Selezione di notizie dal Guatemala

anno 2000 n. 4

 

Il Guatemala del Presidente Alfonso Portillo

 

Nei primi mesi della gestione Portillo solo enunciazioni di facciata e molte turbolenze

A 120 giorni dal suo insediamento, il presidente Portillo ha presentato il programma di politica economica per i prossimi quattro anni. In esso figurano 30 iniziative in vari campi d’intervento. Fra le altre, la realizzazione del Patto fiscale e la lotta contro l’evasione, la repressione del contrabbando, l’eliminazione delle spese pubbliche inutili, progetti per combattere la povertà e per migliorare l’assistenza sociale.

Nel complesso la sensazione è che si muova ancora nel quadro di ampie enunciazioni di principio, quasi a continuazione della campagna elettorale.

Parallelamente crescono i segni di instabilità e contrasti nel gruppo dirigente politico promosso da Portillo. Un editoriale del quartiere “Siglo Veintiuno” sottolinea che la compagine di governo è “una precaria insalata di fazioni”, che include la destra religiosa, la sinistra dissidente, gli affaristi che coltivano i loro interessi e gli epurati riciclati. Questa alleanza sta mostrando molte crepe, specie dopo la denuncia dei militari guatemaltechi presentata in Spagna da Rigoberta Menchù, che pone in posizione molto difficile gli esponenti di “sinistra”.

È preoccupante che le lotte di fazione continuino a svilupparsi nell’ombra, anche se per il momento sembra scongiurato l’isolamento politico del presidente Portillo.

 Il quotidiano “El Periòdico” denuncia la permanenza di una struttura illegale negli organi d’ntelligenza militare, di fatto guidata dal colonnello Jacobo Salàn Sànchez, capo del tuttora funzionante Estado Mayor Presidencial (EMP) e notoriamente legato all’ex generale Ortega Menaldo, già esponente dell’ala dura dei militari. Rimarca la contraddizione sia rispetto al disposto degli Accordi di pace che alle promesse elettorali del presidente.

Quasi a risposta delle denunce effettuate, il direttore degli Affari strategici della presidenza Edgar Gutièrrez ha presentato alla stampa un piano per la ristrutturazione dei servizi di sicurezza ed intelligenza militare. Prevede la creazione di un “Consiglio assessore per la sicurezza” composto da elementi civili particolarmente qualificati, con compiti di supervisione e di valutazione delle informazioni che dovrebbero essere inviate dai servizi.

 

Continuano i sommovimenti nelle alte gerarchie militari

A sorpresa il presidente Portillo ha destituito dalla carica di capo di stato maggiore della difesa il colonnello Cesar Augusto Ruiz Morales, insediato da appena 80 giorni. Al suo posto ha nominato il colonnello Eduardo Arèvalo Lacs, comandante di una delle più importanti brigate dell’esercito.

Secondo il quotidiano “Siglo Veintiuno” il provvedimento è stato preso dopo un’ampia riunione di comandanti operativi delle zone militari e rientra nello scontro tra la linea del Fronte Repubblicano Guatemalteco (FRG), che vuole nominare un civile a ministro della difesa perché il generale Rios Montt possa controllare l’esercito, a quella dei militari che invece appoggiano Portillo.

Il destituito colonnello Ruiz Morales era considerato “gli occhi e le orecchie di Rios Montt nell’esercito”.

Successivamente il presidente Portillo ha pubblicamente ammesso che ci sono potenti gruppi che operano con intenti destabilizzatori per provocare un colpo di stato ed ha lasciato intendere che ha sostituito il capo di stato maggiore per questo motivo (ed insieme ha rimosso dagli incarichi altri importanti capi militari).

Ha viceversa precisato che “con il generale Rìos Montt non ci sono problemi”.

Nel discorso di commiato, il destituito colonnello Ruiz Morales, alla presenza di Portillo, ha denunciato il malcontento che esisterebbe nell’esercito per le lotte di fazione ed esortato a ristabilire i contatti “con coloro che ci appoggiarono nei momenti difficili”, e cioè ex pattuglieri civili e commissari militari.

