DOCUMENTO CONCLUSIVO DELLA CONSULTAZIONE DEI LAVORATORI DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE DEL PIEMONTE SULL’IPOTESI DI CCNL DI SETTORE

 

 

Si è conclusa la consultazione unitaria dei lavoratori della formazione professionale iniziata i primi giorni del mese di settembre e preceduta dall’assemblea generale delle RSA Cgil, Cisl e Uil scuola – formazione professionale sull’ipotesi di nuovo CCNL del settore, siglata il 10 luglio 2002.

 

Le assemblee si sono svolte in un clima sereno nel quale la consapevolezza della particolare importanza che assume questo CCNL alla luce delle difficoltà incontrate in questi lunghi 4 anni di trattativa, e la voglia di discutere e comprendere i suoi contenuti e le sue novità più salienti, sono stati il filo conduttore di tutta la consultazione. La partecipazione è stata ampia ed intensa, con decine di assemblee che hanno coinvolto centinaia di lavoratori del settore.

 

E’ prevalso in tutti il convincimento che la valutazione ed il giudizio finale del risultato ottenuto  debbano tenere presente un percorso di rinnovo accompagnato da profonde novità riformatrici ed irto di complicazioni ed insidie ovvero, coscienti che i tempi, i contenuti ed i risultati di questo rinnovo contrattuale sono stati inevitabilmente condizionati dal progredire, non sempre in modo chiaro e lineare, di riforme connesse al mercato del lavoro, a cui la formazione professionale fa riferimento, al sistema di istruzione  e al medesimo sistema di formazione professionale;

 

che le idee, pseudo federaliste della Confindustria, presenti anche nella nostra controparte datoriale, di superamento dei due livelli di contrattazione a vantaggio di un livello regionale o aziendale, hanno per lungo tempo messo a rischio la stessa possibilità di esistenza del Contratto Nazionale di settore e la sua natura solidale ed unificante;

che il rifiuto della trattativa, agito dagli Enti per molto tempo,  ha impedito corrette relazioni sindacali e il pieno sviluppo della trattativa contrattuale.

 

Sono stati anni in cui le organizzazioni sindacali hanno dovuto respingere i ricatti degli Enti che intendevano subordinare il sindacato ai loro interessi e renderlo strumento per ottenere dal governo finanziamenti da destinare alla copertura dei loro debiti, spesso prodotti da cattive gestioni.

 

Tutto questo non ha impedito il raggiungimento di un risultato finale che, nonostante i diffusi limiti di aspetti normativi, è da considerare, nel suo complesso ed alla luce di tutte le difficoltà, positivo.

E’ stato respinto l’attacco ai diritti fondamentali ed il tentativo di cancellare l’istituto della mobilità, così come si è bloccata la pretesa di aumentare in modo arbitrario e discrezionale i carichi di lavoro. E certamente non è trascurabile, perché ne rafforza il valore, il raggiungimento in modo unitario del  risultato contrattuale all’interno di un quadro generale in cui l’unità sindacale sta vivendo una crisi profonda.

 

Con la definitiva firma del CCNL 1998/2003 si conclude una fase difficile e allo stesso tempo importante. E’ una prima tappa di un percorso che permette ai lavoratori ed al sindacato di puntare su obiettivi di rafforzamento e crescita dei diritti e delle tutele.

 

La contrattazione regionale è chiamata a consolidare ed estendere i risultati sinora conseguiti in Piemonte, a realizzare quanto il nuovo CCNL le affida per competenza, a chiarire e correggere le parti normative di questo Contratto rispetto alle quali i lavoratori hanno espresso dubbi e perplessità.

 

Il contratto nazionale è la necessaria condizione per determinare prospettive future certe per i lavoratori del settore. Solo con esso e con l’insieme dei contratti regionali, l’obiettivo del Contratto Unico di Comparto può diventare credibile.

Dalla firma del CCNL deve avviarsi una fase in cui il Contratto di Comparto, un sistema di tutele e di ammortizzatori sociali, un salario adeguato alla professionalità ed all’impegno profuso ed il riconoscimento di un ruolo  nel sistema di istruzione e formazione, definito con la legge sull’obbligo formativo, siano obiettivi che CGIL, CISL e UIL scuola, unitariamente, intendono realizzare in modo prioritario.

 

In questa direzione si deve riavviare in categoria un diffuso dibattito che porti ad iniziative unitarie nei confronti del governo e delle Regioni per l’estensione anche alla formazione professionale delle tutele occupazionali e degli ammortizzatori sociali, alla costruzione della piattaforma sindacale sul contratto unico di comparto, avendo presenti le difficoltà implicite e la ristrettezza dei tempi, e alla necessaria chiarezza del ruolo della formazione professionale rispetto al sistema d’istruzione e formazione, in particolare in ordine all’ obbligo scolastico, all’obbligo formativo e alla costruzione di un sistema integrato d’istruzione e formazione.

 

Infine, i lavoratori sottolineano la necessità che prima della firma del CCNL, si debbano correggere gli errori formali e materiali presenti nel testo contrattuale. In particolare nelle tabelle dei minimi retributivi e nella norma con la quale  il CCNL 1994/97 introduce l’indennità di livello  per i primi 4 livelli (nel testo siglato art.29, punto C comma 6). Vanno quindi riconfermati, anche nel testo contrattuale, gli accordi in materia retributiva del luglio 2001 e del febbraio 2002 che prevedono l’accorpamento, di fatto,  delle indennità di livello nei minimi retributivi.

 

Torino 4 ottobre 2002