Contro la decisione dell'Audiencia General di Spagna di archiviare il procedimento giudiziario per le gravi repressioni commesse in Guatemala durante le dittature militari, gli avvocati del premio Nobel per la pace Rigoberta Menchú hanno fatto un ricorso d'appello al Tribunale Supremo spagnolo.

      Nel corso di una cerimonia a Las Palmas, Canarie, dove le è stata conferita la laurea honoris causa dall'università locale, Rigoberta Menchú ha lanciato un appello perché sia costituito un tribunale internazionale per giudicare i delitti di genocidio commessi in America Latina, così come è già stato fatto per la ex Jugoslava ed il Ruanda.

Ha aggiunto che per il Guatemala sono già pronte 52 richieste di procedimenti giudiziari, che non vengono presentati alla magistratura del paese perché poi spariscono le prove, si perseguono i testimoni e si mette in pericolo di vita le persone che partecipano all'inchiesta ed al processo giudiziario.

3)   In uno scenario confuso inizia il processo Gerardi

 

      Due bombe sono state lanciate di notte nel cortile della casa del giudice Iris Yasmín Barrios, componente il Tribunale penale che giudica i presunti assassini del vescovo Gerardi. Gli esplosivi hanno causato la rottura dei vetri dell'abitazione e danni di non rilevante entità, senza nuocere alle persone che si trovavano in casa.

Paradossalmente l'attentato ha avuto luogo mentre l'esterno della casa era pattugliato da numerosi agenti della polizia in servizio di sicurezza.

      Dopo una lunga serie di ricorsi e rinvii, a quasi tre anni dal delitto, il 22 marzo il Tribunale penale presieduto da Eduardo Cojulún e composto dai magistrati Jazmín Barrios e Amanda Guzman ha dato inizio al processo contro tre militari e due civili, imputati di esecuzione extragiudiziale ai danni del vescovo Gerardi.

Presenti come esecutori materiali il capitano Byron Lima Oliva, il colonnello a riposo Byron Lima Estrada e lo specialista Obdulio Villanuova, e come favoreggiatori i civili don Mario Orantes e la domestica Margarita López. Sostiene l'accusa il sostituto procuratore Leopold Zeissig, mentre l'Ufficio dei diritti umani dell'arcivescovado (ODHA) si è costituito parte civile.

Dopo le formulazioni della pubblica accusa, secondo le quali monsignor Gerardi è stato ucciso per aver diretto le ricerche culminate con la pubblicazione del rapporto "Guatemala, nunca más", dove è provato che l'esercito è stato di gran lunga il principale violatore dei diritti umani nel corso del conflitto armato, il dibattimento si è sviluppato per settimane con l'escussione di decine di testimoni, in un clima confuso e contraddittorio.

 

 

4)   Diritti umani e criminalità comune

 

      Di fronte all'ondata di aggressioni ed intimidazioni contro magistrati, testimoni di processi, giornalisti e dirigenti politici e di organizzazioni popolari l'agenzia che raggruppa i paesi che sostengono gli aiuti per il Guatemala ha emesso un comunicato dove si denuncia tale situazione che impedisce la costruzione nel paese di uno stato di diritto.

Tra i firmatari Stati Uniti, Canada, Spagna, Italia, Svizzera e Giappone.

      Di fronte alla Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite nella sessione tenuta a Ginevra il vescovo guatemalteco Alvaro Ramazzini ha affermato che "in Guatemala c'è un nuovo tipo di violenza, con minacce ed attentati mortali contro i magistrati, che determina una diffusa impunità".

Ha aggiunto che "in materia di diritti umani il peggioramento è significativo, con abusi da parte della polizia e con aggressioni contro esponenti di organizzazioni di difesa dei diritti umani, violazioni delle loro sedi e furto di documenti.

      Sconosciuti hanno effettuato una sparatoria contro la casa del presidente della Corte Costituzionale Conchita Mazariegos, senza colpire nessuna delle persone presenti. L'alto magistrato ha poi informato di essere stata in precedenza oggetto di minacce di morte per via telefonica.

Per protestare contro i continui attacchi ed uccisioni di magistrati tutti i giudici guatemaltechi hanno sospeso le attività in corso per la durata di 20 minuti.

      Abitanti di Senahú, Alta Verapaz, hanno incendiato la sede del tribunale locale ed ucciso il giudice di pace Alvaro Martín Pérez di 51 anni. Il fattore che ha scatenato l'aggressione è stata la decisione del giudice di scarcerare per insufficienza di prove un individuo ritenuto violentatore di una minorenne.

