Prime riflessioni della CISL Scuola Torino sul rinnovo contrattuale comparto scuola 1998/2001 (26/2/98)

CISL SCUOLA TORINO

CCNL SCUOLA '98-2001

Le riflessioni relative al nuovo contratto nazionale di lavoro stanno iniziando in questo periodo. Per rendere piu' concreto il ragionamento incominciamo con un primo elenco di temi che debbono essere esaminati e che pongono svariati problemi. Le soluzioni a questi problemi, che possono essere ovviamente differenti a seconda della sensibilita', delle esperienze e dei ruoli di ciascuno ma che debbono - prima o poi - arrivare ad una sintesi, sono lo sfondo su cui si disegnera' la prossima piattaforma. Ci pare fondamentale iniziare a discutere di questi argomenti per chiarire quelle che potremmo chiamare le pre-condizioni della piattaforma.

  1. Gli spazi contrattuali e i cambiamenti del contesto
    Una premessa fondamentale e' data dalla seguente considerazione: in una fase in cui il Governo e il Parlamento stanno valutando forme di modificazione anche radicale dell'organizzazione scolastica, il CCNL deve fare la sua parte ma non allargarsi ad occupare terreni che non gli sono propri. Inoltre, e' indispensabile seguire, dal punto di vista della retribuzione e dell'organizzazione del lavoro i cambiamenti in atto senza pero' aggiungere ulteriori scossoni ad una categoria che e' gia' visibilmente oggetto di svolte significative. Infine vanno trovate soluzioni anche originali per riconoscere la specificita' della situazione della nostra categoria che, a differenza delle altre, e' all'interno di un profondo mutamento di orizzonte.

  2. La Direttiva all'ARAN
    Una seconda considerazione preliminare mi pare debba essere fatta: la direttiva all'A.Ra.N. che questo Governo emanera' in vista del rinnovo del CCNL Scuola, questa volta, sicuramente presentera' una linea politica chiara: sostenere i cambiamenti in atto e risolvere le urgenze piu' immediate, quali la dispersione e gli abbandoni scolastici usando la leva del salario accessorio. Dal punto di vista del sindacato, questi non sono gli unici obiettivi da raggiungere in questa fase. Noi dobbiamo valutare in maniera piu' ampia ed articolata lo scenario in cui ci troviamo ad operare.

  3. Comparto scuola unito
    Una terza riflessione introduttiva riguarda l'obbligo politico, in questo momento, di tenere assieme le tre componenti fondamentali del comparto scuola: direttivi, docenti e ATA. Qualsiasi ragionamento che spinga verso una separazione dei dirigenti (perche' divengono sempre piu' "controparte") e degli ATA (perche' semplici "impiegati") va respinto perche' nell'ambito scolastico lo spirito specifico e' quello del progetto educativo al quale, anche se in misura differente, debbono concorrere tutti.

  4. Le variabili di prospettiva
    La prima questione e' data da quelle che potremmo chiamare variabili di prospettiva. Esse sono date dal conferimento alle scuole dell'autonomia didattica, organizzativa, amministrativa ecc. con la conseguente attribuzione al Capo di Istituto del profilo del dirigente scolastico, dall'eventuale riordino dei cicli e dal possibile trasferimento dal Parlamento alle regioni delle competenze sull'istruzione e sulla formazione.
    L'introduzione di una o di tutte queste variabili modifica l'orizzonte perche' cambierebbe radicalmente la struttura della scuola e del servizio scolastico in generale. Di conseguenza, diviene essenziale definire come costruire il contratto se nell'arco di vigenza si introducono modificazioni significative di orizzonte.
    Date le esperienze compiute dal sindacato nelle ultime due tornate contrattuali, riteniamo che non debba percorrersi la strada delle cosiddette "parti aperte" cioe' aspetti del contratto che debbono essere definiti dopo la firma del contratto complessivo. Piuttosto ci pare piu' opportuno studiare forme transitorie, con norme che valgono sino a che le cose non cambiano e nuovi meccanismi che si applicheranno quando ci saranno le riforme. Inoltre, pare opportuno riflettere sulle due scansioni economiche del contratto nazionale: 1998-'99 e 2000-2001. Il primo biennio sara' quasi certamente indenne da modificazioni significative. Il secondo biennio vedra' sicuramente l'autonomia realizzata. Questo significa che dovremo, in quel momento, tenere presente il livello di contrattazione nella singola istituzione scolastica ed eventualmente il livello regionale nel caso in cui procedesse la realizzazione del federalismo.