Subito dopo, il ministro della difesa colonnello Estrada ha preso la parola per affermare che le dichiarazioni di Ruiz Morales erano del tutto personali.

Dopo le purghe, i premi. Sono stati nominati generali i colonnelli Juan de Dios Estrada, ministro della difesa; Eduardo Arèvalo Lacs; nuovo capo di stato maggiore, e Eddie Radford Bonilla, suo vice.

Un caso emblematico delle tante parole e poche concretezze:

le vicissitudini della riforma fiscale

Uno dei punti fondamentali degli Accordi di pace è la riforma fiscale, che dovrebbe fornire le risorse finanziarie per realizzare i provvedimenti socio-economici, facendo finalmente pagare le tasse anche ai ricchi.

Il cammino verso il suo compimento è tuttavia interminabile e tipico di come vanno in realtà le cose in Guatemala.

Dopo 19 mesi di discussione, rappresentanti degli imprenditori (CACIF), organizzazioni indigene e della società civile, sindacalisti, centri accademici ecc. hanno firmato con esponenti del governo il “Patto fiscale per un futuro di pace e di sviluppo”. Il documento contiene i principi e gli impegni secondo i quali il governo del Guatemala deve operare per aumentare le sue entrate, fino a raggiungere il carico fiscale pari al 12% del PIL previsto dagli Accordi di pace.

L’evento è stato celebrato con un retorico discorso dell’ex comandante guerrigliero Arnoldo Noriega, presidente della Commissione di accompagnamento per gli Accordi di pace e coordinatore dei lavori per stipulare il Patto fiscale.

Come ulteriore passo è stata insediata un’altra “Commissione per l’applicazione del Patto fiscale”, formata da rappresentanti del ministero delle finanze , del parlamento, degli imprenditori e delle organizzazioni della società civile.

Il suo compito è di elaborare proposte e regole operative per realizzare in concreto la riforma fiscale, e far conoscere i risultati agli organi periferici dell’amministrazione statale ed ai cittadini.

Successivamente. rappresentanti degli imprenditori e delle organizzazioni sociali hanno aderito Patto fiscale firmando un altro documento dal titolo “Accordo politico per il finanziamento della pace, sviluppo e democrazia in Guatemala”.

Nei tempi che saranno definiti dalla Commissione per l‘applicazione del Patto fiscale sono previsti l’aumento dell’imposta sul reddito dal 25 al 31%, dell’IVA dal 10 al 12% con misure per salvaguardare i redditi più bassi, la tassazione delle bevande alcoliche e la creazione di un ente per la lotta contro l’evasione.

Di fronte alle parti il presidente Portillo si è assunto l’impegno di rendere operativo l’accordo.

Subito dopo, sia la Commissione finanziaria del Congresso che il partito di maggioranza assoluta in parlamento, FRG, si sono pronunciati contro l’accordo, ritenuto troppo oneroso per i cittadini.

Pertanto la realizzazione della Riforma fiscale è tuttora, allo stato delle cose, “in grembo agli dei”.

 

 Nei documenti declassificati liste di proscrizione ed episodi terribili degli anni della grande repressione.

 Il direttore della Segreteria degli affari strategici della presidenza Edgar Gutièrrez ha comunicato alla stampa di aver rinvenuto un archivio segreto con le schedature di oltre 650mila guatemaltechi, tra i quali politici, religiosi, studenti, sindacalisti, dirigenti di gruppi contadini ed indigeni, dei diritti umani ecc.

Dopo avere aggiunto che questo archivio veniva utilizzato dall’esercito per il controllo della popolazione civile, ha dichiarato di aver consegnato la documentazione alla magistratura guatemalteca, alla Commissione dell’ONU in Guatemala (Minugua) ed al Procuratore dei diritti umani per i provvedimenti del caso.

A cura dell’agenzia statunitense National Security Archive (NSA) è stato redatto un rapporto in merito a decine di migliaia di documenti riguardanti il Guatemala, declassificati da vari dipartimenti statali degli Stati Uniti. Il rapporto è stato presentato nella capitale guatemalteca della ricercatrice Kate Doyle.

