L'EDUCAZIONE FISICA NELLA SCUOLA CHE CAMBIA (12/6/98)
Inviamo il documento elaborato dalle segreterie nazionali dei sindacati scuola relativo all'insegnamento dell'educazione fisica nella scuola italiana, scaturito dai lavori del convegno unitario tenutosi a Fiuggi nei giorni 28 e 29 aprile u.s.
CGIL SCUOLA CISL SCUOLA UIL SCUOLA
L'insegnamento dell'educazione fisica nella scuola che cambia
I NUOVI SAPERI E L'INSEGNAMENTO DELL'EDUCAZIONE FISICA
La consapevolezza della necessità di una forte interazione tra i linguaggi della mente e del corpo espressa dal documento " I contenuti essenziali sulla formazione di base", su cui è stata avviata la consultazione nelle scuole, costituisce un'importante premessa che però richiede ulteriori riflessioni.
L'educazione fisica, in quanto disciplina formativa, possiede un proprio campo d'azione, finalità, contenuti e metodi specifici che è riduttivo riferire al solo linguaggio e all'animazione.
Il cammino inseparabile del sé corporeo e del sé affettivo e cognitivo deve tradursi in curricoli in cui sia riconosciuto il valore formativo delle diverse espressioni motorie che, migliorando la conoscenza e la coscienza di sé, favoriscano il realizzarsi del benessere personale e della salute.
In questo contesto l'educazione fisica si rivolge all'intero arco della vita, con particolare attenzione al periodo scolare nel quale può esercitare al massimo le sue potenzialità educative.
L'approccio alla persona attraverso lo strumento della motilità potrebbe peraltro costituire una chiave di lettura delle problematiche giovanili.
Sulla base di tali considerazioni riteniamo che occorra:
- elaborare un curricolo continuo, dalla scuola dell'infanzia all'ultimo anno della secondaria superiore, senza fratture nei passaggi, legato all'evoluzione della persona, in una concezione unitaria del processo di apprendimento
- inserire competenze specifiche in materia di educazione motoria in tutti i cicli scolastici, per mezzo di diverse soluzioni quali figure di coordinamento o la costituzione di cattedre in verticale con la scuola primaria, con la garanzia di una stabilità di chi lavora sul progetto.
- all'interno dell'autonomia didattica e organizzativa e di un organico funzionale, valorizzare percorsi in cui accanto ai "saper fare" comuni, agli standard da raggiungere, non solo sul piano sportivo, sulla base di programmi essenziali, ci sia un'area di opzioni extracurricolari tra le quali l'alunno possa scegliere estendendo i propri interessi e le proprie attitudini
- ricondurre ad un coerente percorso didattico - educativo tutte le attività extracurricolari
- sviluppare percorsi di alfabetizzazione motoria all'interno delle proposte formative rivolte agli adulti a partire dai centri territoriali per l'educazione degli adulti
- avviare una politica di gestione del personale soprannumerario coerente con le nuove esigenze de curricoli
IL NUOVO PROFILO PROFESSIONALE DEL DOCENTE
La necessità di riscrivere il profilo professionale del docente alla luce delle esigenze della società, ma anche all'interno di un quadro istituzionale che cambia a partire dall'autonomia e della riforma degli ordinamenti, pone il problema di ripensare i percorsi di formazione in ingresso e in servizio del personale della scuola.
L'innalzamento della formazione iniziale con l'istituzione della facoltà in scienze motorie costituisce lo strumento prioritario per la formazione di docenti, le cui competenze devono saper affrontare nuovi bisogni formativi quali l'alfabetizzazione motoria degli adulti, l'educazione alla salute, l'orientamento allo sport, l'educazione alla cooperazione. E' però necessario che l'attuale decreto di costituzione della facoltà di scienze motoria s'inserisca nel contesto più generale dell'istituzione dei corsi di laurea per i docenti, nonché prevedere nei regolamenti dei diversi atenei criteri di accesso dei docenti già diplomati per l'eventuale acquisizione della laurea.
