SELEZIONE DI NOTIZIE DAL GUATEMALA

Anno 2000, n 2

Prende avvio il Guatemala di Alfonso Portillo

L’Insediamento e proclamazione d’intenti del nuovo presidente

Alfonso Portillo si è insediato alla presidenza della repubblica del Guatemala nel corso di una solenne cerimonia, alla quale hanno partecipato le più alte cariche dello stato ed il corpo diplomatico. Ha pronunciato un discorso pieno di promesse, assicurando di voler fare degli Accordi di pace un impegno primario dello stato e di voler perseguire i responsabili dell’uccisione di monsignor Gerardi chiunque essi siano. Ha quindi definito i cinque punti chiave sui quali appoggerà la sua azione di governo:

 

  1. Consolidamento della democrazia ed attuazione della riconciliazione nazionale, prendendo come base la realizzazione degli Accordi di pace.
  2. Decentralizzazione dei poteri dello stato.
  3. Impulso ad una crescita economica senza privilegi.
  4. Riduzione delle disuguaglianze sociali.
  5. Lotta frontale contro impunità e corruzione.

Successivamente il neo presidente ha presentato all’assemblea dei sindaci del paese una bozza di progetto per definire il Patto di governabilità, che sarà posto alla discussione delle varie parti sociali. Ha fatto appello alla comunità internazionale perché appoggi la sua realizzazione. Il patto si basa su sei capitoli fondamentali:

 

  1. Sicurezza per i cittadini, giustizia, smilitarizzazione e garanzia del rispetto dei diritti umani.
  2. Modernizzazione dello stato, decentramento dei poteri, sviluppo rurale, tutela dell’ambiente.
  3. Sviluppo della pubblica istruzione.
  4. Partecipazione dei cittadini alle attività pubbliche con riforma dei partiti politici.
  5. Interculturalità e sviluppo umano integrale, in particolare per giovani e donne.
  6. Patto fiscale per incrementare le risorse finanziarie dello stato.

Portillo si è poi incontrato con:

I vescovi della Conferenza episcopale guatemalteca (CEG); al termine della riunione il presidente della stessa, monsignor Victor Hugo Martínez, ha dichiarato che il governo di Portillo ha l’appoggio della chiesa per la realizzazione del programma enunciato.

Con i dirigenti dell’URNG, Jorge Soto e Rodrigo Asturias, accompagnati dal direttore della missione dell’ONU (Minugua) Jean Arnoult, per discutere sulla migliore procedura da seguire per l’applicazione degli Accordi di pace. L’esponente dell’URNG Adolfo Noriega, presidente della Commissione di accompagnamento per la realizzazione degli Accordi di pace durante l’ultima fase della presidenza Arzú, ha affermato che si dovrà concedere un periodo di tempo per accertare se Portillo manterrà le sue promesse

L’Il governo del presidente Portillo e il suo staff: uno sconcertante mosaico di "destri" e di "sinistri".

Un buon numero di democristiani, dirigenti del Fronte repubblicano guatemalteco di Ríos Montt, ex membri dell’URNG ed attivisti dei diritti umani comporranno il governo di Alfonso Portillo ed il suo staff dirigenziale. Il settore imprenditoriale, influente nei precedenti governi, questa volta non è rappresentato. Nel governo gli undici ministri civili sono:

Cancellierato ed esteri Gabriel Oxellana Rujas ,giurista
Interni Guillermo Ruiz Wong
Economia Eduardo Weimann
Finanze Manuel Maza Castellanos
Energia e miniere Raúl Archìta
Comunicazioni Luis Rabbé
Sanità e assistenza sociale Mario Bolaños
Lavoro Juan Francisco Alfaro,dirigente sindacale
Agricoltura Roger Valenzuela
Istruzione Mario Torres
Cultura e sport Otilia Luz de Cotí
  ex membro della Commissione di chiarimento storico (CEH).