I documenti provano che sedi dell’esercito e della polizia sono state usate come centri di tortura ed assassinio, secondo una strategia contro insurrezionale iniziata nel 1967 ed andata avanti fino al 1992, e l’organizzazione di attentati terroristici contro ogni oppositore vero o presunto, con sequestri di persona ed esecuzioni extragiudiziali. Nessuno dei testi indica il nome degli autori materiali e dei mandanti dei crimini (vi sono molti omissis); risaltano tuttavia le responsabilità dei golpisti Romeo Lucas Garcìa ed Efraìn Rìos Montt.

Nella presentazione del rapporto la ricercatrice Kate Doyle ha affermato che di quanto si è verificato in Guatemala la responsabilità non è solo dei militari guatemaltechi, ma ricade anche sulle autorità degli Stati Uniti che tollerarono ed appoggiarono le repressioni contro la popolazione civile.

Il rapporto presenta l’elenco di 232 ufficiali che fecero parte dei servizi di intelligenza militate, notoriamente promotori della peggiore illegalità. In esso si trovano elementi che hanno appoggiato la fazione più democratica dell’esercito, capeggiati dal generale Otto Pèrez Molina.

Spiccano i nomi degli ultimi ministri della difesa, generali Balconi Turcios (firmatario degli accordi di pace) e Barrios Celada e, a sorpresa, quello del colonnello Eduardo Arévalo Lacs, che ha recentemente sostituito nella carica di capo di stato maggiore della difesa l’uomo di fiducia del generale Rìos Montt.

 

L’azione giudiziaria di Rigoberta Menchù in Spagna

All’azione giudiziaria contro i militari guatemaltechi genocidi promossa da Rigoberta Menchù

Intanto hanno già deposto di fronte all’Audiencia Nacional de España:

L’ex ambasciatore spagnolo Màximo Cajal Lòpez, sopravvissuto miracolosamente all’incendio dell’ambasciata di Spagna in Guatemala nel gennaio 1980. Egli ha dichiarato di essere stato salvato in extremis dall’esecuzione da parte della polizia guatemalteca grazie all’intervento di un esponente della Croce rossa internazionale, e di essersi prodigato inutilmente con il cancelliere del governo guatemalteco e con il ministro dell’interno per evitare la strage.

La parlamentare guatemalteca e cofondatrice del Grupo de Apoyo Mutuo (GAM) Nineth Montenegro in merito alla scomparsa del marito Fernando Garcia, sindacalista, avvenuta nel 1984 sotto la presidenza del generale golpista Mejia Vìctores.

Si trascina stancamente l’inchiesta sul delitto Gerardi

 Gli avvocati dei militari accusati del delitto Gerardi, l’ex specialista dell’EMP Villanueva Arèvalo come esecutore ed il colonnello in pensione Lima Estrada e suo figlio capitano Byron Oliva come mandanti, hanno richiesto che il loro patrocinati vengano giudicati dalla magistratura militare.

L’istanza è stata respinta dal tribunale competente.

Respinta anche la ricusazione da parte degli accusati del giudice istruttore Flor de Maria Villatoro, la quale è anche oggetto di minacce intimidatorie unitamente ai suoi collaboratori.

Il giudice Alexis Calderòn Maldonado, designato a presiedere il tribunale penale per il giudizio sul caso Gerardi, ha declinato l’incarico adducendo futili motivi.

Diritti umani e criminalità comune

Il parlamento europeo ha emesso una risoluzione in cui si chiede ai governi che lo integrano di fare pressione e concedere il proprio appoggio al presidente del Guatemala affinché sia fatta giustizia a carico dei responsabili dei crimini contro l’umanità commessi nel corso del conflitto armato interno. E perché venga posta fine all’attuale stato di impunità, che ha permesso crimini come il massacro di contadini a Xamàn e l’assassinio del vescovo Gerardi.

La Corte suprema di giustizia del Guatemala ha annullato la sentenza del tribunale penale di Alta Verapaz che di fatto assolveva i militari colpevoli della strage di contadini a Xamàn, avvenuta nel 1995, e ha disposto un nuovo giudizio.