Così va ripensata la formazione in servizio, che deve essere riqualificata anche mediante iniziative in collaborazione con l'università e comprendere le nuove competenze richieste. Per l'aggiornamento va garantita la libertà da parte dei docenti nella scelta dei percorsi formativi, purché coerenti con il profilo professionali e le attività svolte a scuola.
Sulla base di tale considerazione riteniamo che occorra:
- raccordare, mediante l'azione congiunta del MPI e del MURST, i criteri di accesso all'università per il personale già diplomato e che intende acquisire la laurea
- prevedere strumenti contrattuali (periodi sabbatici – 150 ore) atti a favorire la frequenza universitaria
- modificare la circolare sull'aggiornamento n° 1545 del 5.06.97, per cui la qualità delle proposte viene definita non sulla base degli enti proponenti ma dei contenuti
IL RAPPORTO TRA SCUOLA E SPORT NELLA PROSPETTIVA DELL'AUTONOMIA
Nel quadro dell'autonomia scolastica diventa determinante il raccordo tra scuola e territorio: la scuola deve essere considerata una risorsa per il territorio in cui si colloca, in grado a sua volta di utilizzare le risorse presenti nel territorio.
In tale contesto le istituzioni scolastiche, operando come centri di promozione culturale e sociale, non possono derogare, in favore di alcun altro soggetto, ai compiti loro derivanti dal ruolo che sono chiamate a svolgere.
Anche il rapporto tra scuola e sport si deve quindi inserire nell'ottica dell'integrazione delle risorse e delle diverse competenze all'interno dell'autonomia progettuale delle scuole.
Il protocollo d'Intesa CONI e Ministero della pubblica Istruzione e le seguenti circolari applicative, pur apprezzabili nelle intenzioni, per molti versi hanno aumentato la confusione del rapporto tra scuole e sport.
Non si tratta di opporsi tout-court alla collaborazione scuola – Coni, ma di stabilire con esattezza ruoli, competenze ed obiettivi, tenendo presente le diverse finalità che statutariamente si pongono i due soggetti istituzionali. In questo senso la scuola può proporsi come agenzia che contribuisce alla riscoperta della componente educativa dello sport, attraverso l'attivazione di servizi finalizzati all'acquisizione di abilità tecniche delle diverse discipline sportive, al miglioramento della funzionalità corporea, alla scoperta di attitudini e propensioni personali, all'educazione alla competizione sportiva.
Sulla base di tali considerazioni e di quanto avvenuto ad un anno di applicazione del protocollo riteniamo che occorra:
- modificare nella circolare 466 gli aspetti di ingerenza delle federazioni sportive all'interno delle ore curricolare riservando ai docenti della disciplina e agli organismi collegiali competenti le decisioni sulla scelta delle discipline sportive e sulle modalità del loro insegnamento nel quadro di indicazioni generali e compatibilità definite dall'amministrazione centrale
- garantire un'equa distribuzione delle risorse e dei finanziamenti sia per le attività sportive proposte dalle federazioni sportive sia per quelle ideate e attuate, in autonomia o consorziandosi, dalle singole scuole.
- organizzare l'attività di avviamento alla pratica sportiva in modo da garantire maggiore continuità dell'attività nel tempo, ampliando i momenti di incontro tra scuole in ambito territoriale limitato
- disporre di risorse destinate allo svolgimento della pratica sportiva, aggiuntive al finanziamento delle ore in eccedenza
- definire uno standard statutario, nonché gli strumenti di controllo e di verifica dell'attività svolta, per la costituzione e l'attivazione delle associazioni sportive scolastiche
- promuovere l'associazionismo sportivo scolastico anche a livello europeo con regolamenti chiari e semplici
- garantire un efficace servizio di medicina preventiva e di controllo con l'attuazione di idonee visite mediche anche nelle fasi preliminari dei vari campionati
- attivare tramite il MPI conferenze di servizio con altre amministrazioni per la definizione degli interventi necessari al potenziamento e alla realizzazione degli impianti sportivi scolastici con particolare riguardo alle scuole in aree svantaggiate.
Roma, maggio 1998
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