Successivamente la folla ha distrutto la locale stazione di polizia e bruciato la casa del presunto violentatore.

      Il Tribunale penale di Totonicapán ha condannato a 50 anni di reclusione ciascuno (massima pena stabilita dal codice penale guatemalteco) due uomini ritenuti i promotori del linciaggio di quattro persone, avvenuto nel 1996 nell'aldea di Momostenán, Quetzaltenango.

Accertamenti successivi hanno stabilito che le vittime, prelevate dal carcere e barbaramente trucidate perché ritenute colpevoli di furti aggravati, erano totalmente estranee ai fatti loro addebitati.

 

 

5)    Avvenimenti politici, sociali ed economici

 

      Al Congresso, con la denominazione "Unione nazionale della speranza (UNE)", si è formato un nuovo gruppo parlamentare che fa riferimento all'ex candidato alla presidenza della coalizione di sinistra (ANN) Alvaro Colom.

Ne fanno parte sette parlamentari: quattro che si erano già in precedenza separati dal PAN, fra i quali l'ex presidente del Congresso Annabella de León Castro, Otoniel Fernández eletto nella fila dell'ANN per conto del piccolo partito del DIA e due deputati del governativo FRG di Ríos Montt che si sono dimessi dal partito per la mancata realizzazione delle promesse elettorali.

Con questi ultimi spostamenti, rispetto alla data di insediamento i principali gruppi parlamentari del Congresso passano da 63 a 61 componenti per il FRG, da 37 a 19 il PAN, da 0 a 13 quello Unionista, da 9 a 8 quello di ANN e da 0 a 7 quello della UNE.

      Il Comitato esecutivo della URNG ha comunicato che nel prossimo giugno si terrà il primo Congresso nazionale del partito, dove si stabiliranno gli obiettivi futuri e le modalità per conseguirli.

Saranno dibattuti quattro specifici temi: 1) Situazione del Guatemala e contesto internazionale; 2) Finalità e programmi della rivoluzione; 3) Strategie dell'UNRG; 4) Quale partito rivoluzionario è necessario per il paese.

      In divisa verde oliva, armati e mascherati, gruppi che si fanno chiamare "Fronte rivoluzionario del popolo" bloccherebbero villaggi e strade tenendo discorsi di estrema sinistra e chiedendo l'applicazione degli Accordi di pace. Opererebbero in località del Petén, Sololá, Alta Verapez, San Marcos, Chimaltenango, Totonicapán e Quetzaltenango.

Il ministro dell'interno Byron Barrientos ha dichiarato che sono composti da ex guerriglieri smobilitati che si sono organizzati in bande per scopi di pura delinquenza, con metodi simili a quelli usati nel corso della guerra interna. Queste affermazioni sono state respinte dal segretario generale dell'URNG Jorge Soto, il quale ha ingiunto al ministro di non fare dichiarazioni generiche ma di denunciare nomi di persone e fatti specifici qualora ne sia a conoscenza.

Il vice direttore della missione delle Nazioni Unite, Minugua, Juan Pablo Corlazzoli ha affermato che questi gruppi si mimetizzano con la politica, ma non fanno nessuna azione contro esercito e polizia, bensì rapinano indifferentemente proprietari terrieri e semplici contadini. Ha aggiunto che nelle zone in cui operano regna la miseria assoluta, aggravata dalla crisi della coltivazione del caffè, per cui il fenomeno della delinquenza è un problema, sociale e non politico e deve essere affrontato con provvedimenti economici.

      Una cinquantina di contadini guidati dalla Coordinadora nacional de pueblos indígenas ha occupato la sede dell'ambasciata spagnola nella capitale guatemalteca, per premere sul governo affinché nomini il direttore del Fondo per lo sviluppo indigeno e guatemalteco (FODIGUA). Sono appoggiati da studenti dell'università statale di San Carlos.

Il sottosegretario di stato USA Susan Wood ha informato che il suo governo intende assegnare nei prossimi due anni 150 milioni di dollari al Guatemala per promuovere la riforma del sistema giudiziario, l'istruzione, la salute pubblica e lo sviluppo economico.

      Da un'inchiesta promossa dall'Ufficio della pastorale sociale dell'arcivescovado risulta che solo il 5% dei cittadini guatemaltechi conosce il contenuto degli Accordi di pace.