O.D.G. DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE CISL-SCUOLA (23/2/98)

FIUGGI 9-11- FEBBRAIO 1998

1. La scuola e la formazione sono interessate da un ampio disegno riformatore: si e' avviato un processo radicale di cambiamento del modello organizzativo e di governo della scuola attraverso l'attribuzione alle istituzioni scolastiche della autonomia sancita dalla Legge 59/97 - e' in corso alla Camera l'esame dei disegni di legge di riforma degli OO.CC. interni - si sta aprendo il dibattito parlamentare sui ddl di riordino dei cicli scolastici e sulla parita' - stanno per essere emanati i decreti sulla ridefinizione del sistema della formazione professionale, sull'apprendistato e sugli stages attraverso la legge Treu, in coerenza con l'accordo sul lavoro.

2. L'Assemblea Nazionale della CISL SCUOLA, riunita a Fiuggi il 9-11 febbraio 1998,

ribadisce in premessa

che questi processi devono essere governati sulla base di un disegno strategico unitario. Cio' e' tanto piu' necessario proprio in considerazione della diversita' dei tempi di attuazione e degli itinerari istituzionali dei provvedimenti, nonche' del contesto culturale e politico in cui essi si collocano, che puo' indurre il rischio di incoerenze e di approcci semplificatori e demagogici.

Il cuore del disegno strategico sta nella chiarezza e nella coerenza del modello di governo dell'intero sistema scolastico e formativo che deve avere i connotati della integrazione tra le diverse autonomie sancite dalla legge 59/97 (delle istituzioni scolastiche, delle autonomie locali, dell'autorita' statale) e della pratica della concertazione sociale a livello nazionale, regionale e territoriale.

3. La CISL SCUOLA ha condiviso l'impostazione dell'art. 21 della legge 59/97 perche' l'attribuzione dell'autonomia organizzativa, didattica, finanziaria, di ricerca e di sviluppo delle singole istituzioni scolastiche si colloca dentro l'opzione culturale e politica forte di unitarieta' del sistema nazionale di istruzione.

In tale disegno istituzionale, da un lato le scuole sono sul territorio vere e proprie autonomie funzionali che si autogovernano, cui spetta la potesta' e la responsabilita' di organizzare il servizio per soddisfare il diritto allo studio ed alla formazione del proprio territorio sociale e culturale, nel rispetto di obiettivi e standard nazionali, e di rapportarsi per questi obiettivi con i vari soggetti cuturali, sociali, produttivi, istituzionali. Dall'altro risulta evidente il connotato unitario del sistema nazionale pubblico di istruzione, strumento di promozione e costruzione di una identita' nazionale della cittadinanza sociale, contro concezioni culturali e politiche che propugnano un federalismo scolastico che disarticola il sistema a livello regionale e territoriale.

L'applicazione dell'intero articolo 21 attraverso regolamenti e decreti deve percio' disegnare il nuovo modello organizzativo e di governo della scuola che superi l'attuale centenario impianto centralistico e ministerocentrico, in coerenza con le due opzioni strategiche ricordate.

L'Assemblea Nazionale della CISL SCUOLA ritiene indispensabile a questo proposito certezza di tempi e

rivendica con forza

il rispetto del metodo della concertazione tra OO.SS. ed Amministrazione, come sancito solennemente nell'accordo con il Governo del 10 dicembre 1997, allo scopo di rendere evidenti i profili di coerenza all'interno dei diversi provvedimenti attuativi che attengono al dimensionamento delle scuole ed al ridisegno della rete scolastica, alla attribuzione dell'autonomia organizzativa, didattica, finanziaria, di ricerca e sviluppo, alla riforma degli enti di supporto, al trasferimento di competenze amministrative alle singole istituzioni, alla riforma della Amministrazione centrale e periferica, alla attribuzione della dirigenza ai capi di istituto, alla riforma degli OO.CC. territoriali.

4. L'Assemblea Nazionale della CISL SCUOLA

ritiene coerente

con il disegno generale della legge 59/97 di conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni e agli EE.LL. l'attribuzione al sistema delle autonomie locali di competenze legate alla programmazione dell'offerta formativa sul territorio (istruzione, formazione professionale, formazione in alternanza), al sostegno del processo di integrazione tra scuola e F.P., alla programmazione della rete scolastica, alla gestione amministrativa del sistema scolastico.

Ritiene pero' che nei regolamenti fino ad oggi prodotti risulti del tutto carente il profilo della integrazione tra i diversi soggetti istituzionali (autonomie locali - amministrazione scolastica - OO.CC. territoriali - scuole) e la chiarezza conseguente delle procedure rispetto alla programmazione della rete scolastica, alla dislocazione degli organici, alla attribuzione dei fondi alle scuole.