Ambienti imprenditoriali hanno contestato la nomina a ministro per energia e miniere di Raúl Archita, esponente di una delle multinazionali che operano nel settore dei prodotti petroliferi, ed al ministro delle comunicazioni di Luis Rabbé, legato a società per la televisione e la radio. La Fondazione Myrna Mack ha giudicato negativa la nomina a ministro degli esteri di Gabriel Orellana, difensore davanti ala Corte interamericana dei diritti umani di alti ufficiali accusati di gravi violazioni, tra i quali il generale Ríos Montt. Ma le maggiori critiche si sono concentrate su Otilia Luz de Cotí, che, come componente della CEH, aveva accusato di genocidio il generale Ríos Montt. La neo-ministra ha ribattuto di aver accettato l’incarico perché ritiene che nel governo pluralista di Portillo ci sia spazio per il lavoro propizio di una donna maya, e di essersi consultata - prima di prendere la decisione - con gli ex compagni di commissione Christian Tomuschat e Alfred Balselis, ricevendone l’approvazione. Ha poi chiesto di essere giudicata per i risultati che riuscirà a conseguire. A segretario del Servizio per le analisi strategiche della presidenza (in pratica il primo consigliere di Portillo) è stato designato Edgar Gutiérrez, che coordinò lo sviluppo del progetto REMNI per il ricupero della memoria storica dell’Ufficio per i diritti umani dell’arcivescovado, concluso con la pubblicazione del rapporto "Guatemala, nunca más". Gutiérrez, che avrà come vice l’ex sindacalista Victor Marcriva, ha dichiarato che il suo compito principale è di dare esecuzione agli Accordi di pace.

La Segreteria della pace (SEPAZ), organo governativo per il compimento degli Accordi di pace, sarà diretta da Ruben Calderón, con Miguel Angel Reyes incaricato per la segreteria tecnica. Entrambi erano stati guerriglieri delle FAR, una delle componenti dell’URNG. Reyes partecipò ai negoziati di pace nello staff politico-diplomatico della guerriglia. Edgar Gutiérrez e Ruben Calderón sono i nuovi rappresentanti del governo nella Commissione di accompagnamento per gli Accordi di pace. Anche l’ex direttore dell’Ufficio per i diritti umani dell’ Arcivescovado (ODHA) Ronalth Ochaeta è entrato a fare parte dell’amministrazione Portillo come assessore presidenziale.

Terremoto nell’esercito: un colonnello nominato ministro della difesa.

Dopo aver affermato: "Se devo essere presidente solo per un mese, accetto il rischio", Portillo ha annunciato la ristrutturazione dell’esercito, che include la nomina del colonnello Juan de Dios Estrada Velázquez a ministro della difesa. Capo di stato maggiore dell’esercito è stato designato il colonnello Cesar Augusto Ruiz Morales. Poiché un colonnello non può dare ordini ad un generale, la decisione ha comportato l’automatico ritiro di tutti e 20 i generali delle forze armate guatemalteche. Fra essi, l’ex ministro della difesa generale Marco Tulio Espinoza, l’ex capo di stato maggiore generale Victor Emanuel Ventura Arellano, nominati dal presidente Arzú, ed il generale Otto Pérez Molina, leader dell’ala moderata dell’esercito e uno dei protagonisti dei negoziati di pace con la guerriglia. Il nuovo ministro della difesa colonnello Estrada Velázquez si era segnalato come uno degli ufficiali più aperti alla riforma dell’esercito. Comandante operativo nelle zone più conflittive del paese nell’Ixcán, Quiché, mentre erano in corso i negoziati di pace, con il suo modo di agire aveva conquistato la fiducia dei comandanti della guerriglia. Dall’altro canto il presidente Portillo ha informato che l’Estado Mayor Presidencial (EMP) continuerà ad occuparsi della sua sicurezza personale, perché il passaggio ad un’altra struttura non può che essere graduale e richiede la riforma della Legge costitutiva dell’esercito che il parlamento non ha ancora approvato. Tuttavia la sua attività sarà guidata dalla Segreteria amministrativa della presidenza, diretta dal civile Ricardo Marroquín Rosada.

Sconcerta il fatto che nella squadra che garantisce la sicurezza del presidente siano stati immessi militari e membri della polizia nazionale destituiti all’inizio della presidenza Arzú per corruzione e collusione con la mafia del contrabbando. Fra l’altro, è stato nominato vice direttore della suddetta Segreteria amministrativa della presidenza il colonnello Jacobo Sàlán Sánchez, legato al generale Francisco Ortega Menaldo, ex capo dell’EMP e noto esponente dell’ala dura dell’esercito. Secondo alcuni commenti giornalistici, la designazione di due colonnelli alle massime cariche militari rientra in una strategia che ha determinato il ritiro dei generali fatti avanzare dall’ex presidente Arzú e vuole ripristinare l’influenza di quei settori duri dell’esercito (la famosa "cofradía"), che dopo essere stati da lui emarginati si erano rifugiati nel partito di Ríos Montt. Con i compromessi che il presidente Portillo ha dovuto accettare per la composizione del suo governo, intorno a lui si sarebbero ricompattate forze di destra contro le quali poco possono fare quegli ex membri della sinistra armata e non armata che sono entrati nel suo staff, pensando - per ingenuità o per opportunismo - di influire all’interno per realizzare cambiamenti.

