CONGRESSO REGIONALE DELLA CGIL
SCUOLA PIEMONTE
ODG SULLA FORMAZIONE PROFESSIONALE
A partire dalla Legge Treu (legge 196/97) e dal patto
nazionale del dicembre 1998 si è aperta una fase di profonde riforme del
sistema formativo che ha interessato anche la formazione professionale. La
legislazione regionale ha in molte realtà, compreso il Piemonte, anticipato il
processo di riforma.
Una lunga stagione, ancora non conclusa, di
cambiamenti ha riaffermato e rafforzato il ruolo sociale della formazione
professionale e la sua specificità di strumento delle politiche attive del
lavoro, producendo maggiore chiarezza in ordine al suo ruolo nell’ambito del
sistema formativo nazionale. L’elevamento dell’obbligo scolastico e
l’introduzione dell’obbligo formativo, il nuovo apprendistato, la formazione
continua e l’integrazione dei sistemi rappresentano i punti nodali del
processo di riforma che vede il sistema d’istruzione e di formazione
professionale operare con pari dignità. In particolare l’obbligo formativo a
18 anni e l’apprendistato, dovranno garantire a centinaia di migliaia di
giovani la frequenza di percorsi formativi, in cui la formazione professionale
è soggetto protagonista ed integrato con la scuola e il mondo delle imprese.
Questo nuovo quadro delinea il ruolo della formazione professionale non più rivolto in modo esclusivo al recupero dei giovani espulsi dal sistema scolastico, ma finalizzato a percorsi formativi post - obbligo e alla formazione continua, superando, in tal modo, l’anomalia italiana di una offerta formativa costituita in larghissima parte ed in modo esclusivo dalla scuola e dall’università.
Oggi, più del passato, è possibile utilizzare le
risorse nazionali e comunitarie per promuovere opportunità di formazione lungo
tutto l'arco della vita lavorativa, con attenzione particolare agli interventi
formativi a sostegno dell'occupabilità e dell'inserimento al lavoro, a quelli
che favoriscono l'adattamento delle imprese e dei lavoratori ai mutamenti
tecnologici e organizzativi e alle sfide della globalizzazione, a iniziative di
sviluppo delle competenze dei lavoratori che consentono di adottare nelle
imprese soluzioni di organizzazione del lavoro basate sulla valorizzazione del
fattore umano, agli interventi per la mobilità professionale. Nel contempo sono
fortemente aumentati gli interventi formativi integrati con un più alto livello
di collaborazione con la scuola, l’università e il mondo del lavoro.
Tutto questo non sta avvenendo senza contraccolpi e
problemi per chi lavora nel sistema. Le riforme richiedono la riqualificazione
delle agenzie formative. Sono stati avviati processi di ristrutturazione delle
Agenzie che devono essere governati con adeguati strumenti di tutela dei
lavoratori. Diversamente assisteremo alla messa in discussione
dell’occupazione e all’introduzione irreversibile di pesanti elementi di
precarizzazione del lavoro nel settore.
La nascita del sistema di accreditamento delle
Agenzie, costituito da regole nazionali e regionali, sarà determinante per un
possibile salto di qualità del sistema e per la riqualificazione degli
operatori e dei lavoratori; parimenti la costruzione del Contratto Nazionale del
comparto unico della formazione professionale entro il 2003, anno di definitiva
applicazione obbligatoria delle regole di accreditamento, è indispensabile per
introdurre forti elementi di normalizzazione e armonizzazione dell’offerta
formativa e consentire un ulteriore incremento di qualità al settore. Per
questa ragione, sistema di accreditamento e Contratto di comparto devono
essere per la Cgil irrinunciabili obiettivi.
Dopo quattro anni dalla sua naturale scadenza, il CCNL della
Formazione Professionale non è stato ancora rinnovato. L’assenza di norme
adeguate alle nuove situazioni producono condizioni di precarietà e difficoltà
nella quotidiana conduzione dei rapporti di lavoro, mentre quattro anni di
blocco delle retribuzioni, parzialmente superato con il recente accordo
salariale, hanno rappresentano una
palese violazione degli accordi del 23 luglio 1993. Questa vergogna deve essere
rapidamente rimossa. E’ necessario che si mettano in campo iniziative capaci
di produrre risultati positivi e di respingere l’astiosità e la
protervia delle Agenzie. Dobbiamo respingere con fermezza la
loro intenzione di ridicolizzare il sindacato, di perdere tempo o di
attaccare diritti fondamentali quali l’indennità di malattia e di maternità.
Bisogna giungere ad una rapida positiva conclusione
senza rinunciare agli obiettivi della piattaforma sindacale. In questa direzione
deve essere affermato in modo esplicito che la Cgil:
-
non intende rinunciare alla erogazione ai lavoratori degli
arretrati contrattuali relativi ai due bienni economici scaduti;
-
intende assoggettare la flessibilità e specificatamente la
flessibilità di orario, in tutte le sue articolazioni, ad espliciti e formali
accordi con le OO.SS. territoriali;
-
ritiene indispensabile, in assenza di ammortizzatori sociali
per il settore, un sistema di solidarietà e di tutela occupazionale, nazionale
e contrattuale, a partire dalle misure previste dall’attuale art.26 del CCNL e
dalla relativa norma transitoria, da introdurre nel nuovo contratto;
-
respinge qualsiasi tentativo di peggioramento delle
condizioni di lavoro e dei diritti fondamentali dei lavoratori;
-
intende perseguire la valorizzazione del lavoro, attraverso
l’introduzione di strumenti retributivi aggiuntivi, che riconoscano il lavoro
di gruppo ed individuale a partire dalla definizione di percorsi di carriera
orizzontale.
La trasformazione del sistema di formazione
professionale e l’accentuazione delle specificità regionali, impongono alla
Cgil scuola una maggiore attenzione e coerenza nella definizione degli organismi
di rappresentanza. Le differenze qualitative e quantitative esistenti tra i
sistemi regionali devono trovare
adeguata e proporzionale rappresentanza negli organismi consultivi e
decisionali, con particolare riferimento alla modalità di formazione e
composizione, ai diversi livelli, degli esecutivi della formazione
professionale.