Tutto il processo di decentramento deve svilupparsi nel rispetto dei principi di unitarieta' del sistema nazionale di istruzione e, piu' in generale, nel rispetto della integrazione delle diverse autonomie che hanno responsabilita' sul sistema scolastico.

5. Rispetto allo stato attuale della fase di applicazione della legge 59/97 in ordine all'autonomia delle scuole ed al processo di decentramento, l'Assemblea Nazionale CISL SCUOLA:

a) esprime forti preoccupazioni per l'assenza di un quadro organico di riferimento rispetto al nuovo modello di governo della scuola, a causa della sfasatura esistente tra i tempi di definizione del nuovo profilo del dirigente scolastico, la riforma degli organi collegiali interni, la riforma dell'Amministrazione centrale e periferica e della diversita' dei soggetti istituzionali e politici titolari in materia.

Da un lato, occorre che sia reso esplicito il rapporto tra le responsabilita' di direzione e di governo unitario delle istituzioni scolastiche assegnate al nuovo dirigente scolastico ed il modello cooperativo di funzionamento della scuola, fondato sulla integrazione delle funzioni, dei diritti e dei doveri delle varie componenti e sulla articolazione delle responsabilita' e dei ruoli degli OO.CC. interni.

Dall'altro, occorre far emergere con chiarezza nel disegno di una riforma dell'amministrazione scolastica che superi il tradizionale modello gerarchico e le prevalenti funzioni gestionali, il nuovo profilo di apparato servente delle scuole autonome, identificando nell'ufficio scolastico provinciale riformato l'organo che sul territorio svolge precise funzioni di supporto amministrativo.

b) Giudica gravemente incoerente con l'obiettivo di radicamento sul territorio del servizio scolastico, in funzione di una reale fruizione del diritto allo studio, che il dimensionamento ottimale delle scuole, premessa necessaria per l'attribuzione della autonomia alle singole istituzioni, sia determinato sulla base di un parametro unico per i vari ordini di scuola, oggi di diversa consistenza rispetto alla propria utenza di riferimento (8 anni scuola materna ed elementare, 3 anni scuola media, 5 anni scuola superiore), specie se le dimensioni individuate (da 600 a 900 studenti) avessero come effetto la destrutturazione dei circoli didattici, gia' oggetto di una profonda razionalizzazione, e la scomparsa della scuola media, con la generalizzazione del modello di scuola comprensiva, e la costituzione di macro-istituzioni, inevitabilmente frantumate sul territorio, tali da rendere problematico il governo unitario.

Questo modello di dimensionamento prefigura inoltre una inaccettabile riforma per via amministrativa dell'identita' ordinamentale attuale dei vari ordini e gradi di scuola che invece attiene alle potesta' legislative del Parlamento.

c) Valuta come inaccettabili i primi atti di decentramento recentemente definiti dal Governo in attuazione del Capo I della legge 59/97 relativi al passaggio dallo Stato alle Regioni di funzioni e compiti attinenti alla istruzione scolastica ed alla formazione professionale ed in particolare:

- i poteri di costituzione, controllo, vigilanza sugli OO.CC. a livello territoriale, nonche' di risoluzione dei conflitti di competenza;
- l'assegnazione di contributi alle scuole non statali;
- il trasferimento del personale ATA dello Stato;
- il trasferimento degli istituti professionali, "i cui corsi di studio non rientrino nelle tipologie assimilabili ai corsi di istruzione tecnica".

Tali atti esorbitano dal quadro di riferimento dell'art. 21, rischiando di compromettere il disegno organico dell'autonomia, minano profondamente il principio di unitarieta' del sistema nazionale di istruzione, sono incongrui rispetto alla necessita' di un modello di governo unitario delle scuole e sono contraddittori rispetto agli orientamenti espressi dallo stesso Governo sul riordino dei cicli, sulla costruzione di un sistema scolastico integrato, sui profili della parita' scolastica.

L'Assemblea Nazionale della CISL SCUOLA da' mandato alla Segreteria Nazionale di continuare il confronto con il Ministro della P.I. e con l'Amministrazione in sede di concertazione, costruendo una forte intesa con le altre OO.SS. Confederali e con le rispettive Confederazioni allo scopo di modificare profondamente l'impianto ed il contenuto delle prime norme attuative della legge 59, recuperando i necessari profili di coerenza nell'attuazione del decentramento e dell'autonomia delle scuole.

Fiuggi, 11 Febbraio 1998

Approvato alla unanimita' con 2 astensioni

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