Nuovi avvenimenti, ma vecchia nebulosità nel caso Gerardi.

Con l’accusa di partecipazione all’assassinio di monsignor Gerardi la Polizia nazionale ha arrestato le seguenti persone: Il colonnello in pensione Byron Disrael Lima Estrada, ex capo dell’intelligenza militare, e suo figlio, capitano Byron Oliva, come mandanti del delitto. L’ex specialista dell’EMP José Obdulio Villanueva Arévalo, già condannato a tre anni di prigione per aver ucciso nel 1996 il trasportatore del latte Sas Rompeche, scambiato per un attentatore alla vita del presidente Arzú, come esecutore materiale del delitto. La domestica di monsignor Gerardi e del suo collaboratore don Mario Orantes, Margherita López, per favoreggiamento. La donna era già stata arrestata nel 1999 con don Orantes con la stessa accusa e quindi prosciolta in istruttoria. Mandato di cattura è stato invece emesso per il sacerdote don Mario Orantes che si trovava all’estero per ragioni di salute. Secondo la giudice istruttrice Flor de María García, gli elementi che hanno portato a tali provvedimenti si trovano nella concordanza delle testimonianze dell’ex agente dell’EMP Jorge Aguilar Martínez, del taxista Diego Méndez Perussina e del mendicante Ruben Chanax Sontay, informatore della polizia, presenti nel luogo del delitto. L’avvocato Aguilar Mendizabal, difensore del presunto killer Obdulio Villanuera, ha affermato che al momento del delitto il suo cliente si trovava ancora in carcere per il caso Sas Rompeche. Ne ha chiesto pertanto l’immediato rilascio. Don Orentes è invece rientrato in Guatemala e ricoverato in una clinica della capitale; sarà interrogato dal giudice istruttore appena le sue condizioni di salute lo consentiranno. In proposito il Procuratore dei diritti umani Julio Arango Escobar ha dichiarato di non credere che il sacerdote sia coinvolto nel delitto, nel quale invece sono sicuramente implicati molti altri militari.

L’iniziativa giudiziaria di Rigoberta Menchú in Spagna contro i militari guatemaltechi.

In appoggio all’iniziativa giudiziaria di Rigoberta Menchú in Spagna contro i militari guatemaltechi colpevoli di massacri sono state presentate all’Audiencia General Spagnola le seguenti denunce:

  • Della Coordinadora Nacional de Viudas de Guatemala (CONAVIGUA)
  • Dell’Associazione delle famiglie dei desaparecidos del Guatemala (FAMDEGUA).
  • Dal Grupo de Apoyo Mutuo (GAM), in particolare relativamente alla scomparsa - nel febbraio 1984 - del sindacalista Edgar Fernando García, marito dell’attuale parlamentare di ANN (coalizione di sinistra) Nineth Montenegro.
  • Da Julio Solorzano, figlio della scrittrice spagnola Alaide Foppa scomparsa in Guatemala nel 1980.

Ha l’appoggio del sindacato spagnolo delle Comisiones Obreras. A fine gennaio il giudice spagnolo Pedro Rubira ha chiesto all’Audiencia General di archiviare la denuncia presentata contro gli alti comandanti militari guatemaltechi. Ha argomentato che la giustizia spagnola non è competente, i capi d’accusa non sono dettagliati e che, a differenza di quanto è capitato in altri paesi sudamericani, gli avvenimenti denunciati si sono verificati mentre in Guatemala era in corso una guerra interna. Mentre il generale Ríos Montt si è subito compiaciuto per il fatto, la Fondazione Rigoberta Menchú in un comunicato stampa ha precisato che l’iter giudiziario segue il suo corso, perché le decisioni saranno prese solo dal magistrato incaricato, Guillermo Ruiz Polanco.

Diritti umani e criminalità comune.

Nel rapporto relativo all’anno 1999 la commissione dell’ONU, Minugua, ha segnalato un serio peggioramento nelle violazioni dei diritti umani rispetto al 1998, anche se quelle riferite al diritto alla vita ed all’integrità fisica continuano a diminuire. Permane presente un’attività dei servizi di intelligenza militare per ostacolare la giustizia ed assicurare l’impunità, evidente nel caso delle indagini relative al delitto Gerardi.