  5. Le regole di partecipazione e consultazione dei lavoratori
    Il secondo gruppo di problemi riguarda il percorso attraverso il quale coinvolgere la categoria. Anche se rimangono fra le organizzazioni sindacali delle forti differenze di opinione su questo argomento, ci sembra che non giovi a nessuno rimandare al domani le risposte.
    CGIL.CISL.UIL. Scuola dovrebbero fare di tutto per definire all'inizio della fase contrattuale quando, come e chi deve essere consultato sia nella fase di predisposizione della piattaforma sia alla conclusione delle trattative. Queste scelte non sono facili ma e' indispensabile evitare quelle lacerazioni che abbiamo osservato nelle precedenti tornate contrattuali. Questo orientamento diviene obbligatorio nel momento in cui si e' scelto di procedere subito alla redazione di una ipotesi di piattaforma confederale unitaria.

  6. I livelli contrattuali
    Gia' allo stato attuale si pone il problema di un maggiore ruolo sindacale all'interno delle scelte del singolo istituto. Partendo dal principio che non e' possibile, anche per divieto normativo, moltiplicare all'infinito i livelli contrattuali, e pensando che sia opportuno applicare l'innovazione della contrattazione "integrativa" nel secondo biennio contrattuale, si tratta percio' di definire che cosa spostare dai livelli superiori a quelli provinciali e di istituto. Lo sfondo e le conseguenze che derivano da queste scelte riguardano sia la preparazione sindacale diffusa nelle varie scuole sia le esigenze di raccordo, omogeneita' e di efficacia che debbono in ogni caso essere mantenute alte. Andranno percio' ridefinite le relazioni sindacali nelle singole scuole.

  7. L'equilibrio dei poteri decisionali nelle scuole e il "costo" delle decisioni
    Il CCNL 1994/97 e' riuscito a mantenere in equilibrio i poteri all'interno di ciascuna scuola: il Capo di Istituto, il Consiglio di Circolo o Istituto e il Collegio Docenti hanno ora la facolta' di bilanciarsi reciprocamente, a patto che ciascuno eserciti completamente i margini decisionali che gli sono propri. L'autonomia modifichera' alcuni elementi di questo quadro e il riordino degli Organi Collegiali interni, che deve avvenire attraverso una legge, compira', quando verra' applicato, un secondo significativo passo. In ogni caso, il risultato raggiunto dall'attuale contratto non deve essere modificato e l'incremento dei "poteri sindacali" in ogni singola scuola non puo' essere considerato come l'unica soluzione all'equilibrio dei poteri. Il secondo aspetto di questa questione e' dato dalla considerazione che, oggi, le decisioni nelle scuole costano. Il costo e' dato dal tempo e dalla fatica che debbono essere previsti ed investiti. Anche se alle volte, accanto a decisioni importantissime (il PEI, la programmazione didattica) ci sono scelte meno importanti, vediamo riunioni estenuanti, pletoriche ed inconcludenti. Vanno trovate soluzioni di tipo organizzativo molto piu' efficienti che consentano di liberare tempo di lavoro e di vita. Vale la pena qui di fare un richiamo ad un tema che verra' ripreso piu' avanti: una articolazione delle funzioni interne all'istituto puo' rappresentare una delle varie soluzioni al problema dello sviluppo della carriera dell'insegnante.

