Per una
valutazione più dettagliata dei comportamenti:
a) I governi
Raggiunto l’obiettivo della
cessazione delle ostilità e del disarmo della guerriglia, il presidente Arzú ed
il governo del PAN ben poco hanno fatto per applicare gli Accordi e segnare una
svolta radicale nel paese. C’è stata l’apertura di spazi di negoziazione con la
costituzione di innumerevoli Commissioni di larga rappresentanza per l’elaborazione
di piani operativi, ma quasi tutto si è esaurito in interminabili discussioni.
I tradizionali gruppi di potere, specie gli agroesportatori, i finanzieri e
l’esercito, hanno mantenuto le posizioni di privilegio e bloccato ogni
cambiamento, mentre nulla è stato fatto per perseguire i responsabili delle
gravissime repressioni.
Con il governo del
presidente Alfonso Portillo e del Fronte Repubblicano Guatemalteco (FRG) del
generale Ríos Montt le cose sono ulteriormente peggiorate per il continuo sabotaggio
messo in atto, particolarmente evidente nel processo parlamentare per la
realizzazione delle fondamentali riforme costituzionali. Di fatto, dopo la
conquista della presidenza e della maggioranza assoluta nel parlamento, il FRG
di Ríos Montt ha seppellito gli Accordi di pace.
b) L’URNG ed i partiti politici
Dopo il ruolo di
protagonista rivestito nei lunghi negoziati, l’URNG non è riuscita ad essere un
fattore decisivo per l’applicazione degli Accordi conquistati. Come ammesso da
Rodrigo Asturias, il comandante Gaspar Ilom, lo sforzo sviluppato per superare
i problemi legati alla smobilitazione ed incorporazione nella vita civile degli
ex combattenti guerriglieri ed alla trasformazione in partito politico ha
impedito di agire con vigore come forza di pressione. Tuttavia un fattore di
moderazione può essere anche derivato da una certa “istituzionalizzazione” di
esponenti di rilievo dell’URNG inseriti nelle varie commissioni, in particolare
quella centrale permanente avente il compito di sovrintendere all’applicazione
degli Accordi stessi.
Ma tutti i partiti politici,
e per primo il governativo PAN, non hanno operato come canale di comunicazione
tra stato e società, perpetuando in tale modo il legame verticistico cacicco –
cliente per la cura di interessi particolari.
c) Le organizzazioni popolari e la società civile
Successivamente alla firma
degli Accordi di pace le forze popolari organizzate si sono molto frammentate,
comprese quelle del mondo indigeno che pure ha dimostrato una notevole
vitalità. La mobilitazione della società civile è stata quindi debole, ed una
parte dei suoi esponenti che ha partecipato ai lavori delle commissioni si è
chiusa nel feudo delle proprie funzioni, staccandosi dalla propria base.
Pare quindi accettabile la valutazione Gustavo Porras, influente consigliere del presidente Arzú e capo della delegazione governativa ai negoziati di pace: “una volta completata la smobilitazione della guerriglia il processo di pace è morto. Si può procedere con accordi, convegni, commissioni, patti ma per realizzare quello che conta sono i rapporti di forza di ogni giorno”.
d) La pace tradita
E' emblematica la sorte
toccata alle riforme costituzionali, già elaborate in forma edulcorata dal parlamento e poi respinte da un
referendum popolare sotto la pressione diretta ed indiretta di settori politici
ed economici potenti e nella quasi totale inerzia nelle forze di opposizione . Nella consultazione si sono
astenuti l'81,5% degli iscritti alle liste elettorali ; il 44% dei votanti ha
detto sí e il 56% ha detto no, per cui le riforme sono state respinte per uno
scarto di 38.373 voti.
Sono venute così a cadere
importanti modifiche alla Costituzione atte a costruire una Nazione multietnica
e multiculturale, dare all'esercito un ruolo compatibile con uno stato
democratico e permettere un funzionamento più equo ed efficace della giustizia.
Oltre alle riforme costituzionali rimangono aperti
grandi problemi: la riforma tributaria la questione agraria e il catasto, gli
incentivi allo sviluppo per la creazione di posti di lavoro stabili, la
costruzione almeno di un minimo di stato sociale, la garanzia di sicurezza per
i cittadini e il rispetto