Per onorare la memoria delle oltre 200 mila vittime del conflitto armato interno la Procura dei diritti umani ed il gruppo multisettoriale per la pace e la concordia hanno dichiarato il 25 febbraio, anniversario della presentazione del rapporto "Guatemala, memorie del silenzio" della Commissione di chiarimento storico (CEH), giorno della dignità delle vittime. È stato chiesto al Congresso di sancire l’iniziativa come solennità nazionale, ricevendo il rifiuto da parte del gruppo di maggioranza assoluta del FRG, con la motivazione che il fatto riaprirebbe le ferite ed ostacolerebbe la riconciliazione nazionale. Con una mostra fotografica in una piazza centrale della capitale, programmi commemorativi, cerimonie religiose, teatro popolare, musiche e danze, 15 organizzazioni per la tutela dei diritti umani hanno organizzato il 31 gennaio scorso la commemorazione del ventesimo anniversario della strage dell’ambasciata di Spagna, dove le forze repressive dello stato provocarono la morte di 39 persone tra contadini, studenti, personalità guatemalteche d’opposizione e diplomatici spagnoli. Il pubblico ministero ha presentato ricorso alla Corte Suprema contro la sentenza d’appello che ha di fatto assolto tutti i militari autori del massacro di contadini a Xamán nel 1995.

Nei cimiteri clandestini continua la riesumazione di vittime delle repressioni militari contro civili inermi effettuate nel corso del conflitto armato. Una equipe medico-antropologica è al lavoro in tre diversi punti del paese: San Juan Cotzal, Quiché; Rabinal, Alta Verapaz; Las Tinajas, Panzós, Baja Verapaz. Per finanziare questi lavori, osteggiati dalle autorità pubbliche, Stati Uniti ed Olanda hanno elargito 58 milioni di dollari.

Avvenimenti politici, sociali ed economici.

Il gruppo parlamentare del Fronte repubblicano guatemalteco (FRG) è diviso in due correnti, la portillista e la riosmontista. Nella prima si trovano soprattutto parlamentari di nuova nomina; nella seconda, che ha espresso la direzione del gruppo perché maggioritaria, 14 quelli riconfermati. Scontri frontali anche nello sconfitto PAN fra la frazione vicina all’ex presidente Arzú e quella che appoggia il candidato alla presidenza sconfitto Oscar Berger. La prima ha prevalso nel Consiglio nazionale, nominando segretario nazionale con 87 voti contro 49 l’ex presidente del Congresso Leonel López Rodas.

Con l’intento di sviluppare un progetto unitario aperto a tutte le forze di sinistra ed arrivare in posizione di forza alle elezioni del 2003, i partiti dell’URNG e del DIA hanno deciso di istituzionalizzare l’Alleanza Nuova Nazione (ANN). Verrà creato un coordinamento nazionale guidato dal candidato presidenziale Alvaro Colom.

Con una mossa di chiaro carattere populistico il presidente Portillo ha inviato al Congresso per l’approvazione un decreto legge che impone un aumento del 10% del salario minimo dei lavoratori, sia del settore pubblico che di quello privato (circa 200 quetzales mensili). L’iniziativa ha scatenato l’opposizione degli imprenditori associati nel CACIF i quali sono stati ricevuti dal presidente del Congresso, generale Ríos Montt, che ha poi insediato una commissione mista per trattare il problema. Alla fine è stato concordato un aumento su base volontaria (le imprese che non lo fanno lo dovrebbero giustificare) sul valore indicativo di 72 quetzales mensili per i lavoratori urbani e 67 per quelli del settore agricolo. I portavoce del movimento sindacale hanno definito insufficiente l’aumento concordato tra CACIF e parlamentari di Ríos Montt rispetto alle esigenze fondamentali di vita, denunciando che ancora una volta è il potere economico che detta legge. In assenza di un movimento di opposizione sociale unitario ed organizzato si manifestano episodi di contestazione di carattere spontaneistico e localistico.

Nella periferia della capitale più di 100 famiglie hanno occupato dei terreni allo scopo di costruirvi abitazioni, stante la grave penuria di case e l’inettitudine di fronte al problema della preposta Banca nazionale per la casa (BANVI).

Nella località La Libertad, dipartimento del Petén, circa 1500 contadini hanno occupato la raffineria di petrolio della società Basic Resources per protestare contro i danni ambientali. Richiedono la riforestazione di varie zone e che ad una cooperativa di trasporto locale venga concesso l’incarico per il trasporto dei prodotti.

La Banca Mondiale ha comunicato che dopo la firma della pace il Guatemala ha ricevuto la più alta assistenza internazionale di tutta la sua storia. Sommando i finanziamenti erogati nel 1999 con quelli concessi nel 1997 e 1998 si arriva ad un miliardo di dollari, pari al 55% della somma totale preventivata.