  8. Le risorse economiche: tabellare e accessorio
    Affrontare il tema delle risorse economiche in poche frasi non e' possibile. Innanzi tutto, la richiesta sindacale non puo' non tenere conto di due elementi che riguardano lo stipendio che viene corrisposto a tutto il personale: l'accordo di luglio '93 deve essere rispettato e quindi il recupero dell'inflazione programmata per l'intero biennio '98-'99 deve essere garantito a tutti: questo significa, nel primo biennio un aumento su tutte le attuali posizioni stipendiali del 3,3%. A questo proposito, non va dimenticato che oggi queste risorse non sono disponibili. In secondo luogo, nella scuola si prospettano modificazioni che coinvolgeranno tutto il personale. Poiche' oggi, il personale della scuola e' a dire di tutti sottopagato, l'occasione delle riforme deve essere utilizzata opportunamente.
    Se il tabellare non puo' operare scelte e differenziazioni, l'articolazione delle retribuzioni puo' essere compiuta con il salario accessorio. Questo ragionamento e' conseguenza di un principio: dopo aver adeguato lo stipendio di tutti all'inflazione non e' giusto non riconoscere differenze di carichi di lavoro, di impegno e di risultati concreti. Le risorse a disposizione nel 1998 e quelle che si prospettano per il 1999 vanno attentamente valutate: in aggiunta all'attuale "fondo di istituto" (tutto compreso) di circa 350 MLD annui vi sono altri 750 MDL. A queste risorse, nel 1999 si aggiungeranno, se l'accordo CGIL.CISL.UIL. e Prodi viene onorato, 1.000 MDL piu' il 50% dei risparmi che si determineranno Un consistente aumento della quota del salario accessorio deve fondarsi su un esame preliminare sulla possibilita' di impiegare proficuamente queste risorse:

    Inoltre, a fronte di una disponibilita' di risorse per il salario accessorio che e' assai consistente rispetto al passato, diviene praticabile la scelta della costituzione di una sorta di indennita' di funzione che segua la dinamica dello stipendio tabellare e che riconosca per tutta la categoria un maggiore carico di lavoro e di responsabilita' in relazione alle evoluzioni che gia' si sono determinate e che si determineranno. L'intreccio fra questi temi e l'orario di servizio sara' ripreso piu' avanti.
    Ora dobbiamo dire che le varie somme che giungono a titolo di retribuzione aggiuntiva alle scuole non possono piu' avere i tempi di erogazione che hanno oggi (il ministero eroga a febbraio-marzo del 1998 il fondo nazionale del 1996/97; il fondo di istituto 1996/97 e' pagato ai lavoratori dalle scuole un anno dopo lo svolgimento delle attivita') e in ogni caso, l'intera quota di risorse aggiuntive destinata alla singola istituzione scolastica deve essere definita con criteri certi e essere messa a disposizione all'inizio di ciascun anno scolastico.
    Inoltre le varie erogazioni vanno unificate per risparmiare tempo e fatica nella contrattazione e nell'erogazione.

  9. I due tavoli della trattativa: con l'ARAN e con il M.P.I.
    Il grosso nodo politico, a questo riguardo, e' il seguente: come regolare i tempi delle due trattative? Infatti, da un lato si svolgera' la trattativa con l'A.Ra.N. sulla base dei criteri comuni a tutto il pubblico impiego e che riguardera' essenzialmente lo stipendio tabellare. Dall'altro, ci sara' una trattativa con il Ministero della P.I. su tutte le risorse del salario accessorio che saranno disponibili in due tempi: una parte gia' nel 1998 e la parte piu' consistente nel 1999.

  10. Progressione di carriera legata all'anzianita'
    Qualsiasi ragionamento venga fatto sull'accessorio, non vi deve essere alcuna esitazione a mantenere la progressione di carriera legata all'anzianita'. Anzi, vanno rivisti gli ultimi anni della carriera, visto l'elevamento che le modifiche al regime pensionistico hanno apportato al sistema.
    Infine, una leva importante per riconoscere carichi di lavoro differenti fra profili o fra ordini di scuola diversi e' data dal meccanismo delle indennita' che vanno riviste profondamente.

  11. Progressione di carriera e ore di aggiornamento
    Il legame fra la progressione di carriera l'aggiornamento e' stato introdotto dall'ultimo CCNL per poter salvaguardare, anche se in maniera ridotta, l'automatismo che riconosce una maggiore capacita' del personale della scuola come conseguenza dell'esperienza. Le posizioni dell'A.Ra.N. erano, come tutti ricorderanno, fortemente negative. La critica dei lavoratori non e' mancata e a quel coro si e' legato anche l'attuale ministro Berlinguer. Come gia' detto prima, noi siamo per difendere la progressione di carriera. Se si puo' fare a meno del legame con l'aggiornamento va anche meglio.