Attualmente in Guatemala si assiste ad una preoccupante ripresa di gravi violazioni dei diritti umani, con un succedersi di sparizioni ed esecuzioni extragiudiziali che colpiscono soprattutto dirigenti di associazioni per la tutela dei diritti umani, di sindacati e di organizzazioni contadine ed indigene e cittadini che hanno appoggiato azioni giudiziarie contro militari.

Lo stesso presidente Alfonso Portillo ha dovuto comunicare in una conferenza stampa che i suoi genitori ed i suoi fratelli sono stati costretti a rifugiarsi all’estero perché minacciati di sequestro, rammaricandosi di non essere stato capace di mantenere la promessa di debellare la violenza criminale

Il nuovo direttore della Polizia nazionale civile Mario Renè Cifuentes Echeverrìa ha affermato che i fatti denunciati relativamente alle esecuzioni extragiudiziali sono esatti, ma che non ci sono prove di coinvolgimento di componenti di istituzioni statali.

Ha poi dato notizie dell’avvio di un piano di sicurezza per combattere ogni forma di criminalità che affligge i cittadini, basato sull’impiego di 16mila poliziotti appoggiati da 10mila militari.

Il pattugliamento dei militari nelle strade per contrastare la criminalità è stato contestato dalle principali organizzazioni della società civile.

23 turisti giapponesi sono stati presi d’assalto da una folla inferocita nel mercato di Todos Santos Chuchumatàn perché ritenuti (senza motivo) rapitori di bambini. Oltre 500 persone si sono scagliate contro l’autobus dei turisti uccidendone uno a colpi di pietra e ferendone molti altri. L’autista guatemalteco è stato prelevato dal veicolo e bruciato vivo.

La polizia, intervenuta successi-vamente, ha arrestato 14 persone ritenute istigatrici della violenza.

 

 Avvenimenti politici, sociali ed economici

Si è scisso il gruppo parlamentare del PAN dell’ex presidente Arzù a pochi mesi dalla sconfitta elettorale: 16 parlamentari si sono dimessi dal partito per contrasti con il segretario generale Leonel Lòpez Roclas, formando un gruppo indipendente. I dissidenti hanno manifestato l’intenzione di fondare un nuovo partito centrato sulla figura del sindaco panista della capitale Fritz Garcìà Gallont.

Il gruppo parlamentare del PAN risulta così ridotto a 21 deputati, che potrebbero ridursi a 18 se, come annunciato, altri 3 elementi si staccheranno. In questo caso la nuova formazione diventerebbe il principale gruppo di opposizione.

Un sondaggio della Borge ed Associated, condotto per conto del quotidiano “El Periòdico”, rivela che il 65% dei cittadini ritiene grave la situazione del paese e il livello del proprio tenore di vita. Tuttavia il 40,6% di essi pensa di stare meglio sotto la presidenza Portillo rispetto a quella di Arzù, contro il 19% che ritiene di stare peggio.

L’aumento delle tariffe dei trasporti urbani della capitale ha provocato quattro giorni di proteste, violenze e vandalismi, blocchi stradali, saccheggi di negozi e danneggiamento di veicoli privati. Alla fine si sono contati quattro morti, tra i quali un giornalista di “Prensa Libre”, e numerosi feriti.

In seguito al deludente comportamento delle forza dell’ordine il governo ha destituito il direttore della Polizia nazionale civile Baudillo Portillo Merlo.

Un editoriale del quotidiano “Siglo Veintiuno” ha rimarcato che le legittime proteste per l’aumento delle tariffe dei trasporti urbani sono sfociate in un’esplosione di violenza ad opera di gruppi di teppisti conosciuti come “maras”.

Questi sono stati manovrati da ambienti interessati a creare una situzaione di caos assoluto per mettere Portillo in condizione di non poter governare e far ricuperare ai gruppi egomonici tradizionali vecchie posizioni di potere.

I sindacati hanno denunciato che il 65% degli imprenditori non hanno concesso i pur minimi aumenti salariali, acccordati per decreto governativo, dopo l’accordo firmato tra la presidenza del parlamento ed il CACIF padronale.