Selezione di notizie dal Guatemala

 

Anno 2000 - n° 6

Novembre - Dicembre

 

 

Il Guatemala del presidente Portillo

 

 


1) Si susseguono le denunce per il deterioramento della situazione in Guatemala

 

       Dopo una visita in Guatemala la Commissione contro la tortura delle Nazioni Unite ha presentato un rapporto che attesta l'aggravamento della situazione dei diritti umani nel paese, specialmente "per l'incremento dei casi di tortura e dei trattamenti crudeli, inumani e degradanti". Denuncia la partecipazione a questi atti di appartenenti alle forze di sicurezza, in particolare elementi della Polizia nazionale civile, che sono poi coperti dai loro superiori e godono della totale impunità. Ritiene dannoso l'impiego di reparti dell'esercito in servizi di pubblica sicurezza perché "indebolisce il potere civile e riporta alla militarizzazione del paese come al tempo dello scontro armato".

Dopo aver affermato che le vittime delle gravi violazioni dei diritti umani sono soprattutto magistrati, esponenti di associazioni popolari e giornalisti, il rapporto chiede che venga costituita una commissione indipendente "per indagare sulle circostanze dei sequestri delle persone scomparse prima e dopo la fine del conflitto armato e ricercare dove si trovano i loro resti". Aggiunge che lo stato ha il dovere di fare luce su quanto si è verificato, riparare al danno causato e punire i responsabili.

       Un rapporto formulato dalla Pastorale sociale dell'arcivescovado del Guatemala, in collaborazione con la Commissione di verifica delle Nazioni Unite (Minugua), della Procura dei diritti umani e dell'Università statale San Carlos, afferma che il popolo guatemalteco vuole pervenire ad una situazione di convivenza pacifica, ma è frustrato dalla mancanza di volontà politica dello stato di assicurare le condizioni che garantiscano giustizia, libertà e sicurezza per tutti.

Denuncia i gravi rischi che corre il processo di democratizzazione per l'assenza di una qualsiasi politica che affronti concretamente i problemi sociali, economici e culturali del paese, in modo da superare la situazione di disuguaglianza ed esclusione, fornendo alla popolazione i servizi essenziali.

Il rapporto rimarca che la scarsa partecipazione popolare per favorire un cambiamento è in gran parte dovuta al clima di terrore diffuso, e quindi al timore di rappresaglie.

       La Commissione di verifica delle Nazioni Unite, Minugua, ha anche diramato uno specifico rapporto sulla "Situazione degli Accordi di pace in relazione allo sviluppo rurale", nel quale denuncia la profonda depressione che colpisce le aree agricole del paese.

Afferma che il governo non opera in favore di uno sviluppo della popolazione contadina ed inoltre tollera il permanere di uno stato di insicurezza giuridica che favorisce duri scontri per il possesso della terra (infatti non decolla la realizzazione del catasto nazionale, che è uno dei punti qualificanti degli Accordi di pace).

Questo stato di cose condanna il 75,6% della popolazione contadina, in maggioranza assoluta indigena, ad una condizione di povertà o di estrema povertà.

       Aumenta anche la diffidenza delle istituzioni internazionali verso il Guatemala. Sia il Fondo Monetario Internazionale che la Banca Mondiale hanno comunicato alla Banca Centrale del Guatemala che il paese non riceverà  ulteriori finanziamenti se non realizza gli accordi tributari concordati. Il principale obiettivo da conseguire è pervenire ad un carico fiscale pari al 12% del PIL.

 

2) E tra decisioni contestate ed episodi misteriori i militari costituiscono sempre un mondo a parte

 

       Il ministro della difesa, generale Juan de Dios Estrada, ha comunicato che verrà costituito un corpo speciale di polizia militare per appoggiare la Polizia nazionale civile ed assicurare la difesa dei cittadini contro la criminalità. L'intento sarebbe di impiegare elementi particolarmente addestrati al posto delle attuali squadre di soldati comuni, non all'altezza del compito.

La decisione ha sollevato un'ondata di proteste; tra le altre:

·        Il generale in ritiro Otto Pérez Molina, firmatario degli Accordi di pace, ha dichiarato che "bisogna invece dare una seria preparazione alla Polizia nazionale civile e sviluppare le sue funzioni".

·        La parlamentare di ANN Nineth Montenegro ha espresso la preoccupazione che "si stia ricostituendo una situazione in cui ritornano i problemi del passato … in piena contraddizione con gli Accordi di pace".

·        Nery Villatoro della Fondazione Rigoberta Menchú ha sottolineato come "si voglia rimilitarizzare i corpi di polizia".

·        Il direttore dell'Ufficio dei diritti umani dell'arcivescovado (ODHA) Nery Rodenas ha denunciato "il ripristino degli stessi meccanismi degli anni del conflitto armato".

       Il figlio del generale in ritiro Otto Pérez Molina, tenente Otto Pérez Leal, è stato oggetto di un attentato a colpi di arma da fuoco mentre transitava in automobile in un quartiere della capitale con la moglie ed il figlio di 8 mesi. La donna è rimasta ferita ad un braccio.

Il generale Pérez Molina ha dichiarato che l'attentato è stato diretto contro il figlio per errore, essendo egli stesso l'obiettivo. Secondo l'alto ufficiale i mandanti si trovano nelle alte sfere governative e vogliono eliminarlo per le critiche che egli muove al presidente Portillo ed all'azione del suo governo.

Mentre sia il ministro della difesa, generale Estrada, che il capo di stato maggiore generale Arévalo Lacs si sono subito recati a visitare Pérez Molina nella sua abitazione, il presidente dell'Organismo Judicial guatemalteco Hugo Maul Figueroa ha dichiarato che l'episodio fa pensare "ad un ritorno delle pratiche criminali del passato".

       In un'intervista rilasciata a Cerigua il diretto dell'Istituto controamericano di studi politici (INCEP) Fernando Sotis ha affermato che l'attentato al figlio del generale Pérez Molina si inserisce nel conflitto esistente tra gruppi di militari.

In particolare, lo scontro è tra ufficiali in servizio ed altri in ritiro che cercano di conservare l'egemonia all'interno dell'esercito per continuare a controllare l'amministrazione pubblica ed importanti istutuzioni del paese, nonché mantenere l'impunità per i casi di violazione dei diritti umani di cui sono i mandanti.

Il gruppo dei militari in servizio si riconosce nell'attuale ministro della difesa generale Juan de Dios Estrada, quello dei militari in ritiro nell'ex generale Francisco Ortega Menaldo, da sempre fautore della linea "dura" e collegato alla famigerata "cofradia". Un altro gruppo influente è costituito da ex generali molto preparati professionalmente, tra i quali si trovano alcuni che sono stati destituiti da Portillo poco dopo il suo insediamento, come Otto Pérez Molina e Julio Balconi. Pur molto critici verso l'attuale governo, non appartengono alla "cofradia", hanno cattivi rapporti con il generale Ríos Montt e chiedono che l'esercito venga ristrutturato per affrontare i compiti che gli sono propri nelle nuove condizioni del paese.

 

 

La giustizia spagnola respinge la denuncia di Rigoberga Menchú contro i genocidi guatemaltechi

 

       Il Plenum dell'Audiencia General de España si è riunito in udienza pubblica il 30 novembre  per esaminare il ricorso dell'Ufficio Istruzione di Spagna, che nega la competenza della giustizia spagnola a giudicare il caso della denuncia contro i generali guatemaltechi genocidi presentata da Rigoberta Menchú.

Dopo un'ampia esposizione delle parti l'Audiencia si è riservata di comunicare le proprie decisioni.

       Smentendo tutte le previsioni, il 14 dicembre l'Audiencia ha emesso una sentenza che dispone l'archiviazione della denuncia con la motivazione che la magistratura spagnola non è per il momento competente a giudicare i delitti di genocidio, terrorismo e tortura commessi in Guatemala, in quanto tale compito corrisponde prioritariamente alla giustizia guatemalteca.

L'alto tribunale spagnolo poggia la sua decisione sul fatto che la Spagna è autorizzata a giudicare casi di genocidio commessi in altri paesi quando si dimostri che in essi siano stati emessi decreti di amnistia e di perdono, come nel caso di Cile ed Argentina, oppure che esistano pressioni governative e di poteri di fatto che impediscono lo sviluppo delle inchieste giudiziarie.

Secondo i giudici spagnoli, questo non è il caso del Guatemala, dove la firma degli Accordi di pace non ha comportato l'emissione di leggi che garantiscano l'impunità e non ci sono elementi per affermare che la magistratura guatemalteca si sia rifiutata di accettare denunce presentate ed agire in conseguenza.

Contro la decisione dell'Audiencia Nacional i querelanti hanno subito presentato appello al Tribunale Supremo Spagnolo.

       Numerose prese di posizione dopo il verdetto; tra le altre:

·        Rigoberta Menchú ha dichiarato che in questo momento non è possibile ottenere giustizia in Guatemala, perché si vive in una condizione di terrore nella quale i giudici sono minacciati e non possono operare. Pertanto la deliberazione dell'Audiencia General rinforza l'azione dei genocidi, che hanno riacquistato potere e usano la repressione contro le vittime e contro chi denuncia i crimini.

Tuttavia l'azione intrapresa non verrà interrotta perché, oltre al ricorso presentato presso il Tribunale Supremo Spagnolo, si cercherà un altro paese, un altro luogo, un tribunale idoneo per ottenere giustizia per le vittime e la condanna dei massacratori.

·        Per Victor Montejo, dirigente indigeno, la magistratura spagnola ha voluto ignorare che in Guatemala non si inquisiscono i colpevoli di genocidio, e tanto meno si processano e condannano.

È significativo il caso di monsignor Gerardi: se rimane impunito l'assassinio di un personaggio così importante, come si può sperare giustizia per le migliaia di contadini indigeni massacrati?

·        Miguel Angel Albizures, dell'Alleanza contro l'impunità, sottolinea che il verdetto non nega la responsabilità di genocidio a carica degli imputati, ma adotta un espediente che prova l'esistenza di un accordo tra i governi di Spagna e Guatemala per non danneggiare le relazioni tra i due paesi.

·        Il general Ríos Montt afferma: "Il mio nome è pulito. Ci sono solo speculazioni che non sono state provate, né lo saranno mai".

·        L'avvocato dei militari Julio Cintrón, ha annunciato che presenterà un'ulteriore denuncia alla magistratura guatemalteca contro Rigoberta Menchù "per aver leso la dignità dei militari guatemaltechi di fronte a tutto il mondo".

 

 

Caso Gerardi, specchio dell'impotenza della giustizia guatemalteca

 

Pur essendo arrivato ad un sia pur discutibilissimo stadio processuale, l'iter giudiziario del caso Gerardi non riesce a decollare.

       I ripetuti ricorsi di incompetenza contro il tribunale civile, presentati dagli avvocati dei tre militari sotto accusa, sono stati respinti a tutti i livelli, compreso quello della Corte Costituzionale, ma hanno comportato una grande perdita di tempo.

       Il processo si è subito interrotto alla prima udienza preliminare perché l'avvocato dei militari Julio Cintrón ne ha chiesto la sospensione per presunti errori di forma commessi nella fase istruttoria e l'immediata scarcerazione dei suoi assistiti. Alla seduta ha presenziato un folto gruppo di ufficiale in ritiro, che ha rumorosamente manifestato l'appoggio all'azione dell'avvocato.

       In una audizione di fronte al Congresso il ministro della difesa generale Estrada ha affermato che nonostante ci siano tre militari incriminati è da scartare il movente politico nel delitto Gerardi. Secondo l'alto ufficiale le tre ipotesi più probabili sono un atto di delinquenza comune, il delitto passionale o il furto e commercio di immagini sacre.

       L'avvocato difensore Luis Alberto Mazariegos ha informato che il sacerdote Mario Orantes, imputato per favoreggiamento, versa in gravi condizioni di salute ed ha avuto un notevole peggioramento nell'ultimo mese.


Diritti umani e criminalità comune

 

       L'attività della Commissione di verifica delle Nazioni Unite, Minugua, è stata prolungata per tutto il 2001, però con i finanziamenti ridotti del 45%. Per questo il suo direttore Gerard Merrem ha comunicato che il personale dovrà essere diminuito da 538 a 285 elementi e che molti uffici regionali saranno chiusi.

       Continuano a susseguirsi i casi di assassinio e di gravi violazioni dei diritti umani in Guatemala.

·        L'Ufficio dei diritti umani dell'arcivescovado (ODHA) ha condannato l'incremento delle minacce e molestie contro elementi della chiesa cattolica e testimoni del processo Gerardi. In particolare è stato fatto oggetto di una sparatoria il testimone chiave Gilberto González Limón.

·        Il Procuratore dei diritti umani Julio Arango Escobar ha chiesto all'autorità giudiziaria di indagare sull'assassinio dell'avvocato Maura Ofelia Panagua, uccisa a colpi di pistola da sconosciuti sulla porta di casa.

·        Sindacati ed organizzazioni di difesa dei diritti umani hanno denunciato l'assassinio del dirigente della Federazione sindacale operaia e contadina (FESOC) Miguel Angel Lemus Galicio. Prima aggredito e percosso di varie persone in una zona della capitale, è stato quindi schiacciato con una autovettura.

·        La Coordinadora Nacional de Organizaciones Compesinas (CNOC) ha denunciato l'assassinio di due suoi attivisti ad opera della milizia privata del latifondista Orozco Leal, avvenuto nella finca Flor de Selva a Sayaxché, Petén.

       Secondo un'inchiesta promossa dall'UNICEF, il 17% dei guatemaltechi non conosce il significato dei diritti umani, mentre un ulteriore 42% ne ha un'idea molto vaga.

       La Fondazione di antropologia forense del Guatemala ha comunicato di aver localizzato i resti di 22 abitanti dell'aldea di Salacuim, Cobán, Alta Verapaz. Secondo alcuni testimoni oculari sarebbero stati uccisi il 10 maggio 1982 da un reparto di guerriglieri dell'Ejercito Guerrillero de los Pobres (EGP), perché considerati spie e collaboratori dell'esercito.

       Il sindaco della capitale guatemalteca, Fritz García Gallont, ha affermato che il crimine organizzato è sempre più violento e si rende protagonista anche di aggressioni contro la polizia municipale, godendo dell'indifferenza sia della Polizia nazionale civile che dei reparti dell'esercito impiegati in compiti di pubblica sicurezza.

       Minugua ha presentato un rapporto dal titolo "I linciaggi: un flagello contro la dignità umana", dove attesta che dal 1996 in Guatemala si sono verificati 337 casi di linciaggio o tentativi di linciaggio, che hanno provocato 187 morti e 448 feriti. I dipartimenti in cui il fenomeno ha avuto più incidenza sono quelli in cui maggiormente ha operato la repressione dello stato durante il conflitto armato. Anche dopo l'uscita del rapporto si sono verificati altri casi in varie zone del paese, per un totale di 10 vittime.

       Salvati in extremis, ma seriamente feriti, i cittadini statunitensi Samuel Dean e Bill Bruce, aggrediti a San José, Petén, perché accusati senza prove di aver rapito due gemelli con meno di tre anni di età.

 

 

Avvenimenti politici,

sociali ed economici

 

       L'ex candidato presidenziale Alvaro Colom ha annunciato il suo ritiro dalla coalizione di sinistra Aliancia Nueva Nación (ANN) perché in essa "ciascuno pensa più ai partiti che la compongono che ad un progetto per il paese". Il leader della sinistra ha affermato che lavorerà per unire molti piccoli gruppi che volevano entrare in ANN e non sono stati accettati, partendo dal suo movimento "Encuentro democrático de izquierda" nel quale si trovano alcuni dissidenti dell'UNRG.

Secondo il commentatore politico Pablo Rodas Martini la decisione di Colom non ha nessuna prospettiva di successo, perché tra le forze di sinistra solo l'URNG possiede una struttura organizzativa che può assicurare un futuro politico, sempre che sappia recepire le istanze che arrivano dai ceti popolari.

       Il presidente del Congresso e capo del partito Fronte Repubblicano Guatemalteco generale Ríos Montt ha manifestato il proposito di lasciare l'attività politica e ritirarsi a vita privata. Ha dichiarato che, giunto a 75 anni, non può accettare che la sua immagine venga appannata da episodi usati strumentalmente contro di lui. Ha tuttavia lasciato ogni decisione al Consiglio nazionale del FRG, il cui segretario ha subito respinto l'ipotesi di ritiro del generale.

Contro Ríos Montt è in corso, tra l'altro, un'inchiesta penale per la manipolazione di una legge sulla tassazione delle bevande alcoliche dopo l'approvazione del Congresso.

       Nella relazione introduttiva nel congresso tenuto dagli imprenditori del CACIF, il suo presidente Luis Fernando Montenegro ha invocato un programma operativo globale di tutte le forze per far uscire il paese dalla crisi. Ha affermato che si deve assicurare primariamente i diritti fondamentali come quelli della vita, della libertà e della proprietà, garantendo un regime di legalità attraverso una giustizia uguale per tutti. Ha auspicato un accordo con lo stato per combattere la povertà in tutte le sue manifestazioni, investendo sull'educazione, sanità, casa e creazione di infrastrutture fondamentali.

Il presidente del CACIF ha anche fatto appello agli imprenditori ed a tutta la società perché si vigili contro quei gruppi che vogliono far ritornare il paese ad un passato caratterizzato dallo scontro, persecuzione, corruzione e poteri occulti.

Un sondaggio effettuato tra gli imprenditori presenti ha fatto emergere una netta rivalutazione dell'ex presidente della repubblica Alvaro Arzú e del suo governo, considerati in tutto migliori dell'attuale presidente Portillo e dei suoi ministri.

       Anche nel paese la valutazione di Portillo continua a peggiorare. Da una inchiesta commissionata dal giornale El Periódico risulta che il 53,9% della popolazione lo giudica negativamente, e solo il 33,9% gli è favorevole.

       L'economista Jorge Lavarreda del Centro di ricerche economiche nazionali (CIEN) ha dichiarato che il maggior problema guatemalteco nel campo dell'occupazione non è tanto la disoccupazione assoluta, quanto l'enorme quantità di persone sotto impiegate in attività economiche informali e poco redditizie.

I più grande ostacolo che si oppone  al superamento di questa situazione, che costringe gran parte della popolazione ai limiti della sopravvivenza, è costituito dal fatto che la quarta parte della forza lavoro è analfabeta, ed un ulteriore 60% non va oltre alle prime tre classi elementari.