  12. Formazione e Aggiornamento: tipologie, sedi, retribuzione
    Il riportare aggiornamento e formazione in servizio alla loro dimensione naturale di diritto-dovere legata ai bisogni individuali e collegiali sarebbe cosa importante per la categoria. In questo senso, giova distinguere fra formazione iniziale - che la legge 341/90 affida totalmente all'Universita' - formazione in itinere con adeguate forme di distacco dall'insegnamento e aggiornamento. Se l'ultimo elemento, l'aggiornamento, trova la sua sede naturale nella singola scuola e, per gli insegnanti, nel collegio docenti secondo i bisogni derivanti dal progetto educativo di istituto, la formazione in servizio o in itinere, in un periodo di forti innovazioni deve essere rivista sia per quanto riguarda i soggetti (centri regionali/territoriali) sia per le forme di distacco dall'insegnamento dei formandi.
    Un problema da risolvere e' dato dalla differenza di trattamento fra dirigenti, docenti e ATA sulla retribuzione delle ore aggiuntive di aggiornamento.

  13. Completamento della privatizzazione del rapporto di lavoro
    Questione tecnicamente assai complicata pare quella derivante dalla necessita' di completare con questo testo contrattuale la delegificazione del rapporto di impiego dei pubblici dipendenti. Il D.L.vo 29/93 ha previsto che nei due CCNL successivi alla sua entrata in vigore tutte le norme di legge riguardanti il rapporto di lavoro dovessero essere ricomprese nel testo contrattuale oppure decadere. Come tutti sanno, la parte di norme relative al lavoro scolastico e' enorme e non e' pensabile far diventare il testo del CCNL un'enciclopedia. Vanno trovate soluzioni di transizione.

  14. Assenze e permessi
    L'attuale CCNL ha previsto una modificazione radicale di tutto il regime delle assenze e dei permessi precedentemente in vigore, con una netta riduzione delle prerogative dei pubblici dipendenti. L'esito e' stato particolarmente sensibile sulle assenze per famiglia, con conseguenze non da poco per una categoria prevalentemente femminile come la scuola. Vanno trovati margini di recupero per questo tipo di assenze, vanno meglio precisati i permessi per aggiornamento e per particolari motivi, vanno studiate forme di permesso breve per analisi e terapie mediche, anche alla luce dell'accordo sulla riforma dello stato sociale dell'autunno scorso. A questo proposito va sciolto in breve tempo il seguente interrogativo: risulta piu' conveniente, su questi argomenti, percorrere la strada dell'accordo intercompartimentale per tutti i pubblici dipendenti o e' meglio lavorare, con ovvie difficolta' in piu', per un trattamento specifico della categoria? In ogni caso, non deve essere dimenticato che qualsiasi intervento su assenze e permessi ha un costo contrattuale che non e' fuori dal disegno complessivo.

  15. Articolazione del percorso professionale (figure interne di servizio) anche in rapporto all'elevamento dell'eta' pensionabile
    L'elevamento dell'eta' alla quale si accede al pensionamento per anzianita' pone particolari problemi specialmente per quegli ordini di scuola che vedono gli alunni particolarmente giovani e per l'insegnamento di sostegno ma, in generale, l'invecchiamento dei docenti non e' elemento di qualita'. La mobilita' fuori della scuola puo' essere una parziale soluzione; meglio possono valere forme di articolazione della funzione docente dentro le istituzioni scolastiche funzionali alla maggiore complessita' dell'autonomia. Come prima veniva accennato, con distacchi parziali dal lavoro di cattedra, si possono seguire le attivita' complessive della scuola facendo risparmiare a tutti tempo e lavoro. Non risulta adeguato e conveniente lavorare per definire sulla scala nazionale le tipologie di queste figure interne: meglio e' lasciare al progetto di istituto il compito di definire, a seconda delle reali esigenze, quali attivita' avviare, purche', l'organico di ogni istituto abbia le risorse necessarie.

  16. Le figure di sistema
    Differenti dalle figure di servizio interne alla scuola sarebbero le figure di sistema propriamente intese. Fuori della singola scuola vi e' una lunga serie di soggetti che debbono stare in relazione con l'istituzione scolastica. Queste relazioni non sono semplici e vanno strutturate e svolte da personale altamente qualificato, anche non necessariamente proveniente dal mondo della scuola, e certamente non legato alla episodicita' del sovrannumero. Ma se si tratta di vere figure di sistema, esse devono essere introdotte per via ordinamentale e non attingendo alle risorse contrattuali. La contrattazione potra' intervenire nel momento in cui si dovranno definirne la carriera, il trattamento economico e l'orario di servizio.

  17. Visibilita' de lavoro, aumento dei carichi di lavoro, rapporto tra prestazioni obbligatorie e eccedenti, flessibilita' e garanzie
    Troppo spesso viene posta l'attenzione sul presunto ridotto carico di lavoro del personale insegnante. Vanno trovate forme per rendere visibile il lavoro docente, nella parte relativa all'orario cattedra che mediamente vede una intensita' di responsabilita' e di impegno che non hanno molti paragoni, nella parte relativa alle attivita' funzionali all'insegnamento e nella parte collegata alla funzione docente (preparazione delle lezioni, correzione compiti, aggiornamento individuale). Difficilmente esistono soluzioni organizzative omogenee per regolare, dal punto di vista dell'orario, una funzione complessa come la docenza ma il punto di partenza per ogni operazione non puo' che essere quello della visibilita'. Sull'orario inoltre, pur rimandando ad altro momento operazioni di largo impatto e muovendosi nell'ottica della manutenzione, da un lato vanno fatti approfondimento sull'orario dei docenti della scuola primaria e di quegli ordini della secondaria nei quali i carichi di fatto necessari aumentano l'orario d'obbligo, come i professionali; dall'altro si deve meglio precisare il criterio di distinzione fra prestazione obbligatoria e prestazione aggiuntiva perche', nella pratica, questo confine si sta rivelando ambiguo. Particolare attenzione va data alla questione della flessibilita'. L'introduzione, sulla base del decreto Berlinguer, di un'ampia possibilita' di flessibilizzazione dell'orario e del servizio ci pongono l'obbligo di trovare forme di garanzia per tutto il personale dalle conseguenze che applicazioni estreme di questo istituto potrebbero provocare.

  18. Dirigenti scolastici
    La questione principale per i capi di istituto e', oggi, oggetto di intervento legislativo. Il contratto deve tenere conto di due elementi, innanzi tutto: una maggiore articolazione dell'indennita' di direzione perche' le differenze di carichi di lavoro fra dirigenti scolastici sono assai evidenti e maggiori di quanto le attuali indennita' riconoscano. In secondo luogo, le maggiori responsabilita' previste dalla dirigenza dovranno essere adeguatamente remunerate. L'attivazione di una specifica area di contrattazione della dirigenza sara' la condizione per meglio riconoscere le particolarita' di questa funzione.

  19. Personale ATA
    L'attuale CCNL ha avviato un progressivo elevamento dei profili professionali del personale ATA che ora va completato. L'anticipo di forme di autonomia e' oggi gia' carattere che il comparto amministrativo vive sulla propria pelle sia per quanto riguarda maggiori responsabilita', sia per il differente rapporto con gli UU.SS.PP. e con gli enti esterni. Inoltre l'informatizzazione impone una revisione dei carichi di lavoro e dell'organizzazione dei servizi di segreteria. La figura del responsabile amministrativo con funzioni di dirigente degli uffici amministrativi deve essere meglio precisata. Il personale collaboratore scolastico deve essere piu' coinvolto nell'attivita' educativa dell'istituto.

  20. Rimangono ancora da sviluppare le questioni relative al part-time, alla mobilita' (che non va limitata), al fondo pensioni, al T.F.R.

  21. I tempi: entro la fine del mese di febbraio le segreterie nazionali, sulla base dei lavori preparatori di ciascuna organizzazione, definiranno l'ipotesi di piattaforma unitaria. All'inizio di marzo i direttivi nazionali unitari la esamineranno e la approveranno. Immediatamente dopo si aprira' una fase di consultazione sull'ipotesi di piattaforma che verra' redatta in forma aperta per ricevere modifiche e contributi. Alla fine del mese di marzo, i direttivi nazionali valuteranno le assemblee di consultazione e approveranno il testo definitivo. La piattaforma verra' presentata ufficialmente all'inizio di